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Gay & Bisex

Big Bang (3)


di crigio
26.06.2016    |    5.706    |    2 9.8
"Poi, si protende ancora un po’ e mi costringe ad ingoiare tutta l’asta che continua sputare seme nella mia gola..."
Sono qui che cavalco senza sosta il mio stallone, mentre lui mi accarezza insistentemente la rosellina. Le mie labbra sono ricolme della verga nerboruta di Enrico e Gerry è inginocchiato tra le mie cosce intento a riprendere il bastone del tedesco che sguazza allegro tra gli umori del mio sfintere.
Sono qui a fare tutto questo, quando Michel, dal trespolo in fondo al loft, si alza in piedi e comincia a spogliarsi. Ma che sta succedendo?
Cerco lo sguardo del cameraman oltre l’obiettivo, ma lui forse non si è accorto di nulla, visto che il tutto sta avvenendo alle sue spalle. Allora, reclino il capo e guardo Enrico, il quale sta proprio fissando la cucina, sorridendo solo da un lato della bocca, come se fosse complice di quello che suppongo stia per accadere.
Non è possibile! Perché non mi hanno detto che sarebbe successo anche questo, che anche Michel si sarebbe unito a noi? Forse avevano paura che mi tirassi indietro, visto che già ho avuto qualche remora a far partecipare Enrico alla scena?
Poi, il mio ragazzone abbassa lo sguardo, si china e, con la scusa di accarezzarmi anche lui il culo, mi sussurra, senza farsi vedere dalla telecamera: “”Sta’ tranquillo, ok? Andrà tutto bene!”.
Allora è proprio come pensavo! Michel entrerà in scena! Anche lui!
Enrico si rialza e mi rimette a forza il suo cazzo in bocca, mentre Gerry arretra per allargare il campo e poter riprendere anche il suo amico che si unisce a noi. Allora anche lui sapeva di questa cosa?
Michel si avvicina al gruppo: ha già il cazzo in tiro e, come ricordavo bene, è bello grosso. Somiglia a quello di Enrico, curvo verso l’alto, ma la sua cappella è più grossa di quella del mio ragazzone. Mi immagino già quanta fatica farà ad entrarmi dentro!
Il blogger si insinua tra le mie cosce e quelle di Hans, si sputa sull’asta e si lubrifica bene con una mano. “Sta’ buono, ok?”, mi fa. Io annuisco quasi in automatico, anche perché non posso andare da nessuna parte, intrappolato come sono in questa posizione. Lui, allora, appoggia il glande al mio buco, proprio sopra l’asta di Hans, e spinge. Digrigna i denti e poi la testa della sua nerchia trapassa la mia rosellina già sottoposta ad uno sforzo non da poco.
“MMMMMMMMMM!!! AAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!”, mi lamento.
“Scccccc!!!”, mi sussurra Michel. “Che ti lamenti… mmm!!!”, mi provoca, allungando il collo per baciarmi. “Ora sei talmente largo che ci passerebbe un transatlantico!... mmmm… E poi, non era quello che cercavi? Sei solo una vacca! Una porca, troia e vacca!!!”, mi insulta, baciandomi ancora ed affondando nel mio sfintere. Quindi, mi stringe il mento con una mano e mi torce il collo verso Enrico. “Succhia, puttana!”, mi offende ancora, ed io annuisco, impaurito, mentre il mio boy mi imbocca col suo grosso biberon.
Perché Michel si comporta così? Forse per esigenze di copione? Sta di fatto che, mentre continua ad entrarmi dentro, mi lancia sguardi di sfida e sembra lì lì per insultarmi di nuovo. Quando arriva in fondo, tolgo il braccio dalla spalla di Hans e mi aggrappo con forza a lui, sputando anche la nerchia del mio ragazzone.
“AAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!”, urlo, soprattuto quando Michel si solleva un po’ allargandomi di più il buco. Non può essere un caso: se lo ricorda bene che più mi dilato più godo. E infatti, rimane così qualche secondo, giusto il tempo di causarmi l’ennesimo spasmo che mi fa sussultare e premere il corpo contro il suo.
“Sì, godi così, porcona mia!”, insiste. Ora capisco: si ricorda che mi fanno godere gli stimoli fisici, ma, a quanto pare si ricorda che mi fanno godere anche gli stimoli verbali. Ecco perché mi offende. Che stronzo!
E i suoi tentativi sortiscono l’effetto voluto: mentre non smette di salire e allargarmi lo sfintere, mi continua a chiamare in tutti i modi più volgari possibili. Poi, si tira su e, appoggiando le ginocchia alla seduta e sollevandomi le gambe per le caviglie, facendomi ricadere di nuovo sul petto di Hans, comincia a scoparmi di gran lena. In più, lo stronzo del tedesco che mi sta sotto riprende a torturarmi la rosellina con la sua mano. Io mi guardo il culo dilatato dalla sua minchia e sfondato ripetutamente da quella di Michel, che sbrodola senza sosta lubrificando le due verghe, ma soprattutto quella del blogger che mi sta scopando instancabile.
“Cazzo! Non potevo lasciarmi scappare questa occasione!”, sbuffa Michel, senza smettere di fottermi. “Non abbiamo ancora trovato una troia come te! Riesci a crederci? Una che prenda cazzi a tutta forza senza protestare! Sei ineguagliabile… ah!... impareggiabile… Uff!... e poi hai un culo… mmmmm… CHE CULO, RAGAZZI! UUUUUUHHHHH!!!”, conclude, ululando alla luna.
“Ehi, amico!”, dice poi ad Enrico, dopo avermi pistonato un po’ nelle viscere. “Vuoi fare cambio?”. Il mio gigantone annuisce e Michel, con un forte strattone, mi priva della sua verga, che, però, viene subito sostituita da tre dita di Hans, pronte a tenermi ben aperto, in attesa che Enrico si posizioni.
Quindi, il mio boy salta giù dal divano e si mette tra le mie gambe. “Sei una favola, amore!”, si complimenta. Prende le misure e mi infilza, sdraiandosi su di me e premendo con le mani sulla seduta. Punta i piedi a terra e inizia a stantuffare con tutto il suo peso. “Non ti faccio male, vero? Eh?”, si accerta, premuroso.
“No… no. Io… godo…”, lo rassicuro, tra i singulti. Michel, salito sul divano, mi tira per i capelli per darmi il suo cazzo da ciucciare; Hans, invece, non riuscendo più a tenere la mano sulla mia rosellina, visti i colpi che mi sta dando Enrico, è passato a titillarmi i capezzoli, svitandoli e avvitandoli, strizzandoli tra pollice e indice e pizzicandoli come fossero corde di chitarra.
“Ch’è bello quando godi così tanto! Fai godere anche me, tesoro! Sì, godo anch’iiiiiiiiiiiooooooooooooo!!!”, rantola e, facendosi indietro, balza sul divano. Io sputo il cazzo di Michel per la sorpresa e ricevo dritto in faccia tutto il caldo sperma prodotto dai gonfi lombi del mio gigantone. Uno schizzo mi arriva anche dentro una narice, provocandomi un conato di vomito che riesco a trattenere. Poi, si protende ancora un po’ e mi costringe ad ingoiare tutta l’asta che continua sputare seme nella mia gola.
Gerry ha dovuto fare uno scatto felino per riprendere la scena, visto che Enrico non l’ha annunciata. Lo vedo alla mia sinistra, intento a filmare il mio volto che succhia le ultime gocce di sborra dalla nerchia del mio boy.
Intanto, sotto di me Hans ha ripreso a scoparmi con movimenti sussultori: ha messo due mani sotto le mie chiappe e, spingendo a terra con le piante dei piedi, si dà le spinte necessarie per affondarmi colpi su colpi. Enrico smonta dal divano ed io guardo giù la mia rosellina trapanata da quell’enormità, ma Michel mi distrae prontamente da tale visione, torcendomi il collo per ricevere anche il suo piacere dritto in volto. E come Enrico, dopo aver schizzato due o tre volte, mi riempie le fauci con la sua virilità per finire di scaricarsi in fondo alla mia gola.
Anche lui, esaurito l’orgasmo, salta giù dal divano, mentre Hans non smette di stantuffarmi negli intestini. Io rimbalzo sul suo corpo e solo dopo un paio di minuti lo sento cedere. Rantola e impreca in tedesco, ma non tira fuori la mazza. A quanto pare non vuole esplodermi in faccia, come i suoi compari di monta.
Sento il suo uccello gonfiarsi ancora, se mai fosse possibile. Guardo giù ed è proprio così: i suoi coglioni sembrano sparire ed in quello stesso istante avverto un sibilo ed una pressione potente in fondo allo sfintere, dritta contro la prostata. Lo stronzo, per di più, allunga ancora una volta la sua mano sulla mia rosellina sbrindellata e ci infila dentro tre dita. Tira verso l’alto e fa colare fuori la sua sborra, ma, contemporaneamente, mi provoca l’ennesimo e istantaneo orgasmo anale, che, dopo una cavalcata come questa di oggi, è sempre lì lì a venire.
Il mio capo reclina indietro di scatto e mi spalmo completamente sul corpo dello stallone. Mi struscio su di lui e mi sento liquido. Dal mio buco fuoriescono sostanze di ogni sorta: sperma e umori in quantità industriale. Sbavo e schiumo dalla bocca e gli occhi mi si rivoltano nelle orbite. Ho brividi incessanti, ma sono ancora cosciente. Uno spasmo improvviso mi fa sputare il cazzone dal culo e, con uno scatto, mi ribalto sul divano e mi chino sul ventre di Hans, inghiottendo tutto il palo che lo sormonta. Le mie guance si sformano innaturalmente e mi strozzo, ma sono ormai al culmine del mio piacere e poco mi importa delle conseguenze. Tra queste non avevo calcolato un bello e conclusivo orgasmo orale, visto che era da tanto tempo che non ne provavo uno e avevo dimenticato che potesse accadermi. Sta di fatto che il grosso glande del tedesco che mi struscia contro la glottide mi provoca un’ulteriore sensazione di estasi.
Schiudo le labbra e stringo lo stomaco, mentre continuo a spompinare la cappella solo con la gola, accrescendo il mio piacere. Un’esplosione improvvisa nello stomaco mi fa sobbalzare sul divano e poi un’altra a seguire e un’altra ancora. Salto a più riprese sulla seduta, ma non intendo abbandonare la fonte del mio godimento. Lancio uno sguardo lascivo ai miei compagni di avventura, che sono alle spalle di Gerry stupiti dalle mie pratiche finali.
Mentre gli spasmi si trasformano via via in una lunga convulsione, continuo a fissare Michel ed Enrico. Riesco a sdraiarmi a pancia in giù sul divano e ad impugnare l’asta di Hans, ma i tremori che mi scorrono per tutte le membra non si smorzano. Succhio e lecco l’asta e vibro tutto, ammiccando ai miei amici come una troia navigata, fintantoché tutta l’energia che ho accumulato in questa lunga giornata di sesso non si esaurisce.
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