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Lui & Lei

31 ottobre


di crowley71
27.05.2016    |    7.199    |    0 7.9
"Asmodeo appoggia la punta di quell’enorme fallo all’apertura dell’ano della donna spingendolo di botto… Un urlo… sviene: o, per meglio dire, rinviene… nel..."
Era la notte del 31 ottobre 1466: Brunilde, accusata di stregoneria e di essere in combutta con il demonio, era stata condotta nelle prigioni del castello. Pochi giorni dopo sarebbe stata bruciata sul rogo. Le buie, cupe ed umide prigioni del castello erano basse, la muffa copriva le pareti e poche torce illuminavano l’ambiente con il risultato di proiettare lunghe ombre deformate, rendendo per quanto possibile, ancora più nero e tetro quell’infelice luogo.
Spesso si è ritenuto, e molti lo pensano ancora, che le cosiddette “streghe” fossero donne malvagie e soprattutto brutte: nulla di più sbagliato: spesso erano donne avvenenti e belle, ma soprattutto libere. Questo fatto, al dominante ambiente ecclesiastico, faceva paura: la donna rappresentava la tentazione.
Lunghi capelli biondi, occhi verdi, labbra sottili e delicate, così si presentava Brunilde, e per il canonico della vicina abbazia era la rappresentazione vivente della lussuria e del peccato. Così mise in giro la voce di averla vista, una notte senza luna, ballare nuda intorno al pozzo insieme al demonio.
Brunilde era seduta nella sua cella, o per meglio dire in quella cella comune con altre infelici accusate dello stesso “delitto”. Era vestita con un semplice sacco bucato e stretto in vita da una funicella: così vestivano le prigioniere.
Ma lei sarebbe stata giustiziata prima…
Era seduta e guardava nel vuoto sussurrando qualcosa, suoni impercettibili e sibilanti.
Brunilde si alza e cammina nella cella come in trance…
Porta le braccia al seno… come se stesse abbracciando qualcuno… muove le mani come se stesse accarezzando la schiena di un invisibile amante… Si sfila quell’indumento sporco e stracciato imposto dalla “giustizia ecclesiastica” e rimane nuda.
Si stende sul pavimento portandosi una mano al seno e l’altra alla vagina… inizia una lentissima masturbazione ma… il suo sussurro strano: «Asmodeo… si.. Asmodeo… il tuo tocco… fammi tua ancora una volta… il tuo piacere e il mio uniti… ancora una volta» e il suo dito entrava nella vagina ritmicamente, lentissimamente… i suoi occhi erano chiusi e continuava a sussurrare masturbandosi lentamente… Un rumore sordo, odore di zolfo, fumo… il fumo si raddensa fino a formare una giallastra figura semi umana che va ad unirsi a Brunilde… Le altre donne intorno, spaventatissime, guardavano: era davvero un demonio, il demone Asmodeo che era stato richiamato dalla loro compagna di cella. La donna invita il suo strano compagno a stendersi e si siede a cavallo del suo enorme membro turgido. Lo cavalca mentre quella creatura tiene le mani sui seni della donna… Brunilde si alza, si mette in ginocchio e prende tra le mani quel mostruoso membro iniziando a leccarlo, baciarlo e succhiarlo per poi invitare il demone a possederla analmente. Asmodeo appoggia la punta di quell’enorme fallo all’apertura dell’ano della donna spingendolo di botto…
Un urlo… sviene: o, per meglio dire, rinviene… nel suo letto, tranquilla. Il fatto che fosse il 31 ottobre, la notte del sabba delle streghe l’aveva davvero condizionata troppo. Si alza, si veste e, come ogni mattina si prepara per andare a messa nell’abbazia.

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