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Io e lo zio Matteo


di Soundserio
03.08.2014    |    30.018    |    5 9.7
"Dopo avermi scopato per un po' cosi, preso anche un po' dalla paura che mia mamma e mia zia potessero ritornare e trovarci, decisi di alzarmi dal suo..."
Mio zio Matteo è come un secondo padre per me. Ogni fine settimana, da quando ero piccolino, ci ritroviamo nella vecchia casa di campagna dei nonni con tutta la famiglia, in particolare con zia Laura e zio Matteo, per il pranzo familiare della domenica. Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con lo zio, da piccolo mi imparò a fischiare e ad andare sulla bicicletta senza le rotelle, poi con gli anni abbiamo iniziato a giocare insieme a calcio nel cortile, giocare a carte e a dama. E' abitudine oramai che, nonostante io abbia raggiunto oramai venticinque anni e lui trentanove, ancora condividiamo lo stesso letto dopo il pranzo, dormiamo vicini e ogni tanto, come facevo da piccolo, lo abbraccio e lui ricambia. Da sempre andiamo nella vecchia camera degli ospiti, quella più lontana dalla cucina e dal cortile, e si riposa insieme mentre gli altri chiacchierano in cortile o vanno a fare la solita lunga passeggiata in campagna. Zio Matteo sta sempre con me, mi vuole tanto bene e anch'io gliene voglio tanto, anzi.. a volte ho fantasticato anche fosse il mio fidanzato segreto. E' cosi bello e affascinante con i suoi occhi verdi chiari, la sua barba nera curata e quel ricciolo nero che gli cade sulla fronte. Ha due mani grandi ed una leggera pancia ricoperta di tanti peli neri per la quale io stravedo da sempre, infatti mi sono sempre divertito ad accarezzarlo e tirargli qualche pelo di nascosto per farlo arrabbiare, ma oramai è da tanto tempo che non lo accarezzo più, sono grande e non vorrei mettergli strani pensieri in testa, anche se la voglia c'è. Lo scorso mese, per via del lavoro, mio padre non ha potuto partecipare allo storico appuntamento familiare e quindi ci sono andato con mio zio che, dopo aver sbrigato i suoi impegni, intorno alle 12 è passato a prendermi perché la mamma e la zia Laura stavano già là a preparare il pranzo. Era un pranzo come tutti gli altri, soliti discorsi, chiacchiere e risate poi come al solito mia madre sparecchiava e preparava il caffè e la zia lavava i piatti. Tutti prendemmo il caffè e poi io e mio zio, come al solito, decidemmo di andare a riposare e la mamma con la zia decisero di andare a fare una passeggiata, vista la bella giornata. Non so perché, ma è stata una fortuna, io e mio zio soli a casa nel letto, non sapevo come comportarmi o approcciare, ma mi ero svegliato già con una gran voglia e volevo in qualche modo approfittarne e vedere la mazza dello zietto. Cosi dopo qualche chiacchiera a letto e qualche singolare pensiero su come approcciare fisicamente senza fare figuracce o danni, zio chiuse gli occhi e provò a riposare, io invece pensavo a quale mossa mettere in atto. Decisi di togliermi la maglietta rimanendo scalzo e con addosso i pantaloni della tuta e poi chiusi gli occhi e mi rannicchiai vicino a lui. Dopo qualche minuto decisi di girarmi verso lui, faccia a faccia con gli occhi chiusi, e lo abbracciai, lui come sempre non si tirò indietro e mi strinse a se.. iniziavo ad avere caldo e a sentire il pacco muoversi, ma non potevo perdere l'occasione, cosi rimasi stretto a lui ed inizia ad accarezzargli la schiena sulla maglietta fino a scendere giù e poi risalire infilando però la mano sotto la maglia questa volta. Lui sollevo il braccio e mi lasciò lo spazio per poter infilare la mano. Lo accarezzavo delicatamente con la punta delle dita e decisi di rischiare passando dalla schiena al petto e alla pancia, fino a giocare con i peli dell'ombelico. Giravo attorno all'ombelico con le dita delicatamente, sfioravo i suoi peli neri e mentre disegnavo un cerchio intorno all'ombelico, ad ogni giro mi allargavo di più fino ad arrivare a sfiorare il bottone del suo jeans. Avevo una paura addosso non indifferente, ma l'eccitazione e la voglia vincevano. Continuai ad accarezzarlo e lui ad un certo punto mi tirò a se, stringendomi forte, non riuscii ad interpretare, cosi continuai ad accarezzarlo sulla zona bassa della pancia e vedevo che lui continuava a stare in silenzio, con l'occhio chiuso e mi lasciava fare. Prosegui un po', finché non decisi di levargli la maglietta per poterlo accarezzare meglio, e lui non disse nulla mi fece fare. Mi ritrovai accanto a lui, petto contro petto. Era bellissimo, scuro con quel pelo nero e due capezzoli enormi duri. Gli accarezzai ancora un po' la pancia e poi salii ai capezzoli, girandoci sempre attorno. Sentendo il mio pacco oramai gonfissimo rischiai il tutto, lo strinsi forte a me in maniera tale da poter poggiare il mio petto contro il suo, le mie gambe contro le sue ed il mio pacco contro il suo. Fu sorprendente rendermi conto che avevo provocato una semi erezione allo zio, sentivo il suo pacco quasi duro dentro quel jeans che avrei voluto sbottonare con la bocca. Lo guardai e lui stava in silenzio con gli occhi chiusi che continuava a lasciarmi fare, nessun segno di imbarazzo o fastidio da parte sua. Comincia quindi sfregare il mio pacco contro il suo, su e giù e poi ancora su e giù, ed inizia a notare quanto gonfio stava diventando il suo pacco, perciò decisi di liberarlo. Scivolai con la mano sul suo petto fino ad arrivare al jeans, passando per i capezzoli e per il suo ombelico, poggiai la mia mano sul suo pacco e lo sentii caldo e duro, lo tenni un po' in mano e poi iniziai a sbottonare piano il jeans dello zio. Continuavo a palparlo e lui mi lasciava fare fino a quando non decisi di scendere con la bocca fino al suo ombelico ed inizia a baciarlo, lui si irrigidì un po' ma mi fece fare fino a quando arrivai sul suo pacco che stava ancora dentro la mutanda. Baciavo e leccavo quell'asta imprigionata nella mutanda e sentivo lo zio sempre più caldo e duro. Gli levai il jeans e mi poggia sul suo pacco con la lingua, lo guardai e lui per la prima volta aprì gli occhi ed io ebbi una paura assurda nell'incrociare quei suoi occhi verdi, ma quella paura scomparve subito perché notai uno sguardo sereno, incredibilmente voglioso ed eccitato. Mi poggiò una mano sulla nuca e mi accarezzò il viso senza dire niente mentre giocavo con il suo giocattolone sempre più duro e oramai fuori dalla mutanda. Mio zio presentava un signor arnese di 22cm di puro piacere. Cercai di prenderglielo tutto fino alle palle con la bocca, ma non ce la feci, ma lo lavorai come non mai, non mi staccavo dalla sua asta mentre salivo e scendevo con la bocca su quel palo, lo spompinavo per bene mentre lui mi accarezzava la testa e poggiava la sua mano sulla mia testa. Segavo il suo arnese e succhiavo, giravo con le mani su quel cazzo come se fosse una vite da allentare o stringere. Il cazzo di mio zio mi piaceva da morire, aveva un sapore di maschio e di un buon cazzo pulito e voglioso. Ad un certo punto mi staccò per far si che non venisse. Gli accarezzai la pancia e mi sdraiai su di lui spogliandolo e denudandomi. Iniziammo a fare del petting intenso. Zio Matteo continuava a guardarmi ma stava in silenzio, era arrapatissimo e desideroso. Non avevo mai preso un palo cosi grande, ma lo volevo. Feci alzare dal letto mio zio, lo feci sedere sulla sedia e mi ci sedetti sopra piano per prendere tutti quei centimetri. Mi ero insalivato per bene l'ano con le dita, ma quel cazzo era enorme, mi faceva un gran male, ma io continuavo a scendere fino a prenderlo tutto. Lui mi guardava dritto negli occhi e godeva. Quando arrivai a sentire le palle inizia a muovermi lentamente con dentro tutta la mazza dello zio. Ero impalato per bene. Fu faticoso iniziare a prendere un ritmo ed un movimento buono con quel gran pacco, ma lo trovammo subito ed iniziò a scoparmi il culo piano e delicatamente. Io e mio zio stavamo facendo l'amore finalmente. Lo sentivo e vedevo eccitato e voglioso, aveva del leggero sudore sul viso ed un colorito roseo. Mi appoggia a lui, fronte a fronte, guardandolo dritto negli occhi senza dire niente mentre continuavo a muovermi sopra quel gran pennarello che teneva tra le gambe. Non ci baciammo, anche se desideravo da morire sentire la sua lingua, ma non ci fu il bacio. Dopo avermi scopato per un po' cosi, preso anche un po' dalla paura che mia mamma e mia zia potessero ritornare e trovarci, decisi di alzarmi dal suo manubrio e di inginocchiarmi per riprendere a spompinarlo per bene e farlo schizzare. Mi guardava intensamente mentre salivo e scendevo sulla sua bandiera, io non distoglievo il suo sguardo, continuavo a guardarlo dritto negli occhi fino a quando non lo vidi socchiuderli e tirare indietro la testa, provò ad allontanarmi dal suo cazzo che stava per spruzzare, ma non mi staccai, gli feci capire che volevo farmi sborrare in bocca. Alzo la testa e mi guardò mentre eiaculò dentro la mia bocca. Cinque schizzi caldissimi e densi mi riempirono fino alla gola. Scesi con la bocca sul suo cazzo ancora per un po', e poi ingoiai tutto. Ci rivestimmo senza dire una parola. Lui andò al bagno ed io andai in cucina ad aspettare la mamma e la zia.



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