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Gay & Bisex

S/M (Slave/Master)


di boreetoah
01.09.2015    |    17.461    |    9 8.6
"Non potrei vivere senza di lui..."
Premessa: chi cerca violenza e sesso estremo non ne troverà.
Detesto cordialmente tale pratica, ma ne subisco ,ahimè il fascino. Il desiderio di misurarmi con suddetto argomento è via via aumentato facendomi decidere per il grande passo. Del resto,come diceva Oscar Wilde,esiste solo un modo per resistere alle tentazioni. Cedere. Siate clementi e,se proprio volete frustarmi, immaginate di farlo con delle piume. Di struzzo.

Avete letto bene la premessa? Poi non lamentatevi se non avete gradito!


SLAVE

Mi sveglio immediatamente, non appena mi chiama e mi metto in posizione. Sono in ginocchio sul tappeto e mi infilo fra le sue gambe. Lo prendo in bocca,delicatamente e allo stesso tempo con avidità. Non ho idea di che ore siano. Fuori è buio. La fioca luce del lampione che filtra dalle persiane accostate rende la stanza irreale, senza contorni,quasi religiosa. Il silenzio è risaltato dal ticchettio dell’orologio sullo scrittoio. Lo sento sospirare. Si rilassa. Arriva. Un caldo getto di liquido dorato. Delizioso. Il mio signore mi disseta. Deglutisco velocemente,ma non è necessario. Lui sa dosare la portata della minzione con opportune pause che mi permettono di assaporarne il gusto. Mi sento felice. Il mio padrone mi concede di bere da lui. Quando termina raccolgo le ultime gocce con la lingua e godo appieno di quell’onore. Comincio a succhiare e leccare come mi ha educato,ma lui mi blocca. Mi posa una mano sulla testa mentre lo guardo turbato. Non so se riesce a vedere la mia espressione. “Il trattamento completo più tardi. Voglio dormire” e si stende nuovamente nel letto. Torno a sdraiarmi sul tappeto, stringendo il cuscino. Inappagato. Mi manca qualcosa. So di non aver portato a termine il mio compito.

Sono già vigile e pronto. Aspetto che si desti. Mi beo della sua visione. Godo nell’immaginare il suo risveglio trovandomi pronto a soddisfarlo. Fremo intravedendo il suo membro già gonfio dell’erezione mattutina. Vorrei poter scostare quel lembo di lenzuolo e deliziarmi del panorama completo, ma non posso. Non ne ho il permesso. E rischierei di dargli noia. Non lo farei mai. Il mio pene è già duro e dritto, come lui desidera e mi ha ordinato. Mi basta il suo pensiero perché ciò avvenga,senza toccarmi. Non ne ho il permesso. Ho indossato il jockstrap che preferisce,quello bianco. Il mio glande spunta fuori dall’elastico. So già che ne sarà compiaciuto. Emetto un sospiro di trepidante attesa. Devo andare in bagno, ma non oso muovermi per paura di fare rumore e che al suo risveglio non mi trovi lì. Non potrei sopportare il biasimo nel suo sguardo. E poi mi punirebbe. Il mio padrone ha modi crudeli per punirmi. Lui sa come sottomettermi. Il mio unico desiderio è di compiacerlo. Non vorrei mai contrariarlo. Disgraziatamente è già successo. La mia disobbedienza è stata punita. Non ho più mancato. E prego che non succeda mai più,benché il mio signore mi sottoponga a dure prove.
Sì! E’ ora. Il respiro è cambiato. Un muscolo guizza. Le palpebre sbattono. Si muove e stira i muscoli. Gira la testa. I suoi occhi incrociano i miei che ho abbassato verso terra, poiché non mi è consentito guardarlo. Stende la mano verso di me;so cosa devo fare. Mi avvicino e con uno scatto mi stringe i capelli dietro la testa e con forza attira il mio viso alla sua ascella. Sono in estasi. Se fossi un cane scodinzolerei. Comincio a leccare ingordamente aspirando il suo odore. L’odore del mio padrone. Eseguo con abilità. Sono stato preparato con attenzione. Passo all’altra ascella ed elargisco le stesse attenzioni, mentre il mio signore sorride soddisfatto. Mi allargo sul torace lanoso lappandolo tutto e succhiando con ardore i capezzoli eretti. Scendo lungo la strada che porta alla sua saporita verga baciando il ventre, insalivando il bottoncino con diletto. Proseguo tra i folti ricci del pube stuzzicandoli coi denti. Poi, finalmente…

MASTER

“Mmmmmh” . Questo è l’unico apprezzamento che mi lascio sfuggire. E’ bravo. Non c’è che dire. Gli ho insegnato bene; e lui è stato un buon allievo. Il modo in cui ha imparato a darmi piacere è sublime, ma non posso fargli troppi apprezzamenti. Deve pensare che può fare sempre meglio. Lo stile con cui se l’è preso in bocca, sollevando gli occhi imploranti di inondarlo del mio liquido dorato… se non fosse stato tra le sue labbra, mi sarei pisciato addosso per l’eccitazione! Attende fermo, immobile, senza lasciar trapelare la sua impazienza. Ma il suo sguardo mi parla di un desiderio insostenibile. Mi lascio andare. E’ pronto. Quando la riceve, lo vedo concentrarsi sul modo migliore per non perdere neanche una goccia. Manda giù a più non posso. Questa volta non riesco a trattenermi e gliela riverso tutta dentro. E’ un assetato che si imbatte in un’ oasi nel deserto. Finisco, mentre lui mi delizia con la sua lingua e si prepara a terminare il suo compito. Questa volta glielo concedo. Alza timido la testa per ricevere il mio consenso. Glielo dò. Lo sguardo che mi rivolge mi fa sentire onnipotente. Riprende con foga cercando il mio piacere. Vuole darmi piacere. Sa che solo quello conta. Il mio piacere è il suo piacere. Butto l’occhio al suo pene. Sì, bravo. Ha indossato ciò che gli avevo ordinato ed è così eccitato che non durerà a lungo. Voglio che venga senza il mio consenso. Voglio punirlo. Ho bisogno di farlo. E’ talmente remissivo,mite,efficiente nell’esecuzione dei suoi compiti che trovare un’inadempienza diventa sempre più difficile. Mi provoca un tale godimento che mi sta diventando indispensabile. Uno schiavo non può esserlo . E’ il padrone ad essere indispensabile allo schiavo. Devo trovare il modo di riportarlo al suo ruolo. Per adesso devo punirlo. Sta facendo un lavoro meraviglioso”Mmmmmh”. So cosa fare…

SLAVE

I gemiti del mio signore mi stanno eccitando sempre più. Devo distrarre la mia mente o non riuscirò a trattenermi. E questo è grave. Il mio padrone sarà in collera, ma, peggio ancora, riceverò tutto il suo biasimo. Diventerò indegno. Ora mi fa alzare. Capisco subito. Godo ancora di più. Mi metto sul bordo del letto a quattro zampe per agevolarlo nella penetrazione. Entra con un colpo solo, senza prepararmi. Il dolore è indicibile. Ma non mi lamento. Comincia a sbattermi duramente come non ha mai fatto. Ancora dolore. La mia safeword è “india”. Non l’ho mai usata,né mai la userò. Preferirei morire. Mi sta spaccando in due… il mio pene si è ammosciato… Ad ogni colpo mi fa sobbalzare in avanti, devo tenermi come posso alle lenzuola per mantenere la posizione. Si ferma. Riprende fiato. Ora riprende lentamente e si muove dentro di me come se cercasse qualcosa… oh signore, no! Così non riuscirò a resistere. L’ha trovato. Mi sente gemere, non posso trattenermi. Comincia il lento massaggio interno…

MASTER

Sì. Sì, eccolo il punto miracoloso. Ora vedrai, mio piccolo, dolce schiavo, vedrai. Il tuo padrone desidera che tu goda e lo renderai felice, non è vero? Ah, sì,così. Fammi sentire come godi. Gemi. Di più, di più,di più….

SLAVE

Perché mi fa questo? Sa che non posso resistere…. Ma chi è che urla così?... oh Cristo! Sono io, sono io che urlo come una di quelle puttanelle… che vergogna. Il mio padrone mi punirà… lui mi ha educato a non esprimere il mio piacere, se non in funzione del suo.. io sono altro. Io sono il suo schiavo. Non sono una troia, né lui mi ha mai chiamato in questo modo… mi ha istruito perché mi dedicassi esclusivamente al suo piacere… se vuole togliersi uno sfizio, gli basta andare nel parco dietro casa… non riesco…. sto per…

MASTER

Oh sì, finalmente! Ti ho insegnato bene… sei bravo a resistere, ma non così bravo! Ah, il mio devoto schiavetto… quanta sborra avevi nei coglioni… non smetti più di schizzare… vorrei godere anch’io,ma non ora. Adesso comincia lo spettacolo! Il mio piccolo schiavo tremante si è accasciato sul letto. Esco da lui, ancora duro. Si volta e leggo una sofferenza immane. Non perché tema che io lo punisca, ma perché sa di avermi deluso. Molto. Uno schiavo che deluda in questa maniera il suo padrone non merita di ricevere nulla. Nemmeno la giusta pena. Se vi è. E io ne ho una.

Lui non è il mio primo schiavo. Ne ho avuti altri e per tutti ho usato lo stesso metodo. Non li ho mai puniti con violenza. Mi piace frustarli , schiaffeggiarli, sculacciarli nel contesto del rapporto sessuale, perché questo mi eccita. Ed eccita loro. Dunque non posso punirli con qualcosa che dà loro piacere. Sarebbe ridicolo. IO SONO IL PADRONE. Non un dispensatore di delizie. Perciò , li ho sempre puniti privandoli del piacere. Del godimento. E questo mi eccita ancor di più. Lui è speciale. Tutti gli altri soffrivano realmente di questa sottrazione, ma lui ne subisce un doppio effetto. Si eccita della tentazione e si tormenta per la privazione . E’ adorabile. Si gira verso di me con lo sguardo di un cucciolo abbandonato. Vorrebbe dirigersi sul mio cazzo, ma sa di non averne il permesso. Lo guardo freddamente, impassibile, con tutto lo sdegno di cui sono capace,mentre, in realtà vorrei stringerlo tra le braccia. Devo ancora lavorare su questa emozione che mi procura. Gli faccio segno di andare a sedersi sulla sedia dello scrittoio. Non gli parlo. Mi vesto lentamente ed esco di casa. So che da lì non si muoverà.

SLAVE

Resto seduto nudo e attendo . So cosa sta per succedere. La chiave nella serratura. E’ già tornato;l’ha trovata subito. Aspetto che arrivino in camera e poi getto uno sguardo senza farmi notare. Una zoccola. Pantaloncini corti attillati e maglietta che non arriva all’ombelico. Gambe e braccia depilate. Capelli sciolti alle spalle. Faccia da troia. Chissà se la paga. Si spogliano velocemente, mentre mi fa cenno di spostarmi con la sedia a fianco del letto. Vuole che guardi. Vuole che veda come lo fa godere quella troietta e che capisca quanto sono stato incapace e l’abbia insoddisfatto. Salgono sul letto. Il mio padrone glielo mette in bocca e se lo fa succhiare di gusto, mentre la troietta sbava e comincia a fare il suo show . Lo sento esprimere sonoramente la sua gioia. Lo fa per ferirmi. Lo vedo che la zoccola non è brava come me; non lo conosce, non sa quali sono i punti che lo esaltano. Lui mi guarda con sufficienza. Va avanti per un po’ con il teatrino. Prende la testa della pompinara e le spinge tutta la grossa verga dentro cominciando a fotterle la bocca e alzando il volume dei gemiti di approvazione. Immagino di essere io la causa di tutto quel tripudio. Immagino di essere io a farlo esultare in quel modo. Sono subito duro. Tutto il mio essere soffre disperatamente per il bisogno di essere la causa di quel compiacimento. Vorrei spingere via la puttanella e ingoiare quella meravigliosa asta, ma lui non me lo perdonerebbe. Resto seduto vibrando di desiderio. E’ soddisfatto del servizio, la fa mettere sulla schiena e le allarga le gambe. Si posiziona ed entra piano, dopo averla preparata, ma tanto quella ha una caverna: è una troia. Con me non ha mai usato tale delicatezza,né io l’ho mai desiderata. Mentre la penetra mi guarda e mi sorride godendo del mio patimento. Si muove dentro alla zoccoletta lentamente, con maestria, e quella, da vera sgualdrina, si mette a guaire come una cagna in calore. Se la tiene contro, stringendole i fianchi, e aumenta la velocità degli affondi. Sposto lo sguardo sui loro visi e poi al bacino del mio signore i cui colpi producono il familiare suono che mi provoca sempre tanta delizia. Mi sembra di percepirne la forma dentro di me, sento quelle botte decise contro il mio sedere, comincio a muovermi senza rendermene conto . Lui se n’è accorto…

MASTER

Mi basta uno sguardo per farlo smettere. Sa che non deve cercare sollievo al suo tormento. Percepisco tutto il suo bisogno e questo mi dà un senso di appagamento immenso. So che sono io il suo bisogno. So che gli sono indispensabile. Mi sento meglio. E’ ora di finire, la sgualdrinella mi ha stufato. Non è come scopare lui. Non è lo stesso piacere. Ma gli riservo un’altra piacevole tortura…

SLAVE

Lo masturba! Lo tocca! Mi sento avvilito per le attenzioni che riserva alla puttanella, ma so che lo fa per correggere la mia mancanza. Il mio padrone non si è mai trastullato col mio membro. Ma ho sempre bramato di sentire la sua mano su di me. Sta venendo, la zoccola, facendo dei versi di cui dovrebbe vergognarsi. Zoccola, zoccola, zoccola. Il mio padrone mi guarda e mi fa cenno di salire con loro. Con incalcolabile gioia mi precipito sul letto e mi metto in ginocchio al loro fianco impaziente di esaudire ogni sua richiesta. “Pulisci”, dice, e io, sconfitto, mi abbasso a tributare onore alla baldracca urlante, leccando tutto il seme sul suo ventre e pulendole il cazzo…

MASTER

Aaaah! Sì! Vengo! Vengooo! Il mio stupendo esemplare mi ha fatto sborrare solo guardandomi con gli occhi affranti per l’ordine che gli ho dato. La delusione che si è dipinta sul suo viso dopo l’esultanza mi ha dato più piacere di questa troietta incapace. Oh,sì! E’ bravissimo ad eseguire. Ha pulito tutto con cura e ora che sono uscito sta scendendo verso il culo: anela il mio succo. “No”. Si ferma immediatamente ancora più domo. Abbassa lo sguardo e torna a concentrarsi sul cazzo della puttanella svaccata. Gli ordino di tornare a sedersi e lo fa mestamente. La troietta si riveste languidamente e sparisce.

Non lo considero per il resto della giornata. Sa quali sono i suoi compiti in casa, deve provvedere a me e ai miei bisogni che, per punizione, non includono prestazioni sessuali, anche se mi mancano le sue labbra, e quel culetto insolente messo in mostra dal jockstrap mi provoca pensieri sempre più lussuriosi e invadenti. Pensieri che mi rendono inquieto e mi fanno prendere una decisione…

SLAVE

L’ho così deluso, che per tutto il giorno non mi ha avvicinato. Mi sono dedicato ad eseguire le solite incombenze con più premura per non dargli ulteriori motivi di lagnanza per le mie mancanze. I miei occhi sono rimasti umidi per tutto il giorno. L’indifferenza del mio padrone mi uccide. Non potrei vivere senza di lui. Se decidesse di non volermi più, ne morirei. Non mi ha ancora rivolto la parola. Il suo sguardo è gelido. Non mi permette nemmeno di aiutarlo durante il bagno dopo cena. Non era mai successo. Dopo che il mio padrone si è coricato, posso attendere alle mie necessità e alla mia igiene personali. ..

MASTER

Si affaccia alla porta della camera e aspetta che gli dia il permesso di entrare. Si avvicina e fa per stendersi sul tappeto, dove solitamente passa la notte. Ha gli occhi bassi e lucidi, come se avesse pianto. Mi prende una fitta al petto. Calma. Alzo il braccio per farlo venire da me. Il luccichio degli occhi cambia. E’ felicità. Si accoccola al mio fianco, appoggiando la testa sul mio torace e strofinando la guancia contro il mio capezzolo. Mi è sempre piaciuto il contrasto dei nostri corpi: io scuro e villoso, lui chiaro e glabro. Sospiro. Ho voglia della sua bocca. Gli appoggio la mano sul capo facendo un po’ di pressione. Non serve altro: non vedeva l’ora di dedicarsi a farmi godere come solo lui è capace. La forzata astinenza sta dando i suoi frutti. Mmmmh . E’ bellissimo. Lo ciuccia come un bimbo con la tetta. Con voracità e piacere, dolcezza e venerazione. Mmmmh . Vorrei accarezzare quella testa dai capelli folti e scuri che fa su e giù dandomi l’estasi. Vorrei resistere, ancora, ma, aaah,non ce la faccio. Ecco sì, così, bravo, prendilo tutto in bocca e tienilo dentro. Piccolo,ti stavi soffocando. Fallo ancora,sì, bravo, resisti. Mmmmh . Mi fai impazzire. Solo tu ci riesci. Non resisto oltre,vengo, vengo, vengooo. Aaaaah ! Sì! Godere in silenzio, mi massacra! Sospiro mentre termina il suo lavoro con perizia e competenza. Ha ingoiato tutto e l’ha lavato per bene! Gira la testa verso di me orgoglioso di aver fatto bene. Riprende il suo posto al mio fianco e con un dito stuzzica il capezzolo. Devo dirglielo ora che è felice. “Davide?” “Sì?” “Ecco, devo dirti una cosa…”…

SLAVE

Sollevo la testa a guardarlo. Qualcosa non va. “Ecco, io non so come dirtelo… E’ solo che… negli ultimi tempi sono successe cose… , cioè il mio modo di considerarti è cambiato e… “ oddio, no, no, ecco, lo sta per dire, non lo soddisfo più, ho sbagliato, non mi vuole più, il mio Sergio non mi vuole più…”Capisci, le cose non sono più come quando abbiamo iniziato… io non ti vedo più come…uno schiavo…” oddio oddio oddio, lo sapevo. Stupido , stupido, stupido che non riesco a mantenere un’erezione! “ E quindi… io volevo dirti…” mi scosto da lui e senza guardarlo negli occhi”Vuoi che me ne vada, vero? Non mi vuoi più qui. Con te” ho le lacrime agli occhi…

MASTER

“Coooosa? No!!! Che hai capito? Io… io non riesco più a considerarti il mio schiavo! Io mi sono reso conto di provare qualcosa di diverso per te. Non so cosa sia, ma… è diverso! Io volevo chiederti… di trasferirti qui da me…” vedo il suo sguardo incredulo, lo vedo pieno di … amore. Lo afferro dietro la nuca e per la prima volta lo bacio sulla bocca…

SLAVE

Mi bacia. Sulla bocca.




Il finale è stato ampiamente ispirato da quello del racconto”My first man, my first cock” di Allfours, che troverete sul sito www.m.lushstories.com. nel caso desideriate leggerlo. Si svolge in cinque episodi.


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