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Lui & Lei

"Biglietti, prego!"


di Isaac
24.08.2012    |    11.674    |    1 6.3
"Per tutto il giorno portai la camicia fuori dei calzoni, a coprire l'allagamento occorso, così in luogo d'apparire elegante ad espositori e standiste dovetti..."
Ad Udine, un po' fuori per la verità, c'è una specie di fiera dove si organizzano esposizioni e kermesse, tra cui una dedicata alla produzione di sedie: sedie di design, da ufficio, da appartamento, da luoghi di aggregazione collettiva etc. Qui convergono i produttori di tutto il mondo e, segnatamente, quelli del Triveneto che espongono i prodotti più interessanti.

Ora quella mia ex era professionalmente interessata, dovendo scrivere una monografia sul distretto della sedia con annessi e connessi, perciò mi propose di accompagnarla. Udine è sideralmente lontana da Milano così convenimmo di andarci in treno, partendo al mattino assai presto.

Attraversammo così lande sconfinate nelle brume mattutine, mi venne in mente quella frase letta chissà dove e chissà quando: "Il Veneto al tempo dei Capannoni" ed in effetti era una teoria ininterrotta di prefabbricati, magazzini, campi, strade costeggiate da platani ed orizzonti uniformente piatti; se non ricordo male cambiammo a Verona, poi in tarda mattinata arrivammo ad Udine e da qui, con un autobus interurbano sino alla fiera.

Ora, la cosa interessante accadde per l'appunto sulla tratta Verona-Udine, era finalmente uscito il sole e lei ne approfittò per rifarsi il trucco, per non essere abbagliati sedevamo l'una accanto all'altra ed io la osservavo mentre si ridisegnava le labbra e ritoccava le ciglia nel mentre che leggevo distrattamente il giornale; la trovai irresistibile e glielo dissi così lei mi sorprese con un'iniziativa perlomeno avventata: apoggiò la mano destra sulle mie pudenda e cominciò, dapprima distrattamente, ad accarezzarmi attraverso i calzoni. Preso alla sprovvista ebbi un'erezione esagerata, ed un poco disagevole (voi donne non potete capire, ma a volte l'inviluppo degli indumenti si oppone a certe ... alzate di testa, ecco), lei capì epperciò, fidando dell'essere lo scompartimento semi-vuoto (solo un paio di signore distanti alcune file il cui chiacchiericcio giungeva continuo e sommesso) ed il treno regionale a due piani, così da darci l'illusoria sensazione di riservatezza, slacciò la cintura, sbottonò i calzoni, calò la zip e, prese l'elastico degli slip e, finalmente, liberò lo scalpitante ribelle dalla sua prigione di stoffa.

Adesso mi rendo conto d'aver appena avuto una caduta di stile: alle signore bisognerebbe dire di portare i boxer, e non mai gli slip, ma che ci vuoi fare, sono un ragazzo semplice ... ed i boxer sono un'invenzione diabolica, d'una scomodità inimmaginabile per tutti i portatori sani di ammennicoli.

Comunque, tornando al secondo piano di quel treno regionale inondato dal sole mattutino, la piega presa dalla situazione (dalla situazione, che qualcos'altro non era affatto piegato ...) s'era fatta interessante e, per non dare nell'occhio, mi stesi il giornale addosso a coprire il quadro delle operazioni nel mentre che lei si prodigava in una inesorabile, lenta e micidiale opera di persuasione, peraltro guardando distrattamente fuori dal finestrino con un accenno di sorriso leonardesco.

Memore del claim della Coca Cola ("Enjoy it!"), m'abbandonai sullo schienale e socchiusi gli occhi; fugaci visioni di seni e di gambe e di labbra, dell'un tipo e dell'altro e comunque non tutte riconducibili a quella mia compagna, mi passarono dinanzi agli occhi semi-chiusi; intuii che, nonostante l'assoluta silenziosità della manovra qualcosa doveva vibrare nell'aria, perchè non percepivo più il chiacchiericcio in sottofondo delle due altre viaggiatrici lontane ed anzi, con la coda dell'occhio incrociai lo sguardo di una di loro attraverso le file di poggiatesta ma tant'è, ormai il treno era partito, in tutti i sensi, e non avrebbe fatto fermate sino all'arrivo ...

Onestamente debbo ammettere d'aver desiderato che la cosa degenerasse, che si protendesse verso di me e portasse a compimento con la bocca quel che aveva così ben iniziato con la mano ma sarebbe stata davvero inegstibile come situazione, epperciò non glieli chiesi e mi lasciai trascinare dalla corrente sino al climax finale, per qualche secondo senti una sorta di prolasso al basso ventre, poi come un'effusione sorgiva di magma che risalisse le viscere d'un vulcano ed infine, irrigiditomi sulla schiena e proprio mentre stavo per venire ... "Biglietti, prego!"

Così, di soppiatto, il controllore (nella fattispecie la controllora) s'era materializzata alle nostre spalle e, consapevole o meno della delicatezza del momento (ma sospetto di si) aveva sovrapposto la sua stentorea voce alla mia "petit mort" legando indissolubilmente la dolce pronuncia veneta all'inondazione in essere sotto alla coltre di carta in una sorta di imprinting orgasmico.

Be', io rimasi impietrito mentre la mia compagna, con un distacco ed un indifferenza davvero encomiabili, colla mano sinistra estrasse dalla borsetta i biglietti, nel mentre che la destra restava perfettamente immobile ed avvinghiata al mio membro sussultante, e li porse all'importuna con un sorriso; questa, altrettanto pronta di spirito, li punzonò, ringraziò e passò oltre. Restammo così finchè non usci dal vagone, nel frattempo il mio seme era andato un po' dappertutto prima di disperdersi nell'imbottitura dei sedili, mi ritrovai così con gli slip (pardon, avrei dovuto dire boxer ...) ed il cavallo dei calzoni imbevuti (che poi questa cosa che lo sperma avrebbe un odore caratteristico io, relativamente a me stesso, non l'ho mai constatata ed ancora non ho avuto modo di accertarmi se per altri, invece ...).

Nella toilette, colle salviette in carta riciclata delle FS, cercai di porre rimedio quanto più possibile ma, ca va sans dire ... per tutto il giorno portai la camicia fuori dei calzoni, a coprire l'allagamento occorso, così in luogo d'apparire elegante ad espositori e standiste dovetti sembrare un eccentrico: in giacca e cravatta ma con la camicia di fuori!
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