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Crociera (5° parte - 2) - Orgia finale


di crigio
19.08.2013    |    8.540    |    3 9.4
"E poi ti sei potuto accorgere da solo di quanto sono resistenti!”..."
2.
Quando ci riprendiamo, io e Pino andiamo in bagno per darci una lavata e una sistemata.
“Ehi, Giò”, mi fa, “ne rimane ancora uno da soddisfare, l’hai dimenticato?”.
Io gli lancio uno sguardo interrogativo: “Ah già! Ahmed! Beh, io me lo sono già fatto qualche giorno fa, quindi te lo lascio volentieri!”.
“Oh, no, puttanella mia! Non potrei mai privarti di un tale piacere! E poi, è adesso che siamo completamente dilatati che viene il bello” e mi infila due dita nel culo.
“MMMMMMM, hai ragione!”, rispondo.
“Considera anche che, a parte Enrico, nessuno di loro è ancora venuto, quindi sono pienamente operativi. E poi ti sei potuto accorgere da solo di quanto sono resistenti!”.
“Oh sì. E ti assicuro che Ahmed non è da meno!”.
“Bene, allora senti che cosa facciamo ora”, e mi spiega il nuovo copione che da bravo regista ha appena pensato.

Usciamo dal bagno e, fissando i nostri stalloni, arriviamo fino al letto inginocchiandoci sopra a cosce larghe e culo in fuori. I nostri buchi si dilatano, sento dell’aria che ci passa attraverso e ansimo. Pietro allunga una mano per palparci, ma Pino lo blocca: “ Eh no, cari! Si fa quello che diciamo noi! Ahmed, visto che Giò si è già fatto il tuo cazzone qualche giorno fa, mi ha gentilmente concesso di farmi scopare da te. Naturalmente per ricambiare io gli presto i miei stalloni. D’altra parte non è detto che più avanti non ci si scambi di posto…”, e fa un occhiolino a tutti. “Allora”, prosegue, “tu, Ahmed, sdraiati sotto di me… Bene così”, e si impala con estrema facilità sul cazzone del turco, ansimando. “Amore”, aggiunge, rivolgendosi a Sandro, “vieni qui dietro di me, dai”. Probabilmente, Sandro ha già capito cosa fare. Deve conoscere bene quella troietta del suo ragazzo. E infatti, salito sul letto, si accovaccia dietro Pino e, puntando il cazzo al suo buco, gli affonda dentro. Un nuovo gemito esce dalla bocca del biondino.
“Dai, Giò! Chiama i tuoi adesso!”, mi esorta.
“Pietro”, ordino, “vieni qui e sdraiati come Ahmed”. Io gli salgo su a cavalcioni ed ingoio nel culo la sua mazza irregolare. Anch’io riesco a penetrarmi senza alcuna difficolta. Poi aggiungo: “Mohammed, tocca te. Mettiti nella stessa posizione di Sandro!”. Il tunisino corre verso di me e mi infilza col suo spiedo.
“Oh, che meraviglia!”, esclamo, e Pino mi sorride, preso dalla libidine. Infatti, i suoi montatori hanno già iniziato a ripassargli il culo, mentre i miei stanno appena partendo. I nostri gemiti si diffondono nella cabina insieme con i respiri pesanti dei nostri stalloni. Vedo i due cazzoni nel culo di Pino entrare ed uscire a ritmo alternato e sento che anche i miei fanno lo stesso. I nostri buchi sono dilatati all’inverosimile, ma, dopo i due orgasmi di poco fa, ormai si sono rilassati a tal punto che potremmo prendere dentro qualsiasi cosa, anche il cazzone di Enrico.
A proposito di Enrico, Pino improvvisamente lo richiama all’ordine: “Ehi, ragazzone! Che fai lì tutto solo? Vieni qui che ti rimettiamo un po’ in sesto!”.
“Magari prima vado a darmi una pulita…”.
“Non ci pensare neanche!”, lo redarguisce Pino. “Vogliamo assaporarlo così com’è, ancora sporco di sborra!”.
L’idea sembra eccitarlo, perché, alle parole di Pino, il suo cazzone sembra avere un piccolo sussulto. Allora si tira su, gira intorno al letto, ci si inginocchia sopra in mezzo alle nostre teste e noi ci protendiamo verso quella mostruosità per lucidarla a dovere. In quel momento noto che il gigantone ha un tatuaggio sul suo fianco destro, una farfallina direi. Carina! Non gli si addice, vista la sua mole, ma comunque carina!
Mentre lo lappiamo, lo inghiottiamo per quanto possibile, insomma, lo spompiniamo, i quattro stalloni ci ripassano gli sfinteri senza risparmiarsi. Intanto, tra le nostre bocche accoglienti e la visione della scena che si svolge sotto di lui, Enrico ricomincia ad eccitarsi ed il suo cazzo riprende vigore. A vederlo adesso così, con tutta la mia lucidità mentale, posso senz’altro dire che è lungo come quello del fratellino di Ahmed, ma sicuramente molto più grosso.
I ragazzi dentro di noi aumentano il ritmo e sembra che non ce la facciano a resistere ancora per molto e allora noi li esortiamo a darci dentro.
“Dai, amore!”, comincia Pino, “godi col mio culo, dai! Fa’ vedere a questi porconi quanto ti piace il mio culetto!”, e Sandro rantola di piacere, cominciando a tremare. Non riesce più a reggersi sulle gambe e quindi si inginocchia sul letto continuando il suo andirivieni e, dopo qualche altro colpo, mugola per l’orgasmo che sta liberando dentro il suo amante e sul cazzo di Ahmed. “Sì, bravo, svuotati tutto. Voglio tutto il tuo seme. Innaffiami, riempimi, SBORRAAAAAAA!!!!”.
“Oh sì. Ti inondo, CAZZOOOOO!!!!!”, e si tira fuori spalmando le ultime gocce di sperma sull’anello di Pino.
Intanto, io limono con Pietro, mentre Mohammed accelera il suo movimento sempre più, finché mi pianta il cazzo in fondo esplodendo rumorosamente il suo piacere. Diversi schizzi riscaldano il mio sfintere e lo sperma cola anche fuori dal mio buco lungo l’asta di Pietro. Il tunisino dà qualche altro colpo, e poi si sfila per andare ad accasciarsi sul divano accanto a Sandro.
Sorpreso dal calore della sborra di Mohammed anche Pietro comincia a provare il suo orgasmo: mi assesta dei colpi di bacino profondi e spara il suo seme nelle mie viscere. Mi chino a baciarlo e il suo cazzo scivola fuori dal mio buco, insieme con qualche rivolo di sborra che io raccolgo prontamente con una mano che poi mi porto alla bocca ripulendola ben bene.
Nel frattempo, Ahmed sta continuando a sbattere Pino, esattamente come aveva fatto con me: adesso che è da solo dentro il biondino, il turco può dirigere le operazioni come più gli aggrada. Rivolgendomi a Pino gli dico: “Adesso sono cazzi tuoi!”, e sorrido consapevole di quello che lo aspetta.
Ahmed, infatti, lo tiene per i fianchi e con le sue braccia possenti lo solleva completamente sfilandogli il cazzo dal culo. Pina brama per averlo di nuovo dentro, ma il turco lo fa disperare di lussuria. Poi, introduce solo la cappella, rimane così un po’ finché lo sfintere di Pino, contraendosi, ingoia spontaneamente tutta l’asta. Il biondino gode, ma subito Ahmed ritira fuori il suo cazzo. “No, no!”, protesta Pino.
“Sta calmo”, gli dico, “vedrai…”.
Allora il biondino mi guarda e si accorge che sono rimasto senza cazzi da soddisfare. “Ehi! Che ne dici di farti ripassare di nuovo da Enrico?”.
“MMMMMMM, bella idea!”, ammicco, guardando il gigante con occhi vogliosi da gran troia e passandomi la lingua sulle labbra. Prima di farmi penetrare, però, mi avvento su quella mazza spaventosa e gli faccio una pompa spettacolare per rintostarla al meglio. Quando la sento bella dura e vibrante dico ad Enrico di scoparmi. Allora lui si posiziona dietro di me e mi assesta uno dei suoi colpi violenti. Il mio corpo salta sul letto, ma stavolta non c’è dolore né bruciore, ma un brivido di godimento mi percorre tutta la schiena e mi fa urlare di piacere. Enrico non si risparmia, esattamente come prima, e i suoi colpi laceranti sono fonte di un’eccitazione infinita.
D’un tratto vengo distratto da una nuova protesta di Pino: “Oh no, NO! Così mi spezzi l’eccitazione, stronzo!”. Lo vedo sospeso sul cazzone del turco che punta al suo buco. Lui cerca di spingersi giù per impalarsi, ma le braccia di Ahmed sono più forti delle sue gambe. Poi, cogliendo di sorpresa un Pino ormai esausto, il turco gli molla i fianchi e lui ricade sulla verga infilzandosi fino in fondo. Pino, allora, urla per la lacerazione che certamente Ahmed gli ha provocato dentro, ma non desiste e, come una furia, inizia a prendersi tutto il piacere che il turco gli ha negato fino ad ora, rimbalzando e andando incontro al bacino dello stallone che lo percuote energicamente. Pino gode urlando, si strizza i capezzoli e agita il culo come una puttana infoiata.
Anch’io, adesso, vado incontro ad Enrico col mio culo, spingendomi la sua mazza sempre più in fondo. Mi sollevo e gli abbraccio il collo, baciandolo in bocca, mentre, usando i miei lombari, continuo ad agitare il mio culo verso di lui che non smette di sbattermi. D’improvviso, fa uno strattone indietro e, uscendo da me, sembra che si porti via un pezzo di intestino. Subito rientra e il mio corpo si irrigidisce. Poi esce e rientra di nuovo, e così diverse volte.
“Ehi, amico!”, rantola Pino, “il mio sta arrivando. Tu che mi dici?”.
“Anch’io ci sono quasi”.
Enrico ritorna dentro di me ed io riprendo a sbattere il mio bacino contro il suo. Il mio corpo comincia ad essere preso dagli spasmi e gemo sempre più forte.
Anche Pino, che continua a sbattersi il cazzone del turco nelle viscere, inizia a mugolare di godimento.
Improvvisamente, però i nostri stalloni ci abbandonano in preda agli scossoni. Ahmed si sfila da Pino e scende dal letto lasciandolo tremante, a pecorina sul bordo del talamo. Enrico, con un altro dei suoi strattoni, esce da me e mi lascia in preda agli spasmi. Io e Pino ci guardiamo straniti, ma subito i nostri culi vengono nuovamente riempiti, il mio dalla verga di Ahmed, quello di Pino dalla mazza esagerata di Enrico. I nostri corpi prendono a vibrare talmente tanto forte che il letto non solo trema con noi, ma dondola pericolosamente. I due stalloni ci sbattono come degli ossessi, poi di nuovo ci lasciano e si scambiano le posizioni. Io ho di nuovo il cazzone di Enrico dentro di me e Pino viene impalato dallo spiedo del turco.
I nostri due montatori continuano a sostituirsi nei nostri sfinteri percuotendoci nel profondo e così prolungando all’inverosimile il nostro orgasmo. La loro resistenza è spaventosa: nonostante i nostri buchi siano presi da contrazioni, loro riescono comunque a penetrarci e a non farsi coinvolgere da quella masturbazione anale. L’orgasmo dal cervello mi torna giù verso il bacino che inizia a sbattere su è giù violentemente. Non mi reggo più sugli arti e mi rigiro sdraiandomi sulla schiena. Enrico non si lascia sorprendere e, abbattendosi su di me, mi precipita dentro col suo palo. Il mio torso si scolla dal letto con uno spasmo violentissimo. Enrico continua a violentarmi, ma sta arrivando anche lui. Inizia a muggire e grufolare e il suo cazzo si gonfia ancora mentre schizza dentro di me i primi fiotti. Di colpo lo tira fuori per spararmi gli altri su tutto il corpo. Poi, si abbatte su di me son tutto il peso del suo corpo, quasi soffocandomi.
Giro la testa per guardare Pino: anche lui mi sta guardando con un mezzo sorriso, la bocca aperta e la lingua penzolante. È paonazzo e sbava abbondantemente, mentre è ancora percosso da Ahmed che sembra non averne mai abbastanza. Ma mi sbaglio: anche il turco inizia ad urlare per l’orgasmo che lo coglie, ma invece di liberarsi nello sfintere del biondino, rapido balza sul letto e soffoca Pino con la sua mazza, schizzandogli fiottate di sborra in gola. Il gozzo di Pino si gonfia per l’abbondanza dello sperma e le sue guance si contraggono: sta ciucciando e inghiottendo tutto, da gran troia navigata qual è, e intanto continua a guardarmi con occhi di sfida, quasi volesse dirmi: “Sono più vacca di te!”.

Dopo esserci ripuliti e ristorati, i miei ospiti mi lasciano. Prima di uscire, Pino si volta e mi mette in mano una mazzetta di banconote: “Tieni! Te li sei meritati tutti!”.
Sono € 500,00!!! CAZZO!!!
“Ehi!”, lo richiamo, “Bella l’idea del finale!”.
“Eh?! Non è stata una mia idea, ma un’iniziativa di Ahmed ed Enrico…”.
Dubitando non poco della cosa, lo saluto con una pacca sul culo.
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