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Gay & Bisex

L'uccellone di Michele.


di sportivobsx
01.02.2016    |    40.653    |    11 9.6
"Gli rispondo ancora che non ho nessun problema, e sarei disposto anche subito..."

Michele non è propriamente un amico, perché al di fuori dall'università non ci frequentiamo, ma siamo molto complici. Una confidenza nata tra una lezione e l'altra, un supporto per passarsi appunti, dritte per studiare e così via. Alto, moro, fisico mediterraneo, calciatore in una squadra locale, fidanzatissimo da più anni con una ragazza che, a quanto racconta, deve essere brava a letto, soprattutto quando gli dà il culo, che è la passione di Michele. Sono frequenti i lunedì mattina quando arriva e racconta di aver fatto una gran scopata il giorno prima, perché la tipa gli ha dato il culo. Un bel rapporto il nostro, tranne quando continua ad incitarmi di trovarmi una tipa, e la cosa mi fa innervosire, lui lo sa tanto che ogni volta che esce sto discorso poi mi abbraccia come per scusarsi.

La scorsa settimana, durante gli allenamenti, ha avuto un leggero strappo muscolare, nulla di rilevante, però deve stare qualche giorno senza sforzare troppo la gamba, per cui in università prende l'ascensore, ed io ad accompagnarlo. Non sopporto i risvoltini eccessivi che ogni volta si fai ai jeans, per cui venerdì, quasi per scherzo, in ascensore mi abbasso per sistemarli. Lui ride e mentre sono abbassato mi mette una mano sulla testa spingendola quasi vicino alla sua minchia. Ridiamo, mi rialzo e siamo arrivati. Una volta in aula, ridendo, gli chiedo che cazzo stava facendo. Mi risponde che così un'altra volta imparavo a sistemargli i pantaloni. Capirai, non sarà mica quello che mi blocca dal sitemarteli una prossima volta, gli rispondo. Lui sorride, poi mi dice che allora non si limiterà a ciò, ma che se dovesse ricapitare non si limiterà a quanto fatto prima. Rido di gusto, dicendogli che niente può fermarmi dal sistemare quei risvoltini inguardabili. Lui mi risponde di tacere, che potrebbe scommettere qualunque cosa, che tanto non avrei mai il coraggio di rischiare di farmelo mettere in bocca. Io mi eccito all'istante, per fortuna non si vede il mio cazzo che diventa di marmo in un secondo. Gli rispondo che non avrei nessun problema a correre quel rischio e che, semmai, quello a non avere il coraggio di farlo sarebbe lui.

Il guanto della sfida è stato lanciato, Michele mi risponde che se continuo così vuole mettermi alla prova. Gli rispondo ancora che non ho nessun problema, e sarei disposto anche subito. "Bene, vuoi tornare in ascensore e vediamo se hai il coraggio?", mi dice. Gli rispondo che ci sto. Torniamo in ascensore, premiamo il tasto dell'ultimo piano, in modo poi da tornare al piano sotterraneo e avere così tutto il tragitto di tempo. Ride, sfidandomi, non sa che in realtà io non vedo l'ora... Parte l'ascensore, mi inginocchio un pochino distante, lui intanto abbassa la cerniera, gli vedo gli slip grigi e lo tira fuori, completamente moscio. "Vedi che non hai il coraggio?". Appena il tempo di finire che sono lì vicino, apro le labbra e prendo in bocca quel cazzo moscio, ma molto ben fatto e proporzionato. Una succhiata, lo prendo alla base con una mano e faccio su e giù in bocca un altro paio di volte. Lo tiro fuori, e lo ritira, l'ascensore ci mette poco e siamo arrivati. Schiacciamo il tasto per tornare al piano dell'aula e rientriamo, senza una parola.

Una volta dentro gli dico "Hai visto che il coraggio l'ho avuto?". Non mi risponde. Inizia l'esercitazione, poco dopo mi scrive su whatsapp: " ma...sei frocio?". Dopo avergli detto di no, mi risponde che non lo è nemmeno lui, "però ora me lo hai fatto venire duro, quelle poche succhiate che gli hai dato sono state da manuale del pompino". Gli rispondo, mentendo, che non mi piace il cazzo, ma che ciò non toglie che il suo possa essere un'eccezione. E gli scrivo senza mezzi termini che glielo succhierei come si deve, perché lo ha bello e buono. Visualizza e non risponde. Passa una decina di minuti e mi scrive: "andiamo nei bagni?". Gli rispondo subito di sì, lui si alza ed esce, io aspetto un paio di minuti per non dare troppo nell'occhio.

Entro nei bagni, chiudo la porta, è in piedi davanti ad un lavandino. "Entriamo nell'ultimo, così nessuno viene a rompere", dice. Lo seguo e chiudo bene la porta. Non una parola, lui in piedi, mi inginocchio, gli abbasso la cerniera, lui si sbottona la cintura, quindi gli slaccio il bottone e abbasso i pantaloni oltre le ginocchia. Allarga leggermente le gambe, abbastanza pelosette ma non molto, nonostante sia un calciatore. Mi mette una mano sulla spalla, lo guardo, gli abbasso gli slip ed ecco l'uccello che esce. Non moscio come prima, ma nemmeno duro, barzotto. Bello, lungo il giusto e soprattutto largo, la cappella che fuoriesce appena dalla pelle. Apro la bocca e faccio entrare quella meraviglia. Una, due, tre ciucciate, su e giù prendendolo tutto fino alla base e l'uccellone inizia a prendere consistenza. Lo stringo bene tra le labbra, facendogli sentire come se lo gustano, inizio a godere come un porco. È buonissimo, sa di cazzo, di vero maschio, lui ha la testa all'indietro, sottovoce sta godendo. Continuo a fare su e giù con la bocca, avendo cura di usare bene la lingua ed esplorarlo tutto. Asta, cappella, punta, alla base e nelle palle che ciuccio anche avidamente.

Continuo così un paio di minuti, poi mi prende la testa con le mani e inizia letteralmente a scoparmi la bocca. E li oltre ad ansimare piano, parla anche sottovoce. "Bravo così, siiii, che bocca, meglio di una figa, madonna come ciucci, che lingua calda, mmmm, che labbra idrovore, sii, così bravo, che bravo frocetto con il cazzo, mmmmm ohhhh siiii, così". Mi appoggio poi con la testa su una sua gamba, con una mano gli accarezzo l'altra, prendo il cazzo con l'altra mano alla base e riprendo a condurre io il gioco, ciucciandoglielo al rallentatore e mettendolo tutto in bocca facendolo uscire piano piano. Che bontà di cazzo. Continuo il pompino usando a dovere anche la lingua, finché capisco che sta per venire. Non mi dice nulla, ma vuole fare decidere a me come concludere. Ciuccio, sta venendo, me lo metto in bocca e sento due schizzi che mi riempiono la bocca, deglutisco, lo faccio uscire leccando le palle e un altro schizzo mi invade la faccia.

Mi passo l'uccello in fronte, sugli occhi e me lo rimetto in bocca pulendolo per bene. Si riveste, usciamo facendo attenzione non ci sia nessuno. Mi lavo accuratamente la faccia e torniamo in aula. Che dieci minuti fantastici, che mi hanno lasciato in bocca un gusto favoloso. Quello che ho sempre visto come un semplice conoscente mi ha fatto impazzire con quel cazzone. Dopo qualche minuto mi scrive ancora su whatsapp "Non sono frocio, ma tu ciucci da favola". Gli rispondo:" il tuo uccello è la mia eccezione. Buonissimo e favoloso". E la mattinata è passata velocemente.
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