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Il portoricano.


di tous_avaler
06.02.2016    |    12.802    |    8 8.9
"So che i portoricani sono famosi per avere i cazzi giganteschi ed essere anche dei begli uomini..."
Gran brutta giornata oggi, mi tocca andare a Sampierdarena per un appuntamento, e sto maledicendo il cliente che mi ha detto quanto sia facile trovare posteggio, mentre in realtà sono bloccato in un ingorgo per via del mercatino rionale. Torno indietro e decido di lasciare l'auto in Via di Francia, ovviamente a pagamento.
Arrivato al posteggio e sistemata l'auto decido di guardarmi intorno mentre mi incammino per andare da quel deficiente di cliente che so già mi farà perdere un sacco di tempo. Attivo Grindr e dò una prima occhiata.
Intanto osservo il degrado della zona riflettendo che abitarci non deve essere tanto bello. Rifiuti ovunque, incuria, abbandono. Peccato, San Pietro dell'Arena una volta era una zona residenziale.

Improvvisamente arriva un messaggio.

-Ciao.
-Ciao.
Allega una foto, un bel corpo, la pelle scura, non si vede il cazzo.
-Di che nazionalità sei?
-Puertorriqueño.

So che i portoricani sono famosi per avere i cazzi giganteschi ed essere anche dei begli uomini.

-Scambiamo foto viso? E gli mando la mia.
-Arriva la sua.

Cazzo, è giovane, bel viso, forse qualche chiletto di troppo ma non è grasso.
-Ospiti?
-Si, in Via La Cantore, vieni qui e se non ti piaccio te ne vai.
-Ok, guarda però che io succhio solo, non lo prendo in culo.
-Non c'è problema.

Si trova a nemmeno cinque minuti da dove sono, nel frattempo sono arrivato al luogo dell'appuntamento.

-Senti, ora ho un appuntamento, appena esco, fra dieci minuti ti chiamo.
-Ok

Intanto mentre sbrigo velocemente quel rompiballe del cliente, che è pure un ragazzo ma non ha nemmeno la bellezza dell'asino, rifletto, e qualche sospetto si insinua nella mia mente.
La zona non è propriamente delle più sicure, potrebbe essere un tranello per rapinarmi, o costringermi a fare sesso violento.

Finisco l'appuntamento e nel frattempo il tipo ha sollecitato, devo prendere una decisione, e per farlo voglio vedere la via dove abita.
Arrivato sul posto osservo che i palazzi sono signorili, non sembrano essere dormitori per delinquenti, allora arrivo al portone che mi ha indicato e gli scrivo.

-Sono qui al portone.
-Terzo piano interno 7 troverai la porta socchiusa.

Salgo col batticuore, arrivo al terzo piano e la porta si socchiude in quel momento. Ho non poca paura, ma anelo così tanto ad avventure di questo genere che mi faccio coraggio ed entro, in fin dei conti non sono uno sfigato e sono capace di difendermi.
Mi aspetta in piedi nell'ingresso, nudo con gli slip bianchi. E' molto, molto bello, ed è molto giovane, avrà non più di venti anni, alto e dal fisico potente ma non grasso. Tutto l'appartamento è pulito, in ordine, totalmente in penombra e non c'è nessun'altro oltre a lui. Sarà il badante? Un figlio adottato? E' un mistero, ma certo non è un disperato, tuttavia mi inquieta vedere che gira la chiave nella serratura due volte.
Per rompere il ghiaccio gli tocco il pacco che è già molto gonfio, e da come reagisce capisco che anche io gli vado bene. Ci spostiamo in sala, mi tolgo la giacca e mi inginocchio davanti a quella che sembra essere una meraviglia della natura. In passato avevo avuto una esperienza con un ragazzo di colore e non avevo mai più dimenticato né il profumo, né il sapore della loro pelle.
Abbasso gli slip ed una splendida verga, possente e turgida si para davanti ai miei occhi increduli, sarà lunga almeno 25 centimetri.
Lo abbocco ed inizio a succhiarlo, lentamente, per gustarne il sapore ed il profumo, intenso e maschile, come raramente mi succede.
Nel frattempo si siede su una seggiola e mi guida la testa per farsi leccare le palle, in totale ed assoluto silenzio, senza emettere un gemito. Poi mi spinge ancora più giù, vuole che gli lecchi il culo e nel frattempo si masturba lentamente. Capisco che non sarà una cosa breve. Poi mi dice "tiralo fuori e menatelo".
Obbedisco e nel contempo lui schiaccia il mio cazzone con il suo piede, mi costringe a masturbarmi sotto il suo piede, mentre gli lecco il culo e lui si masturba. Poi alza l'altro piede e me lo fa leccare; va in visibilio quando gli succhio le dita, forse non lo aveva mai fatto.
Dopo almeno dieci minuti si alza in piedi, mi afferra la testa e me la scopa con forza, spingendo quella mazza gigantesca in fondo alla gola. Devo reprimere i conati di vomito per non deluderlo, ma le lacrime sgorgano copiose, per fortuna siamo nell'oscurità quasi totale, e lui non può vedermi.
Nel frattempo nessuno dei due ha detto una sola parola. L'intensità della situazione è tale che in me sale il desiderio violento di assaggiare il suo sperma. Mai era successo con un ragazzo di colore, devo assolutamente sapere che gusto ha. Intanto il giovane continua a violentare la mia gola, sento che si sta preparando per sborrare ed infatti lo tira fuori e mi dice soltanto "vengo, la vuoi?".
Non rispondo, mi accuccio come un cane ai suoi piedi, apro la bocca e tiro fuori la lingua.
Lui appoggia sopra la sua cappella gigantesca e lunga, dal bel taglio obliquo, ed inizia a schizzare con violenza. Non voglio che mi sporchi, così chiudo la bocca intorno al suo cazzone e mi gusto uno sperma dal gusto forte, bollente, e profumatissimo. Lui è così violentemente in preda all'orgasmo che gli tremano le gambe, allora le afferro e le stringo a me, mentre il suo bel corpo dal colore del miele è scosso da intensi scatti nervosi. Mentre il suo liquido scivola nel mio stomaco e lui spossato inizia a rilassarsi, continuo a chiedermi se è il badante oppure il figlio adottato di chissà chi. Finito il suo orgasmo mi rivesto velocemente, intanto lui sparisce nel bagno, io guadagno l'uscita e me ne vado.
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