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Gay & Bisex

Glory hole (1)


di crigio
20.11.2013    |    17.038    |    4 9.6
"Allora, mi rivolto e riprendo a spompinare il mio stallone con maggiore voracità, e quello si agita e si incolla alla parete..."
“Dai, sbatti quel culo, altrimenti non ti si piglia nessuno!”, mi urla Pino per superare il frastuono della musica.
“Tu, invece, lo stai sbattendo un po’ troppo! Ce li hai tutti attorno!”, lo sfotto io.
“Che cosa vuoi! Sono più bello di te…!”, ribatte lui, e continua a ballare come un ossesso.
È venerdì sera ed il mio amico mi ha invitato in discoteca, una nuova discoteca aperta da poco. Enrico e Knut dovevano lavorare e non sono potuti venire con noi, e naturalmente Pino ne approfitterà per spassarsela. E anch’io…
Mentre continua a dimenarsi, si dirige piano piano verso i bagni. Ogni tanto si volta e con il dito mi fa cenno di seguirlo. Spinge la porta delle toilette ed entriamo. Non c’è nessuno.
“Vieni con me!”, mi ordina, e ci infiliamo in un cesso, chiudendo la porta alle nostre spalle. “Guarda!”, mi fa, indicandomi le pareti laterali della cabina. Più o meno a metà dell’altezza di entrambe c’è un buco. Sono dei glory hole!
Mi cinge la vita e mi stringe a sé. “Dai, diamoci una scaldatina in attesa che arrivino dei bei cazzoni!”, e mi infila la lingua in bocca e mi palpa le chiappe. Mi leva la maglietta e si tuffa sui miei capezzoli.
“MMMMM, stai migliorando con la lingua!”, lo provoco.
“Migliorando??!!”, si irrita. “Se sono più bravo di te!”, e torna a mordicchiarmi e lapparmi le aureole. Dopo un po’, lo tiro su e lo spoglio. Mi chino sul suo petto e ricambio il servizio.
“Oh, merda! Anche tu non sei niente male! Sì, lavorameli bene, mmmmmmmmm!”, mi incita.
D’improvviso, la porta della toilette accanto alla nostra viene chiusa rumorosamente. Ci blocchiamo e ci fissiamo. Poi, Pino sposta lo sguardo sul buco alle mie spalle e mi sussurra: “E’ dalla tua parte!”. Mi fa voltare e mi spinge per farmi piegare in avanti. Infila due dita nel foro, per far capire al tipo dall’altra parte che qui c’è qualcuno disponibile. Dopo qualche secondo, un membro molliccio si intrufola nel buco.
“Succhialo!”, mi ordina Pino ed io lo inghiotto. Di là dalla parete si sente un sospiro profondo e lo sconosciuto inizia a muovere il bacino avanti e indietro scopandomi la bocca. Pino, intanto, mi sbottona i jeans e mi denuda. Si inginocchia e affonda il muso nel mio solco, leccandomi la rosellina con grande abilità. Un mugolio di piacere mi esce spontaneo dalla bocca stretta intorno al cazzo, che va via via ingrossandosi.
Preso dal godimento, volto la testa indietro, senza abbandonare la verga che adesso masturbo con la mano, ed io e Pino incrociamo gli sguardi. Poi, gli occhi salgono un po’ oltre la spalla del mio amico e attraverso il buco dell’altra parete vedo un’ombra: anche di là c’è qualcuno. Faccio un cenno col capo a Pino e lui si gira, lascia le mie chiappe e si getta sull’altro lato, infilando due dita nel foro. Anche stavolta il tipo che sta nell’altra toilette si accorge della presenza di qualcuno da questo lato e, dopo qualche secondo, fa passare la sua mazza attraverso la fessura.
Il biondino è il solito fortunato: quel cazzo è davvero impressionante. È grosso e già bello turgido, e mi fa venire l’acquolina in bocca. Lo stesso deve essere successo a Pino, perché in men che non si dica ingoia tutto il palo di carne e comincia a lavorarlo a dovere. Allora, mi rivolto e riprendo a spompinare il mio stallone con maggiore voracità, e quello si agita e si incolla alla parete. Il membro adesso è duro, ma non è certo paragonabile a quello che sta succhiando Pino. Il tipo inizia anche a tremare e capisco che non resisterà a lungo, ma prima che sborri lo voglio prendere nel culo.
Mi giro, appoggio un piede sul water, aprendomi così le chiappe, e spingo indietro facendomi entrare il cazzo nello sfintere. Dall’altra parte si sente un rantolo e l’uomo inizia a scoparmi. La parete si muove e cigola sotto i suoi colpi. Pino se ne accorge, abbandona per un momento la verga che ha in bocca e mi sussurra: “Che gran puttana che sei!”, sorridendomi complice. Io ricambio e lo invito a fare lo stesso.
In un attino si alza, mette anche lui un piede sulla tazza e, agguantando il membro, lo indirizza al suo buco. Fa una smorfia e poi apre lentamente la bocca e sgrana gli occhi.
“E’ enorme!”, leggo sul suo labiale e, incuriosito, allungo una mano per sentire le proporzioni del palo. Il suo anellino ha assunto un diametro impressionante ed è tutto bagnato. La carezza delle mie dita lo fa inspirare a fondo e gli fa reclinare la testa. Il tipo dall’altra parte inizia a sbatterlo, facendolo vibrare di eccitazione.
“E poi la puttana sarei io!”, sibilo perché i due uomini non mi sentano. La mia carezza sulla sua rosellina dilatata si fa più intensa ed il suo respiro sempre più corto. Pino ansima e gode profondamente, lanciandomi sguardi pieni di lussuria. Digrigna i denti e allunga una mano al mio buco, facendomi lo stesso servizietto. Mi strofina la rosellina freneticamente e un urletto mi sfugge dalla bocca. Quel massaggio, però, stimola anche il tipo che mi sta fottendo, il quale, assestandomi dei colpi più cadenzati e profondi, schizza nei miei intestini.
Esaurito l’orgasmo, il suo cazzo si ritira rapidamente ed esce da me. Sto per abbassare la gamba, quando un tubo di notevoli dimensioni prende il posto del lombrico di poco fa. Vengo spinto leggermente in avanti e devo appoggiarmi con le mani sul bordo del water. La mia bocca si spalanca in un sibilo soffocato. Alzo la testa e fisso Pino, mordendomi il labbro inferiore in un’espressione di intenso godimento.
“Adesso sì che si ragiona!”, gli sussurro, e la sua mano viene di nuovo a verificare la mia apertura.
“E’ più grosso del mio!”, mi fa, mentre il tipo alle sue spalle non accenna a desistere. “Questo”, aggiunge indicando col pollice la parete alle sue spalle, “è un vero stallone! Quasi quasi vado di là e me lo cavalco un po’!”.
“MMMMM, ottima idea! Mi sa che faccio lo stesso”, gli dico.
“Ok, andiamo. Poi, però, scambiamoceli, d’accordo?”.
“D’accordo!”, e ci tiriamo su estraendo i cazzi dai nostri sfinteri. Apriamo piano la porta della toilette per vedere se c’è qualcuno. Verificata la totale assenza di altra gente, sgattaioliamo fuori e ci intrufoliamo nei cessi ai lati del nostro.
A dispetto dell’affare che si ritrova tra le gambe, il tipo che mi stava scopando è uno sbarbatello. “Ma quanti anni hai?”, gli chiedo stupito.
“Venti…”, mi risponde un po’ intimidito, sebbene si masturbi la verga per tenerla dura. Mi inumidisco le labbra per la voglia di assaporarla e mi inginocchio tra le sue cosce leccandola dalla base al glande. Il ragazzino si siede lentamente sulla tazza, tremando di piacere, e appoggia le mani sul bordo, stringendolo come se volesse triturarlo. Quando arrivo all’estremità superiore, inghiotto la cappella e la succhio avidamente. Le gambe del tipetto si muovono sconnesse e la sua testa sbatte da un lato e dall’altro.
Lentamente mi impossesso di una quantità sempre maggiore di asta: la faccio scorrere nelle mie fauci, prima in dentro e poi in fuori. Il ragazzino mi fissa eccitato e sbavante. Mi sputo su una mano e riprendo a spompinare. Mi lubrifico il buco del culo e me lo penetro con tre dita. Mi alzo in piedi, lo scavalco e piego le ginocchia. Spingo e piano piano mi impalo su quella meraviglia.
“Ti piace il mio cazzone?”, mi chiede.
“Oh sì!”, rispondo, e, mentre le sua labbra si distendono in un sorrisetto impertinente, mi assesta un colpo secco dal basso verso l’alto. Pianto le unghie nelle sue spalle e inarco la schiena. Non ho il tempo di godermi questo primo fendente che già me ne arriva un altro fino in fondo agli intestini.
“Oh, merda!”, esclamo e mi chino in avanti, stringendomi a lui.
“Toh, puttana!”, mi insulta, e mi percuote una terza volta col suo ventre. Seduto sulle sue cosce aperte, ho le chiappe completamente dilatate e la sua mazza riesce a scorrermi dentro facilmente. La verga pulsante mi trasmette un calore esagerato e mi sento bruciare nelle viscere. Le gambe cominciano a tremarmi.
“Ancora! Ancora!”, lo prego, ma non ce n’è bisogno, perché lui è talmente infoiato che non ha la minima intenzione di fermarsi. Il calore mi risale lungo la schiena e i fianchi. Arrivato al petto, sento i capezzoli inturgidirsi e spingere contro la sua pelle. Quando mi assesta altri colpi allo sfintere, le mie aureole strusciano contro il suo corpo e mi regalano un pieno di godimento.
Il calore sale ancora e mi si stringe la gola. Mi si spezza il fiato. Mi scoppia la testa. Non riesco ad inghiottire e la bava mi cola dagli angoli della bocca. Poi, un brivido precipita giù lungo la mia spina dorsale, protendo il culo in fuori e mi irrigidisco. Emetto un lamento e gli sussurro all’orecchio: “Io godo! Godo! Gooooodooooo!!!”.
Lo sfintere mi si apre a dismisura e il cazzo si arrampica dentro di me, non saprei neanche dire fin dove. Poi, una convulsione e mi contraggo. Il ragazzino digrigna i denti e rantola.
“Dove la vuoi la sborra?”, mi chiede.
“Spara, che dopo ti ripulisco ben bene!”, gli rispondo.
“E allora prendi, troia!”, e continuando a fottermi, mi inonda di caldo nettare. Sento degli schizzi colpirmi in fondo alle viscere e poi colare lungo le pareti dello sfintere e fuori dalla rosellina. Lo sbarbatello raccoglie un po’ di sperma con la mano e me lo porta alle labbra. Lecco avidamente e poi succhio le dita.
Quando capisco che le gambe mi possono reggere, smonto da lui e mi inginocchio tra le sue cosce per lucidargli l’asta. Sorprendentemente, dell’altra sborra inizia a colare lungo il palo e la lappo e la assaporo voracemente, finché il tipetto non ne ha abbastanza e mi prega di smetterla.
Qualcuno bussa alla porta della toilette: “Sono io!”, si sente sussurrare. È Pino, che, avendo svuotato i coglioni al suo stallone, viene a reclamare il mio. Allora, apro e lui mi fa: “Ti sta aspettando!”, e, strattonandomi, si infila dentro e chiude la porta. Corro verso l’altro cesso, per paura che qualcuno possa entrare in bagno, e dietro il battente trovo una sorpresa inaspettata.
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