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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 3 -In ginocchio- X


di Soundserio
16.04.2016    |    5.440    |    4 9.8
"Ero distrutto e completamente sporco, sentivo alla gola ancora il sapore del suo nettare, tirai fuori dal perizoma il cazzo duro e cominciai a segarlo in..."
-“Cazzo chi era?”- domandò il Signor Giovanni in preda al panico –“Non so”- risposi stranito dalla situazione –“Merda merda”- ripeteva andando avanti e indietro per la cucina –“Signor Giovanni chi ha le chiavi dell’appartamento?”- domandai cercando di capire –“Mia moglie, gli operai e mio fratello”-. La situazione non si fece per nulla semplice, anzi avrei preferito non sapere. –“Veda di stare tranquillo, magari non hanno visto o sentito niente”- , -“Certo, come no. Allora perché sono subito scappati?!?”-. Aveva perfettamente ragione, ma non potevo dargliela, sarebbe entrato in crisi più totale –“Cominciamo a capire un po’, provi a chiamare sua moglie”- il suo sguardo si riempì di terrore –“Non risponderà mai”- , -“Provi, se non è stata lei risponderà e vedrà che dopo si tranquillizzerà”-. Non so come riuscii a convincerlo e qualche minuto dopo chiamò. La moglie non tardò a rispondere. –“Non è lei”- disse chiudendo la telefonata –“Bene, ha visto?”- i suoi occhi si rasserenarono un po’, almeno il matrimonio non sarebbe andato in frantumi in quel momento –“Suo fratello vive in città?”- domandai –“Si vive in città”- , -“Be comunque sia sua moglie possiamo scartarla. Andiamo a casa e con calma vedrà che risolveremo la situazione”-. Lo convinsi e andammo via prima che gli operai tornarono a lavoro. Una volta rientrato a casa mi buttai subito sotto la doccia per rinfrescare il corpo e distogliere i pensieri che tutto sommato però crearono in me una certa eccitazione, il fascino dell’ignoto. Qualche ora dopo ricevetti un sms da parte di Franco –“Ei troietta questa mattina sei passata?”- , -“Si porco ma non c’eri-“ , -“Mi ha detto mio figlio. Peccato se no ti avrei fatto salire sul furgone a succhiarmelo troia”- , -“Mmm magari”- risposi con l’acquolina alla bocca –“Che stai facendo?”- , -“Sono a casa in slip sul letto tutta sola”- , -“Hai voglia di cazzo?”- , -“Si”- , -“Quanto sei troia, vengo?”- domandò –“Magari”- replicai –“Vado a prendere mio figlio per accompagnarlo a lavoro, passo?”- , -“Si passa pure”- , -“Ho solo pochi minuti però”- , -“Va bene”-. Senza neppure accorgermi ero di nuovo eccitato e caldo, scordai completamente le preoccupazioni di Giovanni e il cosiddetto guardone. Prima dell’appuntamento feci un salto sui vari siti di annunci e poi mi rinfrescai sotto un’altra doccia per farmi trovare pulito e profumato. Mentre ero intento a decidere che indossare per l’appuntamento il telefono squillò ancora –“Fatti trovare in ginocchio con addosso solo il perizoma”- il cazzo mi divenne subito di marmo. Abbassai la serranda lasciando soltanto intravedere fuori, gli operai erano appena andati via, mi spogliai completamente e indossai l’indumento. Nel frattempo che attendevo l’arrivo di Franco mi arrivò un messaggio di Edoardo –“Ei piccolo, affare fatto. Dalla prossima settimana trascorrerò i week end in città”- non feci in tempo a festeggiare che il citofono suonò
–“Si chi è?”-
-“Sono in anticipo maiala”- era Franco
-“Ti apro”-
-“Lascia tutto aperto e fatti trovare sotto il balcone in ginocchio”-
Lascia il portone aperto alle mie spalle e tornai in camera abbassando lo schermo del portatile e andando a posizionarmi come chiesto sotto il balcone. La porta d’ingresso si chiuse, il rumore dei passi si fece sempre più vicino finché Franco comparì nella stanza. –“Eccoti maiala”- esclamò al suo ingresso portandosi a passo spedito verso la mia bocca –“Ho una sorpresina per te anche oggi. Alzati”- , –“Guarda là al solito posto chi c’è”- scrutai tra le macchine parcheggiate e notai che all’interno della sua auto c’era Luigi. –“Che ci fa lui qui? Non era a lavoro?”- domandai stupito –“Siamo andati dal meccanico, la sua auto è da rottamare e ho dovuto scarrozzarmelo dietro”- una sua mano mi accarezzo il culetto –“Ho solo dieci minuti. Ciucciamelo troia dai”-. Ritornai in ginocchio di spalle al balcone lasciandolo a godersi il panorama. Cominciai a sbragarlo, aveva il cazzo già in tiro, lo feci uscire fuori impugnandolo e nel momento dell’assaggio mi bloccò –“No no, leccami i coglioni prima”-. Tirai fuori le grandi palle penzoloni e iniziai a leccarle mentre ciondolavano sul viso –“Cosi brava”- , -“Leccale bene siii”-. Franco godeva come un matto a sentire la lingua umida e calda invadergli i testicoli pieni di sborra. Prima di afferrare il glande tra le labbra ciucciai e presi in bocca entrambe le palle –“Voglio vederti leccarle a mio figlio”- disse in totale eccitazione –“Chiamalo dai”- lo supplicai –“Fallo salire che gliele lecco davanti ai tuoi occhi porco”-. Non feci in tempo a finire la frase che subito ingoiai la cappella già bagnata –“Aaaah maiala”- godeva il vecchietto. Il sapore del suo cazzo mi piaceva da morire, un gusto di uomo vissuto e porco, proprio come piaceva a me. Cominciai un succoso pompino con ritmo veloce e sostenuto, volevo farlo esplodere di piacere davanti agli occhi del figlio –“Sei una puttana dai continua cosi”- levai dalla bocca tutta la grossa nerchia dura e iniziai a sbattermela sul viso –“Schiaffamelo forte”- supplicai –“Ti piace cosi eh? Cagna!”- impugnò la sua mazza e cominciò a sbattermela su tutto il viso –“Troia prendilo”-. Franco stava perdendo il controllo, era completamente preso dalla mia voglia di cazzo tanto da tirarmi contro il muro per i capelli bloccandomi in maniera tale che non potessi muovere il capo, cominciò a scoparmi forte la bocca –“Ti sfondo la gola troia”-. Il cazzo mi trapanava la cavità orale, avevo difficoltà a respirare, non si fermava, continuava a spingere a fondo provocandomi conati. Gli occhi iniziarono a lacrimarmi e la bocca grondava di saliva. Ogni tanto tirava fuori il palo permettendomi di respirare, amavo sentirmi il suo oggetto sessuale –“Sono la tua troia”- dissi guardando verso l’alto prima di essere invaso ancora dal suo uccello. Avvinghiai le sue chiappe con le mani accompagnando il movimento seguendo il ritmo –“Si cosi troia cosi cosi”- lo trattenni con forza dentro la gola leccando la base finché non tremò “Aaaaah cazzo aaah aaah”- quattro schizzi colarono lungo le pareti della gola. Fu la prima volta che ingoia con il cazzo in gola. Fu piacevolmente eccitante. Lentamente tirò via la nerchia e la pulì con un fazzolettino –“Devo andare troietta, ci sentiamo presto”- disse ricomponendosi e scomparendo dall’appartamento. Ero distrutto e completamente sporco, sentivo alla gola ancora il sapore del suo nettare, tirai fuori dal perizoma il cazzo duro e cominciai a segarlo in quella posizione. Quando raggiunsi l’orgasmo mi resi conto di quanto fossi diventata troia nel tempo e di quanto mi piacesse essere trattata cosi
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