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Gay & Bisex

Messaggio Anonimo [ Pt . 4 ]


di alchest
22.03.2015    |    7.441    |    4 8.6
"Ma gli schiaffi che mi tirava sulla cappella li sentivo eccome, facevano male ma allo stesso tempo mi regalavano un guizzo di piacere..."
Prima di cominciare questo racconto vorrei dire una cosa. Su questa 'saga' ho ricevuto parecchie critiche sulle tempistiche della pubblicazione dei vari racconti. Vorrei specificare una cosa: per chi ha seguito tutti i miei racconti o anche solo una o due saghe, sa bene che non mi limito al 'è arrivato a trovarmi uno e mi ha scopato' fine del racconto. Creo una storia, con del romanticismo, sesso e cerco di caratterizzare il più possibile i personaggi per comunicare qualcosa in più che non sia un semplice durello. Spesso mi succede di avere una mezza idea in testa e cominciare il primo racconto poi dare un seguito volta per volta senza progettare nulla. Quindi, tra un pensare al seguito e vita sociale, mi ci vuole qualche giorno. Ammetto che in questo racconto ci ho messo più del solito ma vi chiedo di esser pazienti e godervi il racconto. Grazie comunque per chi mi segue e si complimenta nonostante l'attesa. Siete di tanto tanto supporto.

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"Non so come si chiama, mi disse un altro nome quando.. Quando lo contattammo sul suo profilo escort" "Che cazzo dici Sergio? Quale profilo escort? Parla chiaro, mi sto alterando!". Nel bagno entrò Claudio fischiettando e sorridendoci, così Sergio ne approfittò per sgattaiolare via dicendo che avrebbe sistemato lui la situazione e che ne avremmo parlato il giorno dopo.
Ovviamente io pazienza ne avevo ben poca, soprattutto con quei bicchieri di vino in circolo. Così abbandonai la cena, salutando tutti alla veloce e fingendo un imprevisto. Uscii fermandomi al bancone per pagare il mio conto mentre cercavo di chiamare Gianluca, ma non rispondeva al telefono. Non ricordo nemmeno cosa mi disse, se aveva impegni per la serata. I primi pensieri che mi passarono per la testa furono quelli di un irrazionale preso dalla rabbia: 'Sarà con qualche cliente, quello schifoso'. Tornai dentro, chiamando Sergio con una scusa. Andammo fuori dal locale, cercando di sembrare il più calmo possibile.
"Senti, io ho provato a chiamarlo ma non mi risponde e sto per esplodere. Ho bisogno di capire. Ti prego" rimase in silenzio per qualche secondo, guardandomi poi abbassando lo sguardo come rinunciando. Probabilmente lo smosse la mia rabbia ormai spenta, diventata non so che cosa. Disperazione? Delusione? Determinazione sicuramente, nel chiarire quella situazione che mi era piombata addosso e che in realtà non avevo ancora constatato se fosse o meno davvero accaduta. "Va bene, ne parleremo ora.. Ma non dire nulla a Tano e allontaniamoci da qui.. Tanto ormai anche io ho detto che sarei andato via"
Ci allontanammo, quindi, prendendo la via a fianco del ristorante. "Ok, tagliamo corto.. Ti racconterò tutto" cominciò Sergio rompendo il silenzio imbarazzante. "Quasi un anno fa, come ti dissi già, io e Tano ci trovammo al parco vicino casa tua che appunto è un batuage. Lui si spaventò molto, perché era già fidanzato con Giada e aveva paura che mi spaventassi anche io e che ci sarebbe stata freddezza tra di noi probabilmente compromettendo un gioco di squadra, il clima nel gruppo e cose del genere.. Ma io ero straordinariamente tranquillo, tanto che lo salutai con un sorriso e una stretta di mano e dopo poco lo invitai a salire in auto. Lui acconsentì e in auto mi fece un pompino. Da lì nessun problema, ma qualche volta dopo esserci trovati lì anche su appuntamento, trovammo il problema. Quando gli toccavo il culo non mi faceva entrare, così una sera gli chiesi ill perché e lui mi disse che nel culo non lo voleva. Io non frequentavo nessuno, mi bastava lui perché non ne faccio una malattia del sesso anale.. Per cui mi accontentavo di farci pompini. Lui no. Dopo circa 3 - 4 mesi, mentre eravamo al parco, mi propose di cercare un terzo per fare porcate.. Per provare. Io acconsentii, non avevo mai provato. Ma quella sera c'erano solo vecchi. Così entrammo in auto, aprimmo l'applicazione sul cellulare e cominciammo a scrivere ad un pò di gente. Tra questi trovammo un ragazzo giovane, carino, definito e col viso tagliato fuori dalla foto.. Tano insistette per scrivergli perchè io non volevo inizialmente, troppo piccolo e giovane, ma lui si era fissato. Aprii il profilo, c'erano scritti pochi dati se non gli anni e la distanza da noi così gli scrissi un messaggio. Lui subito mi rispose con un messaggio di quelli da copia e incolla, automatici con scritto che era un bel ragazzo dotato e capace, massaggiatore, disponibile.. Solite cose che ti fanno pensare ad un mercenario.. Mamma mia mi si asciuga la bocca, sediamoci almeno sto parlando troppo" "Sì vieni, sediamoci.. - gli dissi, avvicinandomi ad una panca dietro ad un canneto - Anche se sta zona mette ansia, dove siamo finiti?" "Siamo vicini al fiume, qua è deserto.. Ma almeno possiamo parlare tranquilli" mi rispose. Mise in bocca un cicles e ricominciò a raccontare "Mh.. Dov'ero rimasto, l'avevamo contattato no?" "Sì esatto" "E nulla, io mi convinsi ancora di più che non mi piaceva ma Tano si prese solo meglio e mi confessò di avere un debole per i ragazzini da pagare. Si offrii di pagarlo di sua tasca, l'importante sarebbe stato scoparcelo assieme. In mezz'ora organizzammo e andammo a prenderlo sotto casa sua" "Dove abita?" "Vicino alla stazione, di fronte all'edicola" Cazzo, era dove abitava lui... "Continua" gli dissi. "Nulla, lo andammo a prendere e ce lo scopammo sul cofano dell'auto al parco in cui ci eravamo trovati io e Tano. C'è quel pezzo all'ombra dove si va a scopare. Non mi soffermo sui dettagli, ovviamente, penso che tu non li voglia ascoltare" "No, grazie.. Non tanto per te, quanto per Gianluca" "Infatti.. Beh lo vedemmo altre due o tre volte, poi cominciai ad essere geloso di quanto Tano si sentiva coinvolto in quella cosa a tre piuttosto che da me. Io sì, sono da sesso occasionale al parco, ma qualcosa mi nasce anche. Sono fatto di carne. Tano no, è una macchina del sesso e pensava fossimo sullo stesso piano. Così decisi di interrompere quegli incontri, non andando più al parco e dicendo a Tano che ero troppo stanco dal lavoro per organizzare incontri. Qualche mese fa però, lui vide quel ragazzino aggirarsi in zona vostra e cominciò a diventarne ossessionato. Per primo ne parlò a me, dicendo che era intenzionato a seguirlo e io lo invitai a calmarsi. Ma la situazione gli sfuggì di mano, diventando ossessivo e scrivendo quel numero sull'armadietto o quei messaggi sulle app del cellulare. Io non potevo fare più nulla se non parlartene appena avrei preso coraggio" "Quindi in realtà tu non c'entri nulla" "Assolutamente no, Manu anzi.. Tu mi sei sempre piaciuto e sapere che eri tu l'uomo da cui andava quel ragazzino me lo fece odiare, ma anche invidiare" mi imbarazzai, non era il momento adatto per ricevere complimenti, ma Sergio alla fine era un bravo ragazzo per cui lo ringraziai "Grazie Sergio.. Non solo per il complimento, ma anche per avermi detto la verità. Non tutti l'avrebbero fatto" "Mi sembra doveroso, non so in che rapporti siate tu e quel ragazzo. Ma Tano ha perso il controllo e credo vada messo al suo posto" "Sì, hai ragione. Quando riuscirò sentirò Giancarlo ma per ora voglio accantonare questa storia. Sono molto deluso e forse ho corso troppo" "E' normale Manu, è un casino di storia ed è tanto da metabolizzare" "Sì, direi proprio di sì.. Ma lasciamo stare. Allora anche tu sei un ciuccia cazzi eh?" mi sforzai di ridere, volevo non parlarne più. "Ciucciacazzi ci sarai te, scemo" mi rispose tirandomi un pugno sulla spalla. Cominciammo a scherzare, cambiando argomento. Poi cominciai ad esser stanco e mi stiracchiai. Sergio si alzò dalla panchina, eravamo seduti sullo schienale come ragazzini. Si stirò anche lui e si guardò attorno. "Ascolta.. Io ti saluterei" "...Ma?" c'era un tono di sospensione nella sua frase, come se aspettasse di dire qualcosa. Ma invece di parlare si avvicinò, mettendomi una mano sul cazzo e baciandomi. Appena si staccò, si scusò forse un pò pentito "Scusa, forse non è il momento ma non mi sono trattenuto" "E' il momento eccome, Sergio" mi alzai dalla panchina e cominciai a limonarlo avvinghiando le mani attorno alla sua testa. Presi con forza il suo collo e lo limonai con impeto. Era la prima volta che limonavo un uomo, anziché un ragazzino piccolo e tenero. Sergio era alto come me, anche lui aveva la barba e un fisico prestante. Jeans e camicia, capello brizzolato e qualche piccola ruga. Sotto la doccia era uno di quelli che mi faceva drizzare il cazzo quando si girava di spalle. Sentivo la sua barba grattarmi il viso, ogni tanto grattava anche le labbra talmente l'enfasi con cui stavamo limonando. Lui mi scorreva le mani sulle braccia, sentendo i muscoli. Cominciai a scendere con le braccia portandole alla sua vita stringendolo forte verso di me. Poi tornai alla panchina, seduto sullo schienale. "Vieni qua a limonarmi" gli dissi. Lui si poggiò col ginocchio e si piegò verso di me limonandomi. Sentivo il desiderio che nutriva, la voglia nei suoi gemiti. Allora tirai giù la bottega del pantalone e al rumore della zip, lui sorrise. "Tira fuori lo strumento, bravo.. Voglio lavorartelo" "E meno male che non eri un ciucciacazzi..." "Te lo faccio vedere io il ciucciacazzi!" Tirò uno schiaffo sul mio pisello, che era duro come il marmo. "Ouch, sei scemo?" gli dissi subito, pur sempre ridendo. "Zitto, lasciami fare" mi rispose riprendendo a limonarmi. Mi afferrò stretto il cazzo, segandolo a fondo lentamente ruotando il polso e con la presa forte e sicura. Tra il fatto che fossi seduto e che era fuori dalla zip era un pò trattenuto. Ma gli schiaffi che mi tirava sulla cappella li sentivo eccome, facevano male ma allo stesso tempo mi regalavano un guizzo di piacere. Era anche piacevole lasciar fare qualcuno contro il mio volere. Quegli schiaffi non li volevo, facevano male.. Eppure quando li tirava quasi quasi ne volevo un altro. "Ouch, cominciano a fare davvero male Sergio... Forse vuole un bacio sulla bua, che dici?" "Conosco un modo migliore, sai?" mi rispose slacciandosi i pantaloni. Si avvicinò allo steccato del canneto, abbassando i pantaloni e tirando fuori quel culo sodo da cui toglievo lo sguardo sotto le docce. "Non eri quello che non lo prende nel culo?" lo presi in giro. "Ti dico una cosa divertente.. Una volta pensai che il culo non lo avrei mai dato se non ad uno come te. Quindi prego: sverginami" "Bravo bravo.. Hai fatto bene a tenerlo per me.. Qui c'è un bel cazzone che lo aspetta" mi sbottonai il pantalone e lasciai svettare l'asta dura. Lo presi in mano e glielo feci battere sulle chiappe "Prendi vendetta dagli schiaffi di prima?" mi chiese "Ah ti faccio male? Allora aspetta, ti do un bacio..." mi inginocchiai, baciando dolcemente la chiappa su cui sbattevo il cazzo. Poi gliela morsi, succhiando, tirando un forte e sonoro schiaffo che lo fece saltare in piedi. Cominciai a scorrere le mani sulle cosce e andai con la bocca verso il buco. Leccai vogliosamente il perineo, portando una mano sotto fino alle palle. Afferrandole, portai il pollice fino a sotto il buco e, stimolando il buco, cominciai a leccarlo. Lui cominciò a gemere, poggiando la testa allo steccato e aprendo ancora di più le chiappe alla mia lingua che cominciò a farsi strada dentro al buco. Cazzo se era stretto! Più di tutti i ragazzini mai incontrati. Il sangue mi salì alla testa all'istante: finalmente un vergine e aveva più di 30 anni. Mi alzai in piedi, alzando la camicia e baciandogli la schiena. Lo tirai su, portandogli una mano al collo e guidandolo alla mia bocca per limonarlo. Il mio pisello era bloccato tra le sue natiche, la mano libera la portai al suo cazzo duro e già bagnato. Presi le gocce del suo precum e le spalmai sulla cappella, poi le portai alla sua bocca facendogliele leccare. Lui le prese in gola e cominciò a sussurrare "Scopami.. Scopami Manu" era una voce decisa, forse un pò intimorita, ma chiara e maschile. Mi presi il cazzo da sotto la cappella e la puntai al suo buco cercando di farla entrare. Lui cominciò subito a lamentarsi, ma era comunque rilassato. Si piegò leggermente, dandosi qualche colpo di mano per godere. "Lascia, ti sego io.. Mi piace farlo" gli dissi allontandogli la mano e portandogliela alla staccionata per farlo appoggiare. Lo segavo dolcemente mentre altrettanto piano spingevo la cappella. Mi piegai su di lui, mentre con una mano lo segavo e con l'altra percorrevo il busto scolpito. Cominciai ad entrare deciso, sentendo i suoi lamenti "Ti faccio male?" gli chiesi "Sono un uomo, Manu. Spingi.. Ti voglio dentro, cazzo" e allora così feci. Lo spinsi dentro fino a metà, con forza. Lui grugnì, stringendo il buco e mettendo la sua mano sulla mia per guidarmi a segarlo più veloce. Pian piano ripresi ad affondare e lui riprese a rilassarsi, permettendomi affondi maggiori e più ampi. Era davvero stretto e scoparlo come facevo solitamente mi avrebbe fatto venire in poco tempo. Ma volevo godermi quelle chiappe. Uscii e tornai alla panchina, seduto sul retro. "Vieni in braccio" gli dissi portandomi le sue mani al collo. Lui alzò le gambe, avvinghiandomele alla vita. Gli puntai ancora una volta il cazzo. Sta volta avrebbe deciso lui quanto prenderne, scendendo pian piano. Entrai e lui sentii subito la differenza della posizione. Scivolò piano, prendendone sempre più dentro, ma dopo poco cominciò a sentir dolore. Così lo scopai, con movimenti lenti del bacino. "Comincio a sentir male agli addominali" mi disse "Lo so.. Prima o poi infatti dovrai scendere.." "Quanto sei bastardo..." e cominciò a stringersi forte a me, ma pian piano dovette cedere soffrendo nel prenderlo sempre più a fondo. Rimase qualche secondo fermo, sospirando a fondo. In quella posizione non poteva segarsi, quindi sentiva solo il dolore. Mi godetti la posizione per qualche minuto ancora, poi lo feci scendere segandomi il cazzo prossimo ad esplodere. "Sborriamo assieme, ti va?" gli proposi. E lui dolorante sgranchiendosi le gambe, sorrise e si sedette vicino a me. Appoggiò quelle chiappe perfette alla panca e cominciò a menarsi il cazzo. Poi glielo presi io in mano e lui fece lo stesso col mio, ci segammo a vicenda e limonandoci cominciammo a fiottare a terra. La mia mano si inumidì un sacco, Sergio venne a fiumi e liquido, mentre io esplosi quelle solite gocce cremose e dense senza sporcargli nulla. Lui quasi deluso allora, prese la mia mano e si leccò le dita dal suo seme riprendendo poi a baciarmi.
Ci rivestimmo, scrollando il cazzo quanto possibile, e tornammo alle auto. Avevo dimenticato la questione, non ci pensai fino a che tornai a casa. Non mi importava nulla, avevo bisogno di un pò di tempo per me stesso. Lasciai scorrere uno o due giorni, fino a che non mi scrisse lui. Non sapevo che fare, come comportarmi, gli chiesi solo di venire da me perché avevo bisogno di parlargli.
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