Lui & Lei

Il sogno


di grossacappella1975
03.11.2010    |    27.542    |    0 7.1
""Vede come scorre meglio?" Mia mamma continua quella che sta diventando una vera e propria sega..."
Io dal pediatra

I sogni sono strani. Raccontano le nostre paure, le nostre ansie.
Nei nostri sogni riviviamo episodi passati, li rielaboriamo e li arricchiamo con i nostri desideri.

Nel mio sogno, sono seduto dal pediatra.
Sono agitato. Non capisco. Io, ho 35 anni!
Mi guardo attorno: perché sono qui? Io non dovrei essere qui.
Chi mi sta tenendo per mano? Chi è questa giovane donna?
È mia mamma: "Dai stai calmo!" sente la mia agitazione.
Io: "Perché siamo qui?"
Mamma: "Vedi tutti gli altri bambini? Sono qui con le loro mamme per fare una visita dalla dottoressa"

Mi guardo attorno, ci sono solo maschietti.
Appare la dottoressa.
Camice bianco, biondina cotonata, con due occhiali spessi. La faccia da topo.
"Allora bei ragazzi, se dovete fare la pipì fatela adesso. Così risparmiamo tempo"

Io guardo mamma con aria interrogativa, perché dovrei fare pipì?
Inizia la processione verso il bagno, mamma porta pure me anche se non mi scappa.

Torniamo a sederci. Siamo gli ultimi.
Gioco con una macchinina sul tavolino tra i Topolino stracciati.
"Dai che adesso tocca a noi! Su, forza alzati!"

Entriamo nella stanza della dottoressa.
Bianca, asettica, piccoli aeroplani si rincorrono nel tabellone per provare la vista.
"Eh, ma chi è sto bel ragazzone?" mi fa sorridendo "quanti anni hai?"
io: "35"
lei: "magari volevi dire 5! Hai così fretta di crescere?" e sorride ancora.
Ha un bel sorriso, ma mi sta antipatica: anche nel sogno mi deve correggere?

Poi si rivolge a mia mamma: "Signora lo aiuti a spogliarsi: solo in calzoni e mutandine"
Mi misurano, mi pesano. Detta le misure alla sua aiutante, una tappa moretta seduta in disparte.
La dottoressa sentenzia: "è un po' grasso, ma di sicuro crescendo dimagrirà".
Mai predizione fu più sbagliata.

"Bene, abbiamo quasi finito!" mi rincuora "da bravo stenditi sul lettino pancia in su"
Obbedisco senza fiatare.

La dottoressa mi palpeggia un po' la pancia, mi chiede se sento dolore, poi in un attimo mi abbassa le mutandine e mi scappella.
"Ahi!" è la prima volta che vengo scappellato. Mi fa un po' male.
Mi guarda "ti ho fatto tanto male?"
io: "Sì"
La dottoressa mi scappella ancora una volta.
"AHIA! MAMMAAA!" inizio a frignare un po'.

"Signora qui suo figlio ha un piccolo problema"
Mamma: "Quale dottoressa?"
"Si avvicini, ecco prenda in mano il pene di suo figlio. Così! Provi adesso a scoprirlo lentamente"
La mamma esegue e si ferma quasi subito quando vede la mia smorfia di dolore.
Guarda la dottoressa.
"Vede signora, il prepuzio di suo figlio è poco elastico. E poi..."
"E poi?" chiede mamma.
"Ma signora, guardi il cazzo di suo figlio! Le sembra normale?"

Mia mamma mi guarda.
Il mio cazzo è lì, in piena erezione nella sua mano.
Curiosamente, nel sogno, i miei attributi sono l'unica parte di me che vedono come quelli di un uomo di 35 anni.
Ho un cazzo non lungo, ma grosso e la cappella, ora libera di mostrarsi, sembra enorme.
Sotto pendono le palle sono gonfie di voglia.

Mia mamma è lì, con lo sguardo fisso sulla mia cappella rossastra, gonfia, dura. In mano ha il mio cazzo, il cazzo di suo figlio.
La dottoressa si avvicina:"Vede, la pelle di suo figlio, non riesce a scoprire del tutto, la cappella dato che non è abbastanza elastica.
Ogni giorno dovrebbe aiutarlo e scappellarlo". La dottoressa non usa più paroloni tecnici.
Mia madre, intanto ha liberato il mio cazzo dalla sua presa che ora svetta voglioso di attenzioni in mezzo a lei e alla dottoressa, la guarda perplessa: "Cosa, cosa dovrei fare?"
Balbetta.

"Vede, lei deve prendere gentilmente in mano il cazzo e scappellarlo, così". Rispondo con un mugolio di dolore. Continua "Se vede che la cappella diventa troppo rossa, la deve lubrificare", e tenendomi scappellato si sputa nella mano libera e mi strofina sulla cappella la sua calda saliva.
Mi ricopre la cappella. "Bene signora, provi lei! Non abbia paura di fargli del male, se non fa così, purtroppo dovremmo operarlo", a quelle parole io guardo pietosamente mia mamma negli occhi.
Si legge bene la mia paura e la domanda non detta: operarmi il pisello?

La mano di mia madre si avvicina per la seconda volta al mio cazzo. Questa volta è più calda, ma meno sicura.
Piano piano mi scappella, trattengo il dolore, piano piano mi incappuccia, il mio cazzo palpita.
"Provi a lubrificarlo", mia mamma mi riscappella ed esegue.
"No, no signora! Deve mettere più saliva.", forse la paura dell'operazione ha colpito anche lei, oppure è altro che le toglie la saliva di bocca, "Se vuole essere sicura di lubrificare bene, faccia così: "Mia madre rimane ferma con il mio cazzo scappellato in mano e subito la dottoressa si piega e lo prende in bocca.
Lo lecca e mi sommerge di saliva.
"Provi ora"
Mia madre muove un po' la mano. La mia cappella si copre e scopre con maggior facilità.
"Vede come scorre meglio?"

Mia mamma continua quella che sta diventando una vera e propria sega. Lenta, imperiosa.
La dottoressa si avvicina a lei ed inizia ad aprirsi il camicie mostrando due grosse tettone. Mamma le fissa.
Abbassa per un attimo gli occhi: "Mi sto bagnando" dice arrossendo.

Il camicie della dottoressa ormai è completamente aperto e svela la sua figa pelosa ed eccitata.
Si avvicina ora a mia mamma, le tocca le tette sopra la camicetta, le toglie la mano dal mio cazzo e la porta sulla sua figa.
Apre la camicetta di mia mamma, le loro bocche sono una. Si abbassa la dottoressa a succhiare i capezzoli.
"Non contavo oggi di avere tutto questo. Un cazzone enorme e una mamma in calore." dice tra una leccata e l'altra.

"Oh sì, mi tira la figa!" è la risposta di mamma.

Io sono lì, disteso, non mi muovo. Il mio cazzo è sempre svettante e voglioso.
"Mamma..." mi esce un involontario sussurro.

"Oh, povero piccolo!" risponde la dottoressa,
"Alice, aiuta la signora che io penso a questo giovanotto!"

Alice, l'aiutante della dottoressa, si avvicina a mia madre e da dietro le massaggia le tettone.
Mia madre gira la testa e alza la gonna. Fino al reggicalze; mostrando delle mutande in cui una figa bagnata è bisognosa di attenzioni.
Una mano di Alice si stacca e va a dar sollievo alla figa di mia madre.
"Uhm che figa calda!", due dita entrano senza difficoltà.

Bramosa mia madre lecca le dita bagnate che Alice le porta in bocca. Il mugolio di compiacimento e di gusto accompagna l'incontro delle loro lingue.

La dottoressa intanto è sopra il lettino su cui sono disteso.
Massaggia la sua figa, cola un po' del suo nettare sulla mia cappella.
Si abbassa lentamente.
Sento il suo calore che si avvicina. Sento il calore che mi tocca. Sento il calore cedere ed aprirsi al contatto della mia cappella.
Si apre e geme. Sento il suo calore sempre più avvolgente. Sempre più coinvolgente.
È piega su di me che sembra una rana.

"Ah, sì! Sì! Che bel cazzo! Che bello!", mugola mentre muove il bacino.
"Alice, mi raccomando scalda bene la signora!" ordina alla sua aiutante con voce roca.
"Se è per questo è già pronta"

E con queste parole, Alice, accompagna mia mamma vicino al lettino.
La dottoressa scende e continua a menarmi delicatamente il cazzo.
Alice piega mia mamma e le fa capire che è ora di prendermelo in bocca.

"Sì, così! Brava! Che brava mamma!" commenta Alice, poi guardando la dottoressa, "posso?"

Ad un cenno della dottoressa, Alice scopre le sue mutande: nere di pelle con un cazzone finto di dimensioni spropositate.
Si porta dietro a mia mamma ed apertala la figa con due dita, punta il randello ed inizia a spingere. "No! È troppo grosso! Mi fa male! Mi fa male!"
Ma Alice non mostra pietà. La dottoressa intanto forza mia madre a prenderlo in bocca.
Alice continua a spingere e dopo poco esulta "È dentroooo! Fa ancora male? Vuoi che lo tolgo?"
"No! Ora no!" piagnucola mia mamma, sembra quasi una bimba a cui vogliono togliere il nuovo giocattolo.

Alice, aggrappata alle tette di mamma, aumenta sempre più la velocità della sua cavalcata.
La dottoressa stacca dal cazzo mamma. La tiene a pochi centimetri dalla cappella impedendogli di raggiungerla se non con la lingua.
Piccole folate del suo alito caldo percuotono la mia cappella.
La guarda eccitarsi e mordersi vogliosa le labbra.
"Grida il tuo orgasmo!" le ordina, e per risposta un "Oh sì! Vengo! Vengooo!" gli esce dalla bocca, mentre dalla fica emette tutto il suo godimento inzuppando il camice di Alice.

"E ora, vediamo di dare sollievo anche al figlio", commenta la dottoressa, "Si aspetti la prima schizzata del suo bambino in faccia"
E tenendole la testa per i capelli con una mano, con l'altra mi porta all'orgasmo.

Vedo mia madre barcollante leccarsi per pulirsi il viso aiutata dalle lingue di Alice e della dottoressa.
"Bene, la visita è finita!"

Ma io sveglio voglioso.
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