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Crociera (4° parte) - L'ufficiale


di crigio
15.08.2013    |    11.706    |    1 9.7
"Io gli accarezzo i capelli e sorrido per l’estasi raggiunta..."
Oggi, quinto giorno di crociera, ci sarà la festa con l’equipaggio: stasera, dopo una sfilata nel salone centrale, gli ufficiali potranno divertirsi a turno con i passeggeri ed intrattenerli, magari facendo scoprire loro degli aspetti della nave rimasti oscuri finora. Naturalmente, io non ho intenzione di lasciarmi sfuggire l’occasione di conoscere un bell’uomo in divisa…
Verso le 20 io e i ragazzi ci prepariamo e ci diamo appuntamento sul ponte dei festeggiamenti. Inizialmente c’è la presentazione di tutto l’equipaggio e poi ognuno di loro si confonde con la folla, facendo foto-ricordo e rispondendo alle domande più curiose e varie.
Noi quattro andiamo in discoteca, e anche lì vediamo qualche divisa “in libera uscita”. Iniziamo a scatenarci sulla pista da ballo, dimenando braccia e culi a più non posso.
Mentre sono lì che ci do dentro col ritmo, lancio uno sguardo alla sala: oltre le colonne che delimitano il dancefloor ci sono dei tavolini. Seduto ad uno di quelli, un ufficiale sorseggia un cocktail. Attira subito la mia attenzione: deve essere sulla quarantina, capelli brizzolati e corti, spalle larghe, e un viso apparentemente affascinante. La distanza non mi permette di dare un giudizio definitivo, e poi d’un tratto si alza e va verso il bancone del bar per prendere qualcos’altro da bere. Ne approfitto per divincolarmi dalla marmaglia che mi circonda per raggiungerlo. Mi accomodo su uno sgabello accanto a lui e chiedo un prosecco. Volto un secondo la testa e gli sorrido: “Salve!”. Avevo ragione: è un uomo molto affascinante.
“Salve!”, mi risponde lui, forse più per dovere di servizio che per altro. Torna al suo drink, ma poi di nuovo si gira verso di me: “Ti stai divertendo?”.
“Oh, sì! Ballando scarico tutte le tensioni. E lei? Perché non entra in pista?”.
“Oh no! Io non sono capace…”.
“Ma va! Lo siamo tutti! Non si richiedono certo anni di danza, ma solo di agitare un po’ il culo…”.
“… e ho visto che tu lo agiti molto bene…”, chiosa, sorseggiando dal bicchiere.
Quella battuta mi fa accendere una lampadina: niente niente ho trovato la mia prossima preda…
“Grazie! Ma perché? Mi guardava mentre lo dimenavo?”.
“Beh… sì… è un bel culo…”, e sorride bevendo l’ultimo sorso. Dopo uno scambio di sguardi che si prolunga un secondo di troppo, aggiunge: “Dai, seguimi!”. Io smonto dallo sgabello e gli vado dietro, mentre cerco Fausto tra la folla facendogli segno che ci saremmo visti più tardi. Naturalmente, il mio amico curiosone allunga il collo per vedere con chi sto uscendo e mi sorride complice.
Usciti dalla disco, prendiamo un ascensore e scendiamo al ponte 2 dove ci sono gli alloggi dell’equipaggio. Quando le porte si aprono, procediamo lungo il corridoio di fronte e lui si ferma davanti all’ultima cabina a destra, tira fuori la chiave, apre ed entriamo. Getta la chiave dentro uno svuotatasche sul tavolino, e si avvicina a me. Mi tremano le gambe e sento il battito del mio cuore in testa: ha un fascino pazzesco! Lui solleva una mano e mi accarezza una guancia, poi mi afferra per la nuca e, con fare sensuale, incolla la sua bocca alla mia aprendola e chiudendola in un bacio di una passione mai sentita prima. La sua lingua si fa strada per cercare la mia. Limoniamo un po’ e poi lui, con l’altra mano, mi stringe a sé, facendomi sentire tutti i muscoli del suo torso. Per fortuna che mi sta reggendo, perché potrei svenire da un momento all’altro, tanto è coinvolgente il suo abbraccio. Ora mi accarezza la schiena e la mia t-shirt si solleva e avverto il contatto dal suo palmo lungo la mia spina dorsale. Un brivido mi percorre da capo a piedi. Poi, afferra i lembi della mia maglietta e me la leva.
Quindi, mentre continua a baciarmi, si toglie la giacca e si allenta la cravatta, slacciando i primi bottoni della camicia. Ha un petto villoso, ma non troppo, ed un torace possente, proprio come lo avevo sentito al primo contatto. Attacco le mie mani al suo petto e lo massaggio. Lui scende con una mano verso i miei jeans e la infila dentro fino a raggiungere una chiappa, che palpeggia con fare esperto. L’altra mano afferra la mia coscia, che lui solleva per avvinghiarla alla sua vita. Mentre mi sorregge cammina verso il letto, mi ci lascia andare delicatamente sopra e lui cade piano su di me continuando a lavorarmi la bocca. Le mie gambe lo avvolgono e i talloni puntano alle sue terga. Lui si stacca dalle mie labbra e scende lungo il mio collo, leccandolo sensualmente. Il mio torso si solleva per l’eccitazione e lui si aggrappa con i denti ad uno dei miei capezzoli. Sospiro di piacere.
Dopo avermi torturato abbondantemente il capezzolo destro, fa lo stesso col sinistro. Il mio corpo mi regala un piacere continuo. Non è come le altre volte, quando ero io a dovere generare la mia eccitazione attraverso le stimolazioni che i miei amanti mi regalavano. Stavolta, tutto sembra avvenire in modo naturale. La passione che ci sta mettendo quest’uomo mi fa pensare di non stare facendo sesso, ma di stare facendo l’amore.
Dopo avere infradiciato anche il capezzolo sinistro, scende con la lingua lungo il mio fianco facendomi il solletico. Rido. Lui solleva lo sguardo e ride con me. Poi afferra i miei jeans e li tira giù ancora allacciati, leccandomi lungo le ossa del bacino e afferrando con le labbra i peli del pube.
Mi sbottona i pantaloni, tira giù la lampo e mi massaggia il pacco con le labbra. Il mio cazzo si fa barzotto. Lui scosta l’elastico dello slip e si ingoia il mio membro.
Stavolta è il mio bacino a sollevarsi colto da un fremito di eccitazione, e va incontro alla sua bocca accompagnando l’andirivieni del suo pompino. Il mio cazzo cresce tra le sue fauci, mentre lui mi libera completamente dei jeans. Con un risucchio rumoroso molla la mia asta e corre a lapparmi le palle. Le mie cosce si divaricano e si sollevano, sostenute dalle sue mani. Lecca e succhia un po’ il mio scroto e poi allunga la lingua verso la mia rosellina: le mie mani stringono le lenzuola e la mia bocca si abbandona ad un gemito di profondo godimento.
La sua lingua lavora il mio buco con una tale dedizione che mi sento leggero leggero, quasi come su una nuvola. Mi dimentico di tutto e mi lascio fare da lui. Mentre lecca, si inumidisce un dito e sfrega la parte superiore del mio anellino. Quel doppio massaggio accentua le mie sensazioni. Gli afferro la testa e la spingo contro il mio solco. Lui allunga la lingua e mi scopa il buco con quella, più a fondo che riesce.
“Oh sì, così!”, sussurro, e i suoi occhi mi sorridono.
Dopo un po’ si alza in piedi e si sbottona lentamente la camicia. Dio, che maschio! Quando la apre riesco finalmente a vedere il suo torso muscoloso: i pettorali sono disegnati in modo perfetto, l’addome è un po’ rilassato ma ancora abbastanza tonico. Quando tira via la camicia scorgo i bicipiti e i tricipiti delle sue braccia, nonché i muscoli dell’avambraccio. È bellissimo!
Si slaccia i pantaloni e se li sfila. Così in boxer sembra il terzo Bronzo di Riace! Io, ipnotizzato da quella visione, mi sollevo e inizio a massaggiargli il pacco attraverso il cotone delle mutande. Il suo cazzo è già semieccitato, ma col mio movimento cresce rapidamente e diventa sempre più duro. Quando scosto l’elastico superiore del boxer, quello salta su, e una goccia di liquido prespermatico stilla dal buchino del glande. Allungo la lingua per raccoglierlo e tenendola tutta aperta gli avvolgo la cappella facendocela scorrere sopra.
L’ufficiale si abbandona ad un sospiro di piacere e con le mani ai fianchi fa un leggero movimento in avanti e indietro suggerendomi di cominciare a spompinarlo. Quindi, richiudo la bocca attorno alla sua asta e mi ci dedico con la stessa passione che lui ha riversato sul mio corpo. I suoi sospiri e i suoi gemiti riempiono la cabina ed accrescono la mia libido.
Tra le mie fauci e con i miei colpi di lingua il suo cazzo è diventato di marmo. Mi scosto per dargli un’occhiata e vedo che si erge potente, leggermente ricurvo verso l’alto e la cappella rossa e pulsante. Guardo l’ufficiale con la bocca sporca di saliva e semiaperta e lui capisce che sono pronto ad accoglierlo dentro di me. Quindi, mi spinge indietro sul letto, mi solleva le gambe e se le appoggia al petto. Si sputa sul glande e con una mano si bagna tutta l’asta. Poi la infila nel mio solco e con un dito cerca il mio buco. Una volta che l’ha trovato, spinge per introdursi.
Appena la sua cappella inizia a dilatare il mio anello, il mio respiro si fa più corto. Lui comincia il suo movimento per fare abituare il mio sfintere a quel corpo estraneo e piano piano il suo cazzo viene ingoiato tra le mie viscere. Raggiunto il fondo, il mio uomo torna indietro estraendolo quasi tutto e poi riaffonda lentamente dentro di me. Lo fa più e più volte, finché si accorge di avere la strada libera. Allora, si piega su di me e il suo torace possente prende contatto col mio corpo, mandandomi il cervello in delirio. Il suo bacino si muove a ritmo lento ma deciso: sembra che col suo cazzo non voglia solo penetrarmi, ma com-penetrarmi. Ci mette una tale passione che, quando arriva alla fine della lunghezza della sua mazza, continua a spingere quasi voglia entrare anche lui per quel pertugio. Il suo cazzo stimola tutte le pareti del mio sfintere: lo sento dappertutto e lo tengo stretto per non lasciarmelo sfuggire.
Intanto, lui mi bacia il collo, l’orecchio, le labbra. Mi strizza un capezzolo e mi accarezza il fianco. Non penso al fatto di dover raggiungere l’orgasmo anale come le altre volte, perché il piacere mi ha pervaso fin da quando quest’uomo ha cominciato a baciarmi, e non mi ha più abbandonato.
I suoi affondi si fanno sempre più rapidi e intensi. Il godimento che provo mi fa rilassare lo sfintere, rendendolo molle, accogliente e recettivo. Lui ci naviga facilmente, senza trovare alcuna resistenza, tanto che il movimento del suo bacino ogni tanto cambia: da avanti/indietro si trasforma in movimento circolare; a volte mi scopa solo per metà della lunghezza del suo cazzo e poi di colpo entra fino in fondo.
“Come sei caldo!”, mi sussurra. Io apro gli occhi, che tenevo chiusi per godermi il piacere, e gli sorrido complice.
Probabilmente la temperatura del mio corpo gli suggerisce che sono all’apice della libidine, e allora comincia a scoparmi sempre più forte, rantolando ogni volta che col suo bacino percuote le mie chiappe. Io gemo di piacere. Il suo corpo vibra. Un ultimo colpo e rimane dentro di me fino in fondo, arrivando dove non saprei neanche dire. Lui muggisce per l’orgasmo. Ad intervalli stretti e regolari sento le mie viscere riscaldate dal suo seme, quattro, cinque, sei volte. Finché ce la fa, continua a scoparmi, poi si accascia pesantemente su di me, sudato fradicio. Io gli accarezzo i capelli e sorrido per l’estasi raggiunta.
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