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Gay & Bisex

Roma - Civitavecchia


di Membro VIP di Annunci69.it culosardo
15.02.2014    |    20.545    |    12 9.5
"Passò decisamente all’attacco e mi prese per i fianchi tirandomi giù i pantaloni che io avevo previdentemente slacciato; disse all’amico qualcosa che io non..."
Questa storia,risale al periodo 2000-2003,quando lavoravo a Civitavecchia.Il treno notturno era quasi vuoto, come spesso capitava; sicché mi fu facile entrare in uno scompartimento dove c’erano due solidi giovani tutti pirsing e tatuaggi che avevano tirato i sedili fino a formare un piano unico e si erano sdraiati a dormire probabilmente per tutto il viaggio che terminava all’alba.
Con delicatezza ma con decisione entrai e mi sistemai in mezzo ai due: stavamo tutti e tre sdraiati su un fianco ed io ero di spalle ad uno e faccia a faccia con l’altro.
Dopo un poco, l’atmosfera cominciò a farsi confortevole e bastò poco – forse solo l’odore dei corpi giovani – per farmi scattare la molla del desiderio; diedi inizio alle “mie” manovre e mi piegai ad angolo fino a toccare col culo il corpo di quello che mi stava dietro e sfiorare con le mani quello di fronte.
Quello alle mie spalle avvertì per primo la manovra e si appiccicò decisamente col basso ventre al mio culo proteso facendomi sentire nettamente il volume del suo pacco che si andava gonfiando.
Per tutta risposta, accentuai la pressione del culo sull’inguine e mi mossi per farmi strofinare il cazzo fra le chiappe.
Passò decisamente all’attacco e mi prese per i fianchi tirandomi giù i pantaloni che io avevo previdentemente slacciato; disse all’amico qualcosa che io non capii e quello ebbe un attimo di esitazione ma poi aprì decisamente la lampo e tirò fuori il cazzo ancora barzotto ma già di notevoli dimensioni.
Al colmo dell’agitazione, allungai la mano a prenderlo e cominciai a menarlo con delicatezza, mentre l’altro, dietro di me, abbandonava ogni prudenza e mi ficcava tra le chiappe un cazzo che per un attimo mi spaventò,anche se abituato alle inculate
Ma mi ripresi immediatamente e mi abbassi sul cazzo dell’altro per prenderlo in bocca.
Il contatto con la consistenza serica della cappella mi eccitò allo spasimo e mi tesi ancora di più coi fianchi verso il cazzo dell’altro che con uno strappo violento e doloroso passò lo sfintere e si infilò nel retto provocandomi sensazioni indescrivibili.
Cominciò allora una strana danza che mi vedeva al centro: mentre dimenavo la testa facendomi scivolare in gola e riportando poi fuori il cazzo del primo, che era diventato quasi enorme e talvolta minacciava di soffocarmi; dall’altra parte il secondo, dietro di me, cominciò un movimento di vai e vieni assai intenso ed eccitante, col cazzo che affondava sempre più profondamente nel mio culo e le chiappe che si allargavano, aiutate anche da lui che le apriva, per far aderire sempre più il suo inguine al mio ano.
Andammo avanti per un po’, completamente perduti nell’orgia di sesso, finché quello davanti a me ebbe una vibrazione intensa e violenta, mugolò incomprensibilmente e mi strinse la testa in un ultimo spasimo: mi staccò quasi con violenza la bocca dal cazzo e mi versò sul viso un’ondata di sborra che sembrava non voler finire mai.
Gli accarezzai il cazzo che gocciolante palpitava,mentre a mano a mano perdeva il suo turgore.
L’altro, intanto, eccitato ancor più dalla scena che intuiva nella penombra, cominciò a squassarmi il culo con colpi sempre più violenti e mugolando come un animale notturno; alla fine, con un’ultima violenta spinta, si proiettò dentro di me fino al limite della penetrazione e cominciò quasi ad urlare; avvertii nettamente il fiotto di sborra che riempiva il preservativo e venni anch’io, senza neppure toccarmi.
Poi si rilassò gradualmente e mi tenne delicatamente per i fianchi, mentre il cazzo pulsava dentro di me e perdeva lentamente consistenza.
Passò un po’ di tempo, mentre loro due si calmavano e i loro cazzi si ammosciavano.
Quando fui in grado di muovermi, mi riaggiustai alla meglio e andai in bagno per lavarmi la sborra dal viso e ; poi tornai a sdraiarmi al mio posto.
Due minuti dopo – e solo allora per nostra fortuna – il controllore aprì la porta dello scompartimento....
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