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Gay & Bisex

IL PICCOLO SCRITTORE FIORENTINO


di Foro_Romano
30.08.2016    |    9.750    |    3 9.3
"“Posso aggiungere che, se vuoi attirare un certo interesse, devi raccontare storie più originali possibile (vere od inventate che siano)..."
Ho ormai raggiunto i 60 racconti scritti su questo sito e ricevo molti complimenti per la mia forma di scrittura e la mia fantasia, anche se alcuni vorrebbero che tutte le storie fossero vere. Alcune lo sono ed altre no. Ho avuto una vita molto ricca di avventure. Alcune ve le ho raccontate ma trovo che la fantasia può raggiungere vette tanto elevate da farvi intostare il cazzo al massimo e magari farvi anche sborrare. Basta immedesimarsi nella storia e lasciare fuori lo schifoso mondo che ci circonda.
Tra i miei fans c’è un ragazzo di Firenze molto giovane, del quale non dirò il nik. Dice di avere già compiuto i 18 anni ma, a giudicare dalle foto, ne dimostra almeno due di meno. Anche lui ha postato qui qualche storia e, devo dire, ha già la stoffa dello scrittore anche se dovrà ancora migliorare alcuni particolari.
Mi ha scritto più volte che vuole conoscermi di persona, che gli piacciono gli uomini maturi e mi trova un bel tipo, che è ancora vergine (anche se, navigando in internet, ne sa una più del diavolo) e che vorrebbe che fossi io ad insegnargli a scrivere meglio, ma anche a fare sesso.
Devo ammettere che è un bellissimo ragazzo: biondo, occhi verdi e profondi, magro e piccolino di statura (ed è questo che lo fa sembrare più giovane), un’aria tra lo sbarazzino, l’angioletto ed il porcellino da monta. Da molto tempo, però, preferisco essere passivo e il mio interesse si rivolge agli uomini già fatti (almeno da 30 anni in su) e più porci di quanto può esserlo un ragazzino alle prime armi.
Gli ho più volte fatto presente la cosa ma lui torna sempre ad insistere finché, un giorno, ha detto che voleva venire a Roma anche solo per conoscermi e, se volevo, per ricevere da me qualche indicazione sul modo di migliorarsi nella scrittura. Niente di più.
A quel punto ho acconsentito e ci siamo dati un appuntamento alla stazione Termini. Quando l’ho visto arrivare mi ha salutato da lontano ed è venuto verso di me. Accidenti, di persona era ancora più bello. Appena mi è stato vicino mi ha messo le braccia al collo e mi ha baciato sulla guancia. Sprizzava gioia da tutti i pori. Data la grande differenza di età, chi ha assistito alla scena, avrà pensato che si trattasse di due parenti che non si vedevano da tanto tempo (forse zio e nipote o, peggio, nonno e nipote).
Per abbracciarmi ha dovuto fare un saltino perché, come altezza, mi arriva alle spalle, sicché ho dovuto sostenerlo tenendolo per la vita. Il contatto col suo corpicino mi ha fatto scattare una certa eccitazione come non mi aspettavo. Siamo andati a sederci al tavolo di un bar ed abbiamo ordinato da bere.
“Non sai quanto sono felice di vederti”, mi ha detto subito. “Mi hai fatto penare così tanto tempo prima di accettare di incontrarci!”
“Ti ho spiegato il motivo. Non ho intenzione di fare sesso con te. Sei troppo giovane per i mei gusti”.
“Lo so, infatti sono venuto solo per avere qualche consiglio letterario. Però mi hai detto che una volta non era così, che ti piacevano anche i ragazzi giovani”.
“Si, però ne è passato di tempo! Ho scopato molti giovani e per alcuni è stata anche la prima volta però, adesso, invecchiando, non posso più fare promesse che non è certo possa mantenere. Quindi ho lasciato perdere certi interessi per dedicarmi di più al mio lato B. Non so se mi capisci”.
“Non ti ho chiesto di promettermi niente, solo…”
“Ti prego, lasciamo stare questo discorso. Ho notato, dai tuoi scritti, che usi un linguaggio semplice e chiaro. Molto scorrevole. Mi ha colpito perché, generalmente, oggi i giovani non lo fanno. Non sanno costruire una frase compiuta, non sanno seguire una successione logica. Per non parlare di molti che usano abbreviazioni da sms (per me ingiustificate anche in quel contesto) che rendono illeggibile il tutto. Penso che, nei racconti porno, se si vuole far alzare la libidine del lettore, non si devono frapporre delle difficoltà di lettura. Tutto deve costituire un facile crescendo fino al deliquio finale. Magari, volendo, con l’aggiunta poi di un qualche finale più tenero, persino romantico. Cosa altro posso dirti?”
“Oh, è già molto questo che mi hai detto”.
“Un segreto è anche quello di terminare le frasi al momento giusto, di andare a capo spesso per non far perdere il filo della lettura, di usare una buona punteggiatura, di non mettere le “h” dove capita e saper distinguere un verbo da una preposizione. Chi non lo sa fare può sempre imparare. Basta un po’ di buona volontà e spirito di osservazione.
“Giusto. Ho visto cose orribili, come: “era andato ha casa”. Ci facemmo una risata.
“Posso aggiungere che, se vuoi attirare un certo interesse, devi raccontare storie più originali possibile (vere od inventate che siano). Spesso, voi giovani raccontate della scuola, di amici cresciuti insieme, di rapporti venuti fuori lentamente negli anni o di situazioni occasionali come campeggi o gite con la classe, o di serate andate a vuoto con le ragazze e girate, come ripiego, a soddisfarvi tra voi, tanto per sfogarvi. Sono storie ormai stantie. A parte i particolari delle descrizioni fisiche, sembrano tutte uguali”.
“E’ vero, me ne ero accorto anche io”.
“Si. Ho visto che sai uscire da questi schemi”.
“Volendo rimanere in ambito scolastico, si potrebbe, per esempio, far provare al protagonista un rapporto con qualcuno più grande. Che so. Se si tratta di una gita scolastica, con un insegnante che li accompagna o uno sconosciuto incontrato per caso in una città estera. Se si tratta di scout, col capitano dei lupetti. Se si tratta di un collegio, di un istruttore. E così via”.
“Grazie. Mi sei di molto aiuto. Storie come queste che hai detto mi piacciono di più. Sarà che, come ti ho scritto, vorrei essere sverginato da un uomo maturo. Che mi piaccia, naturalmente. Come te” e mi ha fatto l’occhiolino accompagnato da un sorriso angelico e libidinoso nel contempo.
Di nascosto, sotto il tavolo mi ha messo la mano sul pacco ed ha saggiato la consistenza del mio attrezzo. Io non l’ho tolta perché il mio gesto sarebbe stato troppo visibile. “Smettila!”
“Sembra essere molto interessante” e mi ha sorriso continuando a strizzarmelo. “Lui” ha cominciato a prendere consistenza. La vicinanza di un ragazzo così bello, così voglioso e così smaliziato pur essendo ancora vergine, non poteva essermi indifferente.
“Dai, andiamo a casa tua. Non ti chiedo di promettermi niente, ma almeno fammici provare. Tu mi piaci molto. Se poi non ci riesci non me la prenderò: mi avevi avvisato”. Poi, con l’aria pietosa di un cane accanto al tavolo del padrone, “Ti prego”.
Come resistere ad una richiesta simile mentre la sua mano continuava a stuzzicarmi ed il mio coso di lì a poco sarebbe stato così evidente che non mi sarei potuto alzare senza destare l’attenzione della gente!
“Ok, andiamo”. Mi alzai di scatto e lo presi per quella mano impertinente quasi trascinandolo, mentre lui rideva felice.
Entrati in casa, lì nell’ingresso, mi si è arrampicato addosso ancora una volta per baciarmi. Io l’ho girato e schiacciato contro il muro per infilargli tutta la lingua in bocca. Ha corrisposto con passione e la sua felicità è andata via via tramutando in una sensualità intensa. Praticamente mi si è sciolto tra le mani, mentre lo tenevo per la vita. Inutile dirvi come mi si era intostato il cazzo nei pantaloni! Ma anche il suo non era da meno e me ne accorsi perché premevano l’uno su l’altro.
Quando lo rideposi a terra ci mise subito la mano sopra. “Accidenti! Sono certo che non mi deluderai affatto”.
Lo presi in braccio e lo portai direttamente sul letto e rimasi in piedi a rimirare lo splendore di quel cucciolo affamato. Subito si avvicinò col viso alla mia patta e cominciò a baciarlo ed insalivarlo attraverso la stoffa.
“Bisogna liberarlo, altrimenti rompe tutto”. Slacciò il bottone e tirò giù la zip. Afferrò il bordo dei pantaloni e delle mutande assieme e li tirò giù, fin sotto le palle. Ricevette in faccia una legnata del mio bastone durissimo e ne fu più che felice. Stette a guardarlo per qualche secondo.
“Che bello e che profumo!” Ne prese una grossa boccata e se lo infilò dentro. La grossezza rispetto alle sue labbra era tale che riuscì a far entrare solo la cappella ma lui, a forza di impegno e saliva, riuscì a riceverne fino a metà dell’asta, strozzandoselo in gola. Lo sfilò completamente bagnato.
“Che buono!” e lo riprese in bocca. Cominciò un andirivieni continuo, accompagnato da abbondante saliva, dalla lingua a mulinello e da eccitanti rumori di risucchio. Era tanto bravo che ebbi un dubbio.
“Sei bravissimo. Sei sicuro che non ne avevi mai assaggiato uno?”
S’interruppe. “Si, è tutto vero, però il tuo cazzo è proprio come lo sognavo” e ci si ributtò sopra non dimenticando, di tanto in tanto, di lapparmi i coglioni pelosi.
“Che troia nata!” pensai e mi lasciai andare al piacere più intenso.
Dopo almeno dieci minuti di quel pompino appassionato stavo per non farcela più e glielo dissi. “Se continui così, tra poco ti sborro in bocca e dovrai inghiottirla tutta, puttanella”.
Lasciò immediatamente la mia mazza. “Vorrei tanto sentire il sapore della sborra ma adesso no, ti prego, scopami. Voglio essere sverginato da te”.
“Allora spogliati, che aspetti”. Fece in un lampo. Poi ebbe pure la sfrontatezza di girarsi e farmi ammirare il bel culetto perfettamente rotondo. Si chinò in avanti e potei vedere il forellino circondato di peletti biondi che tanto desiderava essere aperto.
“Se fai così sarò costretto a prenderti con la forza”.
Si gettò sul letto, alzò le gambe e, prese in mano le chiappette, se le allargò per offrirsi completamente. “E’ quello che voglio. Rompimi il culo e scopami con tutta la forza che hai. Ho sempre sognato di essere violentato. Fammelo sentire forte. Non avere pietà”.
“Ti farò male. Lo vedi come è grosso!”.
“Non ti preoccupare del mio dolore e delle mie urla. Usami e pensa solo al tuo piacere. Montami come un toro”.
In quel momento non potevo desiderare di più. Non aveva bisogno di chiedermelo. Più che un toro ero inbufalito ed accecato dalla lussuria. Non mi succedeva da molti anni di essere così eccitato nel ruolo attivo. Sono salito sopra di lui, ho puntato la mia cappella, gli ho tappato la bocca con una mano ed ho spinto senza preoccuparmi di niente. Si è potuto sentire il muscolo dell’ano che si rompeva ma la mazza è entrata dentro come nel burro, fino in fondo, tanto era il suo desiderio. L’ho pompato senza ritegno come un animale. Le sue urla si infrangevano contro il palmo della mia mano. L’ho tolta quando si erano trasformate in gorgoglii di piacere.
“Siii… Cosiii… Sfondami tutto… Ahhh…” Gli scendevano le lacrime dagli occhi e mi chiedeva di continuare ad impalarlo con durezza.
“L’hai voluto tu, frocetto schifoso… Allora ti piace il cazzo grosso su per il culo, vero?”
“Si… Siii… Adesso ne sono sicuro”.
Ho continuato a scoparmelo duro per almeno mezz’ora. Lui godeva del suo primo cazzo in culo ed io di avere sotto di me un ragazzo così giovane e carino che si concedeva con trasporto. Si agitava tutto, si inarcava, sbarrava gli occhi, gli si giravano dal piacere. Con le braccia ora aperte a croce, ora appoggiate alle mie spalle, ora sul mio petto peloso, ora sulle mie cosce i cui muscoli vibravano per le spinte che gli infliggevo. Lo insultavo e lo coprivo di luridi epiteti che aumentavano la nostra lussuria. Non solo l’ho sverginato ma l’ho completamente sfondato.
“Vuoi ancora assaggiare la mia sborra?” gli ho detto quando sentivo che non avrei resistito molto ancora.
“Si… fammela bere… Voglio assaporarla”.
“Preparati. Adesso esco dal tuo buco e vengo in avanti. Tu apri la bocca”.
Obbedì immediatamente ma io non feci abbastanza rapidamente i movimenti sicché il primo schizzo, denso e corposo, gli disegnò una striscia rettilinea che andava dai capelli alla bocca, passandogli sul naso. Gli altri che seguirono gli finirono tutti dentro perché la mia cappella fu subito serrata tra quelle belle labbra morbide. Avrebbe voluto gustarsela tutta ma dovette ingoiare due volte per non perderne neppure una goccia. Alla fine aprì la bocca piena della crema bianca e, chiudendo gli occhi dal piacere, se la fece scivolare in gola. Poi mi guardò. Il suo viso era rischiarato da grande felicità. Mi lappò via le ultime gocce dalla cima del cazzo e si leccò le labbra.
“E’ buonissima!”
Mi adagiai accanto a lui e gli accarezzai la testa, stringendola a me. Lui si accoccolò sotto la mia ascella, col viso ed un braccio sul mio petto ancora ansante. Potevo sentire i forti battiti del suo cuore. Rimanemmo così per alcuni lunghissimi minuti.
“Visto che ci sei riuscito?”
“Merito tuo. Oltre ad essere un bel ragazzo eri proprio affamato di cazzo e ti sei comportato come una vera troia navigata”.
“Ho imparato molto dai tuoi racconti”, disse spudoratamente. “E, grazie a te, adesso potrò scriverne anche di più realistici, dopo che mi hai fatto conoscere cosa vuol dire ‘godere’ veramente”.
“Non vorrai mica raccontare quello che è successo tra noi? Data la differenza di età i lettori potrebbero pensare che sia stato io ad adescarti. Non sanno che puttanella che sei”.
“No, non lo scriverò… Però potresti farlo tu… Si, si fallo tu. Sei più bravo di me e vorrei che tutti sappiano di questo nostro incontro nel miglior modo possibile”.
“Boh… ci penserò. Che dici se adesso ci facciamo una bella doccia e poi ti porto in un bel ristorantino romantico, a lume di candela?”
“Siii” e mi abbracciò forte.
La serata fu molto piacevole e la notte lo fu ancora di più, quando lo presi più volte, anche in modo più dolce. Ormai il suo buco sapeva come adattarsi al cazzo che lo penetrava ed io volli fargli sapere che esistono altri modi meno rudi di fare sesso.
La mattina, dopo avergli preparato una buona colazione, l’ho accompagnato alla stazione. E’ stato un po’ triste perché sapevamo tutti e due che tra noi non ci può essere una storia. Lui adesso saprà come trovarsi gli amanti e magari anche avere una storia seria con qualcuno, ma mi ha promesso che ogni tanto verrà a trovarmi per godere ancora insieme. In fin dei conti, Firenze e Roma sono vicine.
Prima di salire sul treno ci siamo dati un bacio sulle labbra che avrà scandalizzato certamente qualcuno che non sa nulla di amore. Poi mi sono allontanato in fretta, con un magone in gola. Che volete farci. Scrivo storie di sesso pesante (che non disdegno) ma, in fondo, sono un romantico.

(Le stesse cose si possono fare con le precauzioni. Non fate mai l'amore senza il preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela).

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