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Io e Andrea - La ritrovata passione


di Difficilissimo
19.12.2012    |    6.303    |    1 9.1
"Terminato il film, con chiara insoddisfazione di tutti, io e Andrea ci lanciammo più di uno sguardo di intesa, in ricordo di quelle occhiate che ci davamo..."

La vicenda tra me e Andrea si era sicuramente raffreddata in questi mesi in cui non ho raccontato più nulla al riguardo. La verità è che detto sinceramente mi ero tolto lo sfizio di andarci a letto, ci avevo trasgredito più volte ma poi mi ero reso conto che la situazione mi pesava. Avevo sbagliato a coinvolgere il mio Pier in questa storia perché nei giorni che seguirono l’orgia ci fu un avvicinamento eccessivo tra i due che mi spostò non poco il sistema nervoso. Capitò spesso in pochi giorni che addirittura si vedessero loro due per fare sesso senza farmelo nemmeno sapere se non successivamente e la mia gelosia stava raggiungendo il culmine della sopportazione. Per fortuna dopo una bella vacanza tra me e Pier, quest’ultimo riprese l’università e avendo da recuperare abbastanza studio, iniziò a tornare piuttosto di rado qui da noi, cosa che permise a lui e Andrea inevitabilmente di staccarsi. E allo stesso modo, lentamente, feci in modo di fare la stessa cosa anche io col mio amico. Non sopportavo più la nostra storiella di letto, si era preso un’abitudine eccessiva e passavamo ormai quasi tutto il nostro tempo trascorso insieme a scopare, cosa che stava chiaramente rovinando l’amicizia. La sua presenza, al di fuori della camera da letto, iniziava quasi a darmi fastidio e anche i suoi modi burberi e introversi non si sposavano affatto con la mia maniera di intendere queste cose. Odiavo che finissimo di scopare e lui si incupisse all’istante, quasi come si fosse tolto il suo sfizio e io non occorrevo più e odiavo anche la sua stessa maniera di fare sesso, troppa incentrata sull’animalità e poco sulla dolcezza, componente che a volte mi poteva far piacere avere. Magari inizialmente ero anche attratto, anzi sicuramente lo ero, dalla sua componente di animalità ma a forza di sperimentarla avevo capito che in fondo una storiella così fredda non faceva proprio per me. Sta di fatto che lo stesso Andrea, pian piano, si accorse del mio cambiamento e sembrò presto desistere dal trovare un accordo e la nostra storia di sesso andò pian piano via scemando. Ne beneficiò ovviamente il mio rapporto con Pier, che riprese l’intensità di qualche settimana prima e più volte lo andai a trovare nella città dove studiava, rimanendo a dormire da lui, pur attento a non farci scoprire dai suoi coinquilini. Con Andrea invece capitava di uscire in comitiva il fine settimana ma nei giorni restanti non ci sentivamo praticamente mai, né via chat né tantomeno di persona. Soltanto una volta, scherzando mentre lo riaccompagnavo a casa, toccammo l’argomento e sembrò farmi capire che si era tolto a sua volta lo sfizio e ora voleva tornare a fare il cacciatore di donzelle, peraltro con pessimi risultati visto che obiettivamente, oltre a non essere granchè bello, non era nemmeno molto esperto e pratico in corteggiamenti, con i suoi modi eccessivamente rudi e diretti. Diciamo in conclusione che ci avevo messo una bella pietra sulla breve e intensa storia di sesso tra me, Andrea e Pier ed ero tornato al mio abituale fidanzamento con quest’ultimo. Tuttavia non sempre in queste storie la coerenza e la programmazione dei fatti riesce ad essere logica e accadde proprio questo. In una freddissima serata di metà Dicembre, con zero idee per passare la serata ma un’illogica e autolesionistica voglia di uscire lo stesso, alla faccia della noia e della temperatura glaciale, ci ritrovammo tutti noi del gruppo di amici a decidere una meta. Di idee non ce ne erano, come già detto, e da parte mia nemmeno voglia di fare qualcosa di particolarmente complicato, così alla fine optammo per un tranquillo cinemino tra amici. La sala era praticamente vuota e il film faceva anche piuttosto pena, cosa che mi indispose un pochettino visto il costo esagerato del biglietto anche se nella proiezione c’erano diverse scene di nudo femminile che soprattutto in Andrea sembravano fare colpo. Ad ogni visione di nudità il ragazzo diciannovenne mi dava una gomitata come a richiamare la mia attenzione e sembrava abbastanza eccitato. Era l’ultimo della nostra fila e affianco non aveva nessuno, per cui piuttosto libero di agire si stava accarezzando il pacco dall’esterno dei jeans, cosa che non fece rimanere insensibile il mio cazzo. Io per Andrea avevo sempre avuto un debole che non mi ero saputo spiegare, non lo potevo assolutamente definire bello se non per qualche particolare che lo contraddistingueva ma per il resto era un ragazzo banale con un pessimo carattere e con dei modi spesso odiosi. Avevo anche provato personalmente che a letto con lui c’era una grande animalità, il sesso non era affatto male, anzi…però c’era sempre quel non so che di freddo che a me non faceva piacere. Ciò nonostante, la noia del film, il periodo di lontananza da Pier, che sotto esami non scendeva da parecchio, e la situazione di Andrea eccitato al mio fianco, mi aveva decisamente fatto venire voglia. Terminato il film, con chiara insoddisfazione di tutti, io e Andrea ci lanciammo più di uno sguardo di intesa, in ricordo di quelle occhiate che ci davamo fino a un mese e mezzo prima ogni qual volta avevamo voglia. A dare forza a questa situazione ci fu il fatto che tutti decisero di tornare a casa, consapevoli del fatto che non c’era proprio altro da fare e che la serata era stata un flop e io mi proposi di accompagnare Andrea dopo una presunta birra, in modo da liberarci di tutti. Saliti in macchina non pensammo nemmeno per un attimo alla birra e Andrea mi disse “Dove andiamo a scopare?”, desideroso di non perdere tempo. Avevo casa libera da un po’ e gli chiesi se gradiva venire da me e lui sembrò lieto della proposta, poi trafugò un po’ col cellulare durante il tragitto, mettendomi alla luce del fatto che aveva comunicato alla madre che forse non sarebbe rientrato e che dormiva da me. Aveva fatto tutto da solo ma sinceramente era una cosa che avevo gradito perché non avevo alcuna voglia dopo la scopata di rivestirmi e di uscire con questo freddo per riaccompagnarlo. Notai tuttavia che rispetto al solito sembrava molto più in grado di controllare i suoi istinti e con tutta la calma del mondo andammo verso la mia camera da letto. Alzai a palla il riscaldamento e scoprì le coperte, poi gli dissi di poggiare i vestiti sulla sedia ma lui chiese di andare prima in bagno. Mentre pisciava ne approfittai per spogliarmi io velocemente e infilarmi nel letto, così da potermi gustare lo spettacolo di Andrea che si denudava. Piuttosto eccitato dalla visione di me nudo sul materasso, Andrea si tolse rapidamente le scarpe, poi si fece scivolare i pantaloni alle caviglie, li tolse e li poggiò sulla sedia. Dopo essersi toccato un po’ il cazzo dall’esterno delle mutande, sfilò quest’ultime, mettendomi a visione il suo uccello decisamente moscio e rimpicciolito dal freddo. Probabilmente la temperatura, l’attesa in macchina e la pisciata lo avevano un po’ ammosciato e il suo cazzo sembrava decisamente ritirato e piccolo. Lo guardavo con ancora addosso la felpa e i calzini e anche in quel modo mi stava eccitando di brutto. Gli chiesi di togliere anche le calze e mi accontentò, riponendole dentro alle scarpe, poi con un gesto rapido, quasi a non voler sfilare il freddo, tolse la felpa e, totalmente nudo, si affrettò a raggiungermi. Si stese al mio fianco, ci coprimmo col lenzuolo e poi guardandoci negli occhi ci baciammo. Mi bastarono pochi istanti di intrecciamento con la sua lingua per notare un’inedita passione e dolcezza nel suo gesto rispetto alle furiose pomiciate col quale solitamente si aprivano le nostre scopate. E in effetti a dispetto del solito non aveva ancora né allungato le mani sul mio cazzo né cercato di portare le mie sul suo. Col ginocchio arrivai di mia spontanea volontà, a premere dolcemente sul suo pene, che era ancora piuttosto moscio e strofinai un po’ di volte riuscendo presto a portarlo alla giusta durezza. Con la lingua, dopo avergli leccato il collo, scesi lentamente sotto le lenzuola, passai lungo il suo petto liscio e la mia corsa si fermò all’incontro dei suoi peli pubici che mi avvisano dell’arrivo a destinazione. Gli leccai più volte a lingua piena la sua asta dura, poi gli succhiai un po’ i testicoli visibilmente pieni e infine accolsi nella mia bocca il suo cazzo. Lui sapeva che ero decisamente bravo a sbocchinare e per questo rilassò tutti i muscoli del corpo, allargò le cosce e si gustò il servizietto. Andai avanti per alcuni minuti fino a che non mi accorsi che era al culmine dell’eccitazione, a quel punto aumentai la sbocchinata al massimo dell’intensità e Andrea non riuscì più a contenersi, scalciò via il lenzuolo, puntò il piede sul copriletto e inarcò il bacino in avanti, accompagnando il tutto da un gemito di piacere cui seguì la densa e abbondante sborrata che mi insaporì la bocca. Il letto era già andato abbondantemente a puttane e Andrea era già stremato ma per come lo conoscevo io sicuramente non ancora appagato. E io ovviamente ero totalmente in tiro, per cui tornai sopra e cercai la sua bocca. Senza fare opposizione la aprì e mi permise di arrivare alla sua lingua, che attorcigliai con la mia in un tenero bacio. Intanto Andrea mi impugnò il cazzo e iniziò a segarlo dolcemente, poi a sua volta lo raggiunse con la bocca e dopo qualche leccata preliminare me lo prese dentro e mi spompinò. Sborrai praticamente subito come un cammello tra le sue labbra, poi cercai nuovamente la sua bocca. C’era una passione e un’affinità incredibile durante quella notte, stavo scoprendo un qualcosa di assolutamente inedito con lui. Con tenerezza mi afferrò per i fianchi e mi fece capire che voleva che mi girassi e mi posizionassi a novanta, io obbedì e lui quasi subito mi penetrò deciso. Si reggeva sui miei fianchi e spingeva lentamente verso l’interno del mio culo il suo cazzo con colpi decisi ma intervallati. Era una maniera di scopare che adoravo e Andrea sembrò assecondare in pieno la mia preferenza continuando praticamente quasi fino alla fine in quel modo. Ad ogni colpo sentivo un brivido di piacere percorrermi tutto il corpo e le mie braccia sembravano quasi cedere al godimento e non sostenermi più in quella posizione e inoltre il mio cazzo era tornato in tiro stimolato da quella sensazionale scopata. Soltanto quando era ormai prossimo al secondo orgasmo della notte, Andrea aumentò il ritmo a suo piacimento, strinse decisamente la presa sui miei fianchi e poi mi quasi abbracciò da sopra, accasciandosi su di me e sparandomi nell’intestino numerosi e densi schizzi di sborra calda che mi diedero quasi la sensazione di un ulteriore abbraccio scaldante. Lo baciai ancora dolcemente sulle labbra per alcuni istanti, poi scesi ancora, come avevo fatto prima, verso il basso ma stavolta cercai i suoi piedi perfetti che leccai con avaria per poi risalire fino al suo culo. Non amavo leccarglielo perché non aveva mai un buon sapore di solito ma stavolta mi lasciai trasportare dalla situazione. Spinsi dentro la mia lingua, cercando con meticolosità di inumidirglielo e allo stesso tempo provando a mia volta a gustarmi il gesto, notando anche che rispetto al solito era decisamente più profumato. Quando ritenni sufficiente il mio operato, tornai nuovamente su, feci girare Andrea di spalle sul fianco e mi posizionai proprio dietro di lui, lo abbracciai facendogli passare il braccio destro attorno alla vite e nel mentre cercai col mio cazzo il suo buchetto. Quando mi resi conto di averlo sistemato nella posizione giusta, alzai la mia gamba destra attorno alla sua, poi mi spinsi in avanti e lo penetrai. Andrea ebbe un sussulto mentre io cercavo di stare ben attento a dare il giusto ritmo ad una situazione che era sempre più dolce con la mia mano destra che continuava ad accarezzargli il petto e la pancia e la mia gamba che si strusciava dolcemente sulla sua. Stavamo proprio facendo l’amore e infatti quasi subito Andrea girò il viso verso di me e con la bocca cercò la mia lingua, che trovò senza troppa fatica, aggiungendo un’altra componente fantastica a quel preciso momento. Intanto, mentre io continuavo a lavorarlo con dolcezza nel culo, la mia mano destra iniziò a scivolare dalla pancia verso il basso e giunse al suo uccello, che stava lentamente tornando in tiro. Lo afferrai nella mia presa e cominciai dolcemente a giocarci, quasi a strofinarci con delicatezza la mano. Non c’era un solo momento che le nostre bocche si staccassero e intanto la mia strofinata al suo cazzo era diventata una vera e propria sega anche se sempre con dolcezza. Fu proprio Andrea il primo a sborrare, terza volta per lui in quella nottata, e mi venne sulla mano e leggermente anche sul letto. Misi la mia mano sborrata sul suo bacino e ripresi soltanto a pomparlo. Ora dovevo pensare a venire io e anche piuttosto in fretta perché Andrea sembrava allo strenuo delle sue forze, per cui mi staccai dalla sua bocca e iniziai a spingere con ben più foga. Lui aveva gli occhi sbarrati, sembrava quasi dolorante per quel poco che riuscivo ad osservare l’espressione delineata dal suo volto. Spinsi dannatamente per alcuni istanti, poi sentì sopraggiungere l’orgasmo e glielo svuotai tutto nel culo, lasciandomi andare ad un leggero gemito di piacere. Non aggiungemmo parola, spensi la luce allungando la mano e, rimanendo in quella posizione, ancora avvinghiato ad Andrea, mi lasciai andare al sonno. Durante la notte mi svegliai perché nel mentre il timer dei termosifoni si era spento e noi eravamo ancora scoperti e col letto sfatto per la scopata. Notai che Andrea dormiva ancora esattamente nella stessa posizione in cui ci eravamo coricati e feci piano per non svegliarlo. Afferrai il lenzuolo e la coperta e feci in modo di coprire il mio amico e me stesso, poi sempre facendo attenzione a non fare troppo rumore, cercai di rimettermi nella stessa posizione di prima e ripresi sonno. Il mattino avevo il cazzo durissimo, puntato ancora contro il suo culo peloso e Andrea dormiva ancora fondo, per cui raffreddai i miei bollori e sempre facendo piano andai a farmi una doccia. Probabilmente per via dei tubi dell’acqua che scorrevano tra le pareti della mia camera, Andrea si svegliò e me lo ritrovai quasi subito davanti, ad aprirmi la porta scorrevole della doccia. Tra il vapore e il caldo getto dell’acqua, Andrea entrò e cercò la mia bocca. Pomiciammo per diversi minuti, ancora sotto l’evidente euforia della fantastica notte trascorsa poi Andrea si accucciò tra le mie gambe e prese in bocca il mio cazzo. Non mi aveva mai nascosto dalla nostra prima volta di quanto gli fosse piaciuto succhiare piselli e quanto adorasse proprio il sapore di cazzo nella sua bocca e infatti anche stavolta stava eseguendo il suo lavoro con evidente passione. Aiutandosi con la mano destra, faceva scorrere abilmente la pelle del mio uccello tra le sue labbra, addizionando al tutto l’abile utilizzo della sua lingua, che come una spazzola mi stava massaggiando la verga. C’era da dire che era diventato proprio bravo con la bocca rispetto alle prime volte e dava adito alla mia convinzione che quando uno era porco dentro e scopava per piacere queste cose gli venissero molto più semplici e spontanee. Ovvio che non durai molto visto anche l’elevato grado di eccitazione che avevo e sborrai nella sua bocca, poi Andrea si alzò e mi fece posizionare a pecora contro la parete, si mise alle mie spalle e mi penetrò deciso. Sentivo tutto il suo cazzo, di dimensioni normali, dentro di me, sentivo stimoli di piacere per tutto il corpo ogni qual volta che, dopo averlo tirato fuori, faceva il movimento in avanti per spingerlo nuovamente dentro. Mi scopò per 4-5 minuti forse, poi sentì la calda e appiccicosa sensazione della sborra che colpiva la mia pelle. Mai avevo scopato in questo modo con Andrea, ci baciammo e poi senza dire più nulla sull’argomento per quel giorno, ci rivestimmo e uscimmo per la colazione.
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