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Gay & Bisex

Il gioco di Lorenzo


di sexasis70
18.05.2015    |    13.799    |    5 5.8
"Un giorno decisi di andarlo a trovare, era il pomeriggio di un sabato autunnale..."
Ero innamorato di Lorenzo. Lo ero davvero, alla follia. Quella follia che solo un ragazzo di 18 anni può provare.
Lorenzo era più grande di me, aveva quasi 30 anni. Abitava nel mio stesso palazzo e vederlo ogni giorno non faceva che aumentare il mio desiderio di donarmi completamente a lui.
Per lui avrei fatto davvero qualsiasi cosa, ma non ero mai stato considerato. Era sempre educato con me ma mi vedeva solo come un ragazzino.
Un giorno seppi dai miei genitori che sarebbe andato a vivere da solo, o meglio, avrebbe diviso un appartamento con tre suoi amici. Mi disperai al pensiero di non vederlo più tutti i giorni; e piansi, piansi tanto.
Un giorno decisi di andarlo a trovare, era il pomeriggio di un sabato autunnale. Non speravo che accadesse un miracolo, volevo solo vedere come si era sistemato e chi fossero i suoi coinquilini.
Quando Lorenzo aprì la porta notai la sua espressione sorpresa. Mi invitò ad entrare.
Stavano cazzeggiando in soggiorno, bevendo qualche drink e ascoltando musica.
Mi presentò ai suoi amici e loro mi accolsero con calore e gentilezza; si chiamavano Paolo, Alessandro e Luca. C'era un bel clima e mi inserii nei loro discorsi musicali. Poi la conversazione volse al sentimentale e ci misi pochissimo ad rendermi conto che tutti erano gay. Paolo mi chiese se avessi una ragazza o un ragazzo. Risposi che avevo un grande amore non corrisposto. Allora Lorenzo, stupito, mi chiese chi fosse e io risposi a bruciapelo: "Tu!". Dopo aver pronunciato questa parola temetti che si sarebbe creato il gelo nella stanza, e invece i tre amici risero e applaudirono. "Bravo Lollo, fai strage di cuori..."
Lorenzo candidamente confessò di non essersi mai accorto delle mie attenzioni. "Sei ancora in tempo per rimediare" risposi. Ormai ero lanciato verso l'apertura totale del mio cuore. "Sai, io farei tutto per te, credimi! Davvero tutto.".
A quelle parole, i quattro si scambiarono un'occhiata d'intesa e Lorenzo disse "Allora spogliati".
Non me l'aspettavo ed ebbi immediatamente un'erezione. Mi tolsi tutti i vestiti, eccitato come mai nella vita.
Lorenzo mi baciò e mi disse "Io e i miei amci dividiamo tutto. Sei disposto ad accettarlo?", "Si, Lorenzo. Ho detto che per te farei tutto e ti giuro che farò ogni cosa che mi chiederai."
Ci fu un altro bacio, più appassionato del precedente e la mia eccitazione divenne incontrollabile.
Sentii una mano che mi accarezzava l'ano e un'altra che giocava con il mio uccello.
Mi ritrovai piegato a succhiare il cazzo Lorenzo, mentre Paolo mi infilava nel culo prima un dito e poi due. Il mio cazzo stava per esplodere. Luca se ne accorse e si inginocchiò sotto di me per succhiarmelo. In pochi secondi gli venni in bocca. Mi vergognai e smisi di fare il pompino.
Dissi "mi dispiace, giuro che non volevo". Luca rise e disse che era quello che lui voleva.
Lorenzo mi fece mettere in ginocchio. Mi comandava in modo autoritario e questo mi piaceva da impazzire.
Mi rimise il cazzo in bocca e disse di succhiare fin quando sarebbe venuto e poi di bere.
Lo feci. Succhiai e succhiai fino a farlo venire. E bevvi... tutto. Fu meraviglioso. Mi sentivo completamente nelle mani di Lorenzo. E mi eccitava che i suoi amici guardassero e approfittassero di me.
"Ora Paolo ti romperà il culo." disse Lorenzo. "Sono pronto" dissi. Non era vero, non avevo mai preso un cazzo nel mio culo ma ero eccitato e deciso a dire sempre di si.
Mi misi a novanta gradi poggiandomi con il busto sul tavolo. Paolo giocherellò un po' con il mio buco, poi ci mise un gel fresco e lo riempì di se. Non faceva molto male, anzi, fu davvero piacevole. Mentre mi scopava sentivo i commenti poco lusinghieri che facevano su di me. Ormai mi consideravano la loro troietta. Ne ero contento.
Paolo venne nel mio culo e poi, senza neanche farmi pulire, Lorenzo mi disse che da quel momento io sarei stato a disposizione di loro quattro. Mi avrebbero chiamato a qualsiasi ora e io avrei dovuto rispondere sempre e soltanto "Si". A chiamarmi potevano essere tutti insieme o anche solo uno di loro. Io ero il loro schiavo.
E lo fecero. Cominciarono a chiamarmi per svuotarsi le palle. Poi cominciarono a portarmi in qualche locale dove io dovevo essere servile e pronto all'uso. Facevo pompini a chiunque loro desiderassero.
A volte mi facevano anche scopare da sconosciuti.
Una sera mi vestirono da donna. Anzi da prostituta. Mi fecero andare in giro in quel modo per il centro. Loro stavano a distanza. Mi sentii davvero umiliato. Tutti mi guardavano schifati e commentavano al mio passaggio. Mi sentivo un verme ma ne volevo di più. Desideravo davvero andare oltre. Desideravo la prostituzione. E lo dissi a Lorenzo. Lui non rispose.
Una sera mi chiamò al telefono. Erano le undici passate. Mi disse di vestirmi da zoccola perchè sarebbe passato a prendermi dopo pochi minuti. Ovviamente non mi preparai in casa, non volevo che i miei mi vedessero così. Uscii per strada con una borsa con l'occorrente e mi diressi verso la sua auto. Si arrabbiò e mi disse di cambiarmi lì, per strada. Mi misi dietro un cassonetto e mi spogliai; poi indossai la gonna succinta, la maglietta corta, le scarpe coi tacchi e la parrucca. Finalmente Lorenzo mi fece salire in macchina.
Con lui non c'erano i suoi coinquilini ma un signore piuttosto anziano. "Lui è Mario, ti porterà a battere e prenderà i tuoi soldi. Comportati come si deve". Lorenzo ci portò fino all'auto di Mario. Io e Mario cambiammo auto senza dire nulla e ci avviammo. Parcheggiammo in una piazzola di una strada periferica. Io scesi e lui ripartì. Mi sentivo vulnerabile a tutte le auto che passavano. Qualcuno si accostava e guardava. Qualcuno mi chiedeva di vedere 'sotto' oppure di toccare. Io concedevo tutto.
Il primo a caricarmi fu un uomo di mezza età su un BMW. L'eccitazione mi travolgeva. Ci appartammo, gli infilai il preservativo con soprendente tranquillità. Succhiai il suo uccello e poi me lo feci mettere nel culo. Dopo mi pagò i 50 euro pattuiti e mi riaccompagnò alla piazzola.
Ormai ero decisamente caldo, così cominciai a masturbarmi per strada, sperando di attrarre clienti.
Si fermò un suv con un uomo piuttosto giovane. Mi chiese, e ottenne, di toccarmi l'uccello.
La cosa lo eccitò e mi fece salire. "Devi scoparmi tu" mi disse. Era un'ipotesi a cui non avevo pensato ma mi piacque. Prima me lo prese in bocca, senza presevativo, poi me ne misi uno e gli infilai il cazzo nel culo. Cercai in tutti i modi di non venire ma non ci riuscii. Venni dentro il preservativo, nel suo culo.
Lui si entusiasmò e volle ripulirmi con la lingua. Quando mi riaccompagnò alla piazzola, prima di lasciarmi, volle darmi un bacio (con la lingua ancora sporca del mio sperma) e io glielo concessi.
Dopo qualche minuto tornò Mario. Gli diedi i soldi e mi riaccompagnò a casa di Lorenzo.
Mi aspettava. Appena lo vidi mi gettai in ginocchio ai suoi piedi ringraziandolo per le emozioni che mi aveva regalato. Si limitò a dirmi di seguirlo. Uscimmo di nuovo. In macchina ci allontanammo di qualche isolato. Scendemmo dall'auto. Mi fece spogliare completamente nudo, mi fece inginocchiare e mi pisciò addosso. Poi andò via lasciandomi soltanto le scarpe con i tacchi. "Ci vediamo a casa mia, se non ti arrestano prima."
Mentre tornavo verso casa di Loreenzo, nudo e coperto di piscio, le poche auto che giravano a quell'ora rallentavano quando mi passavano accanto. Ero ancora eccitato e camminando mi toccavo l'uccello. Ad un certo punto mi fermai e mi masturbai. Un'auto si fermo e mi trovai sotto i riflettori dei suoi fari abbaglianti. Continuai fin quando venni. Dall'auto partì un applauso. Erano quattro ragazzi, forse reduci da una serata in discoteca. Andando via mi gridarono "frocio!!!".
Ero felice.
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