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Lui & Lei

Oui, oui, encore, encore ...... (Parte 1)


di Robbiee
30.11.2015    |    3.430    |    2 9.3
"Una settimana di solo di sesso telefonico, nei pochi momenti rubati al suo e al mio lavoro..."
Spesso frequento Parigi, la Ville Lumiere
Impegni di lavoro mi portano ad andare per una settimana almeno due-tre volte l’anno.
E’ successo proprio a Luglio dello scorso anno.

Ancora un periodo di lontananza forzata dalla mia ex-donna, Patrizia.
E lei, conoscendomi, si fa prendere dalle solite “preoccupazioni”.
La conoscevo, era molto gelosa e sapevo che “mi voleva solo per lei”.
Tutte le sere, lunghe telefonate, lei a Milano ed io a Parigi.
Una settimana di solo di sesso telefonico, nei pochi momenti rubati al suo e al mio lavoro.
Con lei che si masturbava freneticamente e veniva gridando il mio nome.

Ed è proprio dopo uno di questi momenti che mi chiedeva.
“Mi fido sai? Lo so che non ti faresti nessun’altra, anche se non ti mancheranno le occasioni”.
Pensai “Finalmente, cominiciamo a fidarci....”
“Beh quando non c’ero io sicuramente le tue scopate te le sarai fatte no?”
“In effetti …Mi conosci no?”
“Certo …e mi piaci …anzi perché non mi racconti le tue avventure parigine…dai …”

Ne ridiamo un po’. Giochiamo sull’argomento.
Le dico che ho troppa voglia di lei per pensare ad altre.
Poi ci salutiamo,

Il giorno dopo un sms.
“Fammi leggere una tua storia vissuta a Parigi su Milu… Scegli tu quale…”
Eccola la mia donna.
Ha voglia di eccitarsi con qualcosa che appartiene al mio passato. Di addormentarsi bagnata dopo aver letto una mia avventura.
Del resto ci siamo conosciuti proprio così.

Il problema è scegliere quale. Ce ne sono state diverse di avventure Parigi.
Le donne parigine hanno un fascino molto particolare, dolcezza, innata eleganza e molta trasgressione, un mix per mè irresistibile.

Il giorno successivo mi reco in Ufficio che si trova poco distante dal centro dellla Defense, a mè piace molto questo quartiere dove la modernità sposa la tradizione.

Mi viene incontro l'assistente della direzione per la Società per cui lavoro.
L'avevo già incontrata altre volte.
Efficiente e competente. Sempre prodiga di consigli operativi, da circa un anno si era trasferita stabilmente in città, che tuttavia conosceva alla perfezione.
Prodiga nei consigli su dove cenare la sera o su un parco tranquillo dove riposarsi. Su un locale interessante. Sui luoghi dove fare acquisti.

Era una donna decisamente piacente, giovane, 35enne, un portamento molto sensuale, teneva molto alla sua immagine.
Alta. Elegante. Sempre nei suoi tailleur gonna-giacca al ginocchio. Occhi verdi. Curata nel trucco, senza mai apparire volgare.
Le unghie lunghe e sempre smaltate.
Capelli corti neri con una frangetta molto lunga che scendeva verso il suo occhio destro, coprendolo parzialmente.
Forse qualche chilo di troppo per gli esteti. Ma decisamente un corpo sodo e tonico.

Mathilde – questa volta posso usare il suo nome, difficilmente mi leggerà su Annunci69, aveva indubbiamente un gran fascino su di me, professionista milanese.
E più di una volta l’ho guardata, non visto, desiderando di assaporarla per bene.
Sono certo che se ne è accorta.
E forse si è accorta anche del rigonfiamento che qualche volta è comparso in mezzo alle mie gambe.

Ma serviva un pretesto. Non era facile.
E poi… figuriamoci se ci sta ….

Il pretesto me lo offri lei. Senza saperlo probabilmente.

Domenica pomeriggio.
Avevo scelto di passarla in uno dei tanti parchi parigini.
Sdraiato su un prato a leggere.
Me lo aveva consigliato proprio lei perchè molto tranquillo.
In effetti lo era per davvero.
Pochi turisti. Qualche mamma coi bambini.
Parigine e parigini che si rilassavano o correvano.
E soprattutto molto vicino a casa mia.

La vidi arrivare in tenuta da corsa.
E sgranai gli occhi.
Decisamente un'altra. Molto meno elegante ovviamente.
Ma decisamente molto sexy e stuzzicante.
Tenuta sportiva. Una fascia in testa a tenerle i capelli.
Il seno sodo appena costretto da una maglietta molto aderente.
Le gambe abbronzate che uscivano dai pantaloncini aderenti.
Il solco delle natiche ben in vista.

La chiamai e la invitai a sedersi un attimo.
“Sei in forma smagliante… puoi anche smettere un po’ di allenarti.. e sederti qua….”
“Ma guarda …che ci fai?…allora è vero che ti piace qui…”
“Certo …è un bel posto…e vedo che si fanno anche ottimi incontri…”
Un sorriso … Ecco andata …
Vediamo un po’ come reagisce…
Beh intanto si è seduta e ha allungato le sue gambe sul prato…
“In effetti direi che per oggi possa bastare …Tu invece ? Niente moto vedo…”

E così la conversazione è iniziata. Sciolta. Allegra.
E decisamente più personale di quelle in ufficio.
Seppi che aveva 35 anni. 5 meno di me quindi.
Seppi che era separata da due anni, che aveva una figlia di 7 anni.
Che si divideva tra lavoro e cura della figlia.
“E qualche piacere ….”
L’aggiunta era ammiccante. Di quelle che lasciano intendere.
E mi ci buttai.
“Vista la linea immagino che non sia il cibo il piacere da cui ti lasci tentare…”
“Beh …in effetti non mi riferivo a quello … ma non farti strane idee …”
“Stavo solo cercando di capire se ti va un aperitivo…”
E’ stata al gioco e si è alzata di scatto.
“Andiamo … un bicchiere di vino bianco posso permettermelo…”.

Il bicchiere divenne una bottiglia.
Bevuta insieme nel dehors di un bistrot accogliente.
Conversando sempre più fitti.
Sapevo di non poterla invitare a cena … ma non volevo proprio lasciarmela scappare.
Un'altra occasione così con lei difficilmente mi sarebbe capitata.

L’alcool l’aveva sciolta ancora di più. Era allegra.
Gli occhi ancora più belli.
E poi il freddo della sera le aveva indurito i capezzoli.
Difficile non guardarli. Erano grossi e duri e decisamente ben visibili sotto la maglietta.
Glielo sussurrai all’orecchio.
“Meglio se andiamo a casa … Con te così vicina e così provocante non so quanto tempo ancora riesco a contenermi … “
“Dici? Sicuro che io voglia che tu continui a contenerti?”

La baciai in quel momento.
E fui davvero sorpreso da come sembrasse non aspettare altro.
Un bacio iniziato con titubanza ma trasformato in un bacio vorace, famelico. Le lingue in fondo alla gola.

Ci alzammo subito dopo.
E dopo dieci minuti eravamo sotto casa mia.
E poi in ascensore.
Schiacciata contro la parete la baciavo e la toccavo con foga.

“Ecco ora penserai che questi sono i piaceri che mi prendo … ma non è così…”
La zittii con un dito sulle labbra e poi con un nuovo bacio.

Appena entrati le tolsi la maglietta.
Aveva un seno davvero splendido. Pieno e sodo.
Coi capezzoli grossi e durissimi.
Iniziai a leccarglieli. A strizzarglieli.
Capivo da come si muoveva che questo le piaceva.
E capivo che non si sarebbe più fermata.

La feci sdraiare sul divano mettendomi in ginocchio davanti a lei e le abbassai i calzoncini.
Anche li sotto non portava nulla.
La fica molto curata con solo un ciuffetto di peli sul pube.
Iniziai a leccarla. Era davvero bagnata.
“Se mi fai così vengo subito sai ….?”
Per tutta risposta unii due dita alla lingua che le torturava il clitoride.
E lei venne davvero dopo pochissimo.
Come chi non gode da tempo.

“Vieni.. ora tocca a me scoprire come sei fatto.. e gustarti per bene…”
Ha iniziato a spogliarmi. E a baciarmi.
Partendo dalla bocca per poi scendere fino al mio cazzo.
Non c’è stato bisogno di dirle quanto desideravo la sua bocca.
Ci si è buttata con gusto e con foga.
massaggiando delicatamente con una mano il mio membro.
Sentivo che sarei schizzato dopo pochi minuti di quel trattamento.
L’ho fermata. E si è dedicata alle mie palle.
Mangiandole. Prendendole tutte in bocca e giocandoci con la lingua.
Era un peccato doverla interrompere e ancor più alzarsi a cercare un preservativo.
Ma volevo scoparla.

“Fammi salire sopra di te…”
La aiutai a impalarsi sul mio cazzo duro e dritto.
“Ahh…si …. È grosso …lo voglio tutto….”
“Prendilo …scopati da sola …goditelo…”
Iniziò a muoversi e a saltare sul mio cazzo senza sosta.
Sgrillettandosi furiosamente mentre si impalava sul cazzo.
Mi ha colpito la foga con cui se lo prendeva.
La voglia di essere scopata che mi stava mostrando.
E le urla di piacere ogni volta che le mordevo i capezzoli.

“Sssiii …godo ancora … mi piace …continua ….”

Da come mi scopava intuivo che in ascensore mi stava dicendo la verità.
Che non era solita farsi scopare dal primo che passava.
Anzi che, al contrario, Mathilde dovesse avere una certa fame arretrata.
Probabilmente era da molto che non si faceva scopare.

Ho così deciso che era il momento di prendere in mano la situazione.
Di iniziare a scoparla con forza e a fondo.
Ora sapevo che era quello che voleva.

“Girati…voglio scoparti da dietro… voglio sbatterti per bene … guardandoti il culo…”
Non se lo fece ripetere due volte.
La testa contro il divano e il culo in alto.
Come piace a me.
E io in piedi. Le mani sul suo culo.
I colpi sempre piu profondi e piu forti.
E la sua fica che mi prendeva tutto.
In Italiano, che le capiva bene gli dissi “Lo senti come ti sbatto…come te la sto aprendo…come stai godendo… sei fradicia….”
“Oui, Oui, Ouiiii… encore…encore….”

Venne un paio di volte così.
Con il mio membro che le arrivava in fondo.
Con i miei colpi sempre più forti.
Fino a che le venni tutto sulla schiena.

Stremato mi misi accanto e lei dopo qualche minuto,
riprese a giocare con il mio membro rimpicciolito.
aveva ancora desiderio,
al che le leccavo la fica, già bagnatissima.
Leccavo e infilavo due dita, poi tre, lei gemeva.
presi a leccarle attorno il clitoride con la punta della lingua,
poi diventato enorme, lo succhiai delicatamente e ripetutamente,
sentivo i suoi brividi, stava tremando, min stringeva le mani e
all'improvviso lancio un urlo, un urlo fortissimo ENCORE, ENCORE....
l'avrà sentito tutto il vicinato, lanciò uno schizzo poderoso sul mio viso
mi bagno tutto, innondò il letto, sicuramente anche il materasso,
aveva squirtato.
Era la prima volta che mi era successo,
non avevo mai visto una donna squirtare, è stata davvero un emozione incredibile
il sapore, il profumo era davvero molto eccitante, estasiante.
Entrai di nuovo in Mathilde, ero follemente eccitato da questa esperienza,
il mio orgasmo fu quasi immediato, questa volta fui io ad innondare Mathilde nella pancia, nei seni
gli schizzi arrivarono sino al suo viso e nei capelli.
Lei sorrise, appagata, e un dolce bacio sulle labbra mi raggiunse.

Dopo quella sera ci siamo incontrati molte volte.

Mathilde divenne la mia perdizione.

Al mio ritorno in Italia Patrizia si accorse che qualcosa era cambiato,

Mathilde aveva lasciato un solco indelebile.

Continua ........

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