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Gay & Bisex

Mio nipote


di crigio
31.10.2013    |    57.217    |    2 9.3
"La passione e l’impegno che mette nei salti è impressionante..."
Una domenica a pranzo da mia sorella viene fuori che mio nipote dovrà fare una gara di salto in lungo nei pressi di casa mia e quindi mi chiedono di accompagnarlo ed ospitarlo.
“Nessun problema!”, rispondo. Mi fa piacere passare del tempo con lui.
Mia sorella ha cinquant’anni e Gabriele diciotto appena compiuti. Lei è figlia di primo letto di mio padre, ma abbiamo madri diverse. Siamo comunque sempre stati molto legati e mio nipote stravede per me ed io per lui.
Gabriele è alto almeno un metro e ottanta centimetri ed ha un fisichetto niente male: magro, ma con gambe e glutei ben torniti grazie all’atletica. La parte superiore è più scarna, ma pare che debba essere così per renderlo più aerodinamico nello stacco. Spesso, quando vado a trovarlo, gira per casa in slip, che gli fasciano le chiappette e il pacco perfettamente. Non nego di aver fantasticato molto su di lui…

Il giorno prima della competizione, Gabriele si presenta da me con un borsone. Gli preparo il letto nella camera degli ospiti e, dopo aver mangiato qualcosa, va a letto, piuttosto presto. Prima di coricarmi, socchiudo la porta e gli do un’occhiata: dorme a pancia in giù, completamente nudo e scoperto. Le natiche sono due dune rotonde e appetitose. Che voglia di entrare e mordergliele!
Il mio cazzo pulsa e mi fa male, stretto nelle mutande, ma un minimo di pudore mi riporta alla realtà e mi spinge ad andare in camera mia. Tuttavia, fatico ad addormentarmi e a trovare una posizione comoda. Quando finalmente prendo sonno, immagini pornografiche affollano i miei sogni: Gabriele che si aggroviglia a me; Gabriele che fa sesso con altri ragazzi; io che faccio sesso con Gabriele e altri ragazzi; Gabriele e altri ragazzi che…
DRIIIIIIIIIIIN!
La sveglia mi ridesta. Mi stiro e mi alzo. Vado in bagno: il mio cazzo è ancora in tiro, ma probabilmente è un’erezione mattutina. In corridoio incrocio Gabriele.
“Vuoi il caffè, zio?”, mi chiede, con quel sorriso che mi fa sciogliere. Cerco di coprirmi il basso ventre meglio che posso, ma noto che per un nanosecondo il suo sguardo ci finisce sopra. Lui non tradisce alcuna espressione e torna sui suoi passi verso la cucina.
“Sì, grazie, piccolo!”, rispondo. “Ma ti sei alzato presto!”.
“Eh sì! Gli sportivi devono andare a letto presto e alzarsi presto. Le prime ore del mattino sono le migliori per allenarsi. Infatti, bevo un caffè e vado alla pista a scaldarmi. Farò colazione più tardi. Stasera devo essere in perfetta forma!”.
“Lo sarai sicuramente!”, lo incoraggio prima di entrare in bagno. Mi svuoto la vescica, ma il mio membro non vuole saperne di quietarsi. Allora mi infilo nella doccia e apro solo l’acqua fredda: è l’unico modo efficace contro l’eccitazione.
Quando esco dal bagno, Gabriele è già pronto per andare. “Ci vediamo più tardi!”, mi saluta sbattendo la porta.
Dopo aver fatto colazione e alcune commissioni, non dovendo lavorare, decido di raggiungere mio nipote al campo. Mi siedo in tribuna e osservo gli allenamenti. Gabriele, però, non è in pista. Chiedo al coach che mi dice che dovrebbe essere negli spogliatoi. Ci vado, ma anche lì non c’è nessuno. Poi, sento scorrere acqua nelle docce e mi avvicino alla porta socchiusa da cui viene il rumore. Sbircio e vedo due figure di ragazzini: uno è mio nipote.
Rimango di sasso quando mi rendo conto che l’altro è inginocchiato e sta facendo un pompino a Gabriele, che, con gli occhi chiusi, si gode la suzione. Così impalato non riesco a sottrarmi al suo sguardo che, improvvisamente, si posa su di me. La mia presenza non lo distoglie, però, da quello che sta facendo e, anzi, sfoggia il suo sorriso disarmante che, insieme con la scena che vedo, mi scatena nuovamente un’erezione subitanea. Mi faccio da parte, mi spalmo sul muro accanto alla porta e poi scappo via.
Quando rincasa, Gabriele non dice nulla. Pranziamo come se non fosse successo niente, chiacchierando del più e del meno e poi lui torna al campo per prepararsi alla gara. Lo raggiungo dopo poco. La passione e l’impegno che mette nei salti è impressionante. Non è più un ragazzino. Mi vengono in mente le immagini di stamattina e penso a lui non come il mio nipotino adorato, ma come un uomo fatto.
Al termine della competizione, mi chiede se il suo amico, col quale l’ho scoperto negli spogliatoi, può unirsi a noi per cena. Non ho obiezioni e, dopo una doccia veloce, andiamo a mangiare qualcosa.
Si chiama Simone, e anche lui è carino e ben formato. Ha la stessa età di Gabriele e i due si guardano con una certa intesa. Non credo di sbagliarmi se dico che se la intendono da un bel po’. Le carezze che si sono scambiati prima non erano casuali.
Al termine della cena, accompagniamo Simone alla fermata dell’autobus che lo dovrà riportare in paese. Vista l’ora tarda aspettiamo con lui, ma il mezzo non arriva. Dopo tre quarti d’ora, mio nipote mi chiede se può dormire da noi per questa sera. Anche stavolta non obietto, e comincio a pensare che la cosa sia architettata a dovere da lui, se non addirittura da entrambi. Rientrati, Gabriele e Simone si ritirano in camera e, stremati per la dura giornata, si addormentano subito. Anch’io mi sdraio e, dopo qualche minuto, crollo.
Non son quanto tempo sia passato, ma durante la notte dei lamenti mi svegliano. Vengono dalla camera dei ragazzi. Temendo chissà che, mi alzo e vado a controllare. La porta è socchiusa e ora i suoni sono più chiari: non sono dei lamenti, ma dei gemiti. Sbircio e i due diavoletti sono uno sull’altro a sessantanove che si scambiano un pompino. Gabriele sta sopra con la testa rivolta verso la porta e ingoia con una fame esagerata tutta l’asta del suo amico. Il sangue mi va alla testa ed il mio cazzo preme nei boxer. D’improvviso, mio nipote alza gli occhi, mi vede ed io mi gelo. Lui continua a ciucciare: sembra che mi aspettasse.
E infatti, con una mano mi invita ad unirmi a loro. Ipnotizzato, entro in camera e mi metto in piedi accanto al letto. Il culetto di Gabriele è per aria mentre il suo membro è tutto nella gola di Simone. Mi chino su quelle chiappe stupende e infilo la lingua nel solco.
“Oh, zietto! Sì, leccami!”, ansima. Il buco è rosa chiaro e anche stretto, sembra. Gli agguanto le chiappe e gliele apro, andando più a fondo con le mie labbra. Mi gusto il frutto proibito e scendo a lappare anche le palle. Lui mugola e si contorce. Simone dischiude la bocca e sgrana gli occhi: Gabriele ci starà andando giù pesante sul suo cazzo, eccitato com’è dalle mie carezze. La verga di mio nipote gli esce di bocca e lui sbava.
Abbandono il culetto di Gabriele e scendo a baciare Simone. Poi apro di nuovo quelle chiappette rotonde e gliele offro. Lui si vendica e si avventa sul buco di Gabriele, mangiandolo e succhiandolo. Mio nipote solleva il capo e inspira profondamente. Dominato dall’eccitazione, si volta verso di me, afferra l’elastico dei miei boxer, lo tira giù e inghiotte tutta la mia asta, già dura e vibrante.
“Oh cazzo!”, esclamo. Non mi sta succhiando, ma aspirando. Io sono su di giri, non tanto per il pompino, ma perché sto scopando la bocca del figlio di mia sorella. Se lei venisse a sapere una cosa del genere, sarebbe capace di ammazzarmi!
Per essere solo un ragazzino di diciotto anni è davvero esperto. E poi gli piace proprio: gode mentre scorre su e giù lungo la mia mazza. Contemporaneamente, masturba quella di Simone per poi buttarcisi sopra per riprendere il pompino interrotto poco fa. Io ho il tempo di riprendermi, ma dura poco, perché Gabriele molla il cazzo del suo amico e si avventa nuovamente sul mio. Passa dall’uno all’altro incurante del fatto che potrebbe farci sborrare da un momento all’altro. Vuole solo succhiare.
Improvvisamente, però, si ferma e si gira sopra Simone. Iniziano a limonare. Mi agguanta il cazzo e lo tira fino alle loro bocche. Mi muovo tra le loro labbra, mentre leccano e insalivano tutta la mia asta. Il cazzo di Simone struscia nel solco di Gabriele e questo agita il culo massaggiando il membro del suo amico. Mi sputo sulla mano e spalmo la saliva sul buco di mio nipote. Poi impugno la verga di Simone e punto la cappella alla rosellina di Gabriele. La tengo ferma e lui spinge. Mio nipote inarca la schiena: il glande è passato.
Continuo a tenere il cazzo di Simone credendo che Gabriele voglia aspettare prima di procedere alla penetrazione, ma l’ho sottovalutato. Il suo bacino si abbassa verso il ventre di Simone e lo sfintere inghiotte per intero la minchia. Comincia a muoversi assennatamente. Alza la testa e mi guarda con la lingua fuori dalla bocca. Le sue labbra turgide mi incantano. Mi piego in avanti lentamente e finisco per incollarmici sopra. Lo limono profondamente, tenendolo per il collo con una mano.
Simone gli stringe le chiappe e gliele apre, scopandolo con colpi secchi. Quando stacco la mia bocca dalla sua, lui rantola: “Scopami, zietto!”. Questa richiesta mi eccita e mi spaventa al tempo stesso. Il mio cazzo sembra esplodere. Gabriele si solleva un po’ e si sfila la verga del suo amico. Tiene il culo alto invitandomi a lavorarglielo.
“Dai! Non vedi che ho voglia!”, geme. È una vera puttanella! Salgo sul letto dietro di lui, mi adagio sulla sua schiena e appoggio la cappella alla sua rosellina. Quella sembra spalancarsi ed inghiottirmi.
“Oh, come sei grosso!”, mi fa.
“Oh, come sei caldo, piccolo!”, gli faccio. Poi qualcosa preme contro il mio cazzo: è Simone che sta cercando di penetrare mio nipote da sotto. E, incredibilmente, ci riesce! Lo sento scivolare lungo la mia asta e Gabriele non batte ciglio. Si sta prendendo due membri senza provare il minimo dolore. Anzi, il suo corpo si sta surriscaldando e lui comincia a sudare. Sento il mio cazzo bagnarsi e penso che Simone abbia sborrato, ma, in realtà, non c’è traccia di orgasmo sul suo volto. È Gabriele che sta sbrodolando dal culo. I suoi umori infradiciano le nostre verghe e le lubrificano, facendole scorrere più facilmente nelle sue viscere.
Io e Simone alterniamo i nostri affondi dentro mio nipote e la sua pelle si accappona. Il suo sfintere si dilata.
“Godo! Goooooodooooooo!!!”, mugola Gabriele. Ha un orgasmo anale: lo capisco dalle contrazioni del culo, anche se il resto del suo corpo non ha le reazioni che di solito ha il mio quando ne provo uno. Lui è più tranquillo: niente spasmi né convulsioni, ma solo secrezioni, dalla pelle e dallo sfintere. Suda ed emette umori. Passo una mano sulle palle di Simone e poi me la porto al naso e alla bocca. È un odore strano, ma buono ed eccitante.
D’un tratto il buco si restringe: è la fase finale. Qualche secondo e mio nipote si accascia su Simone. Estraggo il cazzo e mi chino sul culo di Gabriele. È completamente fradicio. Lecco e assaporo le secrezioni. Anche Simone tira fuori la sua verga, mentre mio nipote alza le chiappe per offrirmele meglio. Poi si gira di nuovo a sessantanove sopra il suo amico e inizia a spompinarci, con più desiderio di prima. Simone impiega poco a sborrare e Gabriele ingoia tutto. Mentre inghiotte, mi sembra di vedere il suo corpo scuotersi. Poi passa a succhiare me e alla fine anche io gli dono il mio nettare.
Il corpo di mio nipote sussulta; il suo culo si agita sulla bocca di Simone; emette gridolini acuti. A quanto pare, l’orgasmo orale gli provoca più reazioni di quello anale. Uno spasmo lo proietta verso l’alto e si aggrappa a me. Dalla sua bocca socchiusa colano bava e sperma. Il piacere controlla il suo corpo. Diverse convulsioni lo scuotono.
“Sì, piccolo! Lascialo sfogare completamente!”, lo incito. Lo stringo a me e appoggio la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi…
DRIIIIIIIIIIIIIIIIN!
Apro gli occhi e sopra di me c’è il lampadario della mia camera da letto…
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