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DUE AMICI (CON SORPRESA)


di Foro_Romano
26.08.2015    |    25.243    |    2 9.3
"Dopo alcuni minuti di chiavata non ce la faceva più..."
1. - I due amici

Andrea era un bel ragazzo appena iscritto all'università. Piccolino di statura ma proporzionato. Pelle chiara e morbida, per chi aveva la fortuna di toccarla, e capelli castani chiari, tendenti al biondo. Leggermente paffutello, quel tanto che basta per renderlo desiderabile per chi ama impastare un po' di ciccia. Labbra protese che sembravano fatte apposta per far entrare ben altro che il cibo, naturalmente agli occhi di chi poteva pensare a simili perversioni. Lo sguardo era così sereno che si capiva benissimo che non aveva conosciuto ancora le turpitudini della vita.
Nella scuola superiore aveva conosciuto un altro ragazzo, Giorgio, più grande di lui di tre anni che, invece, era più sviluppato per la sua età, e aveva subito fatto amicizia. Allora non si era ancora reso conto che l'attrazione che lo aveva spinto a conoscerlo era qualcosa di particolare. Aveva un fisico perfetto e muscoloso per natura, un accenno di barba ed era ricoperto quasi dappertutto da una lanugine che lo rendeva molto affascinante. Invece, Andrea, il pelo lo aveva solo sul culo e sulle gambe.
Appena due anni dopo si erano dovuti separare perché quello era passato all'università, dove lo ritrovò tre anni dopo perché studiavano nella stessa facoltà. Grande fu la felicità di incontrarsi di nuovo. Ricominciarono a frequentarsi spesso ed il legame tra loro era sempre più stretto, anche per aver scoperto che i rispettivi padri erano anche loro stati a scuola insieme. Si sentivano quasi come fratelli. Anzi, il più grande, avendo intrapreso lo stesso indirizzo di studi, aiutava spesso Andrea nello studio.
Ambedue ancora abitavano coi rispettivi genitori ma quelli di Giorgio non c'erano mai perché avevano un negozio lontano da casa. In tutti quegli anni Andrea li aveva visti pochissime volte in casi particolari ma aveva notato subito che il padre dell'amico aveva le stesse caratteristiche del figlio, solo era più maturo, più uomo, più virile. Aveva una barba più folta che, come i pochi capelli, erano brizzolati ed era molto peloso quanto il figlio. Il pelo gli arrivava fin sulle grosse mani e sulle dita a ciuffi.
Un giorno che il giovane era andato a studiare a casa di Giorgio, questo andò sul discorso del sesso. Non erano fidanzati e tutti e due erano ormai grandi e avevano pulsioni sessuali che era difficile tenere a bada. Così avvenne che, stando sempre nella cameretta, sul letto, parla un giorno e parla un altro, dapprima si baciarono, provando delle sensazioni nuove e bellissime, e poi finì che Andrea fece un pompino all'amico grande, restando ammirato dalla corposità e potenza di quel getto di sborra.
La cosa si ripeté più e più volte ed ogni volta, la sera, quando era nel suo di letto, ci ripensava e non poteva fare a meno di tirarsi una sega riparatoria. L'amicizia si era chiaramente trasformata in un'attrazione sensuale che andava oltre le prime esperienze tra coetanei (o quasi). Tanto fu che un giorno Giorgio gli tenne con forza la testa sul suo pisello e lo costrinse a ricevere in bocca tutto il suo giovane succo. Era tantissimo come sempre e per Andrea fu spontaneo mandare giù, mangiare tutta quella crema che trovò così saporita che non avrebbe saputo dire se dolce o salata. Di certo era veramente buona.
La cosa si ripeté ancora, anzi, diventò prassi per la soddisfazione di tutti e due. I ruoli furono subito ben chiari: Giorgio era l'attivo ed Andrea il passivo. Benché la loro relazione fosse così impostata, non si ritenevano omosessuali, anche se il secondo qualche dubbio ce l'aveva, ma non se ne faceva un problema.
Un giorno Andrea, che ormai era diventato un campione in quello, stava facendo un godurioso pompino all'amico. Gli leccava e succhiava il cazzo, gli lappava i coglioni e l'interno delle cosce con la sua solita maestria. Arrivava a prendere fino in gola la grossa mazza dell'amico finché gli mancava il fiato, eppure rimaneva così per qualche secondo prima di sfilarsela e tornare a respirare.
Giorgio se ne uscì con un "Ti andrebbe di provare a prenderlo in culo?".
Andrea sfilò dalle belle labbra tumide l'attrezzo bagnato di saliva. "Beh, ci penso da un po' di tempo e non me la sono sentita di proportelo ma se devo essere sverginato preferisco che sia tu a farlo".
"Ah si? E perché non me l'hai detto? Anch'io ci pensavo da tempo. Allora? Che ne dici? Ci proviamo?".
"Purché mi prometti di andarci piano. Ho paura che mi farà male".
"Te lo prometto, anzi..." Si alzò dal letto e prese da un cassetto un tubetto di crema lubrificante e gliela mostrò. "L'ho comprata apposta per noi".
Aveva pensato anche a questo, per la loro 'amicizia', e gliene fu grato. Sorrise e subito si mise a pancia in giù per mettere a disposizione il suo sedere. Quanto era bello! Erano due perfette sfere rotonde coperte di peluria, che si andava intensificando nello spacco tra loro.
"Aspetta" e gli sistemò un cuscino sotto per farglielo tenere sollevato. Il cazzo, già teso della pompa ricevuta, e con l'aspettativa di quanto avrebbe dovuto fare, era diventato di marmo. Il ragazzo, però, volle preparare meglio il terreno e subito si tuffò col viso nello spacco, tenendogli aperte le chiappe con le mani ed i due pollici protesi. Respirò l'afrore di fresco che c'era, allungò la punta della lingua a lambire il piccolo forellino roseo che compariva in mezzo ad una selva di peli. Lo bagnò e s'introdusse un po' all'interno.
L'altro gemette. Gli piaceva quel trattamento preparatorio e se lo lasciò fare protendendo ancora di più il sedere verso la bocca dell'amico. Dopo un po' di quel trattamento, il ragazzo si tirò su, prese il tubetto e mise abbondante crema sul forellino. La spalmò intorno poi, con un dito, iniziò ad introdursi dentro. Altro gemito di piacere che lo convinse ad andare oltre, a sprofondarglielo ed a rigirarglielo dentro.
"Ahhh, siiii, che bello" e le dita divennero due. S'infilavano, riuscivano, giravano.
Il cazzo non poteva aspettare oltre. Lo puntò e lentamente tentò di entrare, con timore, ma si accorse subito che era più facile del previsto. Scivolò dentro fino in fondo e si fermò ad ascoltare la reazione dell'inculato.
"Ahhhh, siiiii, cosiiii".
"E' tutto dentro".
"Davvero?! Tutto?!".
"Si, è tutto dentro".
"Allora che aspetti, scopami, scopami, dai".
Incitato così si lasciò prendere dalle proprie esigenze e cominciò a spingere, a tirarlo fuori e rinfilarlo, velocemente, sempre più velocemente. E sempre più forti erano le loro grida di goduria.
"Siiii, daiiii, dammelo tuttooo". "Ti piace?". "Siiii, è bellissimo, ahhhhh, dai, daiiii". "Tieni, eccotelo tutto - e giù a sfondarlo - Prendi, prendi, ahhhh, che bello, hai un culo bellissimo. Ohhh, siiii, siiii".
Dopo alcuni minuti di chiavata non ce la faceva più. "Tesoro, sto per venire". "Anch'io, siii, continua, forte, veniamo insieme". "Siii, siii, ecco, eccoooo, sborroooo", "Siii, siiii, oooohhhhhaaahhhh".
Si aprirono le cataratte e mentre uno sparse il suo seme sulle lenzuola, l'altro sparò una quantità immensa di sborra dentro il corpo dell'amico steso sotto di lui. Tremarono e ansimarono all'unisono e così rimasero fino a che i loro cuori ripresero un ritmo quasi normale.
"E' stato bellissimo. Grazie" e gli dette piccoli baci sul collo.
"Si, bellissimo anche per me. Voglio rifarlo".
"Adesso? Subito? Fammi riprendere un po' di fiato", disse sfilandosi dal culetto.
"No, no, voglio rifarlo subito, subito" gli disse aggredendolo amichevolmente.
"Oddio, ti ho trasformato in un frocio insaziabile".
"Siii, siii, ancora, ancora" e si lasciarono andare ad una piccola battaglia scherzosa rotolandosi sul letto.

(segue)

Si tratta di un racconto di fantasia. Non fate mai l'amore senza il preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela.
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