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Gay & Bisex

La stanza ...


di newslave69
19.02.2013    |    7.170    |    4 7.6
"Io penso, io parlo, io decido, io chiedo, io faccio di te tutto quello che voglio, io godo..."
... Aprii gli occhi e la prima cosa che mi colpi' in quella stanza furono le sue pareti totalmente bianche e linde come se fossero state dipinte da poco. L'arredamento era veramente spartano: una spalliera svedese al centro della parete di fondo, una panca per addominali e impianto hi-fi in un angolo con annesso tv e videoregistratore, una piccola libreria a giorno con varie riviste e vhs, un tavolo centrale di forma rettangolare, due anelli appesi al soffitto dai quali pendevano due corde, in un angolo appoggiata ad una parete una valigetta ventiquattrore e poco più in là un secchio vicino ad un lavandino, nell'angolo opposto un water e un bidet. Impiegai qualche secondo per riprendermi e per rendermi conto della posizione scomoda in cui mi trovavo. Le braccia alzate sopra la testa legate ai due anelli sul soffitto, le ginocchia in terra con le caviglie ancorate alle gambe del tavolo centrale. Intorno a me un'ombra che mi prese per i capelli, con delicatezza, e mi sollevò la testa tirandola indietro a sè fino al contatto fisico con il suo corpo. Sentii il suo odore. Provai ad alzarmi ma con stupore mi accorsi che i legami alle caviglie erano rigidi, non erano corde ma una sorta di bastoni con anelli fermacaviglie, per impedirmi di sollevare le ginocchia da terra. Il cappuccio che copriva il suo volto lasciava intravedere solo gli occhi, uno sguardo giovane, da ragazzo, carico di energia. Mise subito le cose in chiaro prima che io parlassi. "Questo è il mio regno. Qui comando io. Io penso, io parlo, io decido, io chiedo, io faccio di te tutto quello che voglio, io godo. Non puoi pensare, non puoi parlare neanche per lamentarti, non puoi nè decidere nè chiedere di smettere, devi solo subire, non puoi godere. Ogni violazione delle regole verrà punita. E chiaro ?". "Si", risposi senza pensare un po' preso alla sprovvista da tanta fermezza, e per tutta risposta ricevetti una sberla che mi fece uscire un lamento, al quale segui' subito una seconda sberla che mi lascio' esterefatto. "Questo è solo un assaggio per farti capire che non scherzo. Ho detto che non puoi parlare e neanche lamentarti". Con lentezza si allontano' da me di un paio di passi e comincio' a spogliarsi fissandomi negli occhi. Era decisamente palestrato, pettorali e addominali scolpiti, rimase solo in slip. Sempre con estrema calma, come a farmi intendere che non aveva alcuna fretta, si avvicino' al tavolo da dove presa una ventiquattrore grigia e torno' davanti a me deponendola a terra. L'apri' in modo che io non ne vedessi subito tutto il contenuto e ne estrasse un paio di guanti di lattice bianchi che indosso'. Poi la richiuse. "Ogni volta che la apriro', sarà un supplizio" mi disse e rise. Si avvicino' al lavandino, riempi' il secchio di acqua e dal rumore capii che il secchio non era vuoto. "Vuoi sapere cosa contiene ? Ghiaccio !". Attese qualche istante e dal secchio di acqua ghiacciata estrasse uno strofinaccio da pavimenti e avvicinandosi a me comincio' a farmi sgocciolare l'acqua sulla testa. La sensazione era di un freddo pungente che si spargeva per tutto il corpo e che mi fece emettere un gemito che non era previsto dalle regole. Altra sberla alla quale segui' una lacrima dagli occhi. Attese con pazienza che lo straccio smettesse di gocciolare copiosamente e poi me lo strizzò addosso. Poi prese un asciugamano e mi asciugo' alla meglio, ma non perchè fosse finita ma solo per ricominciare da capo e per avvisarmi "Stavolta senza lamenti, altrimenti lo faccio ancora". Portata a termine l'opera, visibilmente soddisfatto, prese il secchio e me ne svuoto' il contenuto in testa ghiaccio compreso. Avrei voluto urlare ma la paura di subire ancora mi impedi' di farlo. "Bravo, cominci a capire. Ma non so quanto resisterai ancora." disse e rise di nuovo. Stavolta non fui fortunato perchè non mi asciugo' e rimase davanti a me ad attendere che l'acqua evaporasse direttamente dal mio corpo. Rimasi intirizzito per almeno 5 minuti. Poi si avvicino' a me fino al contatto fisico tra la mia testa e le sue parti intime ancora ricoperte dagli slip ma in evidente stato di eccitazione. "Sfilameli, con la bocca". Cominciai a mordere le parti laterali dello slip per cercare un appiglio e piegando la testa verso il basso riuscii a calarli almeno in parte. Quando il suo pene emerse, delicatamente lo prese fra le mani e scappellandolo me lo passo' su tutta la faccia: naso, orecchie, occhi, bocca, collo. Poi si avvicinò al water nell'angolo e vi urino' dentro. "Voglio che tu faccia una cosa per me" disse, e riavvicinandosi e prendendomi per i capelli ordino' "Puliscimelo, fino all'ultima goccia !". Lo leccai avidamente anche perchè un po' impaurito della sua reazione davanti ad un mio rifiuto. Continuai a leccare fino all'ultima goccia come aveva chiesto. Era bello, sui 18-19 cm, caldo e man mano che leccavo lo sentivo che cresceva e più cresceva e più lo sentivo spingere sul mio palato sempre più a fondo. Il suo sperma usci' all'improvviso e mi invase la gola. Poi soddisfatto lo estrasse per metà e volle che continuassi a succhiargli la cappella. Quando lo ritrasse perfettamente nettato ma ancora parzialmente duro, mi giro' alle spalle, mi libero' dalla morsa alle caviglie e con le mani guantate mi infilo prima un dito nel culo e dopo averlo mosso un po', ce ne infilo' anche un secondo. Disse "Nell'attesa che mi ritorni duro, lavoriamo un po' con le dita!". ...
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