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Gay & Bisex

NELLA DARK


di Foro_Romano
20.02.2016    |    12.643    |    1 8.3
"Un culetto che urlava di essere scopato all'istante..."
Sono un uomo di 53 anni. Ho un fisico ancora tonico. Sarà perché cammino molto, infatti sono rappresentante di abbigliamento e non sto molto in ufficio. Vado in giro per centri vendita a piazzare la merce. Sono sposato con due figli ormai grandi e andati via di casa. Uno è sposato, l'altro convive con una compagna. Sono alto e ben proporzionato. Molto peloso ovunque. Il pelo del petto si congiunge direttamente con la barba folta. Il tutto ancora nero, benché qualche pelo bianco fa capolino tra gli altri, di più sulle tempie.
E' estate e fa molto caldo e non c'è molto lavoro, anche se ci sono sempre rogne da risolvere. In ufficio siamo rimasti in due a portare avanti tutto sicché una sera, che avevo i coglioni che mi giravano e approfittando del fatto che a mia moglie non gliene fregava niente di starmi vicino e se ne era andata bellamente in vacanza, ho deciso di cercarmi uno sfogo un po' sfizioso. Da tempo pensavo di provare qualche frocetto voglioso. Mi dicono che spesso sanno soddisfare meglio delle donne. Sarà, ma in fin dei conti, una bocca e un buco di culo ce l'hanno pure loro. Così volli provare.
Mi informai in Internet e trovai un locale gay che sembrava fare per me, fornito, oltre della sala discoteca, anche di un'ampia dark-room. Mi avevano detto che in queste stanze succede di tutto: pomiciate, pompini, inculate. E tutto sotto gli occhi di tutti, anche se in penombra. Non potevo crederci ma avevo i coglioni da svuotare ed era proprio quello che andavo cercando, senza coinvolgimenti e né troppa spesa (le puttane sono più care di un locale notturno).
Così mi preparai una buona cena e mi feci una doccia. Guardandomi nudo allo specchio mi vidi proprio un bell'uomo. Avevano ragione certe mie clienti a farmi il filo (e anche certi maschietti) ma non volli mai mischiare il lavoro con la vita privata. Poi una moglie mi era più che sufficiente. Ma quella sera no. Lei era lontana e io avevo accumulato una voglia pazza che dovevo scaricare.
Cosicché una sera raggiunsi quel locale. C'era un po' di fila all'entrata ma non molta. I buttafuori stavano attenti che non ci fossero tipi strani o malintenzionati. Già durante la fila un ragazzetto un po' bruttino mi avvicinò prima strusciandosi con la scusa della calca poi cercando di attaccare bottone, ma io non gli detti molto spago: cercavo qualcosa di diverso. Non sapevo bene cosa ma, certo, dentro avrei trovato di meglio.
Presi la mia consumazione e mi posizionai in piedi davanti ad una parete fornita di mensola per posare i bicchieri e cominciai a sbirciare in giro. Ogni tanto il ragazzo di prima mi passava davanti e mi strizzava l'occhio, ma io facevo finta di niente.
Ad un certo punto lo vidi. Appoggiato alla parete incontro c'era un ragazzo di una bellezza celestiale. Piccolino, biondo, dagli occhi iridati che si potevano vedere anche nella penombra del locale. Due belle labbra che fantasticavo al lavoro attorno al mio cazzo. Un culetto che urlava di essere scopato all'istante. Il membro mi si rizzò nei pantaloni fino a farmi male. Era un dolcissimo angelo in terra che avrei subito profanato. Lo guardai intensamente. Lui mi guardava interessato. Forse avrei dovuto avvicinarlo, cercare un approccio, ma sarà stata la sua bellezza o la mia inesperienza, ero come paralizzato. Direi piuttosto incantato.
Forse persi troppo tempo e, ad un certo punto, mi accorsi che il suo sguardo era ormai rivolto verso un altro angolo del locale. C'era un bestione che non potrei definire diversamente. Alto, muscolosissimo, baffuto, con dei jeans nemmeno tanto stretti che gli mettevano in mostra un pacco enorme. Capisco che agli occhi dell'angioletto quello era più appetibile di me e, senza dubbio, più deciso.
Infatti quello si mosse subito verso di lui ma non lo raggiunse nemmeno. A distanza gli fece cenno di seguirlo ed entrò nella dark. Ovviamente il ragazzetto entrò dietro di lui. A quel punto mi decisi a seguirli per vedere come si sarebbe svolto il fatto e se c'era ancora speranza per me.
Mi adattai all'oscurità, mi guardai intorno e li cercai. Erano in un angolo. L'energumeno aveva costretto il biondino in ginocchio davanti a lui, con le spalle al muro e, tiratolo fuori, gli aveva messo difronte il suo membro semi moscio ma già abbastanza grosso. Il cucciolo, pure attratto da quel maschio, rimase un po' dubbioso, forse per la dimensione di quel pene.
"Che aspetti? Apri la bocca, troia, e succhia" gli ordinò con tono basso ma deciso. Obbedì e quelle piccole e dolci labbra avvolsero il pene dell'uomo anziché il mio, come mi ero immaginato. Che rabbia!
Gli fece un pompino coi fiocchi, almeno fintanto che poté tenerlo in bocca, perché raggiunse delle dimensioni incredibili. A quel punto passò a leccare i grossi coglioni pelosi e pendenti con grande soddisfazione del maschio, che grugniva di gusto. "Lecca. Tira fuori la lingua, zoccola. Ecco, così... siiii cosììì... dai...".
Ero abbastanza vicino da poter sentire il rumore dei risucchi e delle lappate vogliose e umide di quella linguetta fantastica.
"Ahhh... siiii... siii... fantastico..." ripeteva l'uomo. Dopo un po', "Adesso basta. Alzati e girati. Voglio il culo".
Il giovane rimase interdetto. Sperava forse di farlo venire così, sulla sua dolce faccetta, di farsela riempire di sperma. Quel fallo era troppo grosso, non lo avrebbe mai potuto prendere nel suo culetto, certamente non molto allenato.
"Alzati, puttana, e girati. Fai come ti ho detto" ruggì l'uomo.
Ancora incerto, il giovane eseguì quanto gli veniva ordinato. Si vedeva che era combattuto tra il forte desiderio di farsi scopare e l'evidenza dell'impossibilità di prenderlo.
Quello gli calò in un solo colpo pantaloni e mutande e mise in mostra un culetto sodo e strepitoso. Poterono vederlo tutti perché si era formato un capannello di iene fameliche. Anche a me, che ho sempre preferito le donne, mi fece intostare immediatamente.
A quel punto mi resi conto che qualcuno me lo stava palpeggiando. Era il ragazzo bruttino che mi stava appresso dall'entrata e che mi si era messo vicino. Mi voltai a guardarlo un attimo e lui mi si buttò davanti, mi aprì la patta e, con estrema voracità, se lo mise tutto in bocca a succhiarmelo.
La voglia era tanta e non ebbi la forza di respingerlo. Lo lasciai fare e tornai a guardarmi lo spettacolo che si prospettava veramente stimolante. Il bestione con un primo sputo sulla mano aveva bagnato il forellino del malcapitato, facendo entrare per intero un dito della sua grossa mano.
"Ahii... ahi... no... fa male" piagnucolò il piccolo angelo biondo, senza però cercare di respingerlo. Il dito andò su e giù dentro di lui più e più volte finché al pianto si sostituirono una serie di gemiti misti di dolore, piacere e paura. La tensione erotica di quella scena teneva tutti col fiato sospeso.
Un secondo sputo servì a massaggiare l'ormai enorme membro in tiro di quel bestione. "Fottilo, fottilo, che aspetti", lo incitarono più voci ma lui non aveva bisogno di sentirselo dire. Lo puntò allo sfintere del ragazzo che teneva fermo solo con una mano su un fianco. Tutti rabbrividirono alla sola idea che quel siluro marmoreo si impossessasse di quel corpicino indifeso, che potesse fargli quello che tutti loro avrebbero voluto fargli ma non ne avevano il coraggio.
Una potente spinta lo piantò per metà dentro. Si poté sentire lo strappo del muscolo anale appena prima di un urlo straziante che coprì il brusio attorno. Fu preso saldamente per i fianchi. Ancora una spinta e tutta l'intera massa affondò fino al pelo. Altro urlo. Uscì e riaffondò... ed ancora ed ancora ed ancora altri urli da far gelare il sangue.
Stavamo assistendo ad un vero e proprio stupro anche se il giovane non si difese. Urlava con quanto fiato in gola ma non si difendeva, a parte la mano protesa all'indietro a toccare la grossa coscia pelosa del maschio. Quello continuò a montarlo come un animale, prendendolo anche per i capelli. Per sfasciargli ancora di più il culo non glielo sbatteva solo in avanti ma i colpi erano diretti in ogni direzione: a sinistra, a destra, in alto, in basso.
Centinaia di colpi scassarono completamente l'ano del ragazzo tra le sue urla e quelle di incitamento di tutti quelli che assistevano all'evento, tutti che si segavano da soli ferocemente. Io fui il più fortunato perché avevo chi mi stava succhiando voracemente il pisello. Gli presi la testa e gli affondai dentro con la stessa ferocia usata dal bestione con l'angioletto.
"Ecco, verme schifoso... Ecco... ti vengo... in... culo... Ecco... Ecco... Eccooo... OOOAAAGGRRR... AAAHHH...". Con un prolungato urlo animalesco gli si riversò dentro. Capimmo tutti che, in quel momento, una quantità enorme di sperma stava farcendo gli intestini della povera vittima accondiscendente.
Io non fui da meno e, contemporaneamente, mi scaricai i coglioni in fondo alla bocca famelica che stavo infilzando. Anch'io gridai piegandomi in avanti ad avvolgere la testa del pompinaro, come un portiere che para una palla. Gli schizzi degli altri impiastrarono il pavimento e qualcuno colpì anche il biondino in faccia e sul corpo.
Quando ebbe finito di scaricare anche l'ultima goccia il bestione si ritirò ed uscì da quella voragine che aveva creato lui stesso. Il ragazzo fece fatica a tirarsi su mentre un evidente rivolo biancastro, mescolato al rosso del sangue, gli scorreva lentamente lungo le gambe. Qualcuno gli portò della carta con la quale cercò di otturare la voragine prima di tirarsi su le mutande.
Fu allora che mi lanciò uno sguardo che voleva dire tante cose. Che se avessi avuto più iniziativa sarei potuto essere stato io ad inforcarlo. Certamente lo avrei fatto con meno ferocia, ma si era poi così dispiaciuto di come era andata? Non lo giurerei.
Intanto, anche il mio pompinaro mi guardò alzandosi e si leccò soddisfatto le labbra. "Ti è piaciuto?". "Si, è stato veramente piacevole" gli risposi ma non so se mi riferissi a lui o alla scena a cui avevo assistito. Con un sorriso si allontanò soddisfatto. Il biondino, ricompostosi alla bellemeglio, con la testa bassa per la vergogna, conquistò rapidamente l'uscita per non sentire i commenti che gli vennero lanciati dietro.
Tutto sommato mi era anche andata bene. Avevo goduto come un porco in bocca a un frocetto mentre assistevo ad una scena live-show. Che potevo volere di più? Beh, di più avrei voluto godermi il biondino, magari tra le lenzuola del mio letto, magari tutta la notte. Ehh, già.
Mi scolai un'altra consumazione per bagnarmi la bocca inaridita dall'eccitazione e me ne tornai a casa a dormire. Si, sarei tornato un'altra volta e mi sarei subito dato da fare, senza perdere tempo in sguardi. Nel sogno, però... il biondino me lo sono fatto.

(Si tratta di un racconto di fantasia. Non fate mai l'amore senza il preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela)

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