Lui & Lei

Denise


di mezzasuora
04.11.2011    |    12.146    |    1 9.0
"Ad un tratto dal contenitore cadde un post it, scritto dal Capo: la calligrafia decisa, leggermente inclinata a destra, con le A e le O tonde…era..."
Denise si chinò a raccogliere gli slip. Era in bagno, arrabbiata. Era mai possibile che un paio di slip di cotone bianco comprato in un negozio avesse un elastico con shelf life inferiore ad un anno? Li aveva acquistati in un negozio di biancheria intima, erano cari, ma infinitamente sexi. Adesso l’elastico aveva ceduto, lasciandola coperta solo dalla sua minigonna di jeans denim schiariti. Promemoria: i lavaggi a caldo e la candeggina rovinano gli elastici delle mutande. Pensò Denise e sbuffò. Infilò gli slip in tasca ed uscì.
Certo, era molto imbarazzante girare in ufficio e pensare di non indossare biancheria intima. Più di tutto era eccitante incrociare lo sguardo del Capo e il pensiero osceno della sua nudità accessibile al suo sguardo la mandava in visibilio.
Passò davanti all’ufficio del Capo. Lui era immerso nella lettura di un file dell’inventario. Denise desiderò avvicinarglisi, abbassare il colletto, slacciare i bottoni e sfilargli la camicia. Con le labbra l’avrebbe poi baciato dal collo fino ai piedi. Ovviamente non avrebbe disdegnato di sfiorare le sue labbra asciutte e virili con le sue morbide. Questo le sarebbe bastato. Tornò nel suo ufficio e nascose gli slip nella borsa. Doveva continuare a fare le fotocopie delle fatture per inviare le originali al commercialista. Il contenitore straripava di fatture e Denise si mise a separare le originale dalle copie. Ad un tratto dal contenitore cadde un post it, scritto dal Capo: la calligrafia decisa, leggermente inclinata a destra, con le A e le O tonde…era indubbiamente del Capo. Lo raccolse con mani tremanti e si avviò verso l’ufficio del Capo. Il cuore le batteva forte. Si avvicinò alla scrivania su cui lui lavorava al computer. Lo guardò arrossendo e gli porse il biglietto: “Questo è suo”. Lui la guardò e sussurrò un timido “Grazie”.
Denise non si scoraggiò. Erano soli in tutta l’azienda, gli operai erano a casa e difficilmente sarebbero tornati. Denise voleva fare l’amore con lui, con il suo Capo. Era un pensiero, un desiderio che le era balenato appena l’aveva ringraziata, e adesso voleva che diventasse tangibile. Si spinse all’indietro e si sedette sulla scrivania. Girò le gambe in direzione del Capo, divaricandole leggermente. Una fitta alle pareti della vagina, il desiderio la infiammava, voleva sentirlo dentro, posseduta da un demonio infuocato. Lui notò l’atteggiamento di Denise e distolse completamente l’attenzione dal computer. Aveva capito le intenzioni della ragazza?
Il Capo prese il mouse con la mano destra e lo usò per massaggiare l’interno coscia di Denise. Aveva notato l’assenza di slip e in quell’istante un sorriso furbetto gli aveva illuminato il volto. Prese una biro e iniziò con essa a stuzzicare le grandi labbra di Denise. Con il tappo sfiorò il clitoride e la ragazza non potè fare a meno di sospirare. Il Capo le sollevò la gonna completamente e fece sistemare Denise sulla scrivania di modo da poter avere un visuale completa di tanta abbondanza. Denise sospirò. Lui era seduto davanti alla sua figa. La stava osservando. Sentì la lingua del suo Capo insinuarsi tra le grandi labbra, cercare di penetrare la vagina e poi succhiarle delicatamente il clitoride.
Denise si lasciò andare in un gemito. Il Capo raccolse un po’ di biro e, infilandole all’interno della vagina di Denise, lasciando fuori una parte, le sussurrò:”Voglio vedere il tuo viso ogni volta che mi vedrai usare una biro”
Denise, stringendo i muscoli della vagina per non far sfuggire le biro, scese dalla scrivania e si inchinò davanti al Capo. Gli slacciò la cintura, abbassò la zip, calò i pantaloni e i boxer e prese in mano l’oggetto del suo desiderio. Era turgido e vellutato e sinceramente non ne aveva mai visti di così grossi. Aveva idea che il Capo fosse ben fornito. Quando lui si sedeva e i jeans erano un po’ attillati, aveva intravisto il “pacco” del Capo da sotto la tela e aveva iniziato a fantasticare. Iniziò a leccare il pene, dai testicoli al glande, alternando succhiate profonde a leccate lunghe e eccitanti. Il Capo era un bell’uomo: alto, magro, muscoloso, capelli e occhi neri come la pece, divorziato, due lauree, un culetto da baci.
Lui la invitò a sollevarsi, Denise si pose a 90° con le gambe divaricate e lui le sfilò le biro.
“Oh si” esclamò Denise, pregustando cosa sarebbe accaduto. Il pene del suo Capo entrò brutalmente nella vagina della ragazza, forte e sicuro. Però lui lo ritirò fuori.
“Ma che ca…”si lamentò Denise, ma non aveva finito di parlare che il pene ora spingeva verso un altro antro. Stava facendo sesso anale con lei. La stava sodomizzando. Trattenne un urlo di dolore. In effetti faceva male, un male scombussolante. Lui le sfilò il top, il reggiseno e s’impossessò dei suoi seni. Con le dita titillava i suoi capezzoli, mentre spingeva il suo pene spropositato nell’intestino di Amanda. Lo sentì accelerare le spinte e poi venire all’interno del suo retto.
“Ma io voglio fare l’amore con lei…” si lasciò andare Denise.
Il Capo, mentre si rivestiva, si girò, la guardò con aria furibonda e disse:
“Io non faccio mai l’amore con le mie dipendenti”
Nuovo obiettivo di Denise: far l’amore con il Capo.
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