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Lui & Lei

Shanghai Dark


di Diablus
24.11.2014    |    3.189    |    0 5.3
"Si va a posizionare sotto un albero dal quale pendono delle corde: Sara gli lega stretti i polsi e lui ansimando si lascia cadere a peso morto - Fammi male, ..."
Shanghai Dark
Roberto arriva e suona il videocitofono di Sara, è passato a prenderla con il suo nuovo Mercedes CLK coupè metallizzato; Roberto è un regista geniale e sta preparando un film a cui Sara vorrebbe partecipare come protagonista, è un quarantacinquenne con pochi capelli e decisamente basso di statura, almeno per lei.
In realtà Sara pur di ottenere quella parte è disposta a tutto.
Il sesso è la sua arma; gli uomini restano sempre bambini, mai privarli dei giocattoli che preferiscono, di qualunque genere siano.
Nell'ambiente dello spettacolo i maschietti sono certamente potenti, ricchi e più porci. A Sara dava immenso piacere forse più diun orgasmo multiplo vederli rotolare nelle loro lordure, anche quando sono convinti di privarla di ogni dignità riducendola a oggetto/buchi da riempire.
Sara ha accettato di andare con Roberto a visitare la sua casa di campagna. Sa già cosa l'aspetta.
Soffocando lesta con la mano uno sbadiglio di noia inizia a scendere le scale esterne con arte: Roberto al di là del cancello la sta guardando con avidità.
Fa freddo ma non importa: dal lungo cappotto nero stile militar-chic sbottonato spuntano ad arte le sue lunghissime gambe coperte fino a mezza coscia dai nuovi stivali in latex che terrorizzerebbero qualsiasi donna, ma non lei: se li può permettere. Arrivata al breve tratto di ghiaia sente i tacchi alti sfrigolare: per un attimo teme la caduta, ma arriva al cancello sana e salva.
Lui la bacia su una guancia, poi all'improvviso le apre del tutto il cappotto e resta fulminato dalla sua tutina nera di raso lucida e scollatissima, che la stringe come una morsa, facendo schizzar verso l'alto i capezzoli occhieggianti dalla scollatura. - Madonna - mormora senza fiato - sei altissima e bella come nessuna tutta in nero così. -
Gli occhi di Sara pesantemente truccati vedono un cranio dai radi capelli più o meno all'altezza delle sue tette, mentre le dita di Roberto accennano ad una carezza alle labbra red-Gothic; lei lo morde a sangue e lui uggiola estasiato. Poi la spinge in macchina, tamponandosi il dito con un fazzoletto.
Sarà in realtà stava entrando nella parte di Domina, sarebbe stata perfetta per Shanghai Dark. In realtà sapeva recitare benissimo anche la parte dell'umile Slave.
Sara sà che deve essere veramente brava, vuole quella parte, non importa a quale prezzo, sa di saper anche recitare, poi, quando sarà arrivata, un calcio in culo a tutti quei stronzi.
Salgono in macchina, lui parte schizzando letteralmente sull'asfalto, Sara sistema il culetto sodo sul sedile preriscaldato, le gambe completamente in mostra, accavallate: con le lunghe dita accarezza il lucido nero di uno stivale e sta in silenzio, regale, gelida, fissando un punto impreciso al di là del parabrezza. Roberto le afferra la mano e le sibila.
- Dammi un colpetto, senti come sono eccitato. -
Sarà in realtà si era già accorta del rigonfiamento nei pantaloni, così senza guardarlo con la mano di taglio lo colpisce in mezzo alle gambe, vorrebbe usare più forza ma si trattiene.
- Siii - mormora - che piacere, non vedo l'ora di arrivare - e intanto preme sull'acceleratore, Sara spera che non venga nei pantaloni con un certo timore sul modo in cui guida.
- Voglio quella parte, Roberto, sai che sarei perfetta -
- Dopo, tesoro, ne parliamo dopo, prima il piacere, poi il dovere - e ride stridulo. Sara tace.
Finalmente arrivano alla meta e scopre che la casa in verità è una villa enorme su due piani, sperduta in mezzo ai boschi e campi, lontana da altre abitazioni, color rosa antico con persiane di legno verdi ed enormi terrazzi. Roberto nota il suo sguardo incuriosito e:
- Vieni Sara, andiamo in piscina, voglio fartela vedere subito .
Scendono una scala di ardesia scura fiancheggiata da piante esotiche importate a carissimo prezzo e lo spettacolo che Sara si trova dvandi mozza il fiato: la grande piscina è costruita in mezzo a rocce bianche di calcare sicuramente pre-esistenti, con fiotti d'acqua che uscendo rendono lo spettacolo da mille e una notte. Perde per un attimo il controllo in stand by d'ammirazione e Roberto subito ne approfitta per abbracciarla e arpionarle con forza le chiappe riempiendosi le mani con la sua ciccia giovane e tosata. Lei gli togli le mani dal culo con forza, si apre con gesto teatrale il cappotto e spalanca le braccia, mentre recita, una parte del suo film:
- Prostrati davanti alla Tua padrona, verme, hai osato toccarmi il culo -
- Si, si - e si inginocchia abbracciandole le caviglie - Perdonatemi mia Signora, non volevo offendervi - mormora l'omuncolo sbavando.
- Taci, lurido pidocchio, e leccami la punta degli stivali, sono sporchi - e intanto tira fuori dalla tracolla il frustino estensibile, parte del suo equipaggiameno. Al primo appuntamento si limita sempre, legge di mercato. - Ora fallo subito, succhiali pervene, bastardo - e lo sferza con il frustino, più volte. A Roberto piace essere insultato e percosso, sta sbavando. Del resto chi ha troppo potere sulle vite altrui spesso gode ad essere sottomesso.
Roberto rapidamente si libera della costosa giacca Armani, si infila la punta dello stivale in bocca fin quasi a soffocarsi, leccando e mugulando di piacere. - Più veloce, bastardo, non succhi abbastanza - sibila e lo frusta con forza, senza fermarsi e a ogni scudisciata la schiena di Roberto si inarca fino a che Sara non vede comparire sulla camicia macchioline di sangue. Mentre lecca furiosamente anche la suola della scarpa vede la sua espressione contrarsi: sta per venire, allora gli toglie lo stivale dalla bocca e gli ordina: - Ora lucidalo, cazzo moscio, è tutto sbavato. E non godere, la tua Padrona non te lo permette - Così si toglie anche la preziosa camicia bianca e con quella prende a lucidarle furiosamente le calzatura che ora brillano. Poi - Legami, mia Signora, ora legami - la implora - Tirati giù i pantaloni schiavo, ti voglio nudo, poi ti lego -
Esegue: nudo in realtà fa proprio schifo. Si va a posizionare sotto un albero dal quale pendono delle corde: Sara gli lega stretti i polsi e lui ansimando si lascia cadere a peso morto - Fammi male, Padrona, fammi più male, colpiscimi, ti prego ti prego -
Sara gli guarda il sesso: è moscio, lui rantola. Allora comincia a frustarlo senza pietà, schiena e chiappe, non sul cazzetto vermiforme, lì ci vuole un trattamento speciale, quello che lui si aspetta, lei lo sà. Tutta la sua schiena ora è un intrico rossastro sanguinolento. Ma niente erezione. - Fammi più male, padrona, più male - e squittendo divarica le gambe, le punte dei piedi ancorate al morbido retticcio, le cosce tese. Sara si allontana di qualche metro e parte con un micidiale calcio nelle palle, tra un pò godrà lei, gli faceva piacere colpirlo così. Roberto lancia un grido subito soffocato, richiude le gambe e resta lì, appeso come un fantoccio all'albero, ciondolando ed oscillando. Poi - Ahhhhhhh, vengo, vengo.... - e comincia ad innaffiare di sperma il bel prato all'inglese. - Ti amo, ti amo, sei superlativa, ti adoro - ansima con la voce simile a quella di un bambino. - nessuna mi ha mai fatto godere come te, bellissima, siiii -. - Ne sono sicura coglione - gli sibila addosso, guardando le sue ridicole smorfie. Poi si slaccia la tuta e gli comprime il viso tra le tette palpitanti, mormorando - E ora questo bimbo cattivo la darà la parte alla sua mamma? - - Sciiii- mormora succhiandole freneticamente i capezzoli - sarai perfetta nel mio film, perfetta, così non scomparirai, ti avrò vicina - e mi guarda dal basso.
Sara sorride, fredda, e gli invia un pensiero amoroso: - Tu firma, maiale, facciamo il film, poi...sentirai che male -
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