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Gay & Bisex

L'annuncio alla stazione...


di Chimeloda
27.09.2014    |    11.927    |    4 9.5
"Dopo la maturità brillantemente superata i miei mi proposero un premio, mi dissero di chiedere qualcosa di ragionevole ma ciò che più volevo..."
Dopo l’esperienza con l’autista non avevo più remore a dare sfogo alla mia vera natura: mi piaceva il cazzo e l’avrei cercato. Erano però altri tempi, adesso c’è internet, siti di annunci, telefonini con i qual rimanere anonimi. Allora avere incontri e continuare la propria vita “normale” era difficile. Certo c’erano le feste e tutto il resto ma non era comunque facile capire a chi potesse interessare divertirsi con un ragazzo a discapito di una dolce donzella. Ma la voglia di cazzo che avevo dopo quell’esperienza aguzzo il mio ingegno.
Dopo la maturità brillantemente superata i miei mi proposero un premio, mi dissero di chiedere qualcosa di ragionevole ma ciò che più volevo. Io devo averli veramente meravigliati quando dissi che mi aspettava l’università fuori sede e io non ero mai stato solo e lontano da casa in vita mia volevo vedere come me la sarei cavata. Come premio chiesi di poter andare un mese da solo da qualche parte con qualche soldo per vedere se ero in grado di gestirmi. Cucinarmi fare la spesa insomma tutto ciò che avrei dovuto fare da li a poco da studente fuori sede. A loro parve una grande dimostrazione di maturità, sentirono che il loro ragazzo stesse diventando un uomo. Quindi furono ben felici di accontentarmi e fu deciso: poco dopo ferragosto sarei andato in avanscoperta a Pisa per vedere come me la sarei cavata, con qualche soldo in tasca e la possibilità di stare in una casa di un paesano che mi aveva preceduto nel percorso di studi qualche anno prima e lì aveva comprato casa, che ora affittava agli studenti. Vvisto il periodo la casa sarebbe stata vuota per almeno 20 gg e non aveva problemi che io andassi. Andai dicendomi intenzionato anche a cercare un’eventuale sistemazione futura.
Avevo le idee ben precise, non persi tempo, appena sceso dal treno andai nei bagni della stazione e con un pennarello scrissi un annuncio: “Giovane passivo molto maschile cerca cazzo da succhiare e prendere nel culo passo tutti i giorni alle 22:00 sedetevi sulla panchina con una maglia bianca e la gazzetta dello sport in mano vi avvicino io, avrò una fruit verde.”
Per una settimana andai sul luogo speranzoso. Passeggiavo per una mezz’ora lì, andavo con il mio zaino dove avevo solo una fruit verde: nel caso avessi visto qualcuno di interessante mi sarei cambiato. Morivo dal desiderio ma, dopo l’autista uomo maturo ed esperto, volevo un’esperienza con un coetaneo che magari avesse la mia voglia ma anche la mia inesperienza. Per i primi due giorni niente poi solo persone di una certa età fu difficile non cedere. La voglia cresceva e quando tornavo nella casa vuota e calda, mi infilavo di tutto nel culo, e mi masturbavo ma non bastava a placare la mia fame di cazzo. Per fortuna il V giorno vidi un ragazzo della mia età seduto sulla panchina: un biondino con i capelli rasati,di statura minuta ma muscoloso e molto ben fatto, aveva la maglietta bianca e fingeva di leggere la gazzetta guardandosi attorno. Io mi eccitai a tal punto che invece di cambiarmi la maglietta, tolsi dallo zaino la fruit verde e mi avvicinai facendola vedere, mi sedetti vicino e gli dissi: “Sono io che ho scritto l’annuncio vederti mi ha talmente eccitato che non ho voluto perdere tempo a cambiarmi”. Lui con calma chiuse il giornale mi guardo e mi disse che per lui era la prima volta con un uomo ma era curioso di provare. La cosa mi eccitò ancora di più e non riuscii a frenare la mia mano che andò a carezzargli la patta. Lui mi fermò e mi disse: “Aspetta non voglio che nessuno ci veda se hai dove andare andiamo io sono un para’ e dormo in caserma.” Io gli dissi di seguirmi che avevo una stanza in una casa di studenti che era vuota ed ero lì per una decina di giorni. Lungo il tragitto eravamo imbarazzatissimi quasi non parlammo e le poche cose che ci dicemmo erano di circostanza: età, cosa facevamo lì, da dove provenissimo. Che era un parà già lo sapevo le altre cose che scoprii è che aveva un anno e qualche mese più di me che era calabrese ma la mamma era tedesca e che il padre era tornato in Italia dopo aver lavorato dieci anni in Germania. Ma poco mi interessava. Una volta a casa la timidezza in parte svanì, eravamo entrambi decisi ma inesperti, io ero già stato con un uomo ma aveva fatto tutto lui, il biondino mi confesso che un paio di volte si era vicendevolmente toccato con un cugino tedesco ma non erano mai andati oltre. Io presi l’iniziativa e infilai la mia mano nei suoi pantaloni a cercargli il cazzo, lui si slaccio i pantaloni per facilitare la cosa e prese ad accarezzarmi il culo, sentivo nelle mani quel cazzo e morivo dalla voglia di vederlo e le sue mani sul culo mi eccitavano da matti. Era eccitato anche lui ed il cazzo sembrava esplodergli negli slip, ci spogliammo in fretta e dopo pochi secondi eravamo nudi uno di fronte all’altro. Il suo cazzo era bello un po’ più lungo del mio e grosso uguale, quello dell’autista era più tozzo e corto. Gli dissi di stendersi sul letto. Lui si stese e io mi chinai a prenderlo in bocca, presi fra le labbra la cappella, poi la lascia la leccai un po’, scesi a leccargli le palle ne presi una in bocca, la lascia e tornai sul cazzo dopo un paio di colpi di pochi centimetri affondai più che potei, mi fermai qualche secondo e risalii fino alla cappella che accarezzavo con la lingua. Dai mugolii del Parà devo avere un dono naturale nel fare pompini. Mi eccitava sentire i suoi mugolii di godimento sentire quel lungo cazzo fino in gola, avrei continuato per ore a ciucciarglielo ma ero talmente infoiato che me lo tolsi di bocca e lo implorai di mettermelo nel culo. Non fu semplice, era inesperto e si vedeva . Io mi misi sulla sponda del letto con il buco esposto lui venne dietro e punto il cazzo, premeva per entrare ma non riusciva a farlo era eccitato e spingeva ma il mio culo opponeva resistenza. Io gli dissi di sputare sul buco di massaggiarlo con le dita, lui esegui e ci riprovò. Andò meglio sentii il mio buco umido e rilassato dopo i massaggi, lui punto il cazzo e spinse, entrò la cappella, mi sfuggi un piccolo lamento e lui si fermo, lo esortai a continuare lui lo fece senza delicatezza affondò di colpo e mi impalò . Fu bellissima quella sua brutalità dovuta all’inesperienza. Sentivo tutto il suo cazzone dentro e lui preoccupato che mi chiedeva se sentivo dolore, io mugolai e dissi di iniziare ad andare su è giù di fottermi come una cagna. Lui perse ogni inibizione e mi stantuffo con ardore. Purtroppo venne dopo pochi colpi ed io sentii la sua sborra inondarmi il culo troppo presto. Ero un po’ deluso ma non mi persi d’animo lui si tolse e si sedette sul letto. Io mi inginocchiai davanti a lui e presi in bocca il suo cazzo. Sentivo il sapore del suo sperma e del mio culo, aspiravo e andavo su è giù eravamo giovani e il trattamento fece subito effetto, lui butto la schiena all’indietro e disse che voleva sborrarmi in bocca. Io gli dissi: “e no carino io lo voglio ancora nel culo in bocca mi ci sborrerai domani…” Lascia il cazzo e mi stesi sul letto di schiena: “ vieni fottimi sono la tua troia fottimi… “ lo volli per la prima volta dal davanti come mi stesse scopando la Topa. Vedevo il suo volto trasfigurarsi dal godimento e lui vedeva il mio che sospiravo mugolavo e riuscivo a dire solo “si ancora fottimi sfondami il culo…” Il suo sudore scorreva sul suo viso e cadeva su di me che godevo e gemevo, dopo un po’ arrivo anche la sua sborra. Esausto si abbandono su di me. Poi si tolse e disse che doveva tornare in caserma.
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