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Il mio primo ingoio


di espiguet
22.09.2016    |    25.428    |    12 9.4
"Ti ho tolto la mano, ho preso dallo zaino le tre sciarpe che mi ero portato dietro e ne ho usata una per bendarti gli occhi e due per legarti i polsi alla..."
Alla mia età non è facile avere ancora delle prime volte da sperimentare, ma sai bene che una c’era, fino a qualche giorno fa… Per prudenza, non avevo mai ingoiato, benché la cosa da sempre mi ispiri moltissimo e popoli le mie fantasie mentre mi sego. Fino a qualche giorno fa, dicevo… ed ecco il racconto di come è andata fra noi.
Erano ormai alcuni mesi che chattavamo, noi due… io, 45enne bisex versatile, in forma e molto maiale e tu, 29enne molto figo, sanissimo e fidanzatissimo con un uomo un po’ più grande di te cui sei sempre stato fedele, almeno con i comportamenti… ma non a parole e non in cam evidentemente. Sai bene per quanti mesi ti corteggiato e blandito, per quanto abbiamo scherzato e giocato in cam. Cominciavo a perdere le speranze di andare oltre, ma continuavo, perché tutto questo, oltre che eccitante, era divertente e piacevole… fino al momento in cui, a sorpresa, una volta che eri solo a casa mi hai invitato a raggiungerti. Ho preso la macchina e, col cuore in gola, ho guidato fino a casa tua. Ho suonato il citofono e tu, senza dirmi niente, hai aperto il portone. Ho fatto le scale facendo i gradini a tre a tre e ho trovato la porta di casa tua già aperta. Sono entrato e c’eri tu. Più alto di come ti immaginavo, altrettanto figo fisicamente, con quello sguardo e quelle labbra che mi avevano fatto tanto fantasticare per mesi. Non ho detto niente e tu nemmeno. Sono entrato guardandoti, ci siamo sorrisi, ci siamo avvicinati e ci siamo messi la lingua in bocca. Cazzo, quanto avevo fantasticato su quelle labbra carnose. E avevo avuto ragione: baci davvero da dio. Sempre slinguandoci, abbiamo cominciato a strapparci i vestiti di dosso a vicenda. I cazzi erano già duri nelle rispettive mutande e non aspettavano altro che di essere liberati. In pochi istanti eravamo nudi. Il tuo cazzo svettava e aspettava solo le mie attenzioni, ma era troppo presto. Ho staccato la mia lingua dalla tua e ho cominciato a scendere, piano piano. Orecchie, collo, capezzoli… Mentre leccavo, succhiavo e baciavo il ben di dio che incontravo mi segavo lentamente. Mi hai preso la testa e mi hai spinto verso il basso, verso il tuo cazzo gigantesco e durissimo. Ma non era ancora il momento. Sono sceso, l’ho sfiorato, l’ho evitato e mi sono dedicato alle tue meravigliose palle pelose. Inginocchiato, le ho leccate, baciate, succhiate dolcemente mentre con le dita ti stuzzicavo i capezzoli… poi mi sono tirato su e ti ho rimesso la lingua in bocca. Mi hai preso per mano e mi hai portato in camera da letto, ti sei sdraiato sul lettone e mi hai guardato con uno sguardo che era un misto di dolcezza e arrapamento che mi ha fatto impazzire. Sono ripartito a baciarti e leccarti le orecchie, il collo, i capezzoli, la pancia e le palle. Poi ti ho alzato le gambe e ho cominciato a dedicarmi al tuo meraviglioso buchetto. Non hai resistito e hai cominciato a gemere, ansimare e segarti. Ti ho tolto la mano, ho preso dallo zaino le tre sciarpe che mi ero portato dietro e ne ho usata una per bendarti gli occhi e due per legarti i polsi alla testiera del letto. Poi ho ripreso a leccarti il culo. Hai ricominciato a gemere e ad ansimare e hai allargato ancora di più le gambe per facilitarmi il compito. Con la lingua ho cominciato a entrare dentro il tuo meraviglioso culo più che potevo. I tuoi gemiti sono ancora aumentati, e non ti avevo ancora sfiorato il cazzo, che cominciava comunque a emettere un arrapantissimo liquidino prespermatico. A quel punto ho tolto la lingua e ti ho infilato un dito, dopo avertelo fatto succhiare come se fosse un cazzo, per lubrificarlo bene. È entrato benissimo, aiutato dalla mia e dalla tua saliva, e quando è stato tutto dentro ho cominciato a stuzzicarti la prostata da dentro. Il tuo cazzo faceva male da quanto era duro e sgocciolava. Mi hai scongiurato di succhiartelo e finalmente sono tornato con la lingua alle palle, sempre giocando col dito. Sono risalito leccandolo come se fosse un gelato… è lungo, lo sai bene, e ci è voluto del tempo. Ma poi sono arrivato a destinazione e ho cominciato a leccarti la cappella. L’ho leccata, l’ho baciata, l’ho mordicchiata, ho stuzzicato il filetto. Tu non vedevi e non potevi muoverti, potevi solo godere. Ho continuato a tenerti il dito nel buchetto, e ho cominciato a muoverlo come se ti inculassi. Tu hai cominciato a dimenare il culo e a quel punto, finalmente, ho cominciato a succhiarti il cazzo. Hai aumentato il volume di gemiti e ansimi. Ho sentito il tuo cazzo diventare ancora più grande e duro nella mia bocca… non pensavo fosse possibile, ma è stato così. Mi sono aiutato con la mano libera, mentre con le dita dell’altra continuavo a incularti con un dito. Ma non ti bastava, e non bastava a me. Sempre spompinandoti e segandoti, ho tirato fuori il dito, ti ho avvicinato la mano alla bocca e tu hai cominciato a succhiarmi indice e medio come se mi spompinassi. Quando anche il secondo dito è stato ben lubrificato, sono tornato al tuo culo e questa volta di dita ne ho infilate due. Le tue gambe hanno cominciato a tremare, mentre con la bocca ti spompinavo, con una mano ti segavo e con l’altra ti inculavo. Ho fatto entrare il tuo cazzo fino in fondo, fino ad avere il naso sepolto nei tuoi peli. Il mio cazzo impazziva da quanto era duro; avevo voglia di segarmi ma ero troppo impegnato a fare godere te. Poi ho sentito che c’eravamo quasi. Allora ho rallentato, fino a fermarmi. L’ho tenuto in bocca e ho giocato con la lingua col tuo filetto, mentre le mie dita continuavano a sbatterti. Ansimando, mi hai scongiurato di farti sborrare. Ma era troppo presto. Quando ti sei calmato, ho ricominciato. Ti ho spompinato lentamente, molto a fondo, succhiando e andando su e giù mentre le mie dita continuavano a incularti. Le tue gambe hanno ricominciato a tremare. Morivi dalla voglia di sborrare e morivo dalla voglia di farti sborrare. C’eri di nuovo, e allora ho rallentato un’altra volta. Ho staccato la bocca dal tuo cazzo e ti ho messo la lingua in bocca. Sapeva di pre sborra, la tua. Ci siamo slinguati mentre continuavo a scoparti con le dita. Poi ho preso il lubrificante e un preservativo dal comodino, ho messo le tue gambe sulle mie spalle e ti sono entrato dentro con un colpo secco. Il tuo culo era aperto e pronto e hai mandato un lungo gemito arrapantissimo. Ti ho inculato con colpi lenti e profondi, mentre con un dito giocavo col filetto del tuo cazzo pronto a esplodere e con l'altra mano ti strizzavo i capezzoli. Ansimavi, gemevi, avevi la bocca aperta e la lingua di fuori. Ti ho scopato fino a un passo dall'orgasmo, ma non ho permesso di venire né a te né a me: volevo il mio premio. Ho fatto uscire il mio cazzo durissimo dal tuo culo, mi sono tolto il preservativo e te l'ho ripreso in bocca rimettendoti le dita nel culo apertissimo. Ti ho spompinato lentamente ma inesorabilmente mentre ti stuzzicavo la prostata da dento. Hai sentito l’eccitazione salire. Sempre di più. Non hai più resistito, non ce l’hai più fatta. Mi hai detto “cazzo, sto sborrando!”. E io ho continuato, continuato, continuato. Il primo schizzo mi è finito direttamente in gola. L’ho ingoiato, poi ho fatto indietreggiare di poco il tuo cazzo, così gli altri mi sono finiti in bocca e ho potuto assaporarli bene. Cazzo che buona. Uno, due, tre, quattro, cinque schizzi. Ti ho tolto le dita dal culo. Ti ho tolto la benda dagli occhi, sempre con la tua sborra in bocca. Poi finalmente l’ho ingoiata. Buonissima. Il tuo cazzo ora era pulitissimo. La mia lingua era di nuovo nella tua bocca per scambiarci il tuo meraviglioso sapore. Poi ti ho slegato. E poi è toccato a me sborrare, ma questa è un’altra storia.
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