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Lui & Lei

Amica d'infanzia


di majal1985
23.02.2014    |    8.324    |    0 8.3
"Ero molto stanco dopo un'intensa settimana di lavoro passata tra conti e scartoffie ma avevo voglia di passare una piacevole serate e magari conoscere qualche..."
I bicchieri si riempivano continuamente di vino. Si stava festeggiando il trentesimo compleanno di una amica. Il programma prevedeva ristorante più tavolo in discoteca. Ero molto stanco dopo un'intensa settimana di lavoro passata tra conti e scartoffie ma avevo voglia di passare una piacevole serate e magari conoscere qualche ragazza. Ero seduto davanti ad una amica di una vita leggermente più grande di me che avevo sempre visto come una sorta di fantasia di farla diventare una sorta di nave scuola. Durante il periodo dell'adolescenza avevamo pomiciato qualche volta in riva al mare con qualche palpatina ma non eravamo mai andati oltre. Gli anni erano passati e le nostre strade si rincontravano solamente un paio di volte all'anno. Quelle serate passano solitamente tra battute e doppi sensi. Amava scaldarmi e farmi andare a casa con il cazzo duro. Anche quella sera aveva preso quel andazzo. Lei, classica ragazza italiana dal seno abbondante ed il culo bello formoso, in quel occasione indossava una camicia bianca che a fatica conteneva la sua quinta ed un paio di jeans aderente che fasciano perfettamente il suo sedere da fattrice. Durante la cena non facevo altro che fissarle le tette, come se non l'avessi mai fatto, e farle battute provocanti. Verso mezzanotte lasciammo il ristorante e ci dirigemmo verso la discoteca. Mi feci dare un passaggio da lei visto che l'amico che mi era passato a prendere era tornato a casa. Arrivati nel locale l'alcol comincio a scorrere immediatamente a fiumi. Ci si scatenò prima vicino al nostro tavolo poi andammo tutti in mezzo alla pista. Ci strusciavamo tutti, si ballava e si scherzava. Le ore passavano ed eravamo tutti sempre più euforici. Mentre ballavo avevo incontrato una ragazza che era all'università con me, non mi era mai piaciuta ma dopo tutto quel bere mi sembrava Belen. Mentre ballavo le mettevo le mani ovunque e lei non si tirava di certo in dietro. Le piaceva stuzzicarmi ed esser ricambiata. Purtroppo verso le 3.30 le sue amiche la richiamarono ed andò via con loro. Ero rimasto in mezzo alla pista con un cazzo duro come il marmo. Sconfortato me ne andai a sedere su un divanetto. Dopo una paio di minuti arrivò la mia amica di una vita e cominciò a canzonarmi sul fatto che l'altra ragazza era andata via lasciandomi a bocca asciutta. La musica era molto alta e per risponderle le scostavo sempre i lunghi capelli accarezzandole il collo. Notai subito che questo non le dava fastidio. Presi coraggio ed ogni tanto le baciavo leggermente l'orecchio mentre con la mano le cingevo i fianchi da sotto la camicia. Alla spicciolata la combriccola cominciò ad andare a casa, alla fine restammo solamente noi due e la festeggiata. Così decidemmo di portarla a casa visto che non era in condizioni di guidare. Una volta accompagnata al cancello di casa. Puntammo l'auto verso casa mia. Durante il viaggio mi appoggiai sulla sua spalle ed ogni tanto le davo una bacio sul collo e le facevo qualche carezza. Lei non diceva nulla io ormai ero andato. Arrivati sotto casa, sapevo già come sarebbe andata a finire: sarei uscito dalla macchina senza aver combinato nulla e col cazzo duro, talmente duro che per dormire mi sarei dovuto fare una sega. Per evitare tutto questo decisi di giocarmi il tutto per tutto. Quando ci stavano per salutare dandoci i consueti bacini cominciai a baciarle prima le guance, poi il collo e ed infine bocca. Lei mi rispose immediatamente tirando fuori la lingua. Ormai avevamo perso ogni freno. Le slacciai prima la cintura di sicurezza e poi la giacca e comincia ad infilarle la mano ovunque. Avevo una gran voglia di toccarla ovunque. Con una mano le palpavo le tette da fuori e con l'altra le toccavo le cosce. Le presi una mano e l'appoggiai sul cazzo. Cominciò un lento massaggio da sopra i jeans. Non mi bastava più toccarle le tette, volevo leccarle e mordicchiarle i capezzoli. Slacciai i bottoni della camicia e mi avventai come un falco su quel ben di Dio. Dopo averle tirate fuori dal reggiseno iniziai a leccar e giocar con i capezzoli. Se fosse passato qualche guardone si sarebbe gustato un discreto spettacolo, ma abitando vicino al mare in aperta campagna non si correva quel rischio. Lei nel frattempo mi aveva tirato fuori il cazzo dai pantaloni e mi stava facendo una sega molto gustosa. Ormai la mia cappella stava letteralmente pulsando. Volevo anche io giocare con la sua figa e sentire quanto era bagnata. Quando andai per slacciarle i suoi jeans mi disse una bruttissima cosa...aveva il ciclo quindi non si poteva far nulla. Peccato ma in quel momento volevo godere ad ogni costo del suo corpo. Così continuai a leccarla e toccarla tutta. Sfregavo la mia mano sulle sue mutande e lei si contorceva tutta. Dopo un periodo infinito capì che la sega non mi bastava più così si abbasso sul mio cazzo e se lo preso tutto in bocca. Cominciò a succhiarlo con grande voracità. Ci sapeva fare. Mi leccava la cappella per pochi secondi per poi prenderlo tutto in bocca. Non oso immaginare quanti ne avevsse succhiati. La cosa più che dava più goduria era sentire le sue tette su di me. Mentre mi facevo succhiare il cazzo sotto casa, non curante del fatto che mia madre o mio padre potessero vedere tutto questo, mi avventurai con una mano dentro le sue mutandine nel parte posteriore. Le palpavo quel meraviglioso culone ed immaginavo di scoparmelo. Mentre fantasticavo cominciai a giocare col suo orifizio e prendendo sempre più coraggio le infilai il medio dentro cominciando in breve tempo a scoparle il culo con un dito. Lei non diceva nulla, anzi si dedicava con sempre più passione al mio cazzo. Iniziò a farsi scopare la bocca come non mi era mai successo. In breve tempo le scaricai tutto il sperma in bocca e lei senza fare una piega non si perse nemmeno una goccia continuando a leccarmi il cazzo come se volesse pulirlo. Quando si tirò su pulendosi la bocca che era tutta bagnata dei miei liquidi mi disse che ero un porco e che le dovevo una bella scopata. Ci ricomponemmo velocemente e ci salutammo dicendoci che si saremmo visti quanto prima. Non vedo l'ora di pagare il mio debito con lei...
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