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Gay & Bisex

Doppia gangbang (2)


di crigio
09.10.2013    |    8.872    |    0 9.9
"Intanto, il quarantenne mi scava dappertutto: il suo cazzone sembra una sonda..."
D’improvviso due ombre ci ricoprono e Pino viene fatto smontare da me e girato sulla schiena. Apriamo gli occhi e i due neri sono in piedi sopra di noi, nudi, belli, statuari e i loro cazzi penzolano possenti. Poi si sdraiano a terra, uno in un senso, l’altro nell’altro, incrociando le loro gambe, e ci fanno mettere sopra a sessantanove. Si avventano voraci sui nostri buchi e noi facciamo altrettanto con i loro pali.
“Che meraviglia, Giò! Ma tu hai mai visto un cazzo così bello?”, mi chiede Pino.
“No, credo di no!”, gli rispondo e cominciamo a spompinarli, per quanto possibile. Quella troia di Pino se lo pianta subito in gola e si strozza. Quando lo estrae mi guarda ridendo, con la bava alla bocca e gli occhi pieni di lacrime.
“Dai, mangia il tuo! Ah… ah… e che lingua che ha!”, mi fa, ansimando.
“Oh sì, anche il mio mi sta mangiando la rosellina!”, e mi tuffo sul mio corno d’ebano. Io e Pino ci guardiamo mentre saliamo e scendiamo con le nostre teste: facciamo i pompini più ghiotti della nostra vita.
Quando le mazze sono belle toste, Pino si solleva e mi invita ad impalarci. Ci alziamo in piedi e scendiamo piano sui ventri degli energumeni. I nostri buchi accolgono le cappelle e poi insieme ci abbassiamo sempre più. Intanto, ci sosteniamo l’un l’altro e iniziamo a limonare.
Il corpo di Pino vibra. “Amore, è pazzesco, ma io sto già arrivando!”.
“Oh sì, piccolo! Sta’ tranquillo: poi ne verranno altri!”, e vado a titillargli un capezzolo. Ma lui aggiunge: “Oh no! Voglio che stavolta viaggiamo insieme!”, e velocemente intrufola una mano tra le mie cosce e mi penetra prima con un dito e poi con due.
“Oh, meeeeerdaaaaaaaaaa!!!!”, urlo. La dilatazione anale mi fa partire l’orgasmo; le nostre gambe non ci reggono più e cadiamo impalati fino in fondo sulle mazze dei neri. L’affondo ci scatena le convulsioni. Noi ci abbracciamo e tremiamo insieme. Le nostre lingue si intrecciano, i nostri corpi sudano e i nostri respiri si fanno più pesanti.
“Dai, godiamo, amore! Insieme, insiemeeeeeeeee!!!!!!”, grida Pino, e degli scossoni ci fanno inarcare la schiena.
Quando lo spasmo passa ci accasciamo uno sulla spalla dell’altro, ancora impalati sui due cazzi.
Il nostro piacere è sempre lì lì per riesplodere e quindi ci muoviamo piano, massaggiando le verghe. Lo stallone di Pino non ha battuto ciglio: le contrazioni del suo culo non gli hanno fatto né caldo né freddo. Deve essere esperto di orgasmi anali. Mi volto a guardare il mio ed è fresco esattamente come l’altro: qui si prevede una scopata lunga e indimenticabile.
D’un tratto i bacini dei due neri iniziano a muoversi al nostro ritmo, tenendo il nostro godimento sempre acceso e sul filo del rasoio, finché ci piantano un colpo secco nelle viscere che ci fa sollevare fino in piedi e scuotere violentemente. Anche loro si alzano, ci afferrano per le spalle costringendoci a piegarci in avanti, ci divaricano le gambe e iniziano un dentro e fuori da paura. Ci penetrano quattro/cinque volte e poi si allontanano e ci lasciano in preda alle convulsioni.
“Oh, cazzo cazzo! Non ce la posso fare!”, ansimo io.
“Certo che ce la fai tesoro! Facciamo vedere a questi porconi cosa sappiamo fare!”, mi incoraggia Pino e, quando il suo stallone torna a penetrarlo, gli va incontro col culo e se lo trattiene dentro, strizzandogli il cazzo con le contrazioni del suo sfintere. Ma quello è più furbo di lui e, con uno strattone lacerante, si tira indietro facendo barcollare il mio amico che viene di nuovo scosso dall’orgasmo.
“Non ha funzionato”, sibila e subito il mio culo si dilata per l’affondo del mio energumeno. Provo a fare come Pino, ma anche questo è più pronto di me e, quando strappa via la verga dai miei intestini, il mio ano rimane dilatato a dismisura e sembra chiedere ancora cazzo. Quel ritmo interrotto della scopata ci sta aumentando il desiderio senza farci esplodere del tutto l’orgasmo.
Poi i due stalloni, avendo capito che le gambe ci reggono poco, ci fanno appoggiare a due tavolini e riprendono a scoparci come prima. Dopo una nuova tranche di quattro/cinque colpi si scambiano di posto e riprendono a stantuffarci.
“Amore, non so tu, ma io mi sto sentendo sempre più vacca! Non ne ho mai abbastanza!”, dico a Pino.
“Hai proprio ragione! Me ne sono accorto dalla tua schiena! È sempre più inarcata, e il tuo culo va sempre più in fuori”.
“Ora che me lo fai notare… ah… ah… ah… ah… ah… uff!... anche il tuo!”, aggiungo, mentre il nero riprende a pistonarmi. “A proposito: hai qualcuno da consigliarmi dei tuoi stalloni?”.
“Beh… ah… ah… ah… ah… ah… oh cazzo!... il vecchio è molto esperto”, rantola riferendosi al quarantenne. “E dei tuoi che mi dici?”.
“Ti consiglio l’ultimo che mi ha sbattuto: ha una quantità infinita di sborra!”.
Poi, d’improvviso, i due neri ci sollevano e ci ributtano di schiena sui tavolini. Subito si avvicinano i dieci tipi che ci hanno già scopato: i cinque miei vanno da Pino e i cinque suoi vengono da me. Il quarantenne mi penetra e col suo cazzone raggiunge i meandri più profondi dei miei intestini: Pino aveva proprio ragione! Il suo membro si muove dentro di me come se cercasse qualcosa e nel frattempo pulsa ad un ritmo regolare facendomi un massaggio eccitantissimo alla prostata.
Anche la mia bocca viene riempita da una mazza notevole, mentre Pino viene trafitto in culo dal venticinquenne e in bocca da un altro ragazzo. I due neri sono ai lati dei tavolini che si smanettano e si godono lo spettacolo: si sputano sulle loro verghe, rendendole lucide, e sbavano in attesa di nuovo del loro turno. Il loro compito è stato in sostanza quello di riaccendere il nostro desiderio e di eccitare gli altri dieci perché potessero scoparci di nuovo.
“Vacca! Ma queste troie hanno delle ventose al posto del culo!”, si lamenta il ragazzino che scopa Pino, il quale dopo qualche secondo inonda le viscere del mio amico. Subito dietro di lui è pronto un altro stallone che affonda facilmente nello sfintere ben lubrificato del mio amico.
Intanto, il quarantenne mi scava dappertutto: il suo cazzone sembra una sonda. Io sputo per un momento il membro che ho in bocca e gli dico: “Ehi, amico! Ma che abilità con quell’attrezzo!”, e lui mi sorride, soddisfatto della sua prestazione.
La bocca di Pino viene irrorata di sborra e lui ingoia rumorosamente. Dopo un po’ anche il ragazzo sopra di me svuota le sue palle nelle mie fauci, proprio mentre il palo che ho nel culo aumenta la frequenza dei colpi e, ingrossandosi, esplode nei miei intestini. Il quarantenne si tira fuori e viene sostituito da un altro tipo, mentre nella bocca di Pino si introduce il cazzone succoso che mi ha dissetato prima. Io mi volto verso il mio amico e gli dico: “Ehi! È questo il palo di cui ti parlavo! Preparati ad inghiottire tutto e, se ne avanza, lasciamene un po’!”. Subito Pino viene soffocato da quell’ammasso di carne e succhia con avidità: non vede l’ora di assaporarne il nettare!
Ora un energumeno mi pianta la sua verga in gola ed io gli faccio una pompa profonda per farlo venire il più in fretta possibile: voglio la bocca libera quando il cazzo che sta nutrendo Pino schizzerà. Pochi secondi e sia il mio culo che le mie fauci vengono riscaldate dallo sperma dei due stalloni. Anche il culo di Pino viene nuovamente allagato, mentre dietro sono già pronti gli ultimi due tori.
Appena i nostri sfinteri sono di nuovo belli pieni esorto Pino a fare sborrare il cazzone che ha in bocca e lui ci dà dentro di brutto, tanto che lo stallone inizia a rantolare e a dargli della troia succhiacazzi. Del liquido bianco comincia ad uscire dalle labbra di Pino e allora, con un balzo, mi giro in ginocchio sul tavolino, estraggo il palo dalle fauci del mio amico e me lo inghiotto. Lo sperma è così abbondante che dalla mia bocca cola lungo l’asta e gocciola fin nella gola di Pino.
Con quella mossa improvvisa il cazzo che avevo nel culo è uscito e allora il ragazzone, imprecando, mi riimpala a pecorina. Abbandono per un momento l’asta che sborra e quella emette un getto continuo di succo che va a riversarsi sul corpo di Pino. Subito la riingoio e come prima lascio che sbrodoli tra le fauci del mio amico.
“Oh, amore! Che bontà! Avevi proprio ragione! Slurp… mmmmm… slurp…!”, mugola Pino, mentre succhia e inghiotte voracemente.
Lo stallone, però, mi strappa la verga dalla bocca e la affonda in quella dell’altra puttanella: “Non essere egoista! Fa’ bere anche quest’altra troia!”, e la affoga. Io intanto vado a ripulire la pancia di Pino.
“Ah! Potevi dirlo subito che ti piace la sborra!”, mi fa quello che mi sta scopando, e con uno strattone tira fuori il cazzo e viene a infilarmelo in bocca. Due, tre colpi e comincia a schizzare.
“MMMMMM… slurp… glugh… glugh… slurp… buonoooooo… mmmmmmmmm…!!!!”, mugolo mentre ingoio tutto. Il sapore del suo sperma è anche più forte dell’altro e il mio cervello si fa ubriacare dal suo aroma e delle scosse percorrono il mio corpo. La gola si chiude per una convulsione e la sborra cola dalle mie labbra.
“Oh… glugh… godo… mmmmm… godo…. slurp… glugh… godo… mmmmm…”, gemo.
“Sì, svuotami le palle, zoccola!”, mi insulta il ragazzo.
Quando entrambi gli stalloni sono spompati a dovere, io e Pino ci scambiamo i nettari raccolti con un profondo bacio.
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