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Gay & Bisex

Il Ferramenta


di PassPa
21.01.2016    |    23.422    |    6 9.7
"E soprattutto Giorgio, l'impiegato, mi eccitava moltissimo..."
Mi piaceva fare i lavori in casa, anche se avevo sempre poco tempo. Ma realizzare una libreria, aggiustare un guasto, rifare una parete e cose del genere mi faceva sentire bene.
Non avevo sempre gli attrezzi giusti per le cose che dovevo fare e di conseguenza mi trovavo costretto ad andare spesso in un negozio di ferramenta non distante da casa che era abbastanza fornito.
C'era sempre un bel po’ di gente, operai di vario genere, che prendevano materiali e quindi c'era sempre una buona fila. Ma non mi dispiaceva aspettare. Anzi, avevo il tempo per pensare a ciò che dovevo prendere guardando i materiali in giro per il negozio, e a volte nell'indecisione chiedevo consiglio a un impiegato, Giorgio era il suo nome, che era sempre molto gentile e disponibile.
Ma c'era anche un altro motivo per il quale mi piaceva andare lì e non preoccuparmi delle attese, visto il mio interesse per il mio stesso sesso. Gli operai che ci trovavo erano quasi sempre molto interessanti, nei loro vestiti da lavoro e con i loro corpi spesso muscolosi. E soprattutto Giorgio, l'impiegato, mi eccitava moltissimo. Non era un uomo che a vederlo si poteva definire uno bello. Ma per me era molto sexy. Di media altezza, con spalle larghe e vita stretta. Capelli molto corti, brizzolati e un bellissimo paio di baffi. Occhi scurissimi. Braccia molto forti, tatuate, e petto ampio, con due grossi capezzoli che si vedevano da sotto la maglia. Doveva essere anche abbastanza peloso per quello che si poteva intravedere.
Mi sorrideva sempre quando entravo, ma non mi illudevo di niente, essendo io un cinquantenne brizzolato, con barba, ma con un pò di pancetta, anche se non direi grasso.
Mi piaceva quando mi spiegava le cose e quando le sue mani mi toccavano per farmi vedere come fare bene le cose. A volte chiamava qualche operaio per un consiglio su come si poteva realizzare una cosa o un'altra.
Fu proprio una di queste volte che Giorgio, visto che avevo intenzione di rifare l’impianto di irrigazione del mio giardino, che chiamò due degli uomini che erano nel negozio e stavamo scegliendo tubi e attacchi per l’acqua. Li conosceva, visto che li chiamò per nome, e loro si avvicinarono sorridendo.
Devo ammettere che la mia salivazione dapprima si azzerò e poi improvvisamente cominciò ad aumentare. Erano due che decisamente si potevano definire “bonazzi”. Diversi tra loro, ma proprio due manzi. Il primo che si avvicinò, credo si chiamasse Carmelo, era di media altezza ma con un fisico da urlo. Mani grandi e braccia forti, con dei muscoli che scoppiavano nella maglietta che indossava. Capelli nerissimi, anche se corti e una barba di quelle che inizia dagli zigomi e immaginavo finisse ai piedi. Occhi quasi trasparenti e un orecchino. Emanava odore di maschio a distanza. L’altro era molto alto, chiaro di capelli che portava lunghi e tenuti insieme in una coda. Barba di quelle incolte e anche lui con una muscolatura che non passava inosservata. Dal collo gli si vedeva un tatuaggio che scendeva sul petto.
Giorgio gli disse quali erano i suoi dubbi e loro guardandomi con fare gentile mi fecero alcune domande. Poi Carmelo mi chiese dove fosse questo giardino e quando gli spiegai dov’era mi propose di fare un salto il sabato mattina per vedere loro stessi e darmi i giusti consigli. Non sapevo che dire, ma il sorriso anche del suo amico e Giorgio, che disse che sarebbe passato anche lui per poter dire la sua, mi fece dire di si.
Non pensavo certamente a chissà quale svolta, ma mi piaceva l’idea di poterli rivedere e parlare con loro.
Il sabato mattina arrivò e verso mezzogiorno sentii bussare. Dovevano essere loro. Andai ad aprire e me li trovai tutti e tre davanti. Imbarazzato li feci entrare e accomodare, prima in terrazza per offrirgli qualcosa da bere. Una birra fresca fu l’inizio, ma ne seguirono altre. Passammo poi in giardino a vedere il tutto e io esposi le mie idee. Loro subito mi dissero cosa ne pensavano e alla fine fummo d’accordo sul da farsi. Giorgio si appuntò le cose che avrei dovuto prendere.
Nel frattempo il sole picchiava forte e devo dire che si sudava parecchio. Ma la cosa non mi spiaceva per nulla, perché più sudavano più le loro maglie aderivano e mi facevano immaginare i loro corpi. Fu a quel punto che il biondo chiese se poteva togliersi la maglietta e asciugarsi un po’ il sudore.
Io non credevo alle mie orecchie e ovviamente dissi che non c’erano problemi, anzi che se volevano fare un bagno avevo la piscina accanto alla terrazza. I tre uomini si guardarono non sapendo cosa dire, fino a quando Giorgio mi guardò e sorridendo disse che però non avevano il costume. La mia risposta, a quel punto, fu proprio da sfacciato. Ma mi sono detto che era una occasione da non perdere. Al minimo li avrei solo visti nudi e sarebbe già stata una cosa bellissima. Dissi infatti che non era un problema e che eravamo tra maschi e che se volevano lo potevano fare in mutande o anche senza.
Senza aspettare molto i tre accettarono di buon grado e feci loro strada. Arrivati in piscina, per rompere il ghiaccio, mi spogliai e presi dei teli per tutti.
Nel frattempo anche i tre cominciarono a spogliarsi, e ammetto che mi gustai la scena di quei tre esemplari di maschi che si spogliavano davanti a me. Probabilmente il mio sguardo calamitato verso i loro corpi e soprattutto verso quei tre cazzi che ancora a riposo pendevano davanti a me tradì le mie voglie. Vidi dei sorrisetti sui loro volti e fu Carmelo il primo ad avvicinarsi a me mentre ero ancora seduto su una delle sedie a sdraio. Si piazzò davanti a me con le mani sui fianchi e mi disse “perché non provi a usare questo attrezzo nel frattempo?”
Non me lo feci ripetere due volte, e afferrai a piene mani quel cazzo che già così mi riempiva la mano. Era un bell’arnese non lunghissimo, ma di notevole circonferenza e con due vene laterali che già si riempivano promettendo risultati che non tardarono a farsi vedere….. lo carezzavo e nel frattempo soppesavo i coglioni che pendevano in una grossa e lunga sacca. Mi piace moltissimo vedere dei grossi coglioni sotto un bel cazzo, e coglioni che pendono e dondolano davanti a me. Carmelo mi mise una mano dietro la nuca e con decisione mi avvicinò la testa al suo “arnese”. Capii e aprii la bocca, cominciando a succhiarlo piano ma a fondo. Le mani sulla mia testa divennero due e Carmelo, da vero maschio, mi guidava con il ritmo che evidentemente preferiva. Adoro spompinare un bel cazzo e quello lo era decisamente. Cresceva in lunghezza e soprattutto in larghezza, tanto che riempiva tutta la mia bocca. Affondava il cazzo sino alla gola, mentre io cercavo di usare la lingua per dargli piacere. Nel frattempo vedevo che Giorgio e il biondo si avvicinavano a noi mentre si toccavano il cazzo. A questo punto cercai di guardare come erano. Giorgio aveva un cazzo degno del suo corpo. Bellissimo grosso, venoso, lungo, scappellato e con una grossa cappella rosso scuro che già era bagnata. I coglioni che pendevano sotto erano molto più grossi di quelli di Carmelo, il che prometteva bene. Il cazzo del biondo era molto lungo, anche se ancora non del tutto in erezione. Curvato a sinistra e con una bella cappella. Insomma. Direi che ci saremmo divertiti…..
Mi resi conto che eravamo in giardino, anche se in una zona riparata era possibile che qualcuno ci vedesse.
Suggerii allora di passare dentro casa, che saremmo stati più comodi e poi, nel caso, farci un bagno in piscina dopo.
L’idea fu ben accolta da tutti e tre. Devo dire che non mi aspettavo una simile svolta. Sia Giorgio che il biondo avevo notato portavano la fede, quindi sposati. Ma evidentemente l’idea di un po’ di buon sesso tra uomini non gli dispiaceva.
Feci strada e appena fummo dentro mi sentii afferrare tutte e due le chiappe da mani forti e stringerle. Erano Giorgio e il biondo che volevano tastare la consistenza. Sembrarono soddisfatti e una delle due mani cominciò a violare il mio buco. Nel frattempo eravamo arrivati in camera e a quel punto devo dire che si trasformarono. Da persone gentili diventarono dei tori da monta. Ma la cosa non mi spiaceva.
Giorgio soprattutto, mi disse che erano mesi che aveva voglia del mio culo e che ogni volta che mi vedeva sperava di trovare una scusa per venire da me e scoparmi a lungo e a fondo. Mi afferrò la testa e cominciò a scoparmi in bocca così da far ingrossare il suo cazzone. Era talmente grosso che facevo fatica e producevo molta saliva. Vedo che il biondo mi si avvicina e comincia a leccare il cazzo di Giorgio che entrava e usciva dalla mia bocca. Era una sensazione fantastica e mai provata prima. Baciare un uomo mentre succhio un cazzo. Giorgio evidentemente era felice della cosa perché cominciò a grugnire e a scoparmi la bocca con violenza e il suo cazzo era veramente di marmo diventato.
Nel frattempo Carmelo si era posizionato dietro di me e aveva cominciato a leccarmi il buco del culo. La sua lingua era molto lunga devo dire e il mio buco, non certo più vergine, la accoglieva per bene. Insomma, tra un cazzo da succhiare anche se in condivisione, e un maschio che mi leccava il culo….. Una meraviglia.
Devo dire che ero eccitato e il mio cazzo cominciava a svegliarsi. Ma nessuno era interessato a lui, e per me andava bene.
Carmelo a un certo punto decise che ero abbastanza bagnato e si tirò su, mi prese per i fianchi e poggiata la cappella sul buco, diede un colpo di reni e mi sfondò in un solo colpo. Urlai, anche se la mia bocca era piena del cazzone di Giorgio e quindi non si sentì nulla, tranne un mugolio sordo. Il dolore fu subito soppiantato da scariche elettriche di piacere e mentre il cazzo nel culo mi pompava con forza facendomi sobbalzare a ogni colpo, io succhiavo sempre di più il cazzo producendo una quantità di saliva che il biondo prendeva e mi spalmava sul culo così da favorire l’entrata a fondo del l’altro cazzo.
Mi prendevano e giravano come se fossi un pupazzo, e io godevo anche di questo. Carmelo cominciò anche a tirare fuori del tutto il suo cazzo per poi infilarlo di colpo dandomi sensazioni bellissime. Poi lo roteava dentro e le sue mani mi strizzavano le chiappe senza sosta. Io succhiavo e venivo scopato e non avevo pensato che in fondo il biondo non stava partecipando attivamente ai giochi. Ma non me ne preoccupavo. Le cose a un certo punto cambiarono. Come se si fossero messi d’accordo, sia Giorgio che Carmelo uscirono dai miei buchi, guardandomi con soddisfazione. Carmelo, che non voleva proprio rinunciare al mio buco, si distese sul letto facendo svettare il suo magnifico “attrezzo” che era diventato grosso e lucido, con le vene che pulsavano sangue. Mi presero e mi fecero letteralmente impalare sopra di esso. Anche se ero già allargato, la sensazione di un cazzo che entra la sentii tutta. Mi tenevano pressato sopra il cazzo e dopo un poco le mani forti di Carmelo mi fecero prendere un ritmo tale che mi scopavo da solo. A questo punto mi accorsi che avevo davanti la bocca il cazzo del biondo che aspettava solo di entrare dentro ed essere succhiato. Aprii la bocca e il lungo cazzo del biondo cominciò a entrare dentro. La sensazione era diversa da prima, quando succhiavo quello di Giorgio. Prima era una sensazione di riempimento. Ora era la lunghezza che sentivo e sembrava arrivare sino in fondo alla gola. Di nuovo ero pieno e iniziò un altro gioco di ritmi per cui facevo godere due maschi con i miei buchi e le mie mani. Ma ancora una volta erano in due soltanto a giocare con me. La cosa improvvisamente cambiò quando Carmelo mi tirò a sé facendomi abbassare verso il suo petto costringendo il biondo a inginocchiarsi per continuare a farsi succhiare il cazzo. Contemporaneamente Sentii la lingua di Giorgio che cominciava a leccare il mio buco e il cazzone che mi scopava, spuntando ogni tanto e spalmando tutto attorno e infilando le sue dita dentro insieme al cazzo di Carmelo.
In realtà godevo già così, ma mi stava preparando per una doppia penetrazione che non tardò ad arrivare. Giorgio si posizionò per bene e poggiando la sua grossa cappella sopra il cazzo di Carmelo cominciò a premere. Non fu facile, visto i calibri dei due uccelli, ma a poco a poco sentii il mio buco dilatarsi sino a quando con un colpo la cappella di Giorgio superò l’anello anale ed entrò. Tutto si fermò per qualche istante. Io smisi di succhiare il cazzo lungo del biondo che era tutto dentro la mia bocca. Carmelo smise di scoparmi e mi afferrò forte per le braccia come a trattenermi. Giorgio tenne premuto il suo bacino contro il mio culo. Io ero immobile e sapevo che appena mi sarei mosso il dolore sarebbe scoppiato. Dovevo abituarmi. Ci volle poco in realtà e il gioco riprese. A questo punto ero davvero pieno. Tre maschi, tre cazzi e io.
Non so dire quanto tempo durò, ma per me fu un tempo infinito. Erano instancabili ed essere scopato da due tori era una sensazione che mi mancava e che mi aveva sempre stuzzicato. Ora la stavo finalmente provando. Ero talmente eccitato che riuscivo a far arrivare il cazzo duro del biondo sino in fondo e con la lingua leccare le sue palle grosse e ovali. Capivo che a breve sarei stato inondato dallo sperma di tre tori da monta e la cosa mi eccitava, se possibile, ancora di più. Il primo fu il biondo e lo avvertii sia per i suoi grugniti che aumentavano di intensità, sia per le vibrazioni che sentivo nel suo cazzo. Mi prese la testa, la tenne ferma e cominciò a spruzzare sborra dentro la mia gola. Ma era tanta che una parte risaliva nella mia bocca così da sentirne il gusto e la densità. Buonissima, dolce e densa e tanta…..
Mentre il cazzo che avevo in bocca cominciava ad ammosciarsi, Giorgio tirò fuori il suo cazzo dal mio buco e venne davanti. Voleva che vedessi mentre sborrava e che il suo succo mi inondasse la faccia mentre avevo ancora un cazzo in bocca. Aspettò qualche altro minuto, smanettandosi l’uccellone, sino a quando sentii che Carmelo stava arrivando anche lui. Come due orologi sincronizzati iniziarono a spruzzare. Dentro il culo la sensazione era quella di un tubo aperto che immetteva sborra dentro di me. Ma quanta ne poteva produrre? Tanta….. Ma anche Giorgio non era da meno. Iniziò a sborrare sula mia faccia e sembrava non finire mai. Oltretutto era densissima e mi copriva tutto il viso colandomi dappertutto. Il biondo ricominciò a scoparmi la bocca facendo entrare molta della sborra di Giorgio in bocca. Carmelo con il cazzo sempre di marmo continuava a scoparmi lanciando gli ultimi spruzzi di sborra dentro di me.
Io ero in estasi. Mai avrei pensato ad una svolta del genere. A poco a poco i giochi rallentarono, sino a smettere del tutto e crollare su letto per riprenderci. Eravamo completamente in un bagno di sudore e di umori, io soprattutto.
Proposi la famosa nuotata in piscina, dopo, magari una veloce doccia per liberarci dalla sborra che era ovunque. Così facemmo, e l’acqua fresca della piscina fu un toccasana.
Ripresi dalle fatiche del gioco di sesso fu Giorgio a ricordare che avrei dovuto presto iniziare i lavori in giardino e che se avevo bisogno di una mano ……… loro erano disponibili.
Penso che inizierò presto (così vi racconto….)
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