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L'amico (non più) infortunato (terza parte)


di vogliagay
21.05.2015    |    11.505    |    5 9.6
"Lo succhio con passione, lo ingoio quanto più possibile, poi lo faccio uscire e mi dedico alla cappella..."
“Ciao Ste! Sono passato a sentire come stai.”. “Ciao Gianlu. Entra! Che fai, stai sul pianerottolo?”. Mi fa piacere che Gianluca, appena rientrato dal lavoro, sia passato a sincerarsi delle mie condizioni. O meglio, di quelle del mio culo… “Insomma, puoi immaginare... Ieri sera ha subito un trattamento duro, mi dà ancora abbastanza fastidio, brucia.”. Mi guarda dispiaciuto e mi sorride. Lo tranquillizzo: “Direi però che ne è valsa la pena!”. E ricambio il sorriso.
“Ti ho pensato oggi, e così t’ho portato questa pomata, dovrebbe alleviare un po’ il fastidio. Questa volta almeno mi prendo cura io di te!”. Che carino! Così gli propongo: “Perché non rimani a cena? Almeno ci facciamo compagnia! In tutto questo tempo non l’abbiamo mai fatto e direi che non ha senso passare tutte le sere da soli! Almeno qualche volta possiamo cenare insieme…”. “Hai ragione, rimango molto volentieri!”.
Mi dà una mano a preparare la cena, nulla di sofisticato, visto che non avevo organizzato. Ma, come mi conferma lui, l’importante è stare in compagnia. Durante la cena mi parla della sua giornata, di come è andata al lavoro, e io faccio altrettanto. Sistemiamo la cucina e mi dice: “Direi che è arrivato il momento di giocare al dottore e il paziente…”. Il suo sguardo è tutto fuorché innocente. Andiamo in bagno, ci denudiamo e ci infiliamo entrambi sotto la doccia. E’ parecchio che non lo vedo con il membro flaccido, e il ricordo dei miei primi approcci durante le prime docce comincia ad eccitarmi… Ci laviamo a vicenda, con molta cura. In particolare lui si sofferma sul mio buchetto, facendo però molta attenzione a fare piano per non procurarmi ulteriore fastidio. La stessa delicatezza la usa quando mi asciuga, tanto che non sfrega la salvietta, ma tampona delicatamente la parte irritata.
Poi mi prende per mano e mi porta in camera mia: “Mettiti sul letto a quattro zampe”. Prende il tubetto di pomata e svita il tappo, si porta dietro di me e mi allarga le chiappe. Ad essere sincero sono abbastanza in imbarazzo. Ok, m’ha già visto altre volte il buco del culo, me l’ha anche visto sfondato, ma era tutta un’altra situazione…Ora mi sento “analizzato” nell’intimo… “Eh già, è ancora molto rosso”, e passa due dita a tastare lo sfintere. Sento un po’ di fastidio. Cambia improvvisamente tono di voce e lo sento dire: “Povero il culetto, ha la bua!”. Anche stasera ha voglia di giocare! Non conoscevo questo lato scherzoso di Gianluca e devo dire che mi piace molto. “E cosa si fa alla bua? Gli si dà un bacino!” e avvicina le labbra al mio buco. Sento salirmi i brividi e una scossa di piacere. Uno, due, tre, quattro bacetti teneri teneri. Immediatamente però sento una sensazione di umido: non s’è limitato ai baci. Molto lentamente comincia a leccarmi e io sento un po’ di sollievo, subito seguito da ulteriore piacere. Comincio a sospirare, per lui è un invito. Ci mette molto più impegno, e mentre prima titillava solo con la punta, ora si dà da fare con la lingua intera. Sento che il cazzo comincia ad ingrossarsi: “No Gianlu, così mi sale la vogliaaa…”. “Eh eh, anche a me! Vorrei infilare un dito!”. “No, direi proprio che non è il caso!”. Ma come se non gli bastasse, per farmi soffrire ancora di più, comincia a passare molto delicatamente il suo cazzo durissimo lungo il solco del mio culo. “Oddio, quanto lo vorrei!”.
Mi gira, mi guarda ed esclama: “Vabeh, ci possiamo divertire in altro modo!”. Mi fa sdraiare sul letto a pancia in su e si mette sopra di me, sedendosi praticamente sul mio petto. Così mi trovo col suo cazzo a portata di bocca. Non c’è bisogno che mi dica nulla, in un attimo lo faccio sparire. Lo succhio con passione, lo ingoio quanto più possibile, poi lo faccio uscire e mi dedico alla cappella. “Leccala! Come se fosse un cono gelato!”. Eseguo immediatamente, passo la lingua sul suo glande procurandogli un piacere immenso. Lo carico di eccitazione, che lui scarica ficcandomi in bocca il cazzo in tutta la sua interezza. Come al solito per me è troppo grosso, non riesco a trattenerlo, mi viene qualche conato e comincio a produrre una quantità industriale di saliva. Finalmente esce dalla mia bocca e si porta leggermente avanti, facendomi leccare le palle. Sono molto grosse anche queste, sembrano delle noci. Ci gioco, ne metto in bocca prima una e poi l’altra, facendo ben attenzione a non stringerle troppo per non procurargli dolore. Dopo poco mi rendo conto che piano piano, in maniera quasi impercettibile continua a spostarsi in avanti, tanto che mi ritrovo a leccare il perineo. E non si ferma! Comincio a essere non molto tranquillo, che vuole fare? Non vorrà che gli lecchi il buco del culo! In vita mia l’ho fatto un paio di volte, non m’è mai piaciuto. Da buon passivo ho sempre focalizzato la mia attenzione su un altro particolare anatomico del corpo maschile, e poi m’ha sempre fatto un po’ schifo, perché diciamocela tutta, sappiamo tutti qual è la funzione primaria del nostro buchetto…
Mi irrigidisco, vorrei fermarlo ma sono sotto di lui e non ho molta possibilità di movimento, così mi rassegno e mi aspetto di sentire da un momento all’altro un odore non troppo gradevole, nonostante la doccia appena fatta. Invece, con mia grande sorpresa, sento che al mio naso arriva l’odore del bagnoschiuma misto ad un lieve aroma di sudore. Che dire, non mi fa schifo! E questa cosa mi rende davvero felice. Quindi timidamente decido di tirare fuori la lingua e assaggiare con la punta il buchetto del mio amico. Immediatamente sospira: “Oohhh!”. Prendo coraggio e vado più deciso, bagno completamente i peli del suo buco e sento che lui gradisce e comincia a muoversi lentamente sul mio viso. La posizione però non mi piace, quindi gli faccio capire di spostarsi. Lo metto a quattro zampe e mi metto dietro di lui, come già abbiamo fatto parecchie volte a ruoli invertiti. Mi guardo ben bene il suo culo, non l’avevo mai fatto con attenzione e solo adesso mi rendo conto che ha davvero un bel culo. Bello sodo, abbastanza muscoloso, gli apro le chiappe per bene e vedo che lo sfintere è circondato da un po’ di peli scuri. Non troppi però, è decisamente bello. Mi rituffo sul suo buco e riprendo a leccare, sempre più deciso e sempre più eccitato. Ci do dentro e Gianluca ad un certo punto mi incita: “Sì così Ste, sei bravo! Cavolo se mi piace!!!”. E’ musica per le mie orecchie: mi metto un dito in bocca, lo bagno e comincio a stuzzicare lo sfintere con non chalance, continuando nel frattempo a lavorare con la lingua. Ad un certo punto mi decido e comincio ad infilare il dito nel suo buco. Piano piano, piano piano, sento che la prima falange è dentro. Gianluca si irrigidisce un poco ma è questione di un attimo e comincia ad ansimare. A questo punto sono sicuro di avere via libera, infilo il dito fino in fondo: “AHHH, wow!!! Così, che bello! Sì, avanti e indietro!”. Sono troppo infoiato, non mi sarei mai immaginato una situazione del genere! Mi fa sdraiare di nuovo e lui si mette sopra di me. Gli rimetto dentro il dito, faccio avanti e indietro e decido di osare: mi bagno anche il medio e dopo aver giocherellato un po’ comincio ad infilarlo insieme all’indice. Gianlu si irrigidisce ancora, poi urla “Oddio!!!”, prende in mano il mio cazzo e… se lo infila in bocca!!! Rimango pietrificato, mi fermo con le dita perché credo di sognare. Invece i suoi versi mi confermano che è tutto vero: mi sta facendo un pompino! Ed è pure bravo! Non è per nulla impacciato, sa come muoversi. Si dedica prima alla cappella, poi scende con la lingua lungo tutto il tronco, quasi a volerlo misurare. Mi viene da pensare che non sia affatto la prima volta che assaggia un uccello! Riprendo a muovere le dita e faccio avanti e indietro per un po’, accompagnato dai mugolii di piacere di Gianlu. Poi sento che si sfila il cazzo di bocca e mi dice: “Basta! Basta! Ti prego…” Ecco, cazzo lo sapevo, ho esagerato! Ho rovinato tutto... Si sarà reso conto della situazione e vuole fermarsi. “…ti prego. Il cazzo, infilami il cazzo!”. Sono sempre più sbalordito. Ma è Gianluca il ragazzo insieme a me? Il ragazzo etero che fino ad un mese e mezzo fa si sbatteva decine di ragazze nel suo appartamento? Si gira, lo guardo e gli chiedo: “Gianlu, ma sei sicuro? Vuoi che ti metta il mio cazzo nel culo?”. “Sì Ste, è un po’ che questa cosa m’incuriosisce e credo sia arrivato il momento”. E per farmi capire che è determinato si stende sulla schiena, tira le ginocchia al petto e apre le chiappe mostrandomi il buco pronto. Gli do ancora qualche leccata, poi passo a bagnarmi il cazzo. Sono emozionato, sto per scoparmi il mio amico etero! Spero di farlo per bene, è parecchio che non mi calo nel ruolo dell’attivo. Avvicino la cappella e comincio a massaggiare il buco: mi sembra che Gianluca sia un po’ teso e voglio che si rilassi. Dopo qualche istante mi decido e comincio a spingere, facendo molta attenzione a non fare movimenti bruschi. D’accordo, il mio cazzo è sicuramente più piccolo di quello di Gianluca, ma 16 centimetri non sono comunque pochi per un culo vergine. Appena il glande comincia ad entrare una smorfia di sofferenza si dipinge sul viso di Gianluca, che comincia a sbuffare. Mi fermo e gli chiedo se vuole che esca. “No no, assolutamente. Ho voluto la bicicletta e ora pedalo!”. Aspetto qualche secondo e continuo a spingere, fino a quando la cappella non è entrata interamente. A questo punto sento che si rilassa, quindi comincio e spingere in maniera più decisa. Dopo poco sento le mie palle contro le sue chiappe, sono entrato tutto. Se ne rende conto anche Gianluca, che esprime la sua contentezza: “Ahhh, sei tutto dentro! Ora scopami!”. E comincio un lento andirivieni. Gianluca mugola, evidentemente comincia a sentire piacere: “Dai Ste, muoviti più forte che mi piace…”. Non aspettavo altro, voglio scoparlo nella stessa maniera in cui lui scopa me. Lo prendo per i fianchi ed entro in lui fino in fondo con un’unica spinta. Il piacere è talmente intenso che alza la testa e lancia un urlo di goduria. Gli do il cazzo con molta energia. “Cazzo che bello! Continua, sfondami il culo, mi piaceee!”. E ci credo! Lo capisco anche dal suo cazzo, duro come il marmo. Mi bagno il palmo della mano, afferro il suo uccello e comincio a massaggiare delicatamente la sua cappella. E’ troppo per lui, comincia a mugolare sempre più forte e a contorcersi. Si fa scopare così ancora per qualche minuto poi mi dice: “Ora sdraiati, voglio impalarmi!”. Eseguo, lui prende in mano il mio cazzo, lo dirige verso il suo culo e ci si siede sopra di botto! “Oh cazzoooo, ora capisco perché fai tutti ‘sti versi quando ti scopo!!! Dio mio, è stupendo! Chissà se esce anche a me la sborra!”. Guardiamo la sua cappella, ma non è uscito nulla… Gianluca in ogni caso non si perde d’animo e si dà subito da fare, cominciando a fare su e giù sul mio uccello, poi ad un certo punto se lo prende fino in fondo e comincia a roteare il bacino. Hai capito! Fa di tutto per godere il più possibile! Sono senza parole, sembra che prenda cazzi da una vita! Intanto mi guarda e mi fa capire che gode, ammicca e sorride maliziosamente. Poco dopo vuole cambiare di nuovo posizione: “Prendimi da dietro!”. Si alza dal mio cazzo e si rimette a quattro zampe, io gli vado dietro e glielo sbatto dentro senza tanti complimenti. Lo prendo di nuovo per i fianchi e comincio a muovermi come un forsennato, glielo do con forza, in profondità, tanto che la camera è invasa dal rumore delle mie palle sulle sue chiappe. Vado avanti così per cinque minuti, ma poi non ce la faccio più, sono arrivato al limite. Assesto gli ultimi colpi e gli dico che sto per sborrare. “Sì Ste, sborra, non uscire, riempimi il culo che vengo anch’iooo!”. Qualche secondo e comincio a schizzare, contemporaneamente a Gianluca che riversa la sua sborra sul lenzuolo. E’ un concerto di urla e di versi di godimento. Quando tutto è finito Gianluca si stende sul letto e io col cazzo ancora piantato nel suo culo mi sdraio su di lui. Siamo sfiniti e Gianluca è estasiato. “Non avevo mai provato nulla del genere, giuro! E’ troppo intenso il piacere, chi non prova non può capire! Poi alla fine sono riuscito a distinguere gli schizzi della tua sborra, m’hai allagato il culo!”.
Io esco per controllare le condizioni del buco. Come immaginavo, è completamente sfondato, rimane aperto! Andiamo a lavarci, poi torniamo sul letto e ci dedichiamo di nuovo a vicenda ai nostri buchi, stavolta per spalmarci la pomata rinfrescante però. Ne abbiamo proprio bisogno…
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