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Lui & Lei

Ora é diverso


di aletrain
06.10.2015    |    3.424    |    3 9.8
"Li sollevavo piano verso le labbra..."
Troppi piccoli i tasti del telefono. Cambio tastiera ... Cristina, tesoro mio, mi piaci molto. Volevo parlarti per raccontarti il mio sogno della notte ... Tutto è cambiato. Giocando stamattina mi hai fatto sentire come un adolescente. Mi piace stare con te anche quando non ci sei. Nel senso che, se sono solo, mi piace pensarti e mi sembra che sei lì con me. Mi ritrovo spesso durante il giorno a sorridere pensando a te. È un modo di amarti. Mi piace anche sentire quel leggerissimo e delicato dolore quando ci salutiamo prima di lasciarci. E nell’arco di tempo da quel momento a quando poi ti avrei rivista, coltivo l’amore per te osservando e vivendo il mondo. Raccolgo l’amore per il mondo per potertelo donare e raccontare. Tutto mi dice che devo vivere. A volte, mentre parli, non ti sento più. Rimango incantato dalla tua bellezza e, fissandola, mi perdo in viaggi immaginari fatti di noi, fatti di cose che voglio vivere con te. Inoltre, ciò che tu rappresenti in questa fase della mia vita ti rende ancora più affascinante. Amore mio tu sei una nuova occasione d’essere migliore. Con te si azzera tutto e posso finalmente iniziare con il mio nuovo io. Tesoro tu mi piaci molto, ma soprattutto con te “mi” piaccio molto. Adesso grazie a te ho anche imparato ad avere equilibrio. Non ho più paura. Non voglio più rimandare. Se prima mi regalavano una bottiglia di vino buono, la tenevo chiusa e aspettavo la grande occasione, il momento speciale. Questo mio nuovo modo di vivere mi costringe invece ad aprirla subito. Ogni istante con te è speciale. Non aspettavo più giornate speciali e colorate, ma con te siamo noi a colorarle e a renderle speciali. Con il tuo trabatello possiamo colorare in alto. Tanto in alto. Oh tesoro ho voglia di raccontarti il mio sogno di questa notte ... A casa tua. Tu uscivi con un bicchiere di ginger rosso. Avevamo deciso che avremmo cucinato insieme. Ero felicissimo, la vita mi penetrava in ogni cellula del corpo. Appena siamo entrati in casa hai acceso le candele e Jovanotti nello stereo. Ho aperto una bottiglia di vino. L’avevo comprata in un’enoteca nel pomeriggio e, pensando che l’avrei bevuta con te, mi ero ubriacato ancora prima di arrivare alla cassa.
Mentre cucinavi il sugo per la pasta, ti ho chiesto dove potevo trovare le posate, i piatti e la tovaglia. Poi ho apparecchiato. Era bello vederti gironzolare per casa. Abbiamo preparato delle verdure come secondo. Tutto questo sorseggiando vino rosso.
Abbiamo parlato come sempre di tante cose. A un certo punto in cucina, mentre ero ai fornelli, tu hai preso l’iniziativa e mi ha abbracciato da dietro. Mi sono girato e ci siamo baciati. Quel bacio tanto atteso mi dava il capogiro.
Mi ricordo che dopo un secondo ho tirato indietro un po’ il bacino perché avevo vergogna della mia erezione. Era un momento così pieno di tenerezza che quel pezzo di legno incandescente che pulsava nei pantaloni rovinava un po’ l’atmosfera. Mi sono trovato nel letto con te tra le braccia. Completamente nudi. Tenevo il tuo viso tra le mani. Come la cosa più preziosa al mondo. Ti accarezzavo le guance, la fronte e ti spostavo i capelli. Ero gonfio, pregno d’amore. Seguivo la linea delle sopracciglia, del naso, delle guance e delle labbra con la punta del mio naso. Poi sono sceso sul collo. T'ho baciato fino alla spalla. Poi ancora il collo, poi le labbra facendoti sentire appena appena la punta della lingua, poi nuovamente il collo fino all’altra spalla. Mi spostavo di lato come un granchio. Sono sceso con la bocca sulla linea tra i due seni e poi, uno alla volta, li ho visitati lentamente accompa- gnandomi con la mano. Li sollevavo piano verso le labbra. La tua pelle così liscia, il tuo colore, il tuo profumo ... Ti ho baciato i fianchi, la pancia e poi lentamente sono sceso passando per l’inguine fino al ginocchio e infine la caviglia. Nel silenzio di quel lungo viaggio c’erano attimi in cui ti sentivo tremare con piccoli brividi. Sono risalito e ridisceso sull’altra sponda, sull’altra gamba. Poi t'ho baciata piano. Ti ho baciata dove il nostro desiderio si incontrava. La mia lingua percorreva delicatamente un piccolissimo tratto umido e caldo come fosse una striscia di lava. La accompagnavo con le dita. Poi sono risalito e sono entrato dentro di te. Non ci sono stati grandi movimenti. I nostri corpi si muovevano poco e molto lentamente. Erano grandi abbracci. Ci si stringeva e ci si comprimeva l’uno contro l’altro. Cercavamo e trovavamo incastri perfetti. Un puzzle fatto solamente da due pezzi. Io e te. Noi! Ti sentivo il respiro spezzato da sussulti. Ogni respiro era amplificato. Ricordo che mentre salivo e scendevo piano piano sopra di te come un’onda ci siamo presi le mani. Le mie dita tra le tue. Una stretta forte, poi delicata, poi ancora forte.
Ci siamo persi e ci siamo abbracciati con tale intensità che ho avuto paura di stritolarti. Una scarica così forte non l’avevo mai sentita. Siamo restati fermi, immobili, senza parlare per un po’. Avrei voluto dirti un milione di cose e l’ho fatto. L’ho fatto stando zitto e abbracciato a te. Tu ha fatto lo stesso. Poi lentamente siamo tornati ognuno nel proprio corpo. Hai acceso una sigaretta ... Ho iniziato delicatamente a baciarti sul viso, sulla testa e sul collo. Ti baciavo e ti accarezzavo, non riuscivo a fermarmi. Piano piano abbiamo iniziato a dire qualche parola, poi ti sei addormentata, abbracciati. Guardavo il respiro che ti muoveva la pancia e ho iniziato a respirare con la tua stessa cadenza. Respirare in simbiosi con te. Erano respiri corti e lenti.
Mi sono svegliato dal sogno ... La mano un poco aperta sembrava mendicare qualcosa. L’insieme era l’immagine della mia vita di prima. Di qualche tempo prima. Addormentata, incosciente, che chiedeva un incontro, un piccolo dono.
Ora è diverso. La mano aperta aspetta la tua.
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