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Gay & Bisex

Nei bagni della biblioteca


di Markrouge169
01.10.2015    |    15.815    |    3 9.7
"Ma appena esco mi rendo conto che la porta non era proprio chiusa, bensì socchiusa..."
"Mai concentrarsi su un solo obiettivo".

Questo mi dissi al termine di una giornata intensa, emozionante e sorprendente.

Tutto iniziò una mattinata di fine settembre, una come tante, in cui mi trovato seduto in biblioteca, dentro l'università alle prese con l'ennesimo esame da preparare.
Quel giorno però la mia attenzione era più rivolta a un bel tipo seduto di fronte a me. Ragazzo sulla ventina, studente anche lui, dai capelli nerissimi, gli occhi chiari e delle guance rosse davvero eccitanti.
Spesso cerco il suo sguardo e spesso lo trovo, mi guardava con nervosismo e questa mi rendeva insicuro sul fatto che ciò fosse dovuto ad interesse non ricambiato oppure a paura che le due persone, un ragazzo e la sua fidanzata, sedute vicino a noi se ne accorgessero.
Io a loro non davo importanza, troppo impegnati a lanciarsi sguardi d'amore e carezze continue.
Nel frattempo scrutavo sempre di più il mio dirimpettaio e a stento riuscivo a trattenere l'eccitazione che iniziava a crescere e farsi sentire all'interno degli slip. Quel suo corpo muscoloso, le braccia gonfie e lisce, la maglietta che metteva in risalto due bei pettorali e la forma dei capezzoli.
Diventava sempre più difficile per me non guardarlo.

Quando ecco che, all'ennesimo tentativo di riportare il mio sguardo sul libro, sento che la qualcosa che mi tocca la gamba. Sobbalzo, guardo di sottecchi il ragazzo che però non ricambia il mio sguardo. Pensando che si fosse soltanto disteso un attimo le gambe, riprovo a riconcentrarmi, ma ecco che mi sento toccare di nuovo. Questa volta con più insistenza, percepisco un piede privo di scarpa che si muove lungo le mie gambe, sicuramente con volontà.
Alzo lo sguardo e vedo che questa volta mi osserva, abbozzo un sorriso e lui ricambia.
Paralizzato dall'eccitazione, che sentivo scorrere lungo la spina dorsale, continuo a farmi massaggiare da quei piedi le gambe, immaginando di poterli prendere tra le mani e leccarli voracemente: la pianta, lo spazio tra le dita e ciucciare una ad una le dita.
Immerso in questi pensieri e cercando di non far percepire nulla ai due fidanzatini, che sembravano aver perso momentaneamente interesse l'uno per l'altro e che ora studiavano per conto loro, rimasi con la testa china sul libro.
Improvvisamente però, il ragazzo smette di giocare con i suoi piedi, mi chiedo se forse avrei dovuto ricambiare, ma dopo un minuto ecco che si alza, noto un bel rigonfiamento che traspariva dal pantalone della tuta, ed ecco che si avvia fuori dalla biblioteca, non prima di avermi lanciato uno sguardo.

Capisco che forse avrei dovuto seguirlo, aspetto 30 secondi, per non destare sospetti e poi mi alzo anche io.
Esco dala porta della biblioteca giusto in tempo per vederlo dirigere verso i bagni. Vado per seguirlo, arrivo vicino alla porta del bagno, quando mi sento chiamare per nome. Mi giro e riconosco un compagno d'università.
"Cazzo, questa non ci voleva". Ci mettiamo a parlare del più o del meno e mentre i secondi scorrevano pensavo al fatto che, se quel ragazzo mi stava davvero aspettando, non l'avrebbe fatto a lungo. Mentre la conversazione volgeva al termine, sento la porta del bagno alleerei spalle aprirsi. Prego che sia qualcuno che entrava e non lui che usciva, ma invece ecco passarmi davanti quel ben di dio, che se ne va con quel culetto sodo, che tanto avrei voluto sfondare.

Amareggiato entro comunque verso il bagno, pensando che comunque mi dovevo svuotare. All'interno c'erano due porte che portano dentro i cessi, entro in quello libero e chiudo la porta. Tiro fuori l'uccello e comincio a menarmelo facendo attenzione a non fare troppo rumore. Mentre inizia a gonfiarsi tra le mani sento il tipico rumore di cazzo che viene segato e mi blocco capendo che stavo facendo troppo rumore. Ma il suono non cessa. Capisco allora che chi era nell'altro cesso si stava segando anche lui. Eccitatissimo da quella situazione penso di uscire e provare a sbirciare sotto la porta dell'altro cesso, che garantiva quei dieci centimetri per poter vedere qualcosa. Ma appena esco mi rendo conto che la porta non era proprio chiusa, bensì socchiusa. Provo a sbirciare e la visuale mi permette di vedere solamente il cazzo che veniva menato. E che gran cazzo! Lungo ma non troppo, sui 18 cm circa, ma largo e con le vene in bella vista. Mentre cerco di capire a chi appartenesse quello splendido cazzo la porta davanti a me si spalanca: "Ce ne hai messo di tempo a venire!".

Me la faccio quasi sotto ma ben presto la paura lascia posto allo stupore. Davanti a me, a reggere quel cazzo stupendo c'era l'ultima persona a cui potessi pensare: il fidanzato seduto di fianco al ragazzo che avevo puntato.
Stavo per dire qualcosa ma ecco che mi trascina dentro e chiude la porta, Mi rendo conto di essere stato un po miope. Davanti a me avevo un ragazzo stupendo, capelli neri un po riccioluti, barbetta folta e perfettamente disegnata, bocca dai lineamenti delicati, fisico pazzesco, braccia possenti e un ciuffo di pelo sul torace che sbucava dalla canottiera. Rimango quasi impietrito da cotanta bellezza quando ecco che mi infila la lingua in bocca, ci baciamo intensamente, le lingue che si intrecciano mentre le nostre mani esplorano i corpi reciproci e il suo cazzo che preme sulla mia pancia. Decido di non poter resistere più, mi metto subito in ginocchio e lo prendo in bocca. Un sapore delizioso di verga grossa e dura mi porta in estasi, prima cerco di assaporare il più possibile ogni cm di pelle, leccando l'asta fino alle palle pelose e gonfie di borra, e poi inizio a pompare quel cazzo meraviglioso mentre lui accompagna i miei movimenti mettendomi le mani sulla testa. Vorrei fermarmi un secondo a riprendere fiato, ma la morsa delle sue mani è forte e mi sento sempre di più schiavo del suo volere.

"Si succhiamelo così, ah si continua, che puttana, che troione" continua a ripetere e a farmi eccitare. Tiro fuori il mio cazzo che nel frattempo era diventato marmo e inizio a menarmelo. Lui si accorge e mi tira su. Ora tocca a lui. Incredulo, pensando che fosse il solito etero che se lo facesse succhiare e basta, si inginocchia e lo prende in bocca.
Il mio cazzo, anch'esso molto largo a stento entra nella sua bocca, ma non si arrende e comincia a pompare come una vera puttana, guardandomi dal basso mentre saliva la mia voglia di sborrargli quel faccino perfetto.
Nel frattempo inizia ad esplorare il mio culo, infilando le dita nel mio buchetto che senza opporre resistenza si allargava al loro passaggio.
Sento che sto per venire ma ecco che si tira su, si toglie la canotta mostrandomi un torace peloso e tonificato che inizio a leccare soffermandomi a ciociare dei capezzoli ampi e succosi.
"Voglio scoparti, voglio aprirti quel culo largo che hai" mi dice.
In preda all'eccitazione bollente gli sussurro:"Scopami, sfondami, sono la tua troia".
Mi gira contro il muro e inizia a leccarmi l'orifizio con colpetti di lingua veloce, che spesso mi penetra.
Dura poco, subito si alza preme la cappella larga e calda sul buco ed inizia a spingere. Di cazzi ne avevo già presi molti, spesso grandi, ma quello era molto largo e ci fu qualche difficoltà all'inizio ma poi ecco che sento la cappella dentro, una scarica di piacere mi riempie il cervello ed ecco che inizia ad infilare anche tutta l'asta, impalandomi senza pietà. Subito il ritmo si fa sostenuto, il dolore dura un bel po, data anche la scarsa lubrificazione ma poi inizio a godere come un maiale. Mi stantuffo l'ano da vero torello, con colpi rapidi ma forti, con le palle che sento sbattere sulle mie chiappe.
Dopo un po decide di cambiare posizione. Si siede sul cesso, e mi impalo sul suo cazzo , mentre le nostre lingue ricominciano ad intrecciarsi.
Vado su e giù sul suo cazzo, mi sento una grande troia, lui continua a dirmi che sono una puttana, che mi avrebbe sfondato fino a rompermi il culo, sempre più eccitato inizio a segarmi ma ecco che mi toglie la mano inizia a farlo lui, dopo pochi secondi fiumi di sborra inondano il suo petto, e provo uno degli orgasmi più belli di sempre.
"Cazzo, guarda che hai combinato, adesso pulisci con la lingua".
Non me lo faccio ripetere due volte, inizio a leccargli quel torace peloso, pieno della mia sborra. Ciò lo deve far eccitare molto perché poco dopo: "Cazzo sto venendo".
Mi metto una mano sulla testa, mi fa inginocchiare e mi infila di prepotenza il cazzo in gola. Inizio a pompare velocemente e subito mi sento inondare da fiotti caldi di sborra, dal sapore stupendo. Come prevedibile dalle sue palle gonfissime era strapieno e feci fatica a non sputarne un po.

Ripulisco il suo cazzo per bene e ci rivestiamo.
Mentre lo facciamo mi dice: "Eri troppo impegnato a fare gli occhi dolci a quel coglione di fronte a te, che non ti sei reso conto che ti toccavo la gamba".
"Eri tu?" dico io.
"Certo, solo che ad un certo punto ho per sbaglio toccato la sua e mi sono dovuto fermare".
"Ma la tua ragazza?".
"Non lo vuole succhiare, ne tantomeno darmi il culo, per fortuna ci sono le troiette come te".
Nel dire così, mi da un intenso ultimo bacio con la lingua, apre la porta ed esce.

Tornando a casa quel giorno mi dissi:"Mai concentrarsi su un solo obiettivo".
Di cazzi ce ne sono tanti.
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