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DIECI PICCOLI INDIANI


di Mitchell
05.09.2012    |    17.866    |    6 8.9
"Ahahah" "Tu hai cominciato presto..."
"Ehi ragazzi! Chi ha voglia di farsi fare un bel pompino?" urlai a tutta forza verso il campetto di
calcio dove tutti i coglionazzi sudati e a torso nudo si davano da fare cercando di infilare un goal,
urlando e sbraitando come forsennati.
"Ma sei fuori??" mi sussurrò Giorgio. "No perchè??" Ma che ti è saltato in mente??" "Avrei voglia
di spompinarmeli tutti, che male c'è?".
I ragazzi che stavano giocando intanto erano rimasti pietrificati, nessuno di loro mosse più un
passo, nè fece più un sibilo. Mi guardavano immobili e forse increduli per tanta spavalderia.
"Allora? -continuai- Vi si è seccata la lingua? Non interessa a nessuno farsi succhiare il cazzo?
Guardate che lo faccio meglio delle vostre ragazze, sempre ammesso che ne abbiate una!" E detto
ciò mi scappò da ridere a crepapelle da non riuscire a fermarmi più. Giorgio stava cercando di
trascinarmi via ma era dura considerando che mi ero aggrappato al palo di un divieto.
Il più alto dei bamboccetti che giocavano a calcetto si staccò dal gruppo e prese a camminare
velocemente dirigendosi verso di me.
Giorgio continuava a ripetermi "Andiamo via" cercando sempre di tirarmi con se ma sarebbe stato
più facile che il palo piantato per terra si staccasse che io a mollare la presa. Il pennellone alto era
davanti a me. Solo la rete di recinzione ci divideva. Smisi di ridere. Il pennellone parlò: "Senti un pò!
Chi sei? Sei un finocchio? O sei qui per prender per il culo??". Replicai: "Io non prendo mai per il
culo. Se vi piace potrei anche infilarvi la lingua dentro, ma a condizione che ve lo insaponiate bene
prima!". E ricominciai a ridere mentre il ragazzo alto dietro la rete diventava visibilmente più serio.
Diede un calcio alla struttura metallica forse per impaurirmi senza riuscirci. "Se ci aspetti usciamo
da qui e ti diamo una bella lezione. Così proverai le stesse emozioni che prova un pallone quando lo
si prende a calci!". "No! Le regole qui le detto io! -replicai- sono venuto qui per invitarvi a una
spompinata di gruppo, non per essere menato. Per cui: voi rimanete lì dietro, ci pensate e poi mi
fate sapere. Questo è il mio cellulare" furono le ultime parole che dissi dopo avergli passato da un
buco un foglietto con sopra il mio numero. Mi girai e seguii Giorgio che nel frattempo era già
sgattaiolato via. "Ma che figura di merda! E' una figura di merda stratosferica! Che ti è saltato in
mente? Non avrò mai più il coraggio di passare da qui!" fu il commento del mio amico a cui risposi
"Non fare tanto la santarellina. Lo so che te li saresti ciucciati tutti anche tu. Anche sudati, anche
con l'uccello sporco. Sei più maiale di me..." "Ma non sono tanto idiota da urlare Ragazziii! Volete
una pompaaaa?? Vaffanculo!! E se ne incontro qualcuno per strada e poi mi
riconosce?" "Se ti riconoscono tu devi dire che solo il tuo amico è culo e tu non c'entravi nulla...
saluti e te ne vai. Ora vado a casa anch'io, son quasi le 20 e ho anche fame. Ciaooo".
Lasciai lì Giorgio come un becco, ancora rincitrullito per la scenetta al campetto di calcio. Era chiaro
che temeva per le conseguenze che la mia provocazione avrebbe potuto generare in seguito. Io non
avevo nessuna paura, la paura è sempre stata mia nemica. Mi slappai la cena che mamma aveva
preparato e subito dopo andai a spararmi un videogame al computer. Durante la fase più critica del
gioco squillò il cellulare.
Era un numero vodafone che non conoscevo. Risposi. Dall'altra parte una voce quasi tremante e
fintamente incazzata mi fece: "Senti, sei tu che hai lasciato il numero prima al mio compagno di
squadra?" Molto fieramente replicai "Si, sono io!". Ci fu una pausa di silenzio. "Quanti anni hai?"
mi chiese. "18 e tu?" "19" "Allora? Avete pensato alla mia proposta pornografica?" "Guarda che hai
scatenato un putiferio, tre dei miei amici avrebbero una gran voglia di menarti, non sopportano i
froci!" "Saranno dei repressi" commentai "Dei che?" fece lui. "Niente niente, e tu? tu invece li
sopporti i froci?" "A me la storia del pompino un po' mi attizza, se vuoi potremmo vederci stasera"
"Eh no bello! L'invito era per una spompinata di massa, o tutti o niente!".
"Certo che sei stronzo eh? Che pretendi? Di vederci tutti nudi ai tuoi piedi?" "Più o meno...per cui
convoca i tuoi amichetti e riprendete in esame la cosa. Se sarete tutti daccordo poi mi fai chiamare
dal capobranco. Ah, ma se qualcuno è ancora intenzionato a menarmi non se ne fa di nulla
ovviamente! Ora ti saluto devo finire una partita importante. Ciao!". Riagganciai senza dargli il
tempo di aggiungere altro. Mi veniva da ridere pensando agli svolgimenti che avrebbe preso la cosa,
ma poi non ci pensai più, dovevo finire il mio videogioco e mi concentrai su quello. La mattina
seguente mi svegliai, mi alzai e andai a prepararmi la colazione. I mei andavano al lavoro presto ed
era sempre estremamente gustoso assaporare il benessere della casa vuota. Alle nove e mezza in
punto risuonò il cellulare. Era un numero wind che non conoscevo. Risposi. "Senti un pò stronzino!
Io mi chiamo Luca, sono il capobranco, o capocazzo, o quello che vuoi. Ieri sera hai detto a Guido
che volevi essere chiamato da me!" "Si infatti. Allora avete deciso?" "Abbiamo deciso in 8 se per te
va bene" "Beh 8 è già un numero più accettabile di uno" Ridacchiai. "Dove lo facciamo e quando?"
"Voi quando siete disposti?" "Oggi pomeriggio?" "Certo. Potremmo fare giù al fiume. C'è un
boschetto dove non vedrebbe nulla nessuno". "Ok, avviso gli altri allora" "Si, e se senti gli altri
fammi mandare per mail la carta di identità di ognuno, la tua compresa, ovvio..." "Cosa?? Vuoi una
copia di un documento per prenderci il cazzo in bocca?"
"No, non solo! Voglio anche una dichiarazione scritta e firmata da tutti e 8 che non mi sarà torto un
capello! Non vi conosco, non so chi siete, non so se siete dei maniaci o dei violentatori. So che siete
boni, questo si ma voglio anche una garanzia per la mia incolumità". "E' ridicolo!" commentò Luca.
"Ridicolo o no le cose stanno così. Questa è il mio indirizzo, scrivitelo da qualche parte. Quando
avrò ricevuto la mail da tutti e otto ti chiamerò e ti farò sapere l'ora!".
Riagganciai senza salutare e mi misi a ridere all'impazzata immaginando la sua faccia da cazzo
appena saputo la storia dei documenti e della dichiarazione. Tornai a letto a guardare un film, ma
era un film noioso e mi addormentai come fanno tutti quando vedono un film noioso. Mi risvegliai
dopo qualche ora. Eran quasi le due di pomeriggio e avevo anche un pò fame. Il freezer offriva
un'ampia scelta di leccornie da buttare nel microonde. Optai per i cannelloni di ricotta e spinaci che
stavo per azzannare una volta scaldati quando suonò ancora il cellulare. Era un nemero Tim che
non conoscevo. Dissi "Pronto?" "Si, salve, io sono Eugenio, faccio parte di quelli che giocano a
calcio lì vicino alla scuola" pausa di silenzio... "Si?!" chiesi per accellerare la conversazione.
"Volevo dirti che riceverai solo 3 mail, gli altri 5 si sono rifiutati di farlo..." "E come mai? E come
mai non mi ha chiamato il capobranco?" "Luca dici? Lui non se la sente di mandarti il documento,
è una cosa troppo delicata, si era ipotizzato tu potessi ricattarci e così lui e altri 4 hanno dato
forfait..." "Ok, però non ho visto alcuna mail! Ci state ancora riflettendo sopra?" "No, abbiamo già
deciso, solo che ci vuol tempo, sai andare in copisteria, fare la scansione del documento e della
dichiarazione, poi spedire la mail, ecc. Ti arriveranno stasera..."
"Beh allora dobbiamo rimandare, si era detto per oggi pomeriggio!" "Se a te sta bene rimandiamo,
non abbiamo poi così fretta di farci fare un bocchino. E te lo dice uno che è quello che ha più voglia
forse...non mi hanno mai spompinato in vita mia!". Pausa di silenzio..."E come mai? Sei timido?
O hai il cazzo piccolo e ti vergogni??" "Non prendermi per il culo, non ho mai avuto una ragazza...
c'è da vergognarsi? Guarda che ho solo 18 anni" "Beh allora io? A 15 anni ho cominciato a far di
quelle cose...ahahah" "Tu hai cominciato presto...ma dimmi la verità: sei gay?" "Avevi dei dubbi?"
"No! Volevo solo una tua affermazione, e poi ti confesso che io ai gay li ho sempre visti in malo
modo..." "Ah si? Magari sei anche uno di quelli che voleva menarmi...!" "Si..." pausa di silenzio...
"Ah bene e io dovrei pompare uno che voleva menarmi perchè sono frocio??" "Ho cambiato idea,
la cosa mi attizza proprio, poi mi sembri anche simpatico, non metterei le mani su di te, te lo giuro"
"Woow, grazie! E visto che sei tanto disponibile ti faresti mettere anche la lingua in bocca?" "Ehi!
Adesso non esagerare, eh? E' già molto che ti faccia succhiare il mio uccello!" "Fai il duro adesso?
Me l'hai già mandata la carta di identità?" ""No, perchè? Aspettavo di chiamarti prima!"
"Dai mandamela allora, volevo che sapere che faccia hai, quale sei dei dieci". "Ci metterò un pò, c'è
mia sorella al pc adesso" "Ok, allora quando mi mandi la mail io ti rispondo e ti dico che ne penso
di te, ti va bene?" "Se non ti piaccio non rispondermi niente, così capirò, ma se non ti piaccio il
pompino me lo farai lo stesso, vero?" "Certo, non dubitare, mantengo sempre i miei impegni! A
dopo".
Che tipo sto' Eugenio pensai dopo aver riagganciato. Prima odiava i froci, poi ci ripensa e
gli va bene la storia della ciucciata di gruppo. Poi strano non abbia mai fatto sesso. O è un cesso, o
c'ha un pirolino, o è un frocio represso. Però di cessi non ne ho visti tra loro 10. Boh, aspetterò mi
mandi la mail, e poi vedremo.
Volevo fare una partita ma non potevo iniziarla. La curiosità di vedere la sua foto era troppo grande.
Controllavo la posta elettronica ogni 5 minuti in modo maniacale. Ci volle più di un'ora per vedere
apparire all'orizzonte di Outlook la mail di Eugenio Campisi. Arrivai all'allegato freneticamente.
Salvai la carta di identità e la ingrandii il giusto con acdsee. I miei occhi ballarono e forse anche la
mia lingua e forse anche il mio uccello! Ma quant'era BONO sto' Eugenio? Da lontano al calcetto
non lo avevo notato. Mi incantai come un'anatra perduta incollando gli occhi su quella immagine.
Rimasi 10 minuti buoni in contemplazione poi la reazione fu immediata. Replicai alla mail con
"Ti posso chiamare?". Dieci secondi e ci fu la risposta. "SI". Stava attaccato al pc lo stronzo,
aspettava con ansia la mia risposta. E allora presi il cellulare e ricomposi il numero Tim che mi
aveva chiamato più di un'ora prima. "Eugenio?" "Si, come mai mi hai chiamato, non mi hai risposto
per posta elettronica, mi ero già dato pace..." "Pace per cosa?" "Pensavo di non piacerti" "Era
molto importante per te sapere che mi piacessi o meno?" Pausa di silenzio..."Forse si..." "Perchè?"
"Non mi hai neanche detto come ti chiami!" "Mi chiamo Michele, ma non cambiare discorso!
Perchè era così importante per te sapere se rientravi nei miei gusti?" Lungissima pausa di silenzio...
"Eugenio ci sei??" "Si" "Ti si è seccata la lingua?" "No" "E allora mi rispondi alla domanda?" Sentii
come un singhiozzio e poi timidamente sussurrò "Ti ritelefono tra un pò, mia madre mi ha chiamato.
Ciao!". Si, come no...Questo è uno di quei coglionetti timidissimi, mi darà forfait anche lui alla fine,
pensai. Tornai al computer per vedere se almeno uno dei giocatori rimasti mi avesse scritto, ma
niente. Dopo 10 minuti suonò ancora il cellulare e il cuore ebbe un sobbalzo. Ma il battito si
regolarizzò subito appena mi accorsi che era Giorgio che mi chiamava. "Ciao Giorgio! Ti è passata
la paura?" "Quale paura? Guarda che ieri scherzavo, non ho mica paura e poi la proposta
indecente gliela hai fatta tu mica io...A proposito...ti ha chiamato qualcuno di quelli??" "SI"
"Dai racconta allora!" Gli spiegai per filo e per segno la faccenda, che erano rimasti solo in tre dei
dieci e che attendevo ancora i loro documenti più dichiarazione per l'incolumità. Ma una cosa non
gli dissi: che avevo perso la testa per Eugenio. "Senti -disse Giorgio- se sei daccordo allora vengo
anch'io, ci andiamo insieme, che dici? Ti confesso che mi sono segato al pensiero di succhiare quei
carini che giocavano a calcio..."
"Sei proprio forte, eh? Prima mi dici sei fuori? e adesso? Mi dici che te li vuoi in bocca anche tu...
Comodo raccogliere la cacciagione dopo che hanno sparato gli altri..." "Se non ti va è lo stesso, ti
lascio i tuoi trofei" "No no mi va, ma come ti ho detto sto ancora aspettando...ti faccio sapere
quando riceverò qualcosa".
"Ok, ciao Michele". Non feci in tempo a metter giù con Giorgio che il mio nokia trillò ancora.
Stavolta era Eugenio davvero! "E' un pò che provo ma era occupato, scusami per prima ma mia
mamma aveva bisogno". "Scusa tu se hai trovato occupato...allora? Dove eravamo rimasti?" " Ti è
arrivata qualche altra mail?" "No..." "Ti posso spiegare il perchè?" "Spiega!" "Ho detto agli altri 2
rimasti che non se ne faceva più di nulla!" "Cosa?" "Ho detto agli altri due che ci avevi ripensato e
non ti andava più farlo...Non riceverai altri messaggi dopo il mi" "Perchè gli hai detto così?" Lunga
pausa di silenzio..."Perchè???" insistetti. "Perchè...perchè...ti volevo..." "Mi volevi?" "Ti volevo solo
per me............" "Come? Ma stai scherzando?? Tu non eri l'etero che voleva menarmi??" "No! Ho
fatto solo lo spavaldo con gli altri per mascherarmi dietro a quello che non sono...Io sono come te"
"Sei gay??" "Credo di si! Per questo a 18 anni non ho mai avuto una storia, un'avventura, sesso...Mi
son fatto solo delle gran seghe con video porno. Ma adesso magari non ti interesso più. Forse ti
attizzava solo fare una pompa a dei ragazzi etero, non è così? Sapendo che sono gay mi hai
svalutato, non è vero??" "NO!" "Sicuro? Dici davvero? Allora...se sei daccordo, io ho la macchina,
vengo a prenderti e andiamo dove vuoi, decidi tu. Poi non c'è bisogno che mi faccia un pompino, mi
basterebbe abbracciarti e baciarti, se ci sara' del sesso lo faremo poi ma l'unica cosa che desidero
in questo momento è stringerti forte!" Stava per scendermi una lacrima ma la trattenni perchè
sarebbe caduta sulla tastiera del pc. Lo stavo per spegnere ma mi accorsi che mi era arrivato un
altro messaggio. Lo aprii dopo aver dato appuntamento a Eugenio per l'ora di cena. Il mittente non
lo conoscevo: Paolo Castoldi. Il messaggio diceva "Ciao, io mi chiamo Paolo. Sono uno di quelli a
cui hai fatto la proposta indecente. Mi ha detto Eugenio che hai cambiato idea e non ti va più di fare
quella cosa là. Ma se per caso ci ripensi e hai voglia di farmi una pompa, magari anche con l'ingoio
io sono disponibile. Ti divertiresti parecchio col mio cazzo, te l'assicuro, ce l'ho bello grosso. Ti
mando documento e dichiarazione. Fammi sapere!".
Ero curioso di vedere la faccia di questo Paolo ma cestinai la curiosità come la mail senza pensarci.
Non mi interessava più niente dopo aver sentito le parole di Eugenio.
Passò a prendermi all'ora di cena. Quella sera rinunciai alle cose buone di mamma con la scusa che
andavo a mangiar la pizza con degli amici. C'era ancora luce e quando salii sulla sua macchina
restammo muti. Ci guardammo per due minuti occhi negli occhi presi dalla magia dell'incanto. Dal
vivo era ancora più bello che in foto ma quello che soprattutto mi aveva colpito di lui era la grande
carica di dolcezza.
Vinti i primi istanti di totale smarrimento ci sorridemmo e ci demmo la mano, un gesto scontato e
anche inutile ma fu solo per rompere il ghiaccio. E una volta rotto non andammo neanche a
mangiare. Avevamo fame soltanto di noi ma non riuscimmo a saziarci, nè ci riusciamo adesso che
sono passati anni, perchè l'amore, quando è vero non potrà mai sfamare del tutto. Amore, una
parola che non conoscevo prima di Eugenio.
L'ultimo rimasto di quei dieci ragazzi che giocavano a calcio in quel giorno di un luglio ormai lontano.

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