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Obbligo o verità?


di cris35
12.08.2016    |    22.638    |    1 8.9
"Fin da piccolo ho sempre avuto qualche difficoltà con alcuni giochi di gruppo, dal più classico nascondino all’odioso gioco dell’obbligo o verità, io che per..."
Fin da piccolo ho sempre avuto qualche difficoltà con alcuni giochi di gruppo, dal più classico nascondino all’odioso gioco dell’obbligo o verità, io che per molti versi sono custode di alcuni segreti dei miei più cari amici, dall’altra parte nascondo anch’io qualche scheletro nell’armadio, e il dovermi confessare dinnanzi ai miei compagni di gioco mi metteva sempre in crisi, quindi quelle rare volte in cui venivo coinvolto in questo gioco, sceglievo sempre obbligo, ma per mia fortuna c’ho giocato gran poco …
Adesso che sono più grande, i giochi di bambino non presentano più un problema, semplicemente non ci si gioca più, quindi l’affanno del dover correre per salvarsi a nascondino, o svelare i segreti più intimi miei e dei miei amici, non corro più il rischio di doverli affrontare.
Poi la vita ti mette davanti alcune prove da affrontare, più o meno difficili, e quando meno te lo aspetti, le devi combattere …

Il messaggio di Marco mi ricorda che è già passato un anno dall’ultimo ritrovo di classe, e ci si avvicina alla prossima rimpatriata, organizzata per festeggiare quest’anno il ventennale della maturità, mi avvisa che è stata organizzata una serata speciale, anzi un weekend speciale, perché la festa prevede una due giorni in un agriturismo delle Marche, appena su in collina ma a due passi dal mare, vista l’estate hanno pensato di passare qualche ora al mare di giorno e la sera a distruggerci di cibo e vino buono in agriturismo, dormire poi li la notte senza doversi mettere al volante e rischiare di ammazzare qualcuno.
L’idea mi piace, è da un po’ che non faccio vacanze, e anche se sono solo due giorni, cambiare aria mi può far solo bene, e poi, che rischi posso avere? Non bevo, non fumo, non faccio tardi la notte, mi piace il mare, non disdegno la buona tavola, la compagnia è buona, e poi non siamo più ragazzini dove le prese in giro e i dispetti erano all’ordine del giorno, siamo chi seri professionisti, chi più semplicemente onesti impiegati, le mele marce della classe le abbiamo perse per strada nei primi anni post maturità, quindi potrà solo essere un tranquillo weekend tra amici.

Rispondo a Marco con entusiasmo che sarei stato parte del gruppo molto volentieri, e che mi facesse sapere se aveva bisogno di aiuto per organizzare, ma lui e Vania avevano già preparato tutto, volevano solo sapere chi ci sarebbe stato e chi no, giusto per vedere se fare delle macchine o noleggiare un minivan per fare il viaggio tutti insieme.

Arrivato il giorno del ritrovo, vista l’impossibilità di più di qualcuno a partecipare per il fatto che si sarebbe dormito fuori per due notti, Marco ha noleggiato un minivan sette posti, dove ci saremmo stati comodi in sei, e questo era il numero effettivo dei presenti al momento della partenza.
Marco alla guida, Vania seduta di fianco, io e Michele nella fila di mezzo, Ilaria e Lucia in ultima fila, come a scuola, al solo pensiero ho sorriso, eravamo disposti come ogni mattina dell’ultimo anno scolastico, sul lato delle finestre della nostra aula, e i ricordi non sono mancati a riaffiorare nella mente …

Bologna ci ha regalato uno dei rarissimi momenti senza traffico, e il suo snodo è passato via liscio e ci siamo ritrovati in poco tempo a Senigallia, meta del nostro viaggio, tre ore e un quarto volate a chiacchierare e a ricordare i tempi delle superiori, come in ogni ritrovo del resto, ma noi forse eravamo il gruppo più affiatato della classe, e mi sentivo molto bene per questo.
L’agriturismo è molto bello, grande, immerso nel verde, lontano dalla civiltà, ma allo stesso tempo a due passi dal mare, dalla litoranea ci abbiamo messo cinque minuti di orologio ad arrivare, ci si potrebbe andare a piedi domani, e l’idea non mi dispiace e la propongo ai miei compagni di viaggio, che guardandomi increduli, mi sfottono e ridono ricordando come da adolescente non andassi neanche al bagno a scuola perché era troppo distante dalla nostra classe!
Loro non sanno però che sono un po’ cambiato da quei tempi, ma me ne faccio una ragione e ci rido su anch’io, in effetti siamo qui per rilassarci, divertirci e stare tranquilli un paio di giorni!

Marco ha organizzato per due camere triple, una per i maschietti e una per le femminucce, così da non creare problemi a casa ai rispettivi partner, che comunque sono rimasti a casa tranquilli perché la maggior parte di loro ci conosce, soprattutto quelli del nostro gruppetto, siamo un po’ tutti amici, probabilmente per gli altri non è stato così semplice e per questo non hanno partecipato a questo ritrovo, anche se al ritorno è prevista una cena vicino a casa per ritrovarci e festeggiare tutti assieme degnamente il ventennale.

L’ora di cena è arrivata, il tavolo rettangolare è abbastanza grande da farci stare comodi noi e tutto quello che ci viene servito, si parte con gli antipasti, poi un bis di primi, sorbetto, grigliata e contorni, dolce, caffè, ammazzacaffè, liquori, digestivi e idraulico liquido per buttare giù tutto quello che abbiamo fagocitato durante la cena, a mezzanotte ci trasferiamo all’esterno, nel patio, dove due comodi divani attorno ad un tavolino ci accolgono, Marco e Michele sono visibilmente presi dai fumi del vino, le ragazze sono un po’ brille, io no, non bevo e puntualmente vengo deriso per questo, ma c’ho fatto l’abitudine, ci rido sopra pure io e di contro comincio a prenderli in giro per le espressioni che fanno, li riprendo col cellulare “minacciandoli” di spifferare alle loro famiglie la loro condizione di alcolizzati, tutti ridono e si inizia a fare versi e imitazioni di ogni tipo, dei compagni di classe che non ci sono, dei prof che abbiamo avuto negli anni …
Vania se ne esce che è ora di fare un bel gioco, obbligo o verità?
Su di me cala un gelo che faccio fatica a nascondere, gli altri sono ben contenti di partecipare, tanto sono mezzi ubriachi e nemmeno si accorgono che ho perso momentaneamente il sorriso, un tuffo nel passato per me, dove ero piccolo e deriso per la mia mole di ragazzino obeso, che non riusciva a correre a nascondino, che nascondeva i segreti delle sue amiche che si confidavano con lui perché quel lui non era appetibile ai loro occhi, era solo un amico, era inoffensivo, non era in nessun modo oggetto di desiderio nonostante fossero gli anni delle prime scoperte sessuali, dei primi amori, dei primi desideri, poi la forza di volontà, lo sviluppo, mi hanno aiutato, non sono un adone adesso per carità, ma sono in forma, cerco di non avere eccessi e di fare quel po’ di movimento che mi permette una vita normale.
La bottiglia vuota inizia a girare e si ferma su Ilaria, che a sua volta la fa girare, adesso si è fermata su Vania, tutti ridono, io un po’ meno, Ilaria chiede :”obbligo o verità?”
Vania sceglie verità, lei è sempre stata una brava ragazza, desiderata da tutti e concessa a nessuno di noi, andava bene a scuola, non so se avesse dei segreti, comunque adesso lo si sarebbe scoperto …
La prima domanda è stata se è vero che le piaceva ai tempi della scuola tale Nicola della quinta effe, io mi sforzavo di ricordare chi fosse, gli altri puntarono gli occhi su Vania che candidamente risponde che non gli era mai piaciuto e che era lui che ci provava ogni volta che la vedeva per i corridoi …
Il gioco continua
Michele sceglie obbligo, giro del patio su un piede solo, mezzo ubriaco, pena dieci flessioni se non ci riesce
Marco sceglie obbligo, stessa punizione
Lucia sceglie verità, le ragazze sono tutte sante mi viene da pensare, e anche a lei si chiede di un ragazzo delle superiori
Io scelgo obbligo, vedi Michele e Marco …
Il gioco continua così per una decina di giri di bottiglia, e fino a quando le domande e gli obblighi sono questi, mi sento tranquillo …
Obbligo o verità?
Mi fa sempre un certo effetto questa domanda, tocca a Michele rispondere, che sceglie verità per cambiare, gli viene chiesto da Vania se è mai andato a letto con qualcuna della classe, Michele dice di si, Vania gli chiede chi è ma lui la interrompe dicendole che ha già risposto ad una domanda, facendo l’occhiolino, così le domande di verità cominciano a farsi un po’ più calde, tipo quando ci si è masturbati la prima volta, il primo pompino fatto o ricevuto, la prima volta, io scelgo sempre obbligo ….
Ma dai cazzo, sempre a me tocca??? Michele si sente un po’ preso in causa perché un giro si e uno no tocca a lui rispondere, sono le due di notte ormai, ma non siamo stanchi, il fatto che le ragazze abbiano portato l’argomento delle domande sul sessuale, a noi maschietti ha fatto scattare quella curiosità quasi morbosa che si ha le prime volte che si guardava un giornaletto porno …
Obbligo o verità?
Vania lo chiede per l’ennesima volta a Michele che risponde obbligo sbuffando, gli viene chiesto di dare un bacio in bocca a me, con una punta di lingua ben visibile, altrimenti la pena è stare senza bere vino la sera dopo a cena, io sono paralizzato, Michele si alza, fa il dito medio a Vania col sorriso, viene da me e mi stampa un bacio sulle labbra, poi apre le sue, fa uscire la lingua che un po’ a fatica cerca di entrare nella mia bocca, ci riesce e dopo due colpetti sulla mia di lingua, si ritrae e tutto esultante torna al suo posto, tutti ridono, io resto li perplesso, gli occhi chiusi e quel formicolio al bassoventre che non provavo più da un sacco di tempo, da quando Michele mi aveva baciato in gita alle superiori preso dai fumi dell’alcool, eravamo nascosti dietro il muro di una casa, dove nessuno ci poteva vedere, a me era piaciuto ricordo, e anche adesso ero il, con mezza erezione e quella voglia …
Dopo qualche altro giro, tutti hanno baciato tutti, siamo passati a qualcosa di più forte, gustose palpate di seno, le ragazze che ci accarezzano con insistenza il pacco, si vede in noi maschietti l’eccitazione, tutti con il pene che sta per scoppiare …
Tocca a Vania rispondere, e Michele sceglie l’obbligo per lei, leccare per un minuto Lucia tra le gambe, che non si fa pregare e si cala in un solo colpo i leggins e il perizoma, con le dita si apre le grandi labbra e Vania si sacrifica per ottemperare al suo obbligo, noi altri rimaniamo li a guardare con gli occhi sgranati, Lucia ansima sotto la lingua di Vania ….
I minuti sono stati cinque e non ce ne siamo accorti se non quando Lucia è venuta e Vania si è alzata soddisfatta, sono le tre ormai, io propongo di andare a dormire, ma vengo sommerso dai fischi di disapprovazione, la bottiglia gira, obbligo o verità?
Michele sceglie obbligo, Vania sorride e gli dice che deve farmi un pompino con ingoio, alzo gli occhi al cielo, proprio a me penso, incrocio lo sguardo di Vania, che mi fa l’occhiolino e mi sussurra “te lo meriti”, cosa che capisco solo io, perché lei ci aveva visti dietro quel muro, aveva visto che io a Michele gliel’avevo fatto un pompino, e lui si era tirato indietro …
Vania mi aiuta a vincere la timidezza, mi sfila la cintura dai pantaloni, mi sbottona, mi cala i boxer assieme, prende in mano il mio pene che è già duro, chiama Michele vicino a se, gli mostra come si fa un pompino degno di tale nome, con una mano mi masturba mentre con la lingua e la bocca se lo prende tutto dentro, gli dice che con la lingua deve insistere sulla cappella, e con la bocca fare su e giù, alternando i due movimenti, Michele inginocchiato davanti a me mi guarda un po’ di traverso, ma il vino e tutto il resto dell’alcool che ha bevuto stasera gli tolgono anche gli ultimi freni, prende il mio pene dalle mani di Vania e inizia una cosa che non assomiglia nemmeno lontanamente a quello che ha fatto Vania, ma a me piace, e tanto anche, gli prendo la testa tra le mani e lo accompagno nei movimenti, prima lenti, poi un po’ più veloci, Michele ci mette impegno, lo sento, e in un attimo mi rifaccio di tutti questi anni in cui l’ho desiderato e non l’ho mai potuto avere, nella mia bisessualità mi è sempre piaciuto essere più attivo, ma all’epoca della prima superiore non l’avevo ancora capito bene, ricordo che quella volta con Michele gli avevo detto che glielo facevo prima io, ma che poi doveva farmi godere, che non sarebbe stata una cosa schifosa come pensava, ma poi si era tirato indietro e mi aveva lasciato li con l’amaro in bocca, ma adesso è il mio turno, e senza avvertirlo, gli vengo in bocca tenendogli la testa ferma con le mani, lo sento tossire ma non mi tolgo, lo deve ingoiare tutto, come ho fatto io quella volta, è giusto così …
Vania mi guarda divertita e mi fa l’occhiolino nuovamente, io le sorrido di ricambio, decidiamo di finire li il gioco per il momento, sono ormai le quattro, ma abbiamo un giorno di spiaggia intero da fare e un’altra serata che ci aspetta, ci auguriamo la buonanotte e ci rechiamo nelle camere, Michele passa vicino a Vania e le dice che è una stronza, lo fa col sorriso, poi mi guarda e mi dice che me la farà pagare, in natura ovviamente!


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