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Gay & Bisex

20 CM DI MASCHIO SOTTO AL COSTUME


di caos_calmo88
24.03.2015    |    37.652    |    10 9.5
"I nostri sudori si mescolano in un intreccio di corpi..."
Che caldo torrido quel pomeriggio d’agosto! Una giornata come tante passata sotto il sole cocente, tra un bagno in mare, una granita e un po’ di relax sotto l’ombrellone…
Ero solo finalmente, intorno a me un sacco di maschioni papabili, alcuni dei quali con degli slip talmente aderenti che in certi momenti riuscivo a percepire la forma del loro cazzo.
Uno stabilimento balneare tranquillo, signorile, tanti uomini sposati e allupati che non aspettano altro che le loro mogli si tolgano dai piedi per andare dal parrucchiere o a fare una passeggiata lungo il bagnasciuga con le amiche, in modo che loro possano mettersi in caccia di una sveltina e sborrare come idranti, indisturbati.
Come il mio vicino d’ombrellone, un cavallone prestante sui 35 anni, con al seguito una moglie insopportabile e due mocciosi urlanti… avevo fatto amicizia solo con lui, fin dal primo giorno si era dimostrato… ben disposto, nei miei confronti… ci fu un’attrazione reciproca immediata, entrambi avevamo già capito tutto fin dal primo sguardo.
Non curante di quella stronza di moglie che gli stava accanto comandandolo a bacchetta, io lanciavo occhiate colme di ammirazione al suo bel pacco, divertendomi come un matto nel vederlo a volte compiaciuto e a volte impacciato. Mi attizzava in modo bestiale, la sua testa rasata, le sue mani forti e ben curate, i suoi muscoli coperti da una peluria virile, il suo bel viso mascolino e abbronzato, che faceva risaltare i suoi denti bianchissimi. La moglie era spesso distratta, alle prese col telefonino e i pettegolezzi da spiaggia con le amiche, lasciando quel ben di dio di marito spesso solo, o ad occuparsi dei figli.
Indossava di frequente uno slip azzurro, che in certi momenti sembrava esplodere, in mezzo a quelle cosce toniche e pelose… sognavo da un pezzo di strappargli di dosso quel pezzetto di tessuto.
Ma arrivò l’occasione giusta.
Una mattina lo vedo arrivare, da solo. Sexy con i suoi occhiali da sole e un costume nero aderente.
La moglie era dovuta tornare in città e si era portata con se i figli, non sarebbe tornata prima di sera.
Era il momento propizio per approfondire la mia conoscenza con il bel marito… il ragazzo è intraprendente e scaltro. Mi saluta con un gran sorriso, e vedendomi solo, ci mette poco ad invitarmi a prendere un caffè insieme.
Ho voglia di farmi scopare da lui, riprendo a guardargli il cazzo, stavolta con più malizia. Ho capito che anche lui ha voglia di svuotarsi le palle, basta che mi faccia capire…
Ci mettiamo a chiacchierare come se ci conoscessimo da sempre, lui si lascia andare completamente alla conversazione, e dirige il discorso verso la monotonia famigliare, la routine e… la scarsa attività sessuale nel suo rapporto coniugale. Non ho questi problemi, gli rispondo sorridendo, facendogli inoltre capire che amo fare sesso… per di più con i maschi, gli lascio intuire.
Prende la balla al balzo, dicendo di non aver mai provato e che l’idea lo eccita molto… nel dirlo ci tiene a mostrarmi l’erezione sotto il costume. Questo suo gesto sfacciato mi fa eccitare ancora di più. Una visione pazzesca, un cazzone grosso e durissimo si delinea dai suoi boxer. Nemmeno io perdo tempo, gli comunico che se lo desidera, sono a disposizione…
L’affare viene concluso subito… resta solo un’incognita: dove?
Non possiamo andare in albergo da lui, sarebbe una pazzia. La voglia è tanta ma non possiamo rischiare che il receptionist o qualche amica della moglie ci veda in hotel.
Optiamo per la cabina! È abbastanza grande e riparata, lontana dagli ombrelloni.
Aspettiamo che tutti vadano a pranzare in albergo. Di solito a quell’ora la spiaggia si svuota. Infatti verso mezzogiorno la spiaggia comincia a somigliare sempre più ad un deserto.
Entriamo nella sua cabina uno alla volta, per non destare sospetti. Prima lui e dopo 5 minuti lo raggiungo io. Da bravo porco, come piace a me, si fa trovare nuovamente col cazzo durissimo sotto il costume, che ormai non riusciva più a contenerlo, infatti la cappella è uscita fuori da un lato, intravedo le sue palle strabordare. La cappella è fradicia. Ha proprio un cazzo da cavallo.
Senza dirmi una parola mi mette la lingua in bocca e con le mani mi agguanta le chiappe, stringendole e allargandole. In 10 secondi non ho più il costume, avrei voluto afferrargli quel grosso arnese, ma lui mi precede, buttandomi sulla panca e prendendo a slinguazzarmi il buco. Ci mette talmente tanta foga che la sua barbetta mi passa tra le chiappe come carta vetrata. Ho il culo umido e morbido, ne approfitta per infilarci un dito e allargandolo riesce ad infilare dentro anche la punta della lingua.
In quella posizione riesco a rivedere il suo uccello, ancora prima di girarmi me lo ritrovo in gola, la sua cappellona resa salata dall’acqua di mare mi sbatte contro il palato, cerco di ciucciare ma non respiro, me lo affonda talmente a fondo che le sue palle sature di sbroda mi solleticano il mento.
Con una mano mi afferra per i capelli, e con l’altra mi tiene per il mento, usando la mia bocca come una fornace, per soddisfare il suo enorme randello. Si ferma qualche secondo, perché sentiamo delle voci fuori dalla cabina… smorza la sua foga e col dito mi invita a non parlare. Con quel palo in gola non avrei comunque potuto fiatare. Si fa succhiare lentamente la cappella, passandomela delicatamente sulle labbra, sulle guance. Fuori torna finalmente il silenzio e riprende a fottermi duro la bocca.
Senza dire una parola, sfila l’uccello fissandomi e tenendomi sempre per i capelli, e sborra abbondantemente sulla mia faccia! È densa, ma cremosa, bianca e saporita. Ne produce abbastanza da riempire mezzo bicchiere. Infila la sua cappella sborrosa nella mia bocca e sa la fa ripulire per bene.
Prende un paio di fazzoletti e mi ripulisce il viso con dolcezza, sorride, è sudatissimo e ha lo sguardo infuocato.
Mi dice piano, con voce flebile: “Andiamo a prendere un caffè, poi torniamo qui, voglio infilartelo tutto nel culo”. Non aveva torto quando diceva di scopare poco con la moglie, ma mentiva quando sosteneva di non avere mai avuto esperienze con i ragazzi… e tra poco ne avrei avuto conferma.
Dopo il caffè e una corsetta per andare a comprare i preservativi, torniamo a turno nella sua cabina.
Appena entrato non perde tempo, ha di nuovo il cazzo di ferro, finalmente riesco a vederlo bene, saranno almeno 20 cm di carne buona. Le palle sono sempre grosse e dure. La circonferenza è decisamente sopra la media. Giusto il tempo di succhiare qualche secondo che si infila il preservativo, gli stringe e gli basta appena per coprirlo tutto.
Mi mette a pecorina sulla solita panca, apre il lubrificante e frettolosamente se lo spalma sul cazzo, poi sul mio buco.
Lo punta ed entra lentamente per non farmi male, consapevole di avere in mano una vera e propria arma. La cappella è ormai dentro, il mio culo fa una po’ di resistenza ma si arrende subito. Sento un centimetro dopo l’altro scivolarmi dentro e farsi spazio, non posso gemere, e lui neanche, potrebbero sentirci.
Come promesso, lo infila fino in fondo, e lo spinge bene quasi a volercelo incastrare dentro.
Non sento dolore, solo una fortissima eccitazione, vorrei urlare di piacere e dirgli “chiavami”!!
Comincia lo stantuffo, si muove meccanicamente, quasi a ritmi precisi e calcolati, lo spinge fino alle palle e lo ritoglie fino al bordo della cappella. Sempre più velocemente.
Senza togliermi il cazzo dal culo mi prende per i fianchi e si mette seduto, adesso sono sopra di lui, con il culo leggermente più in alto per permettergli di scoparmi a suo piacimento, vuol essere lui a condurre il gioco. Siamo chiusi in quella cabina da circa un ora, sembra di stare in una sauna. I nostri sudori si mescolano in un intreccio di corpi. Il mio culo è apertissimo e bollente. Me lo toglie… Il lubrificante è colato dal mio culo slabbrato e si è mischiato al sudore. Non avrà più tanta sborra nelle palle, penso… ma penso male.
Mi mette in ginocchio e segandosi quella stanga davanti ai miei occhi mi dice: “ora te le bevi tutta”.
Sono le prime parole che gli sento pronunciare dopo 1 ora di silenzio obbligato, passato a fottermi il culo.
Apro la bocca, è indolenzita, il suo cazzo sprofonda di nuovo dentro per svuotarci i coglioni.
Inghiotto tutto avidamente, lui continua ad eruttare come un vulcano, questa volta è più liquida ma non meno abbondante. È troppa, me ne cola un po’ dai lati della bocca, lui me la spinge dentro con le dita.
Più salata di prima, sento il sapore della sborra mista a quella del lattice, e un qualcosa di dolce e fruttato, deve essere il lubrificante.
Mi fa dono del suo sperma fino all’ultima goccia, succhio la cappella per assaporare interamente quel gigantesco cannolo, non rimane più niente. Ma non finisce qui.
Mi porta nella piccolissima doccia, e pochi istanti dopo mi inonda il petto di urina calda. Una pioggia dorata per assaporare fino in fondo quel dono della natura. Un maschio raro. Il suo uccello è sempre abbastanza duro… Accende l’acqua per lavarmi via l’odore acceso del suo piscio caldo.
Esco da quella specie di forno ed esausto mi tuffo in mare. L’ acqua salata mi fa bruciare il buco aperto e informicolito. Vado a rilassarmi sotto l’ombrellone.
Lui riprende il suo posto, accanto al mio ombrellone, e con disinvoltura s’immerge nella lettura…
Scommetto che quella sera è stato felice di non scopare con la moglie, tornata dalla città.
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