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Gay & Bisex

DURANTE UN SEMINARIO...


di sconosciuto1966
24.01.2010    |    24.311    |    0 8.2
"Arrivai per primo, attesi ben pochi secondi, poi lo seguii devo dire con un sacco di “farfalle” allo stomaco, ero agitato e invaso dalla voglia di..."
Filippo è un ragazzo con cui ebbi una storia veramente intensa, corta ma molto intensa. Lo conobbi durante un seminario di marketing, coaching e istruzione alla vendita che svolsi a Lugano nel 2001.
Mi accorsi subito che aveva i tipici atteggiamenti del ragazzo gay!
Era veramente carino, subito mi sentii veramente attratto da lui, ma come fare … alla lettura ad alta voce del curriculum di ciascun partecipante, tutti seppero molto di tutti! Di me inevitabilmente seppe che ero sposato, con figli!
Lui era un poco più basso di me, castano chiaro e veramente poco peloso! Eravamo obbligati all’etichetta, sempre vestiti in modo impeccabile, ma camice a maniche corte per via di un caldo infernale, l’estate del 2000 fu veramente caldissima!
Io ero il più anziano del corso, con i miei 34 anni. Eravamo ben 17 partecipanti tutti tra i 22 e i 29 anni a parte me! Lui aveva appena compiuto 23 anni.
Ma più i giorni passavano e più mi feci audace; durante un pranzo mi sedetti di fianco a lui ero deciso a fargli capire che pure io ero gay, o per lo meno a capire se lui se n’era già accorto!
Durante tutto il pranzo discorsi di ogni genere, io fui abile a portare la discussione nella direzione dei rapporti interpersonali, poi lentamente virai sempre più il discorso sui rapporti di gruppo e di coppia sino finalmente ad arrivare alle preferenze sessuali.
Io passavo per eterosessuale, mentre ero un gay assolutamente insospettabile, un po’ per l’aspetto “un po’ tanto”, un po’ per l’età ma soprattutto per il mio vissuto conosciuto un po’ da tutti i presenti che per la maggior parte conoscevo abbastanza bene!
Subito mi schierai dalla parte dei diritti della libertà sessuale, e che era sicuramente dell’individuo la scelta non di una cerchia di persone che vogliono mantenere il controllo su tutto, dando le indicazioni di cosa è moralmente giusto e ciò che non lo è!
L’ho esposta in sintesi, ma vidi subito che a Filippo gli si illuminò lo sguardo così ebbi la certezza che era gay.
Anche lui si animò e si schierò con argomentazioni a difesa della libertà di scelta e di poter esprimere i propri sentimenti indipendentemente dal sesso della persona che si ama.
Perché l’amore non ha sesso è amore e basta!
Sempre continuando la discussione che stava coinvolgendo tutti, ci dirigemmo alla lezione del pomeriggio.
Questa si svolse, come al solito, sempre abbastanza sull’informale ma devo dire molto noiosa e improntata troppo sulla teoria.
Finalmente finì, io ero stanco e annoiato e non ricordavo più nulla della discussione di pranzo.
Fu con immensa sorpresa che all’uscita Filippo dopo essersi accostato mi chiese se non volevo andare a bere qualcosa. Disse che “malgrado l’età” avevo una visione progressista sul modo di intendere l’amore e la vita di coppia.
Dopo una bella risata, gli dissi che sarei andato volentieri a bere qualcosa con lui.
In effetti ad entrambi non venne in mente di chiedere agli altri di aggregarsi a noi per un aperò.
Scendemmo, e al posto di fermarci al solito bar, assieme agli altri, lui ed io ci dirigemmo in centro in un bar più tranquillo, come se entrambi sapessimo già che dovevamo farci delle confidenze, che dovevamo dirci delle confessioni, dovevamo far sapere cosa eravamo, sentivo che anche lui ne sentiva l’assoluto bisogno!
Entrammo e dopo uno sguardo attorno vidi un posto appartato dove mi diressi senza esitazione; lui mi seguì, dopo esserci seduti ordinammo due Vermentino di Sardegna, che arrivò accompagnato da alcuni stuzzichini veramente invitanti.
Non ci fu bisogno di girarci intorno e lui subito disse – Sono gay e sono felice che tu non abbia pregiudizi su quelli come me! –
Io sorridendo aggiunsi solo “quelli come noi!”
Lui incredulo sgranò gli occhi e mi chiese se aveva capito bene.
Al posto di rispondere, da sotto il tavolino con la mano sinistra gli accarezzai la gamba.
Lui, che non se lo aspettava assolutamente, sobbalzo un pochino, poi anche lui infilò la mano sotto il tavolino e cercò subito un contatto con la mia mano, che strinse e accarezzò illuminandosi con un bellissimo sorriso!
Parlammo per più di un’ora raccontandoci di noi e del nostro vissuto, e di tanto in tanto ci si accarezzava sempre più intensamente, sino ad arrivare a massaggiarci i nostri cazzi, oramai in tiro da un bel pezzo, da sopra i pantaloni!
Ad un certo punto gli dissi che dovevo rientrare a casa e lui di colpo serio in viso sbottò – ma tu sei sposato, cavoli! –
Non risposi gli feci cenno di seguirmi. Mi avvicinai al banco del bar e pagai gli ormai 6 bicchieri che ci eravamo bevuti!
Uscimmo e in silenzio ci dirigemmo verso la mia auto che era posteggiata nell’autosilo in centro.
Dopo aver pagato, entrammo in ascensore, appena chiusa la porta pigiai all’ultimo piano.
Lui disse - Hai posteggiato sul tetto? – Risposi di no, a questo punto mi fisso con sguardo perplesso, ma non fece più in tempo a dire altro che si ritrovò le mie labbra selle sue!
Accolse la mia lingua e dolcemente cominciò a succhiarla.
Arrivammo troppo presto in cima, schiacciai il pulsante del secondo piano! Lui sorrise.
Si richiuse la porta e questa volta fu lui a saltarmi al collo e ci baciammo con un’intensità incredibile, emettemmo entrambi piccoli gemiti, assolutamente incontrollabili!
Si aprì la porta lo salutai: - A domani tesoro! –Lui spiazzato, arrossendo mi fece solo un cenno!
L’indomani la giornata trascorse lenta, come se l’orologio non volesse arrivare alle 17.00!
Ma finalmente giunse il momento del congedo, e scendendo le scale lui mi si accostò e mi chiese se non volevo accompagnarlo a casa sua!
Con un sorriso gli dissi che non avrebbe dovuto nemmeno chiedermelo, era evidente che l’avrei seguito!
Prima proposi di fermarci con gli altri per il solito aperitivo. “Assolvemmo al nostro compito, il nostro ruolo di facciata!” Poi assieme ci dirigemmo alle nostre rispettive auto. Ci accordammo che il primo che fosse giunto di sotto avrebbe atteso. Arrivai per primo, attesi ben pochi secondi, poi lo seguii devo dire con un sacco di “farfalle” allo stomaco, ero agitato e invaso dalla voglia di possederlo! Ero ansioso, non vedevo l’ora d’essere dentro di lui!
Arrivammo tutto sommato in fretta a Mulino Nuovo, dove aveva un appartamento proprio vicino ad un grande magazzino, mi fece cenno di posteggiare nei posteggi destinati ai clienti.
Tempo di posteggiare che era già lì fuori ad attendermi!
Mi venne incontro e all’orecchio mi disse che avrebbe voluto abbracciarmi e baciarmi lì, davanti a tutti, come avevamo fatto in ascensore.
Mi condusse all’entrata di una palazzina stile anni ottanta, entrammo in ascensore e lui premette il tasto del quinto piano.
Già in ascensore cominciammo, essendo eccitatissimi, a baciarci.
Lui non stava più nella pelle, essendo io all’interno della classe non solo il più anziano ma quello che aveva la maggior esperienza lavorativa, tutti facevano capo a me per conferme dei propri lavori.
Essendo poi che, modestamente, ero anche quello che sia nelle risposte e nei test, riuscivo quasi sempre a centrare l’obiettivo, avevo la considerazione di tutti. Ma in particolare di Filippo che pendeva letteralmente dalle mie labbra.
Giunti al quinto la porta si aprì, fuori un corridoio molto lungo e stretto, tutto buio!
Usciti cominciammo subito a limonare abbracciati. Lui, non resistendo più, cercava il mio cazzo da sopra ai pantaloni, sempre offrendomi la sua lingua e cominciando a gemere.
Mi invitò a seguirlo. A lunghi passi ci ritrovammo, in penombra, davanti all’uscio del suo appartamento.
-Non badare al disordine-
-Ho occhi solo per te, tesoro!- gli risposi con un tono leggermente sarcastico.
Una volta dentro richiuse la porta alle nostre spalle e senza nemmeno dire una sola parola, in men che non si dica, ci ritrovammo in terra seminudi avvinghiati a baciarci ed ad accarezzarci ansimando!
Dopo qualche minuto ci rialzammo e ci dirigemmo in salotto. Un salotto sobrio ma molto curato, con mobilio assolutamente non dozzinale!
-Cavoli che splendido appartamento …… complimenti!-
Arrossendo un pochino mi gettò le braccia al collo.
-Desidero essere tuo! Voglio sentirti dentro di me, voglio darti piacere!-
-Vieni qui..
Ero in piedi davanti in mezzo al salotto, Lui si inginocchiò davanti a me, e molto lentamente mi slacciò la cintura e la lampo, mi fece scivolare i pantaloni per poi cominciare ad accarezzarmi il pene attraverso i boxer.
Ma non per molto, era talmente eccitato che me lo estrasse e dopo avermelo scappellato me lo avvolse molto delicatamente con la suo bocca, calda e morbida, ebbi un sussulto, un fremito.
Lentamente prese a muoversi dolcemente avanti ed indietro gemendo dall’immenso piacere che provava solo nell’averlo in bocca.
Per buoni tre o quattro minuti mi fece un pompino, avvolgendo tutto il mio cazzo, viola da tanto era in tiro, di saliva, tanta saliva, tantissima.
Lo feci alzare e lo feci girare in modo che mi desse le spalle.
Piano, piano lo spogliai, e quando fu completamente nudo lo strinsi a me, sempre di spalle.
Lo invitai a girare il viso per porgermi la sua bocca, così cominciammo a limonare con passione e foga nello stesso tempo. Io nel frattempo avevo cominciato ad accarezzarlo con la sinistra e con la mano destre la masturbavo piano.
Stava gocciolando abbondantemente, tanto che mi venne in mente di prendere il liquido e utilizzarlo per inumidirli per bene il suo buchetto.
Così feci, ma quando gli infilai tra le natiche le dita piane del suo liquido, mi accorsi che era già completamente bagnato! Proprio come una donna super eccitata!
Mi sorrise, a quel punto senza preamboli gli infilai il mio cazzo tra le natiche, che subito gli face emettere un rantolo di piacere.
Non ebbi nessuna difficoltà, feci giusto un piccolo movimento con le anche spingendo il bacino verso di lui, e trattenendolo con un abbraccio a me. Entrai dolcemente, semplicemente, delicatamente, gemette piano un lungo, un lunghissimo “siiiiiiii”!
Lì in piedi io dentro di lui, restammo così per un lungo tempo, che non saprei nemmeno ora quantificare.
Fu meraviglioso essere dentro di lui e sentire che lui voleva essere posseduto da me!
Cominciai a muovermi lentamente nel classico avanti e indietro fino a che il ritmo non lo fece cominciare a gemere sempre più forte.
A questo punto lo feci mettere a terra a pecorina e cominciai a sbatterlo veramente come si deve, facendogli sentire il mio cazzo con polpi ritmati e sempre più veloci.
Sempre accarezzandolo e di tanto intanto chinandomi per cercare la sua bocca che era sempre propenso a donarmi con passione.
D’un tratto cominciò a dirmi che era esattamente così che aveva sempre immaginato un incontro con un uomo, un uomo più grande di lui che gli facesse sentire fervore e passione, gli donasse sicurezza e non lo facesse sentire in colpa per quello che era.
Ci sdraiammo sul tappeto nella posizione a cucchiaio, gli presi con la mano la sua caviglia e sempre dentro di lui me lo strinsi e ricominciai a fargli sentire il mio cazzo che usciva e rientrava dentro di lui.
Non mi mancava più molto per venire, ero prossimo. Allora mi girai sdraiandomi sulla schiena su di un morbido Gabbeh rosso con dei ricami stilizzati, gli feci mettere i piedi sul divano e così lui cominciò a impalarsi mentre io la accarezzavo. La sua schiena appoggiata al mio petto, le mie mani che lo accarezzavano, ma volutamente non andavo a toccagli il suo cazzo … volevo che poi mi sborrasse in bocca.
Bastò poco, quando lui mi volse la bocca per l’ennesima volta e le nostre lingue si incontrarono, fui al culmine e cominciai ad eiaculare a fiotti, caldi e cremosi, dentro di lui. Lui capì dal mio irrigidirsi che stavo venendo, cominciò ad incoraggiarmi: - Dai si, vienimi dentro, siii, così… una parte di te … per sempre dentro di me… adesso sono tuo.. si -
Restammo così per qualche minuto, ansimanti, poi ci staccammo e io andai subito a “ringraziarlo” prendendogli il suo meraviglioso membro tra le mie labbra. Aveva un bel cazzo molto simile al mio, forse leggermente più grosso, gocciolava copiosamente di un liquido lucido e trasparente, filante, era vischioso e con un sapore molto eccitante. Lui seduto sul divano a gambe divaricate, mentre io in ginocchio mi gustavo il suo nettare. Bastò veramente pochissimo che sentii le sue mani appoggiarsi sulla mia testa e le sue dita serrarsi tra i miei capelli. Poi un
– Ooooohhh! – soffocato e liberatoria mi avvertiva che stava per riempirmi di sperma la bocca. Deglutii più volte sempre succhiando e compiendo più volte l’andi-rivieni meraviglioso come il bagnasciuga su di una splendida spiaggia. Il mio ritmo si fermò solo dopo che sentii che il suo cazzo cominciava a distendersi lentamente!
In silenzio mi sedetti al suo fianco e lui senza dire nulla mi poggio la testa tra le gambe, mi chinai e limonammo a lungo, il desiderio ritornò in un lampo.
Eravamo sudati fradici, così lui mi invitò a fare una doccia… lo seguii in bagno, moderno, splendido, nuovo, pulitissimo.
Entrammo in doccia e lui regolò l’acqua, che discese in, pochi secondi, perfetta e finissima, con un getto ampio e dolce. Non resistetti lo voltai e lo impalai senza preamboli … gemevamo ad alta voce, presi da una frenesia sessuale veramente straordinaria. Lui era leggermente chinato per facilitarmi il compito di possederlo, io entravo ed uscivo completamente per dargli più piacere.
Non so più quanto tempo passò, ma quando lo avvisai che stavo per venire ancora, lui si stacco da me, si mise in ginocchio e dopo avermelo risciacquato per bene, se lo ingoiò avido pompando velocemente. lo sbalzo di temperature, la morbidezza della sua bocca e i movimenti sapientemente espressi da Filippo, mi fecero giungere in un attimo ad eiaculargli in bocca il mio sperma, che lui, come me prima, ingoiò gemendo e masturbandosi. Capii che mentre io gli sborravo in bocca lui stava venendo toccandosi.
Per il resto del corso, quindi per ben tre giorni, ogni sera replicammo migliorando sempre la nostra intesa sessuale!
Filippo che lavorava come consulente tecnico e di vendita per una ditta di componenti elettronici, riprese a viaggiare in tutto il mondo. per un po’ restammo in contatto; lui mi inviava cartoline da ovunque andava, Paraguai, Bolivia, Mosca, Atene, ecc…
Un giorno smise, lo rincontrai a Lugano diversi anni dopo.. ma oramai la magia era finita!
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