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Gli operai sul ponteggio


di FSeed
25.07.2016    |    27.464    |    5 9.3
"Io cominciai a tossire e una quantità impressionante di saliva mi usciva dalla bocca, imbrattando tutto il cazzo di Kevin..."
Prima dell’estate il mio condominio fu completamente impacchettato da impalcature per fare alcuni lavori di manutenzione alla palazzina. Fortunatamente non faceva ancora molto caldo, quindi potevamo ancora stare con le finestre chiuse mentre gli operai lavoravano. Si cominciò a lavorare sul tetto, quindi essendo io all’ultimo piano le impalcature erano un continuo avanti e indietro di muratori. In qui giorni mi stavo riprendendo da una brutta influenza e il medico mi aveva detto di rimanere a casa per un paio di giorni. Inevitabilmente comincia a vedere gli uomini che passavano davanti alla mia finestra; erano tutti stranieri, romeni, della Repubblica Ceca e qualcuno di colore, dai sessanta ai vent’anni. Dalla finestra della mia camera vedovo aggirarsi sempre i soliti tre o quattro muratori, di cui un ragazzo giovane di colore. Il mio preferito però era un ragazzo sui trent’anni biondo, occhi azzurri, una barba corta ma curata e un fisico niente male, frutto del lavoro di cantiere. Il secondo giorno dei lavori mi misi sul balcone, e chiedendo informazione sui lavori cominciai ad attaccare bottone. Il mio bel biondo si chiamava Costa (nome di fantasia) e veniva dalla Repubblica Ceca. Il suo compagno di lavoro era il ragazzo di colore, Kevin (nome di fantasia), era originario del Congo e aveva più o meno la mia età. Più guardavo Costa e più mi immaginavo come poteva essere sotto quei vestiti da lavoro, ma anche Kevin cominciava a stuzzicare la mia fantasia; se era vero quello che si diceva sugli uomini congolesi doveva avere un bel cazzo tra le gambe. Non sapendo come fare per avere quei due uomini tutti per me, decisi di utilizzare la tecnica usata con Omar: mi sarei messo in mostra. Andai in camera mia e presi un dildo che Mario mi aveva regalato qualche tempo prima, per rendere i nostri incontri più interessanti, mi spoglia completamente e presi un po’ di lubrificante. La tapparella era completamente aperta, aprii un po’ la tenda per far in modo che mi vedessero da fuori e una volta unto il dildo cominciai a farlo entrare nel mio ano. I muratori passavano davanti alla finestra, ma non sembravano far caso a me. Cominciai a fare qualche verso di piacere ma niente. Quando stavo per perdere le speranze notai una figura ferma dietro la finestra, e guardando meglio vidi che era Costa. Teneva gli occhi fissi sul mio culo, dove il dildo entrava e usciva dal mio ano, mentre con l’altra mano mi toccavo i capezzoli e mi succhiavo le dita. Dopo alcuni minuti Costa si voltò di lato, ed accanto a lui comparve Kevin, che una volta scambiato qualche parola con il collega guardò dalla mia parte. In quel momento mi misi a novanta sul letto, e cominciai a far entrare ed uscire lentamente il dildo dal mio culo. I due da fuori parlottavano tra di loro mentre si godevano lo spettacolo, e quando il mio cazzo fu al limite mi girai sul letto e venni su sul mio petto. Tirai fuori il dildo dal mio culo, raccolsi il mio sperma con il dildo e me lo ficcai in bocca. I due muratori fecero una mezza risata e se ne andarono. Ci rimasi un po’ male, ma dopotutto loro stavano lavorando, e non potevano certo entrare e scoparmi come se niente fosse. Il resto della mattinata fu tranquillo, ma continuai ad andare in giro per casa mezzo nudo, con un paio di slip oramai un po’ piccoli, e più di qualcuno mi guardò dalle finestre. A mezzogiorno i muratori avevano la pausa pranzo, e alcuni minuti dopo sentii bussare alla finestra della mia camera. Mi ritrovai davanti Costa, con un sorriso stampato in faccia. Aprii la finestra.
“Posso entrare” chiese.
“Certo vieni pure”
“Sei da solo” chiese Costa. Mi accorsi che si toccava in continuazione il pacco, che sembrava già bello gonfio.
“Si sono solo. I miei genitori tornano dopo le cinque”
“Bene. Mi è piaciuto lo spettacolo di prima. Ti va di provare con un cazzo vero?” dicendo così si aprì i pantaloni, mettendo in mostra un pacco gonfissimo. Mi avvicinai e, una volta inginocchiato, cominciai a strusciare il viso su quel pacco. Odorava di maschio con un retrogusto di urina, ma era divino. Cominciai a leccare tutto il pacco, fino a quanto il cazzo non divenne così duro da delinearsi perfettamente sulla stoffa degli slip. Abbassai l’elastico e mi ritrovai davanti un cazzo sui 18 cm, abbastanza largo e con una cappella rosea come tutta l’asta. Appena lo presi in bocca Costa fece un gemito di piacere, e piantandomi le mani sulla testa cominciò a spingere.
“Mmmmm si che bello. Sei meglio di troia.” Cercava di spingermelo tutto dentro provocandomi piccoli conati di vomito, ma una volta preso il ritmo lo presi tutto in bocca. Lui gemeva e ogni tanto diceva qualche sconceria del tipo “Pravo frocio, pompalo tutto” “Sei proprio una troia succhia cazzi”. Dopo un po’ Costa mi stacco dal suo cazzo e mi disse: “Voglio scoparti quel culetto che ti ritrovi”. Mi alzai, presi il lubrificante e i preservativi dal comodino, ne misi uno sul cazzo di Costa e umidificai il buco con il gel. Mi mise a pecora sul letto, con la testa verso la finestra, iniziò a spingere. Fortuna che il gel e il dildo della mattinata aveva preparato il mio culo, perché Costa non era per niente delicato. Spingeva il suo cazzo dentro di me come un ossesso, e mi teneva fermo stringendomi la vita. Alzando gli occhi mi accorsi che un’altra persona stava entrando nella stanza. Kevin era entrato e cominciava a sbottonarsi i pantaloni.
“Vieni Kevin, devi provare questa troia. Avevamo ragione, è bravissima.” Kevin si posizionò davanti alla mia faccia e tirò fuori il suo cazzo dai pantaloni. Rimasi a bocca aperta, un cazzo così lo avevo visto solo nei film porno. Nero come la pece, più lungo di quello di Costa e con una cappella così gonfia che sembrava scoppiare. Senza tante storie Kevin mi ficcò il cazzo ancora barzotto in bocca, e già così facevo fatica a gestirlo. In poco tempo il cazzo divenne duro nella mia bocca, che naturalmente non riusciva a contenerlo tutto.
“Che bella bocca” disse Kevin mentre con una mano sulla mia nuca cercava di spingerlo ancora più in fondo. Io cominciai a tossire e una quantità impressionante di saliva mi usciva dalla bocca, imbrattando tutto il cazzo di Kevin. Andammo avanti così per un po’, con Costa che mi scopava e Kevin che si faceva succhiare. Speravo che quest’ultimo venisse presto, perché non sapevo cosa sarebbe successo se avesse provato a incularmi. Un rumore verso la finestra mi fece girare lo sguardo, e vidi un terzo muratore che entrava dalla finestra.
“Rimani la e fai la guardia tu” disse Costa. L’uomo, sui cinquant’anni, basso e un con un po’ di pancia non fece un fiato, ma si aprì la patta dei pantaloni e cominciò a masturbarsi. Oramai Costa e Kevin erano allo stremo. Il primo uscì il cazzo dal mio culo, mi fece girare sulla schiena, e mentre Kevin trivellava ancora la mia bocca Costa avvicinò il cazzo alla mia bocca.
“Fammi spazio che adesso ti vengo in bocca” Kevin aprì con le dita la mia bocca, Costa poggiò la cappella sulle mie labbra e dopo qualche colpo di mano venne.
“Ecco che sborro troia…cazzooo!” lo sperma di Costa entrò nella mia bocca, mischiandosi con il cazzo di Kevin che ancora pompava. Le mie labbra erano imbrattate di sperma e saliva, e quando Kevin non ce la fece più tirò fuori il suo cazzo, imbrattandomi la faccia e la bocca con almeno otto schizzi di sborra.
“Uaaaaa che bellooo” Kevin impugnava il suo cazzo e me lo rimise in bocca per ripulirlo.
“Andiamo adesso, ho finisce la pausa pranzo” disse Costa rimettendo il cazzo nei pantaloni. Kevin fece lo stesso e se ne andò. Il terzo muratore rimaneva davanti alla finestra. Io avevo ancora il cazzo durissimo e cominciai a masturbarmi, incurante dello spettatore. Ero ad occhi chiusi quando sentii una mano fermare la mia sega, e riaprendoli vidi il muratore che mi scostava la mano, e prendeva in bocca il mio cazzo. Non era certo un bell’uomo, ma era pur sempre una pompa. Cominciai a spingere il cazzo sempre più veloce in quella bocca, e quando oramai mancava poco all’orgasmo bloccai la testa dell’uomo, che capite le miei intenzioni aprì ancora di più la bocca, accogliendo tutto il mio sperma. Succhiò e ingoiò tutto, e dato che non era ancora venuto impugnai il suo cazzo, che dopo poche menate venne sul mio petto. Il muratore non disse nulla, fece un mezzo sorriso mentre si rivestiva e se ne andò. Costa e Kevin tornarono a svuotarsi sempre all’ora di pranzo, fino a quando non ricominciai ad andare a scuola.
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