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L'Avvocato


di glee
08.09.2014    |    20.566    |    6 9.0
""Questo è quello che mi piace fare quando sono qui"..."
Sono l'assistente tutto fare di un Avvocato romano molto brillante. L'Avvocato divorziato da alcuni anni divide la sua vita tra i figli e gli innumerevoli impegni di lavoro, spesso però si diletta nell'organizzare feste strabilianti, tanto che la scorsa estate ne organizzò uno nella sua casa al mare. Le sue feste richiedevano un lungo lavoro, spesso frenetico, per contattare tutti i fornitore, organizzare il catering e invitare tutti gli amici che naturalmente non tardavano ad arrivare. Le sue feste sono molto apprezzate per la quantità immensa di cibo e bevande e per la cura maniacale dei dettagli. Io lavoro da alcuni anni per l'Avvocato e ormai mi sono abituato a tutto questo. Venne il giorno della festa, gli inviati arrivarono, tutto sembrava filare per il verso giusto e finalmente mi potevo rilassare, senza però perdere di vista la situazione. Durante la serata però successe l'imprevisto, l'Avvocato, forse per il troppo alcool incomincio a dare segni di cedimento, mi preoccupai, mi avvicinai senza dare troppo nell'occhio, capi che la situazione poteva rovinare la festa. L'Avvocato mi fece cenno di aiutarlo ad alzarsi e con un filo di voce mi disse: "Raffaele aiutami a salire in camera". Lo afferrai, lo presi sotto braccio. Salimmo le scale e lo feci entrare in camera. Una volta seduto sul letto incomincio a togliersi la camicia bianca del completo di lino che indossava. Feci per andarmene quando lui mi disse " Aiutami ad entrare in doccia, l'acqua fredda mi aiuterà a riprendermi". Mentre parlava mi voltai verso di lui e vidi che era rimasto in mutande. In tutto questo tempo non mi ero mai soffermato sul suo aspetto fisico ed ora potevo vederlo bene, l'Avvocato a circa la mia età, un uomo sulla quarantina, con un fisico asciutto da sportivo assiduo, alto con capelli biondo scuro e carnagione chiara. Mi avvicino di nuovo lo riprendo sotto braccio e lo porto in bagno. La situazione incomincia ad eccitarmi, il bagno è molto grande, entriamo nella doccia, mi rendo conto che non ce la fa a stare in piedi da solo, non so cosa fare, nel frattempo l'Avvocato apre il rubinetto dell'acqua e bagna anche me. La scena incomincia a farsi bollente nonostante l'acqua ghiacciata. L'Avvocato ormai e completamente nudo, le sue mutande bianche bagnate dall'acqua lasciano vedere perfettamente il suo cazzo. Io per fortuna sono ancora vestito e riesco a mascherare l'eccitazione di quella vista. Non riesco più a tenermi in piedi, il peso dell'Avvocato e gli abiti bagnati compromettono la mia stabilità. Però sembra che la doccia abbia aiutato l'Avvocato che ora inizia a stare su da solo, ne approfitto per togliermi almeno la camicia, e rimango a torso nudo nella doccia con lui. Il mio fisico e molto curato, con la muscolatura tipica del nuotatore visto i miei tanti anni da nuotatore. L'Avvocato mi guarda e poi inizia a scendere con lo sguardo, credo abbia notato la mia vistosa erezione sotto i pantaloni. Si avvicina, penso ad un altro malore, poi mi abbraccia e mi bacia in bocca. Tra l'imbarazzo e lo stupore penso che sia effetto dell'alcool. Poi si abbassa e con lui mi tira giù i pantaloni e tutto il resto. Il mio cazzo balza fuori come una molla e inizia a prenderlo in bocca. Sono pietrificato e non posso fare a meno di manifestare il mio godimento. La bocca dell'Avvocato mi fa eccitare a tal punto da sborrare tutta la mia eccitazione dentro la sua cavità. Lui non sembra curarsene e raccoglie tutta la sborra e la ingoia.
La festa finalmente fini, il personale di servizio riassetto la casa. Io non avevo più il coraggio di guardare l'Avvocato in faccia, i nostri sguardi alcune volte si incrociavano e continuavamo a lavorare come sempre.
Spesso l'Avvocato si recava a Parigi per lavoro ed il giorno prima dell'ennesimo viaggio mi disse: "Domani partiremo per Parigi, ho bisogno di te per risolvere delle faccende". Non potevo rifiutare, il mio lavoro è di assistente tutto fare e non potevo tirarmi indietro in nessuna situazione. Il giorno dopo arrivammo in aeroporto, giunti a destinazione ci venne prendere un autista che probabilmente l'Avvocato conosceva bene visto il modo così caloroso con cui si salutarono.
Durante il viaggio in macchina l'Avvocato mi disse: "Raffaele in realtà questo viaggio è solo per puro piacere e per ringraziarti per la tua devozione e discrezione". Risposi: "Avvocato fa parte del mio lavoro ed un piacere farlo". Lui aggiunse:" Qui puoi chiamarmi Valerio". "Certo Avvocato... aahhmm... Valerio". Dissi io. Non capivo la situazione. Presto arrivammo in uno splendido appartamento al centro della città. Santiago, l'autista di chiare origini cubane dal fisico mulatto statuario, dimorava anche lui nel nostro appartamento. Sistemate le valigie, facemmo un giro per la città, la situazione si fece più informale, Santiago era il terzo di una piccola comitiva di amici in vacanza a Parigi. Cenammo tutti e tre insieme, a fine cena Valerio disse: "Santiago che ne dici di Portare Raffaele nel nostro posto speciale?". "Ottima idea". Rispose. Ero tra l'agitato e l'eccitato. Arrivammo in un portone molto elegante non molto lontano dal ristorante. Entrammo nell'atrio e poi nuovamente in altro portone, un piccolo portone e poi una porta. Valerio suonò il campanello, pensai ad un club privè invece mi sbagliavo era una fantastica sauna per soli uomini molto simile ad una spa moderna. Rimasi senza parole perché mai avrei pensato che l'Avvocato frequentassi posti del genere. Ad accoglierci Jean Claude, in italiano con un fortissimo accento francese. Valerio era di casa, conosceva tutti, e tutti gli venivano in contro per salutarlo. Entrammo in un salottino spogliatoio, ci togliemmo gli abiti e non potei fare a meno di notare il fisico marmoreo che immaginavo di Santiago, un cazzo semi eretto grande come una banana. Presto fummo tutti e tre nudi ed indossammo gli asciugamani che trovammo nel nostro salottino. "Ti piace" mi disse Valerio, non potei fare a meno di dire di si, tutto molto ben curato e pulito. Mi fece fare un giro per vedere tutti gli ambienti, bevemmo una bevanda fresca al bar e poi mi disse: "Io vado nel bagno turco a salutare gli amici che mi aspettano, vieni con me". Ormai eravamo in confidenza e la cosa non mi metteva in imbarazzo. Giunti alla porta lasciammo gli asciugamani all'esterno del bagno turco, Valerio nudo entro per primo, e potei vedere il suo magnifico sedere. Entrammo nella penombra, c'erano alcune persone che come lo videro si avvicinarono e lo salutarono calorosamente con un bacio in bocca. Lo seguivo e notavo che non provava nessun imbarazzo per me e per le persone all'interno, per Valerio era un ambiente familiare. Poi si volto e mi fece cenno di seguirlo, entrammo in un altra sezione del bagno turco, una sorta di privè un po' più illuminato con al centro una sorta di tavolo in marmo riscaldato. "Questo è quello che mi piace fare quando sono qui". mi disse. Si sdraio con la faccia verso il soffitto si spinse indietro con il corpo facendo uscire la testa fuori dal marmo e inizio a prendere in bocca i cazzi degli uomini che si avvicinarono. Alcuni di loro incominciarono a fare degli apprezzamenti. " Ci sei mancato" "Con questa bocca solo tu ci fai godere così" "Prendi questo cazzo in bocca e fammi godere". Il mio cazzo divenne duro come il marmo del tavolo e mi comincia a segare, poi notai che nel gruppo degli uomini c'era anche Santiago che si distingueva dagli altri per il colore e le dimensioni del suo cazzo. "Ecco il mio preferito" disse Valerio quando lo vide. Tutti eravamo molto eccitati, Valerio si dimenava senza trascurare nessuno, mi fece cenno ci avvicinarmi e prese pure il mio cazzo in bocca. Presto tutto con i cazzi ben duri lo circondammo e lo innaffiammo con tutta la nostra sborra che schizzava da una parte a l'altra del tavolo e con noi Valerio che presosi il cazzo in mano ci fece bella mostra di un arnese niente male.....
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