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Lui & Lei

Se son rose....


di luandra
19.07.2016    |    2.727    |    2 9.0
"Mi sento stupido, quasi un ragazzino, ma erano parecchi anni che non mi sentivo più così..."
Era una fresca giornata primaverile e lei, come al solito, era scesa al bar a far colazione; un cappuccio ed una brioche, come di routine.
Ero innamorato folle di lei ma non ero corrisposto.
Ogni volta che i suoi occhi incrociavano i miei, quasi per sbaglio, mi sentivo il cuore fermarsi un attimo, per poi riprendere a correre come un toro inferocito, e per colpa di quella tensione non ero mai riuscito a dirle nulla finché un giorno, durante una delle nostre solite colazioni “separate” la urtai accidentalmente, facendole cadere il cucchiaino dalle mani che finì involontariamente a terra. Io mi chinai per raccoglierlo e lei fece altrettanto mostrandomi, in quell’attimo di ravvicinata passione, il suo seno che abbondava dalla scollatura, rischiando quasi di uscire dalla maglietta rossa che indossava.
Rimasi attratto senza ritegno da quel belvedere e lei se ne accorse e corse ai ripari andando a stingere la maglietta all’altezza del colletto, facendo rientrare le indecenze.
Non mi ringraziò per il gesto anzi, si voltò quasi imbarazzata per l’accaduto, ed io, che ero forse più imbarazzato di lei per essere stato sorpreso a sbirciare le sue gioie, mi scusai quasi balbettando, timoroso di una reazione brusca della mia ignara amata.
Con mia grande sorpresa, mentre mi accingevo a finire furtivo la colazione per andarmene il più in fretta da lì, volendo allontanarmi dall’imbarazzo, mi accorsi che la sua mano stava sfiorando la mia, e senza che mi guardasse negli occhi la sentii sussurrare alcune parole…. Sono certo che stesse parlando con me ma non ebbi il coraggio di avvicinarmi nuovamente per chiederle cosa stesse dicendo, così mi offrii di pagarle la colazione per il disturbo arrecatole e me ne andai.
Appena fuori dal bar mi fermai un istante per inspirare forte aria fresca, cercando di tornare in me allontanando la tensione che avevo accumulato dal momento che vidi entrare la mia bella, e allora mi accorsi che Daniela, questo è il suo nome, si era messa dietro di me e mi stava osservando.
-Buongiorno- la salutai cercando di apparire meno imbarazzato di quanto fossi in realtà.
Daniela mi sorrise stringendosi quasi impercettibilmente nelle spalle, e con un filo di voce mi disse – Non mi sono offesa…prima-.
Eravamo talmente tesi che non ci accorgemmo di essere in mezzo ai piedi dei clienti del bar che dovevano entrare o uscire, e di tutta la folla che percorreva il marciapiede in quel momento, finché non venimmo spintonati più volte.
-Io vado in quella direzione- le dissi indicando la sua sinistra.
-anch’io, se vuole possiamo fare un pezzo di strada insieme-.
Non vi dico la gioia che provai in quel momento.
Arrivammo proprio sotto casa mia, parlando di quanto fossero buone le colazioni in quel bar, e ci fermammo tutti e due, guardandoci negli occhi.
-Io sono arrivato- Le dissi indicando la porta di casa con le chiavi in mano.
-Oh, allora dobbiamo salutarci-, disse Daniela quasi dispiaciuta, fingendo però di essere sorpresa.
Vedendo che non se ne andava, la invitai a entrare con la scusa di offrirle qualcosa di fresco da bere.
Lei accettò e si fece guidare oltre la porta d’ingresso.
Appena dentro mi girai, e con una profonda tensione che mi attanagliava la gola, deciso a dirle ciò che provavo per lei, le dichiarai tutto il mio amore.
-Sono un po’ imbarazzato, ma non posso esimermi dal dirti quanto profondamente sia innamorato di te. Ormai sono mesi che ti vedo far colazione in quel bar e tutte le volte mi faccio vivo per te. Mi sento stupido, quasi un ragazzino, ma erano parecchi anni che non mi sentivo più così. Sono cotto di te e non riesco più a tenermelo dentro-. Con la foga di un quindicenne mi liberai di tutto quel peso, ma mi sentii immediatamente uno stupido.
-Sono sorpresa-, disse Daniela sorridendo e facendo uscire la voce con un’espirazione rumorosa e liberatoria. -Non credevo che anche tu provassi le stesse cose-.
Restai stupito…. “anche tu”, mi aveva appena detto, quindi questo voleva dire che Daniela era innamorata di me.
Senza fare un passo oltre, ci baciammo intensamente; la mia lingua sembrava un pitone in cerca della preda e la sua, morbida e scivolosa, non si lasciava sfuggire l’occasione di farsi catturare. La spinsi con ferma delicatezza contro la porta ed iniziai ad accarezzarla ovunque, preso da una voglia irresistibile di lei.
Daniela non si fece aspettare ed iniziò a sua volta a spogliarmi, sbottonandomi la camicia, ma visto che non riusciva ad allentare i bottoni l’aiutai tirando con forza i due lembi, strappandoli via denudandomi in un istante.
Ormai eravamo quasi totalmente nudi, così la sollevai senza smettere di baciarla e la portai sul divano lì vicino. Ci buttammo sopra aumentando l’intensità dei movimenti dei corpi e delle lingue.
Eravamo nudi, ed il mio enorme cazzo stava pulsando di desiderio, mentre la sua bellissima fighetta rasata era bagnata di piacere. Iniziammo un sessantanove volgare, con Daniela che aveva le gambe a ridosso dello schienale del divano e la testa a penzoloni oltre la seduta ; io sopra di lei le infilavo il cazzo in bocca assecondando i movimenti della bocca, mentre la mia lingua si intrufolava furtiva nei suoi pertugi.... Dalla fighetta fradicia, al buco del culo stretto ma voglioso.
Dopo una bella spompinata del genere, dove lei mi accarezzava le palle per favorire il piacere donatomi dalla bocca, le sborrai dentro, e Daniela non esitò un istante a bere tutto il mio sperma, mentre dalla sua fighetta uscivano caldi umori.
Ormai l'imbarazzo di quella mattina era Sparito ed era nata una nuova, bellissima storia d'amore.
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