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Gay & Bisex

Giuseppe l'orsetto


di lonchite
29.10.2013    |    8.879    |    1 9.8
"Il tegone là sotto si va ingrossando..."
L’ambiente lavorativo è sempre stato proficuo campo di caccia per noi troiette avide e insaziabili di cazzi sborranti. Non sono mai impazzito per gli orsetti, ma quel tipo mi faceva proprio sballare… Lavoro presso un’azienda di trasporti pertanto vi è un gran viavai di autisti che vengono negli uffici per prendere le bolle di carico. Ecco, un bel giorno arriva lui, Giuseppe (nome di fantasia): un pezzo di maschione, ciccio, pelosissimo e con una bella barbona nera occhi azzurri e sorriso accattivante, sostituiva, da poco, un autista in lunga malattia.
Più lo vedevo negli uffici e più impazzivo all'idea di succhiargli il pisello per essere dominato da un toro del genere… Avevo notato la fede al dito, ma questo non questo era certo un problema in quanto i cosiddetti “etero” sposatissimi si son sempre rivelati dei maialoni da monta. Giuseppe aveva oramai capito le mie intenzioni, visti i continui sguardi arrapanti, ma solo dopo un mese con la scusa di andare nel furgoncino a controllare della merce, si passò all'azione. Infatti in quell’occasione chiuse la porta del camioncino e mi baciò con foga facendomi sentire tutta la sua possanza e la durezza del suo cazzo che stava esplodendo. Mi diede il suo numero di cellulare e mi disse che a fine turno alle 20 mi aspettava a casa sua per sistemare per bene la troietta che lo aveva puntato da giorni. Beh, nel pomeriggio non feci altro che pensare al mio Giuseppe e al suo cazzo duro.
Giuseppe viveva in una casettina isolata in campagna, da solo. Non era sposato e la fede era quella del padre da poco scomparso e la indossava in suo ricordo (e per darsi quell’aurea di uomo vissuto aggiungo io). Mi si presenta in mutande e già questo è un bellissimo spettacolo: peloso con pelo riccio e nerissimo, cicciottello con la pancetta bella pelosa tonda e invitante. Petto forestale, braccia muscolosissime e mani che ti stringevano come una morsa da fabbro. Barba foltissima nera che quasi faceva tutt’uno coi peli che dal petto risalivano fino al collo. Le mutande contenevano un pacco normalissimo ma eccitante in quel contesto già arrapante di suo. Gambe muscolose e pelosissime, con due polpacci fenomenali. In modo rude Giuseppe mi impone di spogliarmi ed io, già nudo, mi getto a leccare tutto quel pelo morbido e profumato di maschio. Il tegone là sotto si va ingrossando. Non me lo lascio scappare e gli mordicchio la verga da sopra la stoffa che si inzuppa degli umori della passione e della voglia così repressa. Succhio e lecco quel cazzo fremente incitato dai mugolii del mio uomo che è oramai cotto. Si leva le mutande e mi ficca il cazzone in bocca: bello tosto e largo, con moltissimi peli fin oltre la metà dell’asta (dote rara e preziosa che mi piace tantissimo e che ho trovato difficilmente nei vari cazzi che ho avuto tra le mani…), con gran capellona rossa e vibrante e due palle dure e irte di peli rasati accuratamente (hai capito il porcone…). Mi scopa la bocca come un forsennato tenendomi la testa e dopo parecchi colpi mi scarica in gola una quantità industriale di sborra che lecco avidamente mentre lui mi bacia e mi succhia la sua sborra mugolando frasi sconnesse. Però il suo cazzone è ancora in tiro e, senza tanti preamboli, si infila un condom , mi gira e mi penetra in un botto solo! Dolore lancinante di pochi secondi e poi il paradiso mi si schiude dalla schiena irraggiando verso la testa: mi scopa selvaggiamente urlando come un ossesso, sballottandomi le palle irte sul culo e nel contempo, intimandomi di starmne zitto e buono, mi sculaccia con quelle sue mani forti e robuste. Mi stimola così fortemente la prostata con la sua cavalcata furiosa che vengo più di una volta mentre lui galoppa imperterrito senza calare anzi, sembra sempre più focoso ed eccitato. La sua seconda sborrata me la riversa sul viso e nel pizzetto grugnendo forte e imprecando di non avermi conosciuto prima! Mi bacia e si sporca la barba col suo seme che prontamente lecco via dai peli del suo viso. Ansima Giuseppe, in un angolo del lettone matrimoniale, ma ha ancora il cazzo duro che non accenna a smorzarsi. Ho quasi paura: sarà mica anormale? Mi dice che questo è “l’inconveniente” di quando è super-eccitato: ma quale prodigioso “imbarazzo” gli sussurro! Magari averne sempre sottomano torelli del genere! Non resisto: mi piazzo sul suo cazzo in un deciso smorza candela che ci fa urlare per mezz’ora. Dopo l’ennesima copiosa sborrata il cazzone di Giuseppe accenna a smorzarsi. Siamo entrambe esausti, ma felicissimi. Io non riesco a stare nemmeno in piedi e, barcollando, mi dirigo verso la doccia dove ci facciamo languidi massaggi ristoratori. Nei giorni successivi io e Giuseppe abbiamo provato tutto quello che si poteva fare tra due maschi arrapati. Alla fine io sono andato a stare da lui e ora facciamo coppia fissa.
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