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Lui & Lei

Soft Bondage


di Maxmar1
23.09.2015    |    9.679    |    3 9.3
"Non poteva reagire e provò un brivido di inquietudine..."
Quella stanza aveva un profumo dolciastro, niente affatto spiacevole. Il contrasto col clima della fredda giornata di febbraio era piacevole ed il caldo umido della vasca doppia già piena con le luci colorate accese li accoglieva avvolgendoli da subito. 
Il letto a baldacchino in ferro era messo proprio nel centro, non accostato alle pareti. Ci si poteva girare intorno guardandosi negli enormi specchi sulle due pareti laterali e sul soffitto. 

Marcella sorrise. La divertiva quel gioco con Max che si protraeva ormai da qualche anno. Un gioco che era sempre andato avanti, mai indietro. D'altronde questo era l'accordo tacito tra loro, il gioco deve evolvere altrimenti sfocia in routine e degenera in noia. Ed è proprio per scappare dalla noia che avevano iniziato a giocare. 

Quando la porta dietro di loro si chiuse Marcella si rilassò. C’era sempre un po di disagio in quelle loro sortite di nascosto ma incominciava ad abituarsi. Le prime volte il disagio permaneva a lungo, questa volta si sorprese del fatto che era sparito non appena entrati in camera. “bene, segno che sono sempre più a mio agio con Max” pensò. Per lei essere a proprio agio, potersi fidare, era una condizione fondamentale per provare degli orgasmi completi e doveva ammettere che ultimamente erano particolarmente intensi.

Il rito iniziale era sempre quello… un po’ di chiacchiere sul letto, una cannetta rilassante, ci si spoglia e si lasciano andare i corpi. Da quel momento in avanti diventa tutto meno cerebrale e più istintivo.

Questa volta però Max aveva un altro piano elaborato in giorni e giorni di eccitazione. Aveva pregustato a lungo quell’incontro ed ora era particolarmente eccitato. E si vedeva sotto ai pantaloni di cotone.
Marcella notò, fece una battuta carina e si accese una sigaretta.

“Spogliati” le disse lui, “completamente, ma tieni le scarpe coi tacchi”.
Non erano ammesse repliche nel suo tono e Marcella, divertita, eseguì.

Max estrasse una mascherina dallo zaino dei giochi che portava sempre, la bendò e la fece sedere sul divano. Estrasse la canna già pronta e gliela mise in bocca accendendola.

Le sensazioni quando si è bendati sono amplificate. Marcella si sentiva nuda e con la pelle sensibilissima. Aspettava qualcosa ma non succedeva nulla, solo la canna che Max le metteva di tanto in tanto sulle labbra da cui aspirare una boccata di piacere. “Ti sei spogliato anche tu?” chiese Marcella. “Ssstt. Silenzio. Non parlare!” E per tutta risposta le mise in bocca una pallina da Bondage, una Ball Gag come la chiamano sui siti specializzati, fissandogliela dietro la testa. 

Poi le prese le mani e gliele legò dietro la schiena.

Marcella ebbe un attimo di esitazione. Non era pronta a quella situazione ed un brivido di inquietudine l’attraversò. “se non vuoi continuare basta che scuoti la testa. Smetterò subito, in qualsiasi momento” le disse Max consentendole di tranquillizzarsi e di concentrarsi sul gioco e sulle sensazioni del suo corpo.
Sentiva l’eccitazione crescere, la pelle fremere e la figa che ormai era bagnata colarle gli umori sulle cosce.

“Alzati in piedi” le ordinò Max. Non fu facilissimo. Bendata, coi tacchi e con le mani legate dietro la schiena, sotto gli effetti della canna, aveva paura di cadere. “tranquilla, ti reggo io” le disse lui vedendola barcollare. “non voglio che tu ti faccia male, non sei legata ed imbavagliata per soffrire ma per espandere le tue sensazioni. E le mie”.

Lui la guardò con attenzione. “Sei bella” le disse incominciando ad accarezzarle il corpo con le dita fredde.  Poteva vedere i suoi capezzoli inturgidirsi, le gambe un po tremare per l’equilibrio precario che ampliava la sensazione di sottomissione di Marcella.

Max prese un elastico da capelli e glieli legò in una coda liberandole la faccia. Con i capelli raccolti si vedeva ancora meglio la Ball Gag che le impediva di parlare e questo accentuò ancora di più la sua erezione.

Con i tacchi la figa di Marcella si avvicinava facilmente alla bocca di Max seduto. Lui si accomodò sulla poltrona ed iniziò a leccargliela con calma, con la punta della lingua, stuzzicandole l’interno coscia.
Qualche fremito, qualche respiro affannoso, ma poco di più. A Marcella piaceva il gioco e voleva protrarlo a lungo senza dare a Max la sensazione di cedere subito. 

Max si fermò, si alzò e la spostò di alcuni passi. Rumori di mobili spostati, una cintura che si slaccia, dei vestiti che cascano a terra, una sigaretta che si accende, una mano che le cinge la vita e le fa fare qualche passo barcollante in una direzione ignota.

“Allarga le gambe”. Marcella eseguì obbediente. “Piegati in avanti” le disse Max guidandola con una mano. Marcella aveva paura di cadere ma si rese presto conto che piegandosi si appoggiava alla spalliera del divano. Subito dopo sentì la lingua di Max nel solco delle natiche mentre le sue mani le accarezzavano l’interno coscia.

Cercò di immaginare la scena. Lei con le mani legate dietro la schiena, a gambe aperte appoggiata sulla spalliera del divano. Max dietro di lei seduto sulla poltrona che le leccava il culo concentrandosi sul suo buchetto posteriore mentre le sue mani le accarezzavano le grandi labbra e le sfioravano il clitoride. “Chissà se la luce è accesa o c’è penombra” si chiese quasi provando un po’ di vergogna. Poi mise da parte ogni ritegno e si lasciò andare ad un brivido intenso.

La lingua di Max passava lentamente tra le natiche indugiando sull'ano. A tratti si spingeva fino alla vulva penetrandola leggermente mentre le mani le afferravano i fianchi. Le sensazioni calde la percorrevano come un’onda di piacere.
Avrebbe voluto usare le mani, girarsi e prendere il cazzo di Max in bocca. Le piaceva farlo e sentirlo tutto, ma così legata non poteva. Doveva solo lasciarsi andare ed aspettare che fosse lui a prendere l’iniziativa.

Ebbe un sussulto quando senti uno schiaffo sulla natica. Secco, forte e improvviso. Poi la cappella di lui si appoggiò alla sua figa e con un movimento unico e continuo la penetrò. Un’ondata di piacere… gli occhi chiusi sotto la mascherina, un sospiro ed un gemito.

Lo desiderava, con tutto il suo corpo. La penetrazione aveva accelerato il battito del suo cuore ed il respiro. Le sensazioni acuite… poi lui uscì da lei e riprese a leccarla… poi nulla. “Stai ferma li!” le ordino Max. “Non muoverti, ho sete e voglio bere da te”.

Marcella non capì, ma il rumore di una bottiglia stappata la fece sussultare. Un liquido freddo incominciò a scorrerle sulla schiena provocandole dei brividi, colandole nel solco delle natiche, e poco dopo sentì la bocca di Max accostarsi alla vulva da sotto e succhiare la birra fredda che si scaldava su di lei. Il contrasto tra il freddo della birra ed il caldo piacere della sua bocca che succhiava era fantastico. Max bevve con calma. Succhiando e leccando i rivoli di birra che colavano sulle sue gambe mischiandosi con i suoi umori. 

Ormai era completamente bagnata, aperta, fremente. Sentiva la vulva che fremeva ed il buchetta del culo aperto. Se ne accorse anche Max e riprese a leccarle il buco del culo lubrificandoglielo bene. Poi si senti penetrare da qualcosa. Max le inserì un plug anale che si incastrò perfettamente nell’ano riempiendolo e dandole nuove sensazioni di piacere. E lo fece con delicatezza, continuando a leccarle la vulva da sotto.

Si senti tirare su. Max la sollevò e l’adagiò sul letto. Seduta. Il plug anale spinse nell’ano mentre lui la fece piegare in avanti e le sciolse le mani. mentre lo faceva il suo cazzo duro le premeva sulla faccia ma non poteva prenderlo in bocca occupata come era! In compenso si rese conto che la saliva le colava sul mento e sul collo. la ball gag le impediva di deglutire bene. Un attimo di vergogna, subito scacciato per dedicarsi al piacere.

Fece per prendere il cazzo di Max con le mani ma lui glielo impedì. “Ferma! non credere di liberarti così in fretta.” La sdraiò. Max prese un nastro da Bondage e lo girò intorno alla caviglia destra, poi prese la mano destra e la legò alla caviglia. Fece lo stesso con la caviglia e la mano sinistra. Poi le mise un cuscino sotto la testa. Marcella si sentiva ora completamente esposta.
Stesa sulla schiena, le gambe sollevate piegate legate alle braccia, le cosce aperte, il plug anale nel culo e la ball gag in bocca. Bendata. Non poteva reagire e provò un brivido di inquietudine.

“stai tranquilla le disse lui. se non ti piace mi fermo” e dicendolo le sollevò la benda guardandola negli occhi. Marcella scosse la testa e sorrise. Lui riabbassò la benda e riprese il gioco.

riprese a leccarla ma ora la figa era completamente aperta e le sensazioni erano più forti. Max la leccava sulla figa, poi risaliva sulla pancia, si fermava sui capezzoli, le leccava il collo e ritornava giù per riprendere la sequenza. E ad ogni giro le sensazioni aumentavano, i brividi, il piacere che la prendeva da dentro, il corpo che immobilizzato com’era non poteva fare altro che abbandonarsi alle sensazioni.

Max le tolse la ball gag liberandole la bocca, la baciò. Un bacio lungo, le lingue si intrecciarono, poi lui si scostò e le appoggiò la cappella alla bocca. Marcella prese a leccarla e a succhiarla avidamente. le piaceva sentirlo in bocca e non se ne vergognava, anzi. E mentre succhiava la cappella di Max si senti penetrare da un oggetto nuovo. un vibratore di dimensioni rispettabili la riempi anche nella figa facendole partire un orgasmo intenso e lungo. “dio come è bello” pensò mentre godeva riempita in tutti i buchi.

Max continuava a muoversi dentro la sua bocca mentre con una mano muoveva il vibratore che trasmetteva le sue piacevoli vibrazioni anche al plug anale che aveva nel culo. L’orgasmo non smetteva, si prolungava facendole tremare le gambe. Urlò, urlò di piacere, a pieni polmoni. Urlò il suo orgasmo e si lasciò andare a frasi scurrili che eccitarono Max fino al parossismo. “Scopami! Scopami nel culo, voglio sentirti dentro di me”.

Max stava per venire. Si ritrasse. Si allontanò un attimo lasciandola così, con la figa e il culo occupati mentre i brividi ancora la scuotevano. Si allontanò e si accese una sigaretta. Aveva bisogno di calmarsi, altrimenti tutto sarebbe finito troppo presto. Le fece tirare qualche boccata di fumo per farla calmare poi, spenta la sigaretta, le tolse il plug anale e iniziò a scoparla nel culo mettendole il cuscino sotto la schiena. 

In ginocchio di fronte a lei, bendata, legata, con ancora il vibratore nella figa, la vista era pazzesca, stupenda, sensuale, erotica. Gli specchi sulle pareti lo riflettevano mentre la scopava con movimenti lenti e fluidi.

Marcella riprese a godere, l’orgasmo arrivò con calma ma con una profondità ed una intensità che non aveva mai provato prima. Non capiva se godeva per il cazzo di Max che la scopava nel culo o per il vibratore nella figa. Non capiva ma sentiva una nuova sensazione crescerle dentro. “mi piace da pazzi essere scopata nel culo” disse e urlò il suo piacere.

Max venne. un orgasmo intenso, lungo, sborrandole nel culo mentre le leccava una caviglia ancora nella scarpa con i tacchi. Poi si accasciò su di lei mettendo la testa nell’incavo tra il collo e le spalle ansimando. Non riusciva a muoversi, sapeva di schiacciarla sotto il suo peso ma non poteva spostarsi. 

Quando ebbe recuperato le forze le tolse la mascherina e la guardò negli occhi. Trovò degli occhi sognanti, appagati, felici e rilassati. “è stato incredibile” disse lei. “di più” le rispose Max. “più che incredibile, non credevo fosse possibile godere con questa intensità”.

Prima di slegarla andò a prendere un asciugamano umido e le passò il corpo per pulirla, poi le slegò le gambe e la strinse a se.

“ora tocca a te” le disse Max.
“va bene” rispose Marcella con un lampo di malizia negli occhi che quasi lo preoccupò.
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