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Lui & Lei

La Cliente (Seconda Parte)


di Lando81
27.02.2015    |    11.364    |    0 9.6
"I suoi capezzoli induriti venivano sfiorati e calcati in un libero vagare delle mie dita..."
Eravamo quasi arrivati a destinazione, abitavo in un piccolo cascinale appena fuori da Venaria Reale, suddiviso in quattro famiglie, ognuna più anziana e pettegola dell'altra. Ogni volta che rincasavo vedevo i vicini con la coda dell'occhio sbirciare dietro le tende delle finestre per capire chi ci fosse nel cortile d'ingresso. Quella sera per mio divertimento avrei creato loro pensieri imbarazzanti e di bigotto principio nel farmi vedere e sentire con una donna più grande di me. Lei stava leggendo un messaggio al cellulare. “Mia figlia è da una sua amica, alla mezza dovrei andare a riprenderla. Per fortuna non è così distante da dove ho lasciato l'auto. Ti trova molto carino sai?”. Sorrisi.“In effetti adesso che mi ci fai pensare, noto che spesso mi cerca con lo sguardo o viene da me in cassa quando magari la collega di fianco non ha nessuno”. La figlia aveva incuriosito sempre di più l'interesse della madre per il sottoscritto. Mi disse che le aveva pure confidato di essersi toccata pensando a me, e l'immagine l'aveva eccitata tanto da farlo a sua volta la sera stessa. L'idea di madre e figlia che si procuravano piacere avendomi come protagonista mi diede il La. Ero assetato di lussuria. Le domandai quando tutto questo fosse avvenuto, la risposta mi fece accelerare. Si era regalata un orgasmo la sera prima di venir a far la spesa con la sua camicetta sbottonata. Continuava a rimuginare sulle confidenze della figlia, e senza accorgersene si ritrovò a coccolarsi tra le mutandine. Quando entrammo nel cortile stranamente nessuna finestra era illuminata. Era tutto buio, e il buio è un afrodisiaco sensazionale. Aperta la porta la feci entrare prima di me, e quando la chiusi non esitai un istante. Le presi i fianchi e appoggiai il mio gonfiore sul suo sedere vestito di nero. Lei girò la testa e cominciò a baciarmi con sempre più foga. Aveva cominciato a muovere il bacino, sentivo la morbidezza dei sui glutei invigorire sempre più le mie intenzioni. Mi slacciai la cintura e abbassati i pantaloni, tirai su la gonna marcando ogni centimetro delle gambe con il mio tatto investito di passione. Poi improvvisamente le abbassai le mutandine e io con loro. Mi ero ritrovato inchinato. Le sollevai la gamba per liberarla dall'intimo e la ritrovai così a gambe aperte. Sollecitare i suoi umori dal basso con le dita fu istintivo, avvitavo il polso arpeggiando ancora una volta dentro la sua venere. La sentivo ansimare, sussurrarmi di volermi dentro di lei. Aspettavo solo quelle parole. Scattai in piedi e seguendo il percorso delle mie dita, la penetrai come se fosse una liberazione, rimanendo fermo lì per un po', esasperandole il clitoride e facendole sentire la mia eccitazione all'interno del suo ventre. Presi poi a sbottonarle la camicetta e a slacciarle il reggiseno, volevo essere io ad avvolgere con mano decisa quelle piccole e sode rotondità. I suoi capezzoli induriti venivano sfiorati e calcati in un libero vagare delle mie dita. Lei gemeva ancora, quel corpo duro e immobile che ogni tanto pulsava dentro di lei facendo sentire la sua presenza aveva fatto colare il suo miele sulle sue cosce e sul mio eretto con cui mi ero sfilato leggermente per imprimerle i primi affondi. Le piegai e portai al grembo la gamba destra, più parti del suo corpo potevo gustare e più mi veniva il desiderio di continuare. Venne dopo una ventina di mie premurose e profonde intrusioni, io mi ero fermato per sentire il battere del suo abisso, ero ancora nel pieno della mia eccitazione. “Riusciremo a raggiungere il letto?” Mi chiese un po' affannata. “ Te l ho già detto, il tuo volere, le mie mani”. Detto questo mi tolsi da lei, e le sfilai l'ultimo pezzo di stoffa che ancora la copriva. La visione di quel corpo nudo era sublime, io mi ero seduto a terra per svestirmi completamente, lei invece si sedette a bordo del letto e si sdraiò appoggiandosi sui gomiti. Poi aprì le gambe. “Ti vorrei ancora tra le mie cosce”.
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