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Maz & Morix - 5 - In cucina tra donne


di Aleppe
05.03.2014    |    12.115    |    3 9.6
"Immaginati, lettore, una giovane ventenne in tutta la sua freschezza, sdraiata su un tavolo con le tette di fuori, ansimante, le cosce aperte per..."
Terminato di vestirsi, i gemelli si recarono in cucina, dove li attendeva la colazione preparata dalla diligente cameriera. Erano impegnatissimi nel mangiare quando entro zia Carlotta, la quale si sentì in dovere di riprendere la cameriera per il casino presente. “Possibile che qui in cucina debba esserci sempre questa confusione? Ma insomma, non riusciamo a mangiare in maniera ordinata, come si confà ad una famiglia normale?”. Contrariamente alle sue aspettative, la cameriera non si scompose: “Mia cara signora Carla …”, cominciò con un tono ironico, “… in una famiglia normale, la moglie non si fa montare dal marito come una vacca in calore, facendosi trapanare tutti i buchi di cui dispone e lustrando il cazzo al marito come io faccio con la sua argenteria … “ Zia Carla, livida dalla rabbia, rispose “ma come ti permetti, brutta …”, ma non potè finire la risposta, perché la cameriera estrasse lo smartphone e, con tutta calma, le mostrò il fotogramma in cui la signora aveva la bocca ripiena del membro del marito. “Mi permetto perché qui dentro sono registrati un paio di filmini di te”, ed al passaggio dal “lei” al “tu”, zia Carla cominciò a sbiancare, “che reciti la parte della pornostar con tuo marito. Con ottimi risultati. A proposito, senza che ve ne accorgeste, ho ripreso anche una parte delle tue mirabili performance mattutine. Chissà come sarà contento l’avvocato di sapere che la sua dolce metà offre anche prestazioni estreme …”. Carlotta cadde come un peso morto su una vicina seggiola, ormai completamente pallida. “E adesso, mia cara, vieni qui e mi lecchi la passerina, su, forza!” e mentre parlava la cameriera si sedette sul tavolo, con la mano sinistra tirò su la gonna e quanto le copriva le gambe, aprì le cosce mostrando al mondo intero di non indossare mutandine e con il dito indice della mano destra fece segnò a Carlotta di avvicinarsi.

Carlotta si voltò verso i ragazzi, guardandoli con lo sguardo interrogativo di chi chiede “Ma non intervenite”, ma la loro reazione fu più che eloquente: doveva farlo. Del resto la cameriera fu loro alleata. Ma Carlotta esitava, allora Morix si alzò in piedi, si mise dietro di lei, le prese la testa tra le mani e, senza alcuno sforzo, la diresse verso l’incavo tra le cosce. Quando le labbra di Carlotta furono vicine a quelle, non della bocca, della cameriera, quest’ultima le prese la testa tra le mani e la spinse verso la vagina. Carlotta cominciò a leccare con avidità.

Quando fu ormai chiaro che Carlotta sarebbe andata avanti in autonomia, la cameriera mollò la presa, si lasciò andare a sdraiarsi sul tavolo e, sbottonata la camicetta, si tittillava i capezzoli con le dita. I gemelli, dal canto loro, guardavano la scena con grande interesse e, senza gran impegno, strusciavano il pene da sopra i pantaloni. Immaginati, lettore, una giovane ventenne in tutta la sua freschezza, sdraiata su un tavolo con le tette di fuori, ansimante, le cosce aperte per accogliere la lingua che una donna matura agita con impegno nella sua vagina. Carlotta, ormai presa dal ruolo, decise di aggiungere alla lingua dapprima un dito, poi due, che si infilarono nella fica e cominciarono una possente masturbazione, lasciando alla lingua il compito di stuzzicare il clitoride. Un dito dell’altra mano fu poi da lei infilato nell’ano della cameriera, ormai impazzita dal piacere. Era un quadro troppo bello per essere sciupato dal protagonismo di un membro maschile, però un dettaglio mancava ancora.
Morix sollevo Carlotta dalla seggiola, le tirò su la gonna, le abbasso le mutande all’altezza delle ginocchia in maniera da poter ammirare anche il bel culo della “zietta”. Non ancora soddisfatto, prese un mestolo ed un mattarello, ficcò il manico del secondo nella di lei fica, il manico del primo nel di lei ano e, lentamente, massaggiava entrambi i buchi, alternando l’uscita dall’uno con l’entrata dall’altro.

Non ci volle molto tempo perché le due donne raggiungessero l’orgasmo, che arrivò quasi all’unisono, e fu violento e intensissimo. Subito Morix estrasse i due attrezzi dai fori di Carlotta. Contemporaneamente la cameriera tirò su la schiena e si rimise a sedere, tirò su Carlotta, si guardarono per alcuni secondi in maniera languida e si scambiarono un lungo ed appassionato bacio, col quale la cameriera potè assaporare quanto dalla sua vagina prodotto. Terminato un lungo e delicato scambio di effusioni, la cameriera allontanò appena la testa di Carlotta, abbassò la testa e le disse sommessamente “Scusami … anzi, mi scusi, signora.”

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