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REGALO DI COMPLEANNO INASPETTATO


di benves
02.02.2016    |    24.528    |    2 9.3
"Avrei voluto saltarle a dosso ma riuscii a contenermi..."
Sono un Commercialista abbastanza rinomato con uno studio ben avviato, vivo nel Varesotto, ho 45 anni e volevo raccontarvi di un regalo di compleanno inaspettato.

Il lavoro per ora non manca, sono sempre alla ricerca di collaboratori validi da inserire in studio affinchè si possa garantire una adeguata assistenza alla clientela; alla mia porta bussano quotidianamente molti aspiranti ad un posto di lavoro ma, io prediligo formare il personale appena uscito dalle Università per poi farli diventare professionisti ed inserirli come tali.

Circa un anno fa, mi fu presentato un curriculum di una neo laureata 30enne, Alice; io solitamente non nego mai un primo colloquio informativo. Nel corso del colloquio mi colpirono alcuni discorsi che, vista la mia esperienza, lasciavano pensare ad una buona possibilità di diventare professionista. Mi colpì anche, non lo nego, la sua insolita bellezza. Non era una bellezza mediterranea né nordica, era “atipica”. Alice è alta 1,73 esile di statura, seconda di seno, rossa di capelli con occhi stranamente verdi. Di lei mi colpì il suo profumo, insolitamente esotico, un misto tra curry mango e papaia.

Decisi di accoglierla come praticante; svolte le pratiche necessarie iniziò a frequentare lo studio. Siccome mi piace essere preciso, mi affiancava ogni qualvolta io facessi qualcosa di costruttivo per il suo praticantato; in pratica era quasi sempre con me, anche quando facevo consulenza fiscale/amministrativa esterna presso i clienti.
Era molto sobria sia nel vestire che nel comportarsi, sempre controllata, con l'adeguata timidezza e soprattutto con la voglia necessaria di imparare. Pareva che “rubasse” con gli occhi ogni mia informazione data alla clientela.

Iniziò a costruirsi un rapporto di reciproca fiducia e forse anche di amicizia.
La differenza di età tra me e lei era di 13 anni ma, malgrado ciò riuscivamo ad intuire reciprocamente i pensieri e si stava instaurando una sorta di complicità

Alice era fidanzata con un Ingegnere aereonautico che era quasi sempre a giro per il mondo, io sposatissimo con 2 figli adolescenti ma, ciò non mi impediva di vederla sotto l'ottica sessuale; non le avevo mai parlato di ciò, temevo di rovinare la complicità che si era creata ma, spesso mi trovavo a pensare a lei ed immaginarmi a come sarebbe stato bello poterla possedere.

Il giorno del mio compleanno era un sabato, io mi trovavo in studio da solo per assolvere alle solite scadenze e, essendo chiuso lo studio potevo lavorare in santa pace senza interruzioni e/o distrazioni.
Suonarono alla porta, imprecando mi avviai ad aprire e, sorpresa! Era Alice, si presentò con una bottiglia di spumante ed un pacchettino.
“Auguri, Buon compleanno Boss” mi disse entrando.
Avevo un sorriso che mi passava da lato a lato dalla bocca.

Quella mattina indossava un tailleurino color canna di fucile, una camicetta bianca, calze nere velate e scarpe col tacco; wow che bomba sexy pensai subito, l'ormone mi andò a mille, non l'avevo mai vista vestita così e la mia fantasia galoppò.

La feci subito entrare, ringraziandola per il pensiero carino e per l'inaspettata sorpresa. Avrei voluto saltarle a dosso ma riuscii a contenermi.

“ho saputo da sua moglie che oggi è il suo compleanno e visto che lei è sempre gentile con me, ho pensato di farle una sorpresa ma, se deve lavorare vado via” mi disse con aria sbarazzina.
Stava giocando al gatto ed al topo ed io la lasciai giocare.
Misi in atto subito mille convenevoli ed iniziai a coprirla di complimenti per lo splendido abito che risaltava le sue forme. Ad una donna piace essere coperta di complimenti.

Stappammo immediatamente lo spumante e, tirai fuori dal frigo bar che tengo in studio per ammansuetire i clienti quando devo dare brutte notizie, una bottiglia di cognac.
Bevemmo lo spumante alla mia salute, poi aprii il suo regalo, un ferma cravatte d'argento (roba da vecchi pensai).

Poi la invitai a continuare a brindare con il cognac.
Alice da prima faceva un po la ritrosa poi, riuscii a convincerla a bere.
Piano piano si stava sciogliendo.

“Allora almeno un bacio per il mio compleanno posso averlo?” azzardai.

Si avvicinò a me come a darmi un bacio sulla guancia, io le cinsi il braccio attorno all'esile vita e diressi la sua bocca verso la mia. Ci baciammo in bocca, la mia lingua chiese di entrare in contatto con la sua, non fece opposizione e ci baciammo come dalla mia adolescenza mai avevo baciato.
Fu un bacio bellissimo che mi fece battere il cuore!

Mi feci più audace, continuai imperterrito a baciarla e lei mi lasciava fare.

Azzardai ancora, iniziando a baciarla dietro l'orecchio (talvolta funziona) ed in effetti il suo respiro iniziò a farsi sempre più affannoso.

Andai oltre, con la mano cercai le sue gambe, carezzai quelle calze velate salendo fino al bordo della gonna, lì esitai un attimo poi, lentamente iniziai a risalire fino a trovare le mutandine che coprivano il suo sesso.
Lei era sempre immobile ed io, non l'indice iniziai a seguire il solco del suo sesso.
Pareva piacerle quel gioco, il respiro sempre più affannoso non dava dubbi di interpretazione.

Ad un tratto strinse le gambe intrappolandomi la mano.

Riuscì ad esclamare “ma tua moglie – il mio ragazzo”.

“Niente di impegnativo” risposi, oggi è il mio compleanno ed io gradivo questo di regalo.

Si staccò da me, iniziò a togliersi l'abito, poi sfilò la camicetta.
Le calze di lì a poco seguirono il resto degli indumenti.

Restò davanti a me in tacchi alti ed uno splendido completino intimo; la sua seconda di seno non sfigurava affatto con altre bellezze più fornite.

Mi guardò dritto negli occhi “buon compleanno Boss, venga a scartare il suo regalo”.

Avevo il cuore che batteva a mille, ero come un adolescente alla sua prima volta.

Mi avvicinai lentamente, cercando con le mie labbra la sua bocca, la baciai con dolcezza.

Il tempo pareva essersi fermato.

Con la lingua cercai il suo collo, poi le spalle, piano piano scendevo mentre le mie mani avevano sganciato il gancetto che tratteneva il suo seno a coppa di champagne.
La mia lingua proseguiva il suo naturale percorso, prima peritralmente poi più all'interno dei suoi seni.
Due capezzoli rossi come le ciliege maggioline, ergevano imponenti.
Mi fermai ad abbeverarmi, strappandole gemiti di approvazione.

Proseguii la mia discesa, ventre, ombelico, monte di venere.

Mi soffermai mentre calavo lentamente le mutandine fino alle caviglie.

Proseguii la mia esplorazione, una peluria curata copriva il suo sesso.

La inumidii abbondantemente, poi con la lingua spostai le grandi labbra, scoprendo quella splendida ostrica che sapeva di nettare degli dei. Leccavo come un assetato in un'oasi. Volevo saturarmi di lei.

Dal basso cercai di intravedere i suoi occhi, erano socchiusi, le labbra erano inumidite dalla lingua, che percorreva orizzontalmente la sua bocca.
Assaporava anche lei quelle sensazioni.
Non avevo fretta, volevo godermi quel regalo inaspettato ed unico.

Lasciai quel paradiso e con la lingua scesi verso le cosce, poi arrivai verso le caviglie ed infine mi fermai a quelle scarpe che facevano di quel corpo adolescenziale una donna.

Il mio sesso nei pantaloni pareva esplodere, reclamava la sua parte ma, non era ancora il momento.

Mi rialzai, baciandola nuovamente in bocca.

Questa volta fu lei a prendere l'iniziativa.

Mi sganciò i pantaloni e lì abbassò.

Infilò una mano tra i miei boxer ed estrasse il mio sesso.

Iniziando a segarmelo si inginocchiò per poi leccarlo ed infine farlo sparire tra le sue splendide labbra.

Ero in paradiso, se fossi morto in quel momento nulla avrei rimpianto.

Il pompino andò avanti 5 minuti, la sua lingua saggia ed esperta sapeva come trattare asta e cappella

Poi decisi che era giunto il momento, la cinsi per i fianchi e l'appoggiai delicatamente sulla mia scrivania.

Lei mi aspettava a gambe aperte, pronta ad accogliermi.

Entrambi non pensammo né a precauzioni né ad altro, volevamo solo provare piacere e così fu.

Appoggiai la mia cappella al suo sesso già aperto e pronto ad accogliermi e lentamente entrai in lei.

Socchiuse gli occhi mentre entravo, ciò mi dette ancora più voglia di farla godere.

Iniziai gradualmente a possederla, facendo roteare la mia asta dentro di lei in modo da toccare le sue pareti uterine per darle maggior piacere.
Dopo un tempo che a me parve infinito uscii e la feci mettere in piedi davanti alla scrivania per possederla da dietro.

Mentre la possedevo in quella posizione stuzzicavo i suoi capezzoli turgidi; quella posizione pareva essere gradita, dato che i gemiti che emetteva erano nettamente superiori a quelli precedenti.
Finalmente lei venne, il suo ventre si contrasse, le sue gambe si irrigidirono, il suo respiro si fece più affannoso. Ero soddisfatto.

Poi, ebbi una idea malsana, sfruttando il suo liquido che inumidiva il mio sesso, puntai la mia cappella sul suo sfintere.

Lei si girò di scatto, sgranando gli occhi mi disse “no boss, quello no, altrimenti il prossimo anno cosa le regalo ? ” Sorrisi a mezza bocca.

Ritornai dentro il suo sesso continuando a pomparla come mai avevo fatto con mia moglie.

Quella pelle giovane, quell'odore inebriante, quella puledra sofisticata stavano facendo di me il toro di un tempo.
Mentre pensavo non mi resi conto di cosa stava accadendo e, venni copiosamente dentro di lei.

Lei non si scompose. Si girò verso di me e disse “tranquillo boss, prendo la pillola”.

Ci ricomponemmo, bevemmo un altro bicchiere di spumante e lei se ne andò dicendomi “a lunedì boss”.

Io mi sedetti sulla mia poltrona pensando “che bel compleanno” !!!
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