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Gay & Bisex

FINALMENTE COMINCIAVANO LE VACANZE anno 1984


di sconosciuto1966
14.02.2010    |    16.528    |    2 8.4
"Annaspai come sotto shock! Aprendo gli occhi mi ritrovai René sdraiato sopra di me fradicio di piscina..."
Premetto che è un racconto un po’ lunghino, ma mi piace far entrare nel contesto il lettore, cercare di farlo sentire come presente, così che possa capire il più verosimilmente possibile cosa provavo e quali erano le sensazioni che, beh spero che vi piaccia …

Due settimane che di sicuro avrei passato a crogiolarmi al sole leggendo un bel libro e rilassandomi senza assolutamente pensare al lavoro, il vero dolce far nulla.
Un agosto veramente caldo, sole terso, caldo magnifico da giorni, un’estate veramente sublime!
Ho appena conseguito il diploma di cuoco con il miglior voto di tutto il Cantone, e non avendo mai risparmiato un centesimo non posso permettermi di prendere e andare da qualche parte.
Ma abitando a Carona, dove c’è un parco botanico splendido con le piscine comunali all’interno, una piscina con scivolo lunghissimo, un’olimpionica con trampolini vari sino a 10 metri, discoteca all’aperto, dove avevo persino lavorato quando ero ragazzotto; senza dimenticare che comunque stavo benissimo anche a casa.
Tutti gli amici via in vacanza! 18 anni compiuti da poco, avevo veramente programmato di non fare nulla di nulla solo svago e relax!
È sabato mattina, il mio primo giorno, ma già vengo svegliato dallo squillare del telefono; in coma rispondo e capisco che dall’altra parte c’è un’amica di mia mamma.
Io vivo da solo, mia madre con suo marito sta in Svizzera interna; con mio padre è divorziata da molti anni e lui con la sua famiglia ho messo radici pure in Svizzera interna, invece mio fratello abita a Locarno con la sua fidanzata.
Mi chiede, visto che sapeva che fossi in vacanza, se non potevo andare, di tanto in tanto, a casa sua a fare compagnia ad un ragazzo francese, René, che, tramite un’agenzia, aveva trovato per curargli la casa durante la loro assenza per le vacanze, visto poi che aveva già parlato con mia madre, sapeva che non sarei andato via e che volevo solo pace e tranquillità.
Così mi dice che al posto che andare alle piscine avrei potuto approfittare della sua di piscina e che sarei potuto stare pure a dormire a casa sua con il ragazzo francese, se avessi voluto!
Sapeva che era un bravo ragazzo, ma saperlo la da solo per due settimane non la faceva stare tranquilla!
L’amica della mamma era molto ricca e, prima che mia madre si trasferisse, andava a casa sua a farle le pulizie.
Non potei dirle di no, quindi gli dissi che sarei sicuramente passato, e visto che abitava in un posto splendido con giardino e piscina privata, poi la casa, la villetta, era veramente di lusso, sapere che avrei potuto approfittare per due settimane di quella villa, di certo non mi sarebbe pesato più di tanto.
Ma le piscine comunque erano più invitanti, cosa mai avrei potuto fare tutto il giorno con quel ragazzo che non aveva mai visto prima d’ora.
Sono oramai le nove e mezza, mi metto una maglietta, mi infilo il costume, un paio di pantaloncini, le espadrillas e imbracciato un asciugamano da spiaggia, scendo di corsa le scale e mi dirigo di buon passo all’incontro con René, tra l’altro le piscine sono proprio vicinissime, addirittura dalla villetta, essendo su di una piccola altura proprio di fronte, si vedono perfettamente le piscine!
Avevo deciso appunto, di passare subito così da liquidare l’incombenza e poi non ci avrei pensato più sino al giorno dopo, e avrei potuto dedicarmi all’assoluto ozio programmato.
Arrivo al cancello e suono, dopo pochi secondi dal citofono una voce giovanile con un accento veramente francese, ma in italiano, mi chiede chi sono e cosa voglio.
Gli spiego e lui mi dice che era stato avvisato del mio arrivo, così apre il cancello, entro e mi dirigo verso la casa passando attraverso il viottolo.
Non fui ancora arrivato che vidi aprirsi la porta e si affacciò un ragazzo dai tratti mediterranei abbronzatissimo, alto più o meno un metro e ottanta, magro ma dal fisico decisamente sportivo.
Con un gran sorriso mi venne in contro, sembrava felice di vedermi, ci presentammo e scoprii che aveva 19 anni, e veniva da un paesino del sud della Francia di cui non ricordo il nome.
Subito mi dice che gli è stato detto che sarei stato con lui per tutto il tempo…!!
E che ne era felicissimo, perché così avrebbe potuto fare pratica di italiano e non sarebbe dovuto starsene da solo per due settimane!
Mi dice che da lunedì prossimo, frequenterà una scuola di italiano a Lugano e che dovrà partire alle 7.00 con l’auto postale,… parla, parla … mi fa un sacco di domande, a cui quasi non riesco nemmeno a rispondere che mi travolge con altre parole, domande, racconti di cosa fa e da dove viene, mischia tutto è euforico, confuso, ma capisco che è contento che ci sia qualcuno che possa stare con lui!
Sembra veramente sincero e simpatico,va beh! Vorrà dire che passerò le vacanze in sua compagnia!
Vedendomi con l’asciugamano deduce che avrei voluto fare in bagno in piscina, con un gran sorriso gli dico che si, è proprio quello che pensavo!
Così di botto si leva la maglietta, restando in pantaloncini corti, con uno scatto mi scansa e corre sul prato del giardino tuffandosi nella piscina tra gli alberi che oramai era quasi completamente al sole.
Non me lo faccio dire, mi levo tutto e anch’io mi tuffo contento che è un tipo simpatico e gioioso!
Risalito in superficie lo guardo e cominciamo a ridere come matti… capiamo entrambi che c’è feeling tra noi e che sicuramente andremo d’accordo.
Mi fa promettere di aiutarlo in italiano, ma tra una cosa e l’altra si son fatte le 11.00, un certo languorino mi assale, così gli dico che sarei andato a casa a mangiare e che poi sarei tornato.
Ma lui prendendomi per il polso mi dice che gli è stato detto che sarei potuto stare sempre con lui e che aveva il permesso di comperare ciò che voleva da mangiare, anche per me.
Ok! Fantastico! Avrei risparmiato anche dei soldi oltre che fare una vacanza che si preannunciava veramente forte!
Allora gli dissi che avrei sempre cucinato io visto che ero cuoco e che era il minimo che potevo fare visto che avrei mangiato sempre con lui.
Preparai un piatto di pasta con delle mozzarelline, dei pomodorini, delle olive nere e del basilico conditi solo con olio d’oliva ed una macinata di pepe bianco.
A tavola! Lui nel frattempo aveva preparato la tavola e aveva aperto una bottiglia di vino bianco. Mangiammo quasi in silenzio, avevamo fame e fino a che non fummo almeno un po’ appagati ci concentrammo sul pasto.
Ad un certo punto lui mi chiese se potava assaggiarne un poco della mia, visto che io avevo aggiunto del peperoncino piccante, gli dissi che non c’èrano problemi, caspita che sia mai!
Poi io ridendo gli dissi che se non era abituato era meglio che facesse attenzione.. lui mi rispose che ogni tanto mangiava piccante, anche se non troppo, e che anche se non aveva l’abitudine lo sopportava bene.
Io a questo punto feci “la battuta”, dicendo che non era per il piccante in se ma perché visto che era afrodisiaco non volevo che poi si eccitasse e che visto che eravamo solo noi sarebbe stata dura!
Lui rise e stando alla battuta disse che semmai mi avrebbe violentato. Continuai a stuzzicarlo dicendo che poi magari mi sarebbe piaciuto.
Lui allora stando al gioco, di rimando, mi disse che dovevo stare attento perché a lui il peperoncino faceva effetto davvero.
Continuammo a battute e insinuazioni … anche quando dopo esserci saziati decidemmo di andare in veranda a fare un pisolino.
Avevamo scolato tutta la bottiglia di bianco e io, ma pure lui, ero un bel po’ ciucco!.Ridevamo e tra una battuta e un’insinuazione ci sdraiammo sulle sedie a sdraio della veranda che era in penombra.
Saranno state le due e mezza circa, c’era una calma meravigliosa stavo proprio bene, il pensiero che fosse solo il primo giorno di due settimane, contribuì sicuramente molto a farmi rilassare completamente.
Bastarono pochi minuti che ci addormentammo. Saranno state circa le quattro del pomeriggio che fui risvegliato di colpo da un freddo che mi tolse il fiato. Annaspai come sotto shock!
Aprendo gli occhi mi ritrovai René sdraiato sopra di me fradicio di piscina.
Mi vennero fuori una sfilza di imprecazioni, cercai di liberarmi ma invano visto che ero in una posizione davvero d’impotenza.Per liberami allora così senza pensarci lo baciai sulla bocca.
Di scatto si ritrasse ma poi divenuto serio mi si avvicinò e non solo mi baciò ma mi infilò la lingua cercando la mia, come se fosse sicuro che avrei corrisposto e fu proprio così. intanto che limonavamo cominciò subito ad ansimare e ad accarezzarmi il pene che in pochi secondi prese la sua migliore estensione.
Dopo un tempo indefinito ma che mi sembrò lunghissimo, dove per tutto il tempo, ci toccammo, ci accarezzammo sempre con le labbra appiccicate. Si staccò di colpo e dissi a bassa voce che la padrona di casa le aveva detto che ero gay.
Si perché, all’amica di mia madre, anni prima aveva fatto questa confidenza, che mi sentivo gay, che ero attratto anche dai maschi! In un momento di sconforto e di confusione mentale, avevo visto in lei, una persona colta e moderna, un appiglio, un’ancora, forse l’isola dove rifugiarmi, dove ricevere spiegazioni … un aiuto su di una situazione della mia vita che non capivo ma che desideravo che si snebbiasse, e che nelle persone che mi circondavano era vista come una cosa brutta!
Vi fu un lungo tempo di silenzio … ci guardammo fissi negli occhi senza che nessuno dei due quasi respirasse…
Entrambi, ora ne son certo, non potevamo credere che ci fosse capitata una cosa tanto perfetta!!
Si perché pure lui era gay, am a differenza di me lo aveva elaborato e dichiarato al mondo!
Ad un certo punto gli misi le mani sulle spalle e lo spinsi indietro.
Lui, lo capii dal suo sguardo, si spaventò e quasi pietrificato aprì la bocca ma non ne venne fuori nulla.
Con voce dolce gli chiesi di alzarsi. Si alzò un po’ impaurito, mi alzai e mi misi a circa due metri da lui, lo scrutai da capo a piedi. Sbottai con un -sei bellissimo!-, che gli ridiede il sorriso ed il respiro.
Entrambi ridemmo di una risata liberatoria…
Così capii il perché di quell’entusiasmo nel vedermi quella mattina per la prima volta!
A bassa voce chiesi se fosse gay, ripensandoci, che stupido fui, lui serio disse -no!-
Poi ridemmo e lui giratosi corse verso la piscina e vi si tuffò, non ebbe nemmeno il tempo di arrivare alla superficie che ero già lì, dietro di lui.
Lo abbracciai da dietro e cercai subito la sua bocca che mi offrì molto volentieri.
Il mio petto contro la sua schiena, le nostre bocche, le nostre lingue calde… e ad un tratto sento che le sue mani mi tirano fuori il cazzo in tiro dal costume e comincia a segarlo piano Poi si stacca e si gira, mi da un bacio e mi sussurra all’orecchio di sedermi sull’ultimo piolo della scaletta!
So cosa vuole farmi e non vedo l’ora, sono eccitatissimo ho lo stomaco sotto sopra.. sono agitato ed eccitato, ho una voglia pazzesca, è meraviglioso, sento tante sensazioni tutte insieme, che quasi non riesco a gestire!
Mi siedo e lui mi leva completamente il costume. senza preamboli quasi con ingordigia si infila in bocca la mia cappella raffreddata dall’acqua della piscina, il calore della sua bocca mi manda in estasi, ho fremiti e brividi dappertutto
Con una mano sono aggrappato alla scaletta e con l’altra gli accarezzo i capelli, neri come i miei. Sento che sto per venire, non so cosa fare, e lui capisce che sto per venire, se lo leva dalla bocca e dice solo - oui, c'est ainsi que je l'aime- e ripreso in bocca il mio cazzo, oramai di fuoco, ricomincia landi e riviene sempre più velocemente, sino a che non riesco più a trattenermi e gli inondo la bocca di sperma … che lui beve senza fare una piega, come se non avesse fatto altro in tutta la sua vita!
Continua e continua a spompinarmi con maestria, leccandomelo e succhiando … non resisto devo staccarlo il piacere è così forte, quasi insopportabile.. mai provate sensazioni più belle!
Sono nudo in piedi a bordo vasca, lui esce dalla piscina e mi si avvicina, mi fa girare e dopo aver tolto il suo cazzo dal costume mi fa chinare. Ora sono in ginocchio e adesso voglio che sappia quanto sono felice, quanto desidero che lui sia appagato. Piano me lo appoggio alle labbra, e comincio a baciarlo piano e dappertutto, poi un pochino alla volta me lo infilo in bocca, visto che son venuto, che sono abbastanza appagato, non ho fretta, mentre lui invece freme dal desiderio di venire, di raggiungere l’orgasmo.
Sono un paio di minuti che lo spompino con vera maestria, piano, piano gli lecco il suo ne cazza circondato da una peluria nerissima, ha un segna bianchissimo dato dal costume, mi eccita da morire il contrasto tra l’abbronzatura e il bianco della pelle protetta dal costume.
Sento che non resiste e gli cedono le ginocchia, quindi si sdraia sul prato e mi invita a continuare, - tu es magnifique!- Mi chino sul suo cazzo che a misure sembra il gemello del mio, anche come forma.
Ma non appena ce l’ho in bocca ecco che esplode in fiotti densi e caldi, tanti, un altro e un altro ancora, non finisce più -cavoli quanto viene- penso.
Continuo a succhiarlo e a leccarlo, lui si contorce dal piacere … voglio che goda, desidero che assapori l’estasi di un piacere immenso dopo l’orgasmo.
Siamo esausti, mi sdraio al suo fianco e lui subito cerca la mia bocca, limoniamo dolcemente molto a lungo scambiandoci reciprocamente le nostre salive! Sento ora più di prima il sapore dello sperma. Ci stringiamo e ci cerchiamo.
Saranno quasi le sei, siamo sdraiati da tanto e io fisso il cielo attraverso le fronde degli alberi, faggi centenari e due salici piangenti.
Penso proprio che saranno delle vacanze indimenticabili, anzi ne sono certo.
D’un tratto mi sento il cazzo duro come il marmo e la cappella che pulsa, ho una voglia incontrollabile che sta montando e così volgo lo sguardo verso di lui cercando il suo, lui sente il mio movimento e incrocia i miei occhi, un sorriso. Mi metto sopra di lui e ricominciamo a limonare accarezzandoci, dopo poco mi metto in ginocchio e gli sollevo le gambe allargandole, così vedo il suo buchino, senza dire una parola mi chino e comincio a leccarglielo, piano infilo la lingua nel suo orifizio, sento che geme e cerca di fare in modo che io non abbia difficoltà a raggiungere il suo bel buchino.
Lo lecco e continuo a stuzzicarlo con la lingua, riempiendolo e cospargendolo di saliva!
Non resisto, mi rimetto in ginocchio e verso nella mia mano destra un bel po’ di saliva, ci fissiamo, e vedo che ha capito dove voglio arrivare, anche lui nella sua mano destra prende una bella quantità di saliva, ho capito che è pronto; io mi spalmo con la mia saliva il mio cazzo grosso come non mai.. lui con la sua si cosparge il suo buchino già grondante della mia saliva della leccata di poco prima -Doucement, je t’ampri!- Con un sorriso lo tranquillizzo.
Gli appoggio la cappella al suo buco che lui aiuta a dilatarsi allargando le natiche con le mani Ma come accenno una piccola spinta .. voilà che è praticamente dentro tutto fino in fondo.
Lui lancia un – Ahhhhh- lungo e soffocato, poi -
ouiiiiiii - sino a spegnersi e ansimando di paicere mi avvolge le gambe attorno alla vita.
Era talmente eccitato che bastarono pochi colpi perché vinisse copiosamente senza nemmeno che si masturbasse!
-Resta dentro ti prego - con il suo accento alla francese che non dimenticherò mai.
Anche a me non ci volle molto per raggiungere l’orgasmo, anche perché vedendo il suo sperma schizzare sul suo ventre innescò dentro di me un’irrefrenabile voglia di riempirlo, di godere dentro di lui.. di saperlo posseduto del tutto!
Dopo, mi sdraiai su di lui cercando di non farlo uscire ma lentamente il mio cazzo ritornò a riposo e scivolò fuori.
Restammo qualche minuto abbracciati scambiandoci dei baci dolci e affettuosi.
Io intanto gli infilai due dita in culo e gli massaggiai piano il suo sfintere. Era in estasi, allargò le gambe per facilitarmi; mentre limonavamo gemeva e diceva parole incomprensibili.
Mi alzai, due passi un balzo e mi tuffai in piscina, lui mi seguì immediatamente.
Ebbi proprio l’impressione che l’affiatamento tra noi era quasi una cosa talmente perfetta da non sembrare terrena.
Non riuscivamo a parlarci, continuavamo a baciarci e ad accarezzarci, toccandoci vicendevolmente i nostri cazzi, i nostri corpi!
- Cosa vuoi che ti prepari per cena, mon bijoux ?- È così interruppi il silenzio tra noi che si era protratto per ore!
Alzo le spalle arrossendo. Lo invitai a seguirmi e mentre rientravamo in villa, ricominciammo a chiacchierare e a raccontarci che cosa, come, dove di ogni cosa che ci riguardasse, eravamo avidi di sapere di conoscere le cose dell’altro!
Preparai una specie di insalata con dell’avocado, dei pomodori, del sedano stanga condito con olio d’oliva e limone, abbondante basilico dell’orto. Cenammo in veranda verso le sette e trenta con un’enorme candela accesa al centro del tavolo, lui portò un tagliere con sei o setti tipi di formaggi e un bel po’ di fette di pane nero su cui mettere “l’insalata a quadrettini” che avevo preparato!
Lui di nuovo portò in tavola una bottiglia di rosato bello fresco… -intendi sedurmi di nuovo?- Con un sorriso disse un -certamente- di rimando mi accese un bel sorriso!
Eravamo come sulle nuvole, completamente assorti da noi stessi, un momento idilliaco!
Mangiammo l’uno accanto all’altro, di continuo scambiandoci carezze e baci.
Ero talmente eccitato, eravamo talmente eccitati che, nemmeno finito di cenare, lui, in silenzio, mi trascinò sul tappeto in soggiorno e subito sdraiati l’uno accanto all’altro, cominciammo a cercare i nostri membri, bramosi di toccarcelo, di farcelo diventare eretto, pulsante, di massaggiare il cazzo, la bramosia dei nostri pensieri, del nostro sentirsi gay, di prenderlo in bocca, di…...
Mi fece voltare pancia a terra e mi venne sopra, si stese sopra di me. Non stava fermo un attimo, era come in uno stato... come impazzito dal troppo, troppo desiderio.
Io ero un bel ragazzo, un metro e settantotto circa, capelli neri diciamo lunghi, con un fisico molto sportivo anche se ero più magrino di lui.
Ero meno peloso di lui e decisamente meno abbronzato, ma mi sarei rifatto nelle due settimane che seguirono, tanto che divenni più abbronzato di lui.
Si alzò di scatto e mi disse di non muovermi (me lo disse in francese).
Ritornò con un asciugamano immenso e un flacone di un olio per la pelle della Johnsons incolore!
Mi alzai, lui stese l’asciugamano mi invitò a rimettermi come prima, avevo voglia di riprendere quel magnifico gioco.
Non fui nemmeno giù che sentii tra le natiche la frescura dell’olio che colava, e subito il suo cazzo che si appoggiava in mezzo alle mie chiappe. non fu lui a spingere, fui io, lo feci entrare dentro di me alzando il bacino. Bruciò un poco, ma…. se ne andò in un attimo, anche perché lui era così eccitato che cominciò subito a possedermi con vigore..! Entrava e usciva da dentro di me … bellissimo, ero in estasi, mi sentivo stordito, come ovattato, ad ogni colpo non riuscivo a trattenere un rantolo di piacere, di estasi, che usciva dal profondo di me senza controllo.
La luce si era fatta tenue, l’imbrunire che avanzava aveva creato un meraviglioso ambiente, e subito pensai che dopo aver goduto due volte di sicuro sarebbe durato a lungo questa meravigliosa sodomia! E così mi pregustavo il suo cazzo in culo che sarebbe di certo restato molto tempo dentro di me dandomi piacere enorme e tanto amore… di cui avevo un immenso bisogno!
La luce divenne a poco a poco sempre meno importante, sino a che vi furono solo i bagliori della fiamma della candela a farci d’ambiente!
Mi misi alla pecorina, e in quello posizine lui si scatenò per una decina di minuti, facendomi sentire pienamente posseduto. Poi mi alzai in ginocchio, lui in me, sempre dentro di me e volevo la sua bocca, la sua lingua.
Non dovetti nemmeno accennarlo, che mi ritrovai la sua lingua che cercava la mia.
E intanto lui continuava a fottermi… a farmi sentire che era dentro di me, che mi possedeva che ero suo.
Si staccò - Non rieso a venire!- disse spossato, esausto, dopo che per ben più di 20 minuti aveva incessantemente continuato a scoparmi, alternando ritmi quasi violenti a dolci colpi, facendo fuoriuscire completamente il suo meraviglioso cazzo da dentro di me e poi fiondarmelo tutto dentro levandomi il fiato.
Sorrisi, ci sdraiammo, e io lo feci mettere sul fianco destro ci mettemmo nella posizione del cucchiaio, la posizione che per me è la più intima, io dietro di lui.
Presi il flacone d’olio e gliene versai un’abbondante quantità tra le natiche -Si ti voglio dentro, dentro, tutto, tanto!- con quel suo accento francese che mi fa sorridere ancora adesso.
Mi sdraiai dietro di lui e appoggiata il mio glande violaceo e gocciolante, spinsi delicatamente, entrò benissimo, meravigliosamente bene, scivolò senza che quasi me ne accorgessi.
Un suo lungo sospiro di piacere ed ero di nuovo dentro di lui. in quella posizione lo presi per non so quanto tempo, ma giuro che sembrò un’eternità, anche io non riuscivo a godere, ma ero deciso che avremmo sborrato ancora una volta, avrei continuato così, sino a sentirlo eiaculare, volevo i suoi spasmi tutti per me.
Così fu, sempre in quella stupenda posizione, lui mi chiese, sussurrandomelo, di masturbarlo che così di sicuro sarebbe venuto ancora una volta per me. Per dimostrarmi che era veramente mio ed io suo.
Non appena sentii il suo sperma tra le dita esplosi dentro di lui, fu incredibile, l’intensità con cui godemmo memorabile, quasi impareggiabile!
Restammo lì a lungo, io continuavo molto lentamente, come in un bagnasciuga in una notte di calma piatta. Poi mi chiese che cosa volevo fare. Io, semplicemente, gli risposi che volevo dormire con lui, e risvegliarmi l’indomani per fare l’amore ancora e ancora, sempre con lui. Sorrise e dopo un semplice ok si coricò al mio fianco.
Restammo così per un po’ poi gli chiesi se non voleva fare il bagno in piscina.
Giuro che fu l’esperienza più passionale, più travolgente, della mia vita.. ancora oggi non riesco ad elaborare tutte le sensazioni che in quelle due settimane sconvolsero la mia viata…………
Avrei voluto descrivervi le due intere settimane, ma mi ci vorrebbero settimane d’intenso scrivere, per potervi coinvolgere nella vicenda che davvero riuscì a fami crescere e consolidare il vero senso dell’amore, l’amore non ha sesso… l’amore è amore e basta.

Furono due settimane che non dimenticherò mai..., riuscimmo a fare all’amore per ben sette volte in una giornata. Ancora oggi, dopo tanti anni, devo riuscire ad eguagliare sette orgasmi in ventiquattrore. L’unico rammarico è che ci lasciammo con le lacrime agli occhi, con la promessa di scriverci di telefonarci, di...
Ma non so perché, non so ancora come mai, mi chiedo come possa essere successo, ma quando partì il treno dalla stazione di Lugano, quella fu l’ultima volta che lo vidi, che lo sentii.
Oggi penso che se ci fossimo sforzati di restare in contatto, probabilmente fu anche molto colpa mia, ora sarei un uomo diverso.
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