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Lui & Lei

Colloquio di lavoro


di Adelmo-RM67
21.06.2013    |    10.347    |    0 7.7
"Come mi fermai lei sgusciò fuori dalla doccia e si liberò l'intestino, il bel clistere che le feci, mi confessò più tardi, la sbloccò dopo 3 giorni..."
Roma, un giovedì di Giugno alle 8 di mattina, sto sulla metro a Rebibbia e ho un colloquio di lavoro all' EUR per le 9, non c'è tanta gente, ma prevedo il delirio quando arriveremo alla Stazione Termini. Ripenso a come sono riuscito ad ottenere questo appuntamento, alla casualità degli avvenimenti, a Fiorella, una donna attivissima, incontrata per caso nel supermarket, che ha sentito la mia conversazione con il cassiere che mi chiedeva se ero ancora disoccupato, del modo ammaliatore di come mi ha abbordato proponendomi un'incontro per valutare se fossi idoneo per una mansione alle dipendenze una sua amica dirigente di un'importante ditta, sempre indaffarata e impossibilitata a selezionare personale. Fiorella mi fissò appuntamento la mattina dopo il nostro incontro e subito mi mise alla prova, neanche entrai nel suo palazzo che dal citofono mi chiese di portarle cappuccino cornetto e caffè. Quando entrai nel suo appartamento, la trovai ancora in vestaglia e senza trucco, ma la cosa non mi fece né caldo ne freddo. Andammo nel suo studio e mi mise davanti a un computer dove dovetti riscriverle una lettera piena di correzioni ed elaborare una cartella in excel. Avevo già lavorato in un ufficio dietro un pc anche se il mio mondo lavorativo era tutt'altra cosa , quindi superai agevolmente anche quest'altre prove. Poi mi fece rispondere al telefono per finta per sentire come parlavo con il prossimo, alla fine mi condusse in salotto dove al centro della stanza c'era un lettino per massaggi con affianco un tavolinetto con tutto l'occorrente. Si lasciò cadere la vestaglia e rimase nuda davanti ai miei occhi, tranquillamente senza nessun pudore, quasi sfacciatamente e si sdraiò supina sul lettino e mi sfidò chiedendomi che sapevo fare. Risposi che per me non c'erano problemi, tuttavia non volevo ungere il mio bel vestito per un massaggio. Mi disse che per lei me lo potevo togliere tranquillamente , che aveva visto tanti uomini nudi ....... . Fino a quel momento non l'avevo ancora guardata con occhi da maschio, ma solo da possibile ex disoccupato, ma quando la vidi senza niente addosso, il mio cazzo ebbe un sobbalzo e la salivazione incomincio ad aumentare. Mi spogliai e rimasi in slip e maglietta e accettai l'ennesima prova. Notai un impercettibile sorrisetto sul suo viso, ma durò un secondo. M'impegnai molto, anche se le mie conoscenze in materia erano limitate ai video delle ragazze asiatiche che massaggiano i loro clienti con tutto il corpo. Iniziai dai piedi, molto lentamente e con crescente vigore, salii sui polpacci e poi mi lavorai le cosce. Fiorella non è una ragazza secca, anzi, è una buona forchetta, come piacciono a me, le mie dita affondavano nella sua carne ed era un piacere sentire che le faceva un bell'effetto mentre le scioglievo le tensioni dal corpo e vedere che se la stava godendo, la sua passera si apriva sempre più e le sue labbra continuavano a gonfiarsi . Il culo glielo lavorai poco, appena 2 minuti, avevo paura di eccitarmi troppo. Poi passai alla schiena , alle braccia e per finire le lavorai bene collo e spalle. Nel fare questo mi spostai davanti a lei, il mio cazzo che pulsava sotto lo slip in questo momento stava a 5 cm dal suo naso, infatti si lasciò scappare che sentiva un buon profumo. Per reprimere la voglia di farmi fare un pompino seduta stante dovetti sforzarmi a pensare a qualcos'altro per distrarre le mie fantasie. Qualche minuto dopo di girò a pancia in su, mostrandosi nel suo splendore. Fiorella ha 2 tette esagerate, un po’ cadenti ma non sono di plastica, e una fica depilata, una ficona viste le dimensioni, che ipnotizza che induce a buttarsi a capofitto con bocca e lingua per assaporarne il nettare. Ripartii dai piedi con la stessa andatura e la stessa pressione, ma l'occhio cadeva spesso all'incrocio delle gambe che la porca allargava di tanto in tanto per farsi ammirare meglio. Resistetti e sudai molto per tale resistenza, Quando arrivai al suo seno, che ero al massimo dell'eccitazione che mancava poco di venire dentro le mutande, me lo prese in mano chiedendomi che forse ero io che dovevo rilassarmi. Le mie dita di conseguenza partirono sui capezzoli, strofinandoglieli e stringendoli come fossero manopole di una vecchia radio. Le arrivò una scarica di piacere che inarcò la schiena all'indietro, prioettando il pube verso l'alto, desideroso di avere lo stesso trattamento. Con il mignolo e il pollice della mano sinistra continuai a giocarmi i capezzoli, mentre indice medio e anulare della mano destra assaltarono clitoride e grandi labbra come l'attacco di un felino . Le mie dita premevano e strusciavano, così intensamente che la feci venire di pochi minuti, con il mio cazzo nella sua mano che era ancora in attesa di sollievo. Un minuto dopo la sua venuta si alzò e si diresse verso il bagno, sempre con il mio cazzo nella mano, le servivo ancora, le dovevo lavare la schiena sotto la doccia. Lasciò la presa prima di entrare nella cabina, aprì l'acqua e s'insaponò sul davanti, dopo di che mi passò il flacone e l'insaponai la parte dietro. Mentre ero all'opera sulla schiena mi afferrò i glutei con tanto di unghie che me le fece sentire per bene. Uno dei suoi medi si insinuò un po’ troppo tra le mie chiappe, la richiamai all'ordine dicendole che se voleva certi servizi sarei stato pronto a soddisfarla. Mi rispose con un movimento ondulatorio del suo magnifico culone tra la mia nerchia, capita l'antifona, versai un po’ di sapone liquido sulla punta della cappella, glielo appoggiai all'ano e con un colpettino introdussi la cappella, con altri tutti i miei 17 cm. Lentamente iniziai a pompare ma la mia eccitazione stava durando già da un po che mi stava no per fare male i testicoli e quindi mi lasciai andare dentro il suo culo con molta soddisfazione. Come mi fermai lei sgusciò fuori dalla doccia e si liberò l'intestino, il bel clistere che le feci, mi confessò più tardi, la sbloccò dopo 3 giorni d'inattività. Si fece un bel bidè ed io finii la doccia. Come chiusi l'acqua dopo essermi risciacquato mi riagguantò, insoddisfatta , e mi sbatté nel suo letto, salendomi sopra spompinandomi di gran lena. La sua fica era gonfia ed aperta, con il clitoride paonazzo, turgido ed svettante come un piccolo cazzo. Ricambiai il piacere che mi stava regalando e il mio pistone riprese volume grazie alla sua bocca e alla lingua che lavorava veramente bene e anche grazie ai suoi umori che assaporavo e leccavo da vero amante della passera. Di colpo si tirò su e ci si sedette sopra, facendomelo sparire nella sua tana fradicia e colante. Mi cavalcò per qualche minuto e poi lo volle risentire nel di dietro, ma questa volta a pecora con un lubrificante che prese dal cassetto del suo comodino. Non me lo feci chiedere due volte e la chiavai vigorosamente per altri due orgasmi. Stremati, distrutti e grondanti sudore ci riposammo il tempo di una sigaretta, ci rifacemmo la doccia, ci rivestimmo e mi licenziò dicendomi che avrebbe parlato con la sua amica e m'avrebbe fatto sapere. acconsentì e me ne andai. L'indomani m'invio un sms che m'invitava a pranzo a casa sua. Mi presentai puntuale all'appuntamento, suonai al suo portone, mi aprii, entrai dentro il suo appartamento ma mi fece attendere in salotto perchè doveva terminare la tavola. Dopo 15 minuti mi chiamò, andai in cucina e la trovai sdraiata sul tavolo, nuda, coperta di ogni genere alimentare possibile. Cominciai dall'oliva che teneva sulle labbra, passai alle patatine sul decolté, le leccai l'insalata russa che sapientemente teneva sulle sue tette, 4 fili di spaghetti al pomodoro sullo stomaco, mangiai avidamente il prosciutto crudo tagliato a mano sulle sue cosce. Appena terminato aprii le cosce e notai che dentro la passera aveva qualcosa d'incellofanato. Estrassi l'oggetto e una volta scartato mi trovai davanti ad una coscia di pollo. Mentre finivo lei si girò gattoni e si bloccò una fragola tra le chiappe. Divorai anche quella, leccandogli bene i buchi oramai liberati da tutto quel cibo. Mi chiese se volevo un caffè, le risposi che al caffè ci avrei pensato io, liberandomi degli indumenti di sotto e iniziandola a scopare facendo traballare il tavolo ad ogni affondo. Questa volta fu lei a venire più volte, passai dai 2 buchi varie volte, le stimolai clitoride e capezzoli a più non posso, per poi farmi una spagnola tra le sue belle tette, schizzandole il mio nettare dritto nella bocca che attendeva aperta con la lingua di fuori. Me lo leccò tutto, avida come una mantide e alla fine, dopo il caffè mi diede un biglietto, con sopra scritto l'indirizzo di dove mi sarei dovuto presentare.
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