Gay & Bisex

Andrea


di grossacappella1975
23.08.2009    |    29.917    |    1 7.6
"Mi abbassai un po', il suo cazzo puzzava di piscio "Andrea il tuo cazzo puzza di piscio! Potresti lavarlo un po'?", chiesi forse sperando di..."
Andrea era un mio vicino di casa. Da piccoli giocavamo a pallone assieme. Crescendo i giochi sono cambiati.
Vorrei ricordare quei tempi con questo racconto.

Eccoci qua, io e Andrea in camera sua distesi sul suo letto col cazzo in mano e un giornaletto porno rubato a suo fratello.

"Guarda sta troia come succhia!". Andrea adora le immagini di pompini. Sono una sua fissa. Io preferisco le scene in cui le troie, come le chiama lui, si aprono la figa con le mani. Qualche volta le due cose accadono nella stessa foto, e allora li sono seghe che partono!

"Che dice la foto?", chiedo.
"Maura, 20 anni, gran pompinara cerca maschio 30enne".
"Che vacca! Se la fa con i vecchi! Potrebbe venire qua a succhiare i nostri di cazzi! Gran troia!" ribatto io.

Le nostre seghe erano sempre così. Fregavamo il giornaletto di turno al fratello, si andava in camera di Andrea e via a menarsi il cazzo. Non ho mai capito se Paolo, il fratello maggiore di Andrea, sapesse che gli fregavamo i giornaletti. Questi erano sempre nello stesso posto, nell'armadio sotto la prima maglia sulla sinistra. Che strano che sua madre non li abbia mai trovati.

"Andrea, io devo sborrare"
"No dai, aspetta! Che poi andiamo assieme!". Per sborrare andavamo in bagno. Ci coprivamo alla meglio e via di corsa rischiando di essere beccati dai suoi col cazzo dritto e il giornaletto a presso. Rischiavamo, ma la cosa rendeva tutto molto più eccitante.

Ci trovavamo quasi tutti i giorni per quel rituale. Eravamo giovani, 16-18 anni non ricordo bene, e i fisici non ne risentivano. Ci sentivamo più grandi vedendo quelle cose e credevamo di imparare idee, posizioni, frasi che solo pochi potevano conoscere. Ah, come ci illudevamo!

A Paolo piacevano i giornaletti tipo "Le Ore", in cui si raccontavano storie con qualche immagine a corredo, oppure quelli di annunci. Una volta ne trovammo uno in cui era cerchiato un annuncio di una 50enne di un paese vicino.
- Grassa, figa pelosissima e tettone pendenti - Che Paolo se la sia chiavata? Solo lui lo sa.

Un giorno Andrea viene a trovarmi a casa. Cosa piuttosto strana, io sto in un appartamentino, lui ha una casa a due piani e da lui ci possiamo divertire. Da me no!
"Devi venire subito a casa mia, trova una scusa. Ne ho uno che devi vedere!" era visibilmente eccitato.
Restammo a casa mia per qualche minuto, giusto per non far capire nulla ai miei genitori, per poi precipitarsi da lui. Entrambi già col cazzo duro, ci posso scommettere.

Ci fiondiamo direttamente in camera sua. Era la prima volta che non rovistavamo tra le cose di suo fratello. "Avevo voglia di menarmi il cazzo e sono andato a cercare da Paolo. Ho trovato questo!"

Quello che mi mostrò era il primo fotoromanzo porno che avessi mai visto. Si trattava di una rivista stramba, dentro c'erano storie di donne che facevano sesso tra loro, uomini che scopavano una mettendogli assieme il cazzo in figa, un ragazzo della nostra età con una vecchia quarantenne. Come cambia l'idea della vecchiaia crescendo!
"Forte!" Alzai gli occhi da quelle pagine fantastiche. Andrea l'aveva già tirato fuori e si stava segando. "Gira, gira pagina. Guarda più avanti. Avanti!"

Girai veloce le pagine. "Fermo! Torna indietro!"
Il racconto su cui mi fermai era di due ragazzi, erano in camera di uno di loro, leggevano la stessa nostra rivista e si segavano reciprocamente. "Facciamolo anche noi!" esclamò.

La cosa mi stupiva, per anni avevo proposto dei giochetti del genere ad Andrea e lui aveva sempre rifiutato, questo cambio di rotta mi stupiva e piaceva un sacco.
"Che dici? Recitiamo anche le parti?", chiesi
"Sì"

Iniziai a leggere interpretando la parte di uno dei due, Andrea faceva l'altro e continuava a menarsi il cazzo. Ripetevamo tutto e cercavamo di ripetere anche le posizioni delle foto. Dopo poco eravamo su un lato del suo letto a segarci e a leggere. I nostri cazzi svettavano vogliosi ed era piacevole sentire un'altra mano accarezzali.
"Andrea hai proprio un bel cazzo!" dissi entrando completamente nella parte
"Grazie. Tu hai una bella cappella grossa e rossa", rispose citando una delle tante frasi lette in precedenza. Ormai recitavamo a soggetto.

Guardavamo le foto e giravamo le pagine assieme, io tenevo la rivista con la mano libera lui usava la sua per girare le pagine. In una pagina, uno dei due faceva un pompino all'altro. Mi fermo, "E adesso?", Andrea senza problemi "Succhiami il cazzo! T'ho chiamato per questo!"

Mentre lo diceva sentii il suo cazzo indurirsi ancora di più nella mia mano. Era una cosa che desiderava, lo voleva. Staccò la mano dal mio cazzo e si alzò in piedi.
"Dai succhia, dai che ti voglio sborrare in gola!"
La sua voce era autoritaria e un po' fredda, mi sentivo soggiogato da lui. E dire che aveva due anni meno di me.
"Te lo succhio ma non sborrarmi in bocca, altrimenti ti mordo!"
"Basta che succhi. M-u-o-v-i-t-i!" disse quasi in un lamento.

A distanza di anni ho capito che lui era dominante, mentre io ero il passivo. In un certo senso, secondo lui, lui faceva il maschio e io la femmina.

Mi abbassai un po', il suo cazzo puzzava di piscio "Andrea il tuo cazzo puzza di piscio! Potresti lavarlo un po'?", chiesi forse sperando di rimandare un po' quel mio primo pompino.
"Lavamelo tu con la lingua!"

Quella frase mi sembrò un colpo alla testa. Obbedii. Presi il suo cazzo e lo scappellai con un colpo secco. Sapevo che la cosa gli dava fastidio, lo feci apposta per come mi trattava.
"Ma che fa..."
Non gli lasciai il tempo di reclamare. La sua cappella ora era coperta dalla mia lingua. Andrea emise un sommesso "Ah".

Mi lavorai il suo cazzo come meglio potei. Avevo visto molte cassette porno di nascosto a casa mia e la cosa mi pareva semplice. Andrea sembra gradire le mie leccate e i miei succhiotti.

"Basta! Fermati un attimo", si allontanò da me con il cazzo in tiro. Mi sentii stranamente abbandonato.
Si mise a rovistare tra vecchi giornali e tirò fuori un dépliant di viaggi. Lo aprì a caso "Vieni qua"
Lo raggiunsi e iniziai a segarlo, "no con la bocca", mi ordinò. "Ti voglio riempire la bocca, poi sputa", "Nella rivista?" chiesi in ginocchio e col suo cazzo in mano. Fece di sì con la testa.

Ricominciai il mio lavoro di lingua. Ad ogni leccata, ad ogni succhiata la sua cappella pulsava nella mia bocca. Era un piacere.
"Dai succhia, dai succhia!" mi ripeteva, "Dai che mi manca poco"
Mi afferrò la testa con le mani, ma non mi spinse verso il suo cazzo, rimase li fermo mentre si scaricava dentro la mia bocca. Io avevo chiuso gli occhi e sentivo quel calore strano riempirmi. Un po' di sborra mi scese per la gola. Cercai subito il giornale dove sputare.

"Che gusto ha la sborra?", chiese subito Andrea
"Buona, dolce" risposi. Ed effettivamente la sua era molto dolce. Più della mia. Da quel giorno ogni tanto bevo la mia sborra dopo essermi segato, ma non è mai dolce come quella di Andrea.

Gli anni passavano. E cambiavano anche i nostri giochi, prima pallone, poi seghe, ora pompini. Ad Andrea non piaceva farmi pompini. Durante la nostra "storia" abbiamo fatto solo un 69, e durante quel 69 sborrammo esattamente nello stesso momento. Fu fantastico, e fu la prima volta che bevvi tutto il suo nettare. Mentre lui correva in bagno a sputare il mio.

Gli anni passavano e lui si trovò la ragazza. I nostri incontri di sesso finirono di botto; se io lo cercavo lui mi allontanava. Un pomeriggio durante una partita di calcetto, mi viene vicino "Vieni a casa mia questa sera? Sono solo". Annuii. Dopo tanto tempo era tornato da me.

Quella sera sembrava che nulla fosse cambiato. Mi portò in camera sua. "Mi fai un bocchino?" mi chiese slacciandosi i jeans. Risposi inginocchiandomi davanti a lui e abbassandogli le mutante.

Gli anni erano passati e avevano lasciato un segno ben visibile. Il suo cazzo era di dimensioni fenomenali. Grosso. Lungo. Duro. Diverso dal mio. Io ho una cappella grossa e il cazzo è circa della stessa larghezza. Il suo inizia con una cappella stretta e poi si allarga sempre più. E' un po' storto ma bellissimo.

Iniziai a segarlo. Un po' mi faceva impressione. "Dai che Marika non mi fa sborrare da un sacco di tempo!"
Quella frase mi diede il coraggio. Lo svuotai e lo bevvi con maestria.

"Grazie, sei sempre il migliore!"
"Andrea, quando vorrai la mia bocca è sempre pronta per il tuo cazzo".

Questo succedeva ormai 10 anni fa. Andrea è padre di una bimba e un secondo figlio sta per arrivare. Io, in fondo in fondo, lo sto ancora attendendo.
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