Racconti Erotici > Gay & Bisex > La chiave. Parte 1
Gay & Bisex

La chiave. Parte 1


di efermi
02.02.2016    |    9.077    |    5 7.2
"Marco invece, era paonazzo, in preda alle convulsioni..."
“Pronto?”
“ciao zuccherino! Come stai?”
“…diciamo bene…oggi ci vediamo?”
“magari! Lavoro, ahimè!”
“dai però! Mi avevi detto che stasera ti saresti liberato!”
“ oggi c'è stato un gran casino in ufficio, e stasera è prevista una riunione. C'è il capo!”
“ uffa però! Io come devo fare???”
“ domani, nel pomeriggio sono a casa tua. Garantito!”
“ sono sette giorni che non ci vediamo, la mia sopportazione è arrivata al limite”
“ sentirtelo dire mi smuove qualcosa nelle mutande. Anch'io non vedo l'ora sai? Sei stato bravissimo tesoro. Non ho mai messo in dubbio le tue motivazioni e ora che i tuoi sacrifici sono concreti il piacere che verrà sarà divino”

Marco continuava a guardare l'orologio sul mobile. 16:15 gli aveva detto Paolo. Ancora dieci minuti poi finalmente sarebbe tornato con la chiave e avrebbe messo fine ad una settimana complicata.
Dallo scorso martedì, quando avevano dato sfogo ai loro bollenti spiriti, erano stati sufficienti tre giorni a far affiorare i primi dolorini. “Sopportabili” pensò Marco, giudicando prematuramente quella condizione più facile da affrontare di quanto sembrasse. Poi era arrivata la notte del quarto giorno e aveva cambiato idea. Le erezioni, involontarie e fisiologiche, erano lancinanti. Non cela faceva più.
Del resto aveva accettato. Paolo lo conosceva bene. Sapeva, in ogni occasione, aggirare le resistenze e convincerlo a fare tutto. Anche quella volta disse di si. Gli mostrò con sorpresa un attrezzo strano, metallico, di cui Marco non capì l'utilità. “è un gioco” disse Paolo, “ti piace essere mio, giusto? “ a Marco sicuramente piaceva sentirsi suo, ma non capiva. “e lo sai che godo nel renderti sessualmente inerme” certo, Marco lo sapeva “quindi...?” disse.

Affacciato alla finestra aveva visto la macchina nera di Paolo parcheggiare sotto casa. Al suono del campanello era già in piedi dietro la porta pronto a farlo entrare.
Avevano deciso di saltare gli inutili convenevoli. Ognuno sapeva cosa voleva dall'altro. Paolo palpava le chiappe sode e Marco tastava il pacco.
“spogliati, fatti vedere nudo” gli ordinava Paolo.
Marco nudo, con gli occhi del suo uomo addosso, lo accarezzava, dalle gote fino all'inguine.
“sei eccitato?”
“si parecchio, ho bisogno di uno sfogo tesoro” Marco all’amante.
“col pisellino minuscolo, intrappolato in quella gabbietta sei irresistibile zuccherino”
Aveva una voglia irrefrenabile di irretire la sua preda e darci dentro. Perciò con una spintarella lo sdraiava sul letto e gli tirava su le gambe, tenendo largo il buchino. Lo fissava negli occhi e iniziava a leccargli il culo neanche fosse un leccalecca, facendolo gemere e agitare. Impugnava con una mano la gabbietta e metteva in bocca il povero uccellino mortificato.
“mi vuoi far morire Paolo? Ma sei pazzo? “ si lamentava Marco.
Ma paolo continuava nella sua tortura. Si dedicava qualche secondo al buchino-leccalecca e qualche altro all’uccellino imprigionato.
“oddio amore, oddio! Ma che mi fai?!”
Mentre Paolo infilzava il terzo dito nel culo, Marco, sotto quell'impulso dava vita ad una sborrata mai vista.
Da quel cazzetto moscio, ristretto in uno spazio angusto, colava un liquido biancastro e profumato, che Paolo lasciava scorrere. Scivolava sulle palle, fino a rigargli il culetto, prontamente pulito da una lingua avida.
Paolo era fiero di sé, si era dimostrato in grado di far godere il suo ometto nella maniera più stravagante e inverosimile.
Marco invece, era paonazzo, in preda alle convulsioni. Le pulsazioni della prostata spingevano dentro di lui, irradiando un calore crescente. Nella testa un'accozzaglia di pensieri confusi. Godeva senza riserve, con stupore. Incredulo, eppure gioioso. Il suo uomo lo aveva portato ad un livello superiore, come bramava da sempre.

Paolo si gustava la scena. L’estasi del suo compagno era più appagante di un orgasmo. Già immaginava come sarebbe stato quello vero, che di lì a poco avrebbe sperimentato.
Giocherellava con la catenina attaccata al collo, finché presa in mano, mostrava a Marco una chiave ciondolante. Era la chiave del suo sesso.
“adesso posso liberarti”
“è stato incredibile, allucinante. Grazie amore”
Marco provava tanta gratitudine, sia per il godimento che Paolo aveva saputo fargli provare sia per la libertà ricevuta dal suo pisello indolenzito.
Lo sperma espulso bagnava ancora il suo sesso, ma l'eccitazione era tutt'altro che passata. Persisteva e montava. Non era ancora sazio.
“amore, adesso però prendimi, fottimi tutto! “
Paolo si ritrovava fra le gambe un attrezzatura invidiabile. Ventidue centimetri di carne tosta. Famelica. Bisognosa.
“mettiti a pecora, che mi intrighi di più”
E così iniziava a sbatterglielo dentro senza pietà. Con tutto il vigore che aveva. Glielo sbatacchiava in corpo. Marco sembrava un pupazzo sotto i colpi di quella bestia eccitata.
“mmm che culo che hai…aah…uff..aahh…”
Messo a novanta gradi aveva esposto totalmente il culo, concedendolo fino all'ultimo centimetro.
Aveva preso l'iniziativa di segarsi e nonostante gli stimoli rimaneva moscio. Lo ciancicava mentre Paolo continuava il suo lavoro senza pietà. Ad ogni affondo corrispondeva un gridolino.
Il birillo di Marco cominciava a indurirsi.
Mentre entrava e usciva Paolo se ne accorgeva, ma lo lasciava fare. Quando l'erezione arrivava al suo picco, allora si ritraeva da lui, lasciando una voragine aperta.
“no così non va. Non mi piaci più zuccherino”
“ma…?” Marco rimase a bocca aperta.
“se vuoi che continui a scoparti devi rimetterti la gabbietta”
Marco stava sulle sue, conscio della decisione irremovibile presa da Paolo. Sapeva che mai avrebbe ritirato quelle parole, e avrebbe comunque trovato una valida alternativa per svuotarsi le palle.
“stavamo godendo di brutto!?”
“fa parte del gioco…sarebbe scorretto barare adesso, da parte tua. Mi sono sempre fidato di te” gli sussurrava avvicinando le labbra alla sue, per poi schioccarle rumorosamente.
Marco non aveva scelta. Deludere il suo amante era inaccettabile. Quindi andava in bagno, seduto sul bidet, con molta acqua fredda, azzerava i centimetri tra le gambe. Tornava da Paolo, già pronto a infilargli quel nuovo strano vestito per il pisellino. Sentiva il rumore della chiave girare nel lucchetto e Paolo che gliela portava alla bocca e gli ordinava “baciala” per poi rimettersela al collo.
“sei perfetto così. L'unico cazzo duro è il mio….zuccherino”
[Continua ]
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.2
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La chiave. Parte 1:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni