Racconti Erotici > Gay & Bisex > Scelta di vita 5 (prima parte)
Gay & Bisex

Scelta di vita 5 (prima parte)


di NENE_MALO
24.01.2013    |    6.319    |    1 9.1
"Fu la prima scusa che mi venne in mente, d altronde io non sapevo nemmeno cosa fosse un "VIP", ne tanto meno avevo avuto mai una tessera..."
Dopo la mia prima improvvisata esperienza con Sele, pensai che senza studi, senza genitori e una casa dove accudire la sera, la soluzione piú facile era la prostituzione.

In fondo avevo solo 16 anni, e mi ero gia accorto di come gli uomini mi guardavano, sentivo gli sguardi sulle mie parti in ogni locale gay al quale accedevo, ma ancora non sapevo scegliere ne distinguere, ero una pecorella in mezzo a un branco di lupi pronti a sbranarmi.

Cosi decisi di frequentare un Pub a Chueca, era considerato il tempio de " los chaperos", si riunivano i migliori della zona, ed io volevo vedere da vicino uno di questi mercenari del sexo.

Non mi permisero l entrata dovuto alla mia età, cosi me ne restai a sbirciare fuori, e osservavo tutta quella gente ben vestita, tirata, profumata, pallestrati, biondi, mori, di età comprese fra i 18 e i 30 anni, erano ragazzi bellissimi, con dei fisici incredibili, il riflesso sulla vetrina cui ero appoggiato, rifletteva una immagine gracilina della mia persona, niente a che vedere con quei maschietti.

Sele sicuro aveva voluto provare carne fresca, altrimenti non potevo capire la sua scelta, io non ero all altezza di quei "chaperos", cosi,forse deluso o confuso, mi incamminai verso il mio alberghetto per riflettere sul da fare.

A 50 metri dal Pub, un mercedes nero, con vetri scuri, si fermó giusto davanti al passaggio pedonale che mi prestavo ad attraversare.

La portiera dell accompagnante si apri, ed un ragazzo alto, elegantissimo, con dei orecchini lucicanti come fari nella notte , vi discese, lo notai io e mezza dozzina di gente che attendeva la luce verde.

Camicia semi aperta, una catenella d oro addornava due pettorali possenti, occhiali neri, capelli acuratamente ingellati all indietro, un pizzetto che lo rendeva morboso, un completo bianco di lino estivo, e delle infradito di pelle nera,ed un sorriso da orecchio a orecchio che avrebbe illuminato un intero campo di calcio senza bisogno di rifflettori.

Lo seguii con gli occhi fino alla porta del pub, dove salutando tutti con fare gentile, spari dietro la pesante tenda nera che nascondeva l entrata del locale.

Ne rimasi colpito, e cosi, come chi fa finta di niente, ritornai sui miei passi, e chiesi ad un ragazzo li vicino se conoscesse quel personaggio solare appena arrivato.

_ Certo, si chiama Nicolas. Rispose.

E cosi, con il solo nome che mi rondava in testa e la sua immagine ancora nella retina, feci ritorno al mio alberghetto.

Con i soldi guadagnati dalla mia prima marchetta, mi comprai quello che chiameró il primo abito da "chapero", non che ne esista uno in particolare, ma avendo visto Nicolas, decisi di copiare alcuni suoi dettagli.

Mi comprai un orologio non di marca ma abbastanza appariscente, una collanina placata oro, un orecchino con brillante falso, poi cercai la fraganza usata da Sele, e ne rimasi colpito per il prezzo, il piú piccolo da 50 ml costava 120 € quasi la metà del mio budget, ma non ci volevo rinunciare, fingendo di annusare le diverse fraganze, estrassi il flaconcino dall imballaggio e con un gesto rapido me lo infilai fra i coglioni. Completai l opera comprandomi una bella camicia bianca di seta, ed un paio di pantaloni rigorosamente bianchi, cha avrei abbinato a delle scarpe in vernice nere.

Al bar dell albergo chiesi del ghiaccio a cubetti, che mi sarebbe tornato utile per anestesiarmi il lobo dell orecchio su cui volevo mettere l orecchino, e cuando fui sicuro di non provare dolore, con un colpo secco ma deeciso, lo perforai con lo stesso pendente.

Quella sera dopo la doccia, mi vestii acuratamente, indossai la camicia bianca e lasciai sbottonato i primi bottoni in modo che si potesse intravedere la catenella ornarmi il mio glabro petto, capelli ingellati all insú, orologio nuovo al polso, pantaloni bianchi e scarpe nere completavano l opera.
Un abbondante spruzzata del mio profumo costatomi 5 minuti di paura, e finalmente ero pronto a mangiarmi il mondo. Mi vedevo bello, elegante, profumato, ed ora piu che ma ero sicuro di me.
Brillavo come l oro.

Mi recai a una nota discoteca di Madrid nel quartiere di Goya, frequentata da gente dell alta societá, personaggi noti, e comunque con un alto potere acquisitivo.

Avevo 16 anni ma cosi vestito, ne potevo dimostrare almeno 19 o 20, perció mi diressi verso l entrata senza titubare, l enorme portiere mi osservava arrivare, ora non potevo piú tirarmi indietro, era il momento decisivo della serata.

_ Buona sera signore, mi disse l energumeno.
_ Posso vedere la sua tessera V.I.P ?

_ VIP ? Che tessera ? dissi ingenuamente ? Sono sempre entrato senza tessera io.

Fu la prima scusa che mi venne in mente, d altronde io non sapevo nemmeno cosa fosse un "VIP", ne tanto meno avevo avuto mai una tessera.

Il portiere mi scrutó minuziosamente, e mi indicó una porta sul retro.

_ Tu entri da li furbetto, non dalla porta principale, stai alle regole o ti butto fuori a calci in culo.

Non avevo idea a quali regole si riferisse, ma aveva tutta l aria di uno che non scherza.

Ma di che porta mi parlava ? Mi diressi lá, dove "gentilmente" mi aveva indicato, e vi scorsi un entrata di servizio che dava alla cucina.
La attraversai rapido e disinvolto, come se ne fossi stato il Maître, e da li, entrai finalemente nel salone dove luci, colori, schermi giganti e una incalcolabile moltitudine di gente si stringeva attorno al bancone del bar.

La musica era la mia passione, al riformatorio non c erano molti passatempi, per cui organizzavamo delle propie e vere sfide di ballo, ma non avevo mai ballato davanti a tanta gente e decisi quindi mentre trovavo un feeling fra me la sala e la musica, di girarla in lungo e in largo.

Mi sentivo osservato, e direi che piú di una volta alcune manate che mi arrivavano sul culo o che mi sfioravano un pó dappertutto non fossero casuali, davanti a una scala che mi apprestavo a salire in perlustrazione, una voce alle mie spalle mi chiese:

_ Posso vedere il suo invito per il priveé signore ?

_ Il ragazzo è con me, Julian, grazie.
_ Sempre a sua disposizione Signore, rispose.

Mi voltai per vedere chi avesse detto fosse in mia compagnia, un personaggio elegante mi fece l occhiolino e mi fece cenno di salire le scale, ed io salii.
Con la sua mano sulla spalla che mi guidava, arrivammo ad un localino, dove all interno vi si trovavano non piú di 7 o 8 persone sedute intorno ad un tavolino, alcuni in panni minori altri mezzi nudi, e uno addiritura stava succhiando il cazzo ad un altro davanti a tutti ed ora anche davanti a me.

Si richiuse la porta e l uomo si diede a conoscere, sono Valentin, e questo è il mio reserveé, mi presentó i suoi amci uno ad uno cosi come erano, che senza imbarazzo mi salutavano e mi stringevano la mano, perfino colui che stava praticando il pompino, smise per un secondo di succhiare, e mi diede la mano lasciandomela bagnata di saliva.

_ Mettiti a tuo agio e serviti pure quello che vuoi. Disse Valentin.

Ed io mi servii. C era di tutto, vino, champagne, bibite gasate, energetiche, canapè, palline rosse che scopriró piú tardi come caviale Russo.
Banconote arrotolate sul tavolo facevano bella presenza assieme a una polvere bianca, che tutti avrete giá capito di cosa si trattava, tranne io, che si avevo sentito parlare di droghe, ma che mai ebbi l opportunita vedere ne tantomeno provare fino ad allora.

_ Coraggio fatti un tiro, mettiti a tono che la notte è lunga. Mi disse Valentin.

Vedendo come facevano gli altri, presi una banconota da 100 € arrotolata sul tavolo aspirai una di quelle righe parallelamente ben allineate.

_ Forza, ora con l altra narice.

E ne aspirai un altra, deciso senza pensare a nulla. Se non un gusto acido calarmi giú per la gola, non notai niente di speciale, guardandomi intorno e vedendo l indifferenza, mi ficcai la banconota nella tasca, e ne presi un altra, sempre da 100 €, e giú un altro paio di righe, e banconota in tasca.

Sentivo il naso gommoso, la mia lingua batteva sui denti, che sembravano perdere sensibilitá assieme a gengive e palato.
E cosi, mentre cercavo sul tavolo un altra banconota orfana, una mano intraprese a frugarmi fra le gambe, mentre valentin mi sbottonava la camicia.
Mi ritrovai reclinato sul sofá del priveé, con uno sconosciuto succhiandomi il cazzo, mentre valentin di fianco a me, mi limonava intensamente e freneticamente fra mugolii e sospiri.

Bevevo in continuazion, avevo la bocca pastosa, ma mi sentivo arrapato e molto porco, non avevo nessun pudore a farmi spompinare davanti a sconosciuti, anzi.....mi stavo eccitando.
Vedevo il mio corpo innumidirsi di sudore, la fronte mi gocciolava in continuazione, non avevo mai sudato cosi, avevo un caldo interiore che mi divorava, continuavo a serrare la mandibola incosciamente e digrignavo i denti, ero eccitatissimo.

Non mi ero accorto di essere totalmente nudo, ne tantomeno chi mi avesse spogliato, soffrivo di piccoli black out, e a volte sembrava che il mio corpo non mi pertenesse piú. Fra piccoli flash mi ricordo di trovarmi a gambe aperte con sopra ora questo ora quello, succhiavo cazzi a portata di bocca senza preoccuparmi a chi fosse attaccato, era uno scambio continuo di corpi, di falli in cerca di un orifizio da penetrare, e credo, e dico credo perchè non potrei giuralo, che il mio fu il piú gettonato.

Sniffai ancora quella sera, non so la quantitá, ma ero pieno fino al culo di droga e di cazzi, all albeggiare il reserveé si svuotó, ricordo valentin dirmi di rivestirmi lasciandomi alcune banconote sul tavolino dove della coca non rimaneva piú traccia.

A fatica trovai gli indumenti e con ancora piú difficoltà, gli indossai, scendere le scale fu un impresa, non capivo perchè quelle luci che prima mi parevano tenue, ora mi laceravano le pupille. Ero entrato che brillavo come l oro, ed ora non so nemmeno se indossavo gli slip.
Già all esterno, brividi di freddo mi strimizzivano, era una sera calda di maggio, ma non riuscivo a fermare quei temblori, ed i muscoli della mascella mi facevano un male cane, continuavo a digrignare i denti contro la mia volontá.

Dovetti sedermi sul muretto appena fuori, ed ad un tratto senti l anima venirmi su, mi chinai e vomitai, le arcate erano pronunciate, ma apparte saliva e qualche rivolo di bibita non usciva niente.
Il cuore mi batteva all impazzata ero fradicio di sudore, lo stomaco chiuso, mi assali il panico, respiravo affannosamente, stavo male.
Piegato su me stesso, con brividi ben visibili che mi percorrevano il corpo, mi venne da pensare che ci avrei lasciato la pelle, che sarei morto como un junki per strada, avrei concluso la mia vita e tutti i miei sogni su uno sporco marciapiede a soli 16 anni.

_ Alcool o droga ? Mi chiese qualcuno.

A fatica alzai la testa, e asciugandomi il sudore che dalla fronte mi grondava su tutto il viso, esclamai :

_ TU, tu sei Nicolas.......

Fu l ultima cosa che ricordo, prima di stramazzare inconscio a terra.



( Continua )
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Scelta di vita 5 (prima parte):

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni