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Lui & Lei

JESSICA E L'AVVVOCATO


di bull44
07.09.2014    |    17.141    |    0 9.9
"Siamo sposati da quindici anni, non abbiamo figli perché lei non può averne e la routine ci ha allontanato sessualmente e tu mi piaci Jessica” disse..."
Ero davanti al p.c. per fare una ricerca per l’avvocato senza concludere niente perché non riuscivo a trovare quello che mi aveva richiesto ed ero frustrata; sono solo sei mesi che lavoro nello studio di un avvocato con Eva, è stata lei che mi ha trovato il posto di lavoro di segretaria, anche se sono laureata non si trova niente e mi adatto, e non voglio fare brutte figure, ma non sono in grado di trovare i documenti. Riprendo il controllo e vado all’attacco, ormai sono le sette e sarei dovuta andare a casa già da un’ora, negli uffici non c’è più nessuno, c’è solo l’avvocato con un cliente importante e allora faccio l’ultimo tentativo e scrivo sul motore di ricerca: legge 1245 del
90 n.34 , ma niente.
Sento dei rumori di là nello studio dell’avvocato, forse il cliente è andato via perché si apre la porta, è lui, mi chiede se ho trovato qualcosa e io dico di no, lui non sembra arrabbiato.
L’avvocato è un duro in tribunale e anche nello studio con i dipendenti e gli associati, esige sempre il massimo, ma a me non ha fatto mai un appunto per adesso, anzi mi ha fatto degli apprezzamenti sul mio fisico e i miei capelli, si vede che gli vado a genio e poi lui è un bell’uomo, sempre elegante e disponibile, ha 42 anni è sposato ma non ho mai visto la moglie qui in ufficio, ma ne dimostra meno. “ Sei uno spettacolo Jessica” mi dice all’improvviso, non me l’aspettavo ma sono lusingata dal complimento, “lascia stare non è urgente e poi non serve più grazie, ma come mai sei ancora qui alle sette e mezza? Non è tardi?”
“Si è tardi però lei mi ha detto di fare questa ricerca e sono stata qui ma non ho trovato niente” risposi. “Ma lo sai che era un pretesto per farti rimanere qui? Scusami aggiunse ma non sapevo come fare e per farti rimanere da sola qui”, disse facendomi una carezza sul viso alla quale non restai insensibile perché mi venne la pelle d’oca su tutto il corpo. Quel contatto mi aveva eccitata piacevolmente, non so di preciso cosa volesse ma mi turbò, credo proprio che gli piacessi. “Da quanto tempo sei qui?” chiese.
“Da circa sei mesi dottore e il contratto mi scade fra dieci giorni perché è a tempo determinato.” “ Ah!” Disse “allora devi parlare con Guido, l’amministratore, per farlo rinnovare, anzi parlerò io direttamente, non posso perdere un’impiegata come te”, aggiunse carezzandomi ancora il viso “e poi dove la trovo una bella come te?” Ho capito subito che quelle parole erano avances, non mi dispiaceva però, se mi rinnovava il contratto poi avevo la possibilità di guadagnare per poter continuare a vivere con il mio ragazzo.
Ero rimasta seduta e lui era accanto a me, si stava strusciando con la sua gamba sulla mia coscia che avendo la minigonna era salita sedendomi lasciando scoperte le cosce sopra il ginocchio abbondantemente, e siccome indossavo una camicetta scollata il suo sguardo si soffermò sulla riga dei miei seni che sono di terza misura belli sodi.. Probabilmente non vedendo reazioni da parte mia, l’avvocato si prese la licenza di continuare a strisciare la sua gamba sulla mia coscia poi prese la mia testa tra le sue mani, si chinò e mi baciò sulla bocca, ormai aveva perso i freni inibitori e io dopo qualche secondo dissi: “ho caldo, dottore non capisco più nulla,cosa mi fa fare? Non so se è la cosa giusta! Lei… mi… si… no…” ero accecata dall’eccitazione, quel bacio mi aveva colpito, non sapevo come sarebbe andata a finire ma lui rispose: “perché dici che non è la cosa giusta? Per la mia situazione sentimentale? Non so tu -aggiunse- ma io, ormai, non ho più rapporti con mia moglie da oltre tre mesi e lei non mi cerca.
Siamo sposati da quindici anni, non abbiamo figli perché lei non può averne e la routine ci ha allontanato sessualmente e tu mi piaci Jessica” disse sbottonandomi il primo bottone della camicetta; restai ferma e lui insinuò la mano dentro toccandomi le tette, stringendomi i capezzoli, si appoggiò al mio braccio e sentii la durezza del suo cazzo toccarmi. Doveva essere bello grosso e mi prese la curiosità e intanto che lui massaggiava i miei capezzoli turgidi, toccai la patta dei pantaloni e sentì quanto era duro, lo guardai in faccia e vidi che chiudeva gli occhi alzando la testa dal piacere.
Dal momento che ero seduta lui lasciò la presa delle mie tette e con una mano prese la mia testa e la appoggiò alla sua patta, “ma dottore dissi cosa cerca di fare? Vuole che le faccia un pompino”? Dissi .
“ Magari Jessica, si certo, altrimenti per cosa ho messo la tua testa sulla patta?”” Lo so posso capire, le piaccio, e poi c’è l’ha già duro risposi, Non lo so... Non riesco a connettere”, in un momento feci finta di essere sorpresa,” e poi mi aspetta il mio ragazzo”
“Dai Jessica calmati, vuoi telefonare al tuo ragazzo e dirgli che farai tardi? ti ricompenserò profumatamente, non preoccuparti e poi il posto è già tuo, ti farò fare un contratto a tempo indeterminato” “ Va bene cosi respiro un po’ dal punto di vista economico”, risposi,” e allora dai Jessica fammi felice”.
“ E’ facile da dire “dissi”, non lo so, beh possiamo spingerci oltre, va bene dottore” risposi pensando al contratto e alla ricompensa promessa.
Telefonai a Luca per dirgli che avrei fatto tardi, nel frattempo lui mi guardava continuamente, e intanto mi aveva slacciato tutti i bottoni della camicetta e il mio seno fece capolino poiché non indossavo reggiseno, poi si tirò giù la cerniera dei pantaloni e i appoggiò il suo cazzo duro alla mia bocca, mi provocò un’eccitazione profonda.
“ Vedo che è carico dottore” “ Io si,” rispose “ma anche i tuoi capezzoli tradiscono la tua voglia, sei pronta anche tu” e così dicendo ì spinse il cazzo sulla bocca che io aprì per riceverlo, ma prima dissi:” mi fa un certo effetto dottore” e leccai il glande prima di infilarlo tra le labbra calde voluttuose.
“Sono tutto caldo e fremo, ho voglia di te Jessica”.
“Anch’io dottore”, dissi aprendo la bocca infilando il cazzo fino in fondo succhiandolo e leccandolo, muovendo al testa avanti e indietro, spingeva anche lui il culo in avanti e lo sentivo fino in gola, intanto mi stringeva le tette come se dovesse spremerle, e prendeva i capezzoli tra le dita, gemeva come fosse il primo pompino che riceveva, dai suoi gemiti più costanti e dalla spinta più violenta capì che stava per venire, e difatti alcuni secondi dopo mi sborrò il suo sperma in bocca riempiendomi e io lo succhiai tutto leccando il cazzo e ingoiandolo.
“Stupendo pompino, mia moglie non ha mai voluto farmeli perché dice che le fa schifo il cazzo in bocca e le veniva da vomitare, brava Jessica sei stata all’altezza, bravissima, erano mesi che non mi facevo fare un pompino”
Il suo cazzo si era ammosciato e pensando di avere finito stavo per andare in bagno a darmi una sciacquatina ma lui mi fermò dicendomi” eh no Jessica cara, adesso che siamo in ballo andiamo avanti, lo sai che non scopo con mia moglie da sei mesi? E non potevo certo andare a prostitute no?””Vuole scopare adesso con me in ufficio dottore?” “Si bellissima ho tanta voglia di te stasera, mi hai eccitato” e dicendo ciò prese in mano il cazzo lo mise in mano a me e diventò subito duro, “ma come facciamo, qui non si può siamo scomodi “” in effetti hai ragione, come si può scopare in un ufficio?”
Era una cosa che non mi era mai capitata, ma forse a lui si, “Jessica ho voglia di te adesso mi disse, ma come si fa?” “No non possiamo e poi è tardi dottore,” e lui: “mi è venuta” un’idea disse intanto che lo masturbavo,” e poi ti ho detto che non ti pentirai saprò contraccambiare” “, quale idea?”
Mi spogliò e mi sfilò gli slip, tolse dalla scrivania tutto ciò che la ingombrava e mi fece sedere sopra, con le gambe penzoloni, si denudò anche lui; aveva un bel fisico, io appoggiai le mani dietro per tenermi in equilibrio e lui si avvicinò a me mi tirò più avanti e appoggiò il suo cazzo alle mie grandi labbra, ebbi un sussulto, mi ero eccitata e avevo voglia anch’io e quella particolare posizione poi mi intrigava;, spinse il suo cazzo che entrò subito senza fatica anche perché la figa era già umida, cominciò lentamente a fare avanti e indietro.
Il suo cazzo durissimo raspava le pareti della figa già bagnata, ero venuta subito in un orgasmo precoce, gemetti al momento e tirai la testa indietro, lui capì e velocizzò i movimenti, voleva raggiungere anche lui l’orgasmo velocemente, era arrapatissimo e dopo cinque minuti spingendo al massimo tanto da sentire un leggero dolore perché il cazzo affondava fino in fondo come se volesse spaccarmi la vagina e sentì il fiottare dello sperma spruzzarmi le pareti e venni ancora anch’io e, e lui continuava a scopare e lanciò perfino un urlo, evidentemente era appagato e contento della scopata non programmata.
Gemette ancora e si piegò in avanti per baciarmi in bocca poi mi infilò la lingua e andò a cercare la mia che intrecciò, poi mi fece scendere dalla scrivania e mi fece inginocchiare per prenderlo in bocca e succhiare le ultime gocce di sborra che uscivano dal suo cazzo.
Io lo leccai e ingoiai lo sperma fino a quando il cazzo non fu bello pulito,” ahhh che gioia , che goduria Jessica, mi hai fatto felice, mmmhhhhm come sei brava” “, grazie dottore ma anche lei ha fatto la sua parte” “è vero e vorrei continuare”.
Possibile che non fosse ancora stanco pensai fra me e me, e adesso cosa si inventa? Lo capì subito quando mi fece voltare e appoggiare le mani sulla scrivania, voleva il culo, il mio culo; ero vergine ancora da dietro e glielo dissi,” no dottore quello no non adesso almeno qui poi, mi farà male e vorrei farlo più comoda quando sarà il momento”. Ma non c’era verso di fargli cambiare idea e non potevo rifiutarmi perché ormai avevo accettato il compromesso e mi aveva assicurato che mi confermava il contratto di lavoro a tempo indeterminato anche, oltre ad un premio extra.
“Dai Jessica mi farai doppiamente felice stasera e poi ti ho detto che ti ricompenserò lautamente, dai non dirmi di no sono eccitatissimo e sono in credito col sesso”
“si lo capisco, ma non con me”,” si, lo so, però stasera mi sento particolarmente eccitato e poi con una bellissima ragazza come te” “, No, no dottore” ma mi piegai sulla scrivania appoggiando la faccia e spinsi indietro il culo, “faccia piano”.
Lui si inginocchiò e mi leccò l’esterno del culo per bagnarlo poi mi infilò due dita e lo allargò rigirando dentro le dita, poi si bagnò con al saliva il glande e lo appoggiò al buco del culo, “non preoccuparti , è pronto e umido abbastanza,” spinse il cazzo lentamente e con un po’ di fatica e un leggero dolore penetrò all’interno e sentì il fuoco attraversarmi il corpo, l’avevo preso in culo.
Fortunatamente il mio ragazzo non sapeva che ero vergine di culo e non mi aveva mai chiesto di incularmi. Adesso l'Avvocato, aveva velocizzato il movimento visto che era dentro e le pareti erano umide, avevo una sensazione di pienezza, sentivo quello stantuffo riempirmi il culo e sentivo i suoi coglioni sbattere sulle chiappe, si era piegato in avanti e mi aveva preso in mano le tette che stringeva come se volesse staccarmele. Mi strinse i capezzoli da farmi male e io gridai per l’eccitazione e per il dolore e andava avanti fottermi il culo con violenza, me lo sentivo spaccato in due ma godevo, allora volendo godere fino in fondo infilai due dita nella figa e mi sparai un ditalino andando a strapazzare il clitoride, dopo alcuni minuti sentii la mia mano bagnata del mio liquido e un brivido mi pervase su tutto il corpo mentre anche lui mi sborrò in culo.
Il godimento era massimo, ero sudata dal piacere, e lui continuava a pompare nel culo violentemente, poi uscì e mi fece voltare e inginocchiata lo presi in bocca per succhiare e ingoiare tutto e lo leccai, poi si sedette sulla poltrona stanco ma appagato, e io feci altrettanto. Dopo che mi staccai dal suo cazzo, si girò guardandomi dritta negli occhi con uno sguardo da porco poi si alzò si avviò verso la porta del suo ufficio, e mi disse se volevo andare in bagno a sciacquarmi, dissi di sì e andai. Ritornò alcuni minuti dopo nell’ufficio di segreteria, il mio cuore andava a mille, lui si avvicinò mi diede un bacio e mi ringraziò e mi porse una busta, “Te li sei meritati tutti,ma promettimi che ripeteremo l’esperienza prima o poi” “, va bene”, gli diedi un bacio anch’io poi lui disse:” adesso possiamo andare”.
Quando ci lasciammo in strada io andai alla mia macchina aprì la busta, ero curiosa di vedere quanto mi aveva dato, rimasi di stucco, pensavo una bella cifra ma non pensavo ci fossero 3000 euro, e poi c’era sempre il contratto di lavoro, era andata bene anzi benissimo e certo che avrei ripetuto l’esperienza.
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